Archivio di Gennaio 2016

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CSOA Il Molino

Viale Cassarate 8, 6900 Lugano

Dal pomeriggio
Live painting, installazioni e workshops…

https://www.facebook.com/events/1517693265228213/


Ore 20
Presentazione del libro “Rave New World”, con l’autore Tobia D’Onofrio

Ore 21:30, concerti punk HC:
Zona D’Ombra
Madness Waves

Ore 23:30, acid tekno tribe live & dj sets:
Anomala – Bad Unionz – DoggoD – Jungle Riot – Pyramid Head Crew – SabotaZ Crew
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Visual Arts by TreeBoo Dissidance
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Sound System powered by Pyramid Head Crew
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ChillOut Zone & Info S.O.S.tanze by L.A.B.57 & InfoShock

>>>> Il Lab57 – Alchemica sarà presente con la postazione chill-out , info point SOStanze, Primo Soccorso, etc…!!!! <<<<<

 

UNA SERA COME TANTE… O FORSE NO

Quella di Sabato 30 Gennaio 2016 è stata una serata come tante altre al centro sociale il Molino.
Una festa di musica elettronica con alcuni artisti provenienti dal nord Italia e tanti frequentatori interessanti all’evento, attorno alle 300 persone.
Due dj che avevano partecipato attivamente alla serata benefit per gli arrestati della manifestazione NoExpo del 1 Maggio a Milano non verranno più in Svizzera per un bel po’.
Non per razzismo ma per costrizione, dato che la polizia comunale di Lugano li ha fermati durante la notte mentre se ne andavano dal centro sociale e, col pretesto del “regolare controllo di polizia”, ha di fatto imbastita una spedizione macho-squadrista volta a intimorire il Molino ed i suoi
frequentatori.
I due dj sono stati fermati in un luogo isolato, dove i poliziotti potessero agire indisturbati.
Durante il tentativo di fermo, i poliziotti hanno circondato l’auto e hanno puntato le pistole in faccia al conducente ed al passeggero senza alcun motivo.
Dopo di che, sono stati letteralmente strappati fuori dall’abitacolo e scaraventati prima con la faccia
al muro, poi ammanettati e “lanciati” di peso dentro la pattuglia della polizia.
Nel tragitto per andare in centrale, hanno continuato a malmenarli, a insultarli e a minacciarli perché (testuali parole) erano stati a mettere la musica “in quel posto di froci”.
Arrivati nel parcheggio sotterraneo della centrale, li hanno spogliati completamente e sono stati perquisiti. Già che c’erano, hanno aggiunto qualche altro schiaffone a quelli che avevano dato prima.
I due sono stati infine a Pambio-Noranco dove lamentandosi con alcuni agenti della polizia cantonale per il trattamento ricevuto, è stato detto loro che sostanzialmente la polizia comunale di Lugano è solita adottare questi metodi.
Questa era solo la parte finale della serata, perché non è cominciata così.
Durante l’orario di cena una pattuglia della Comunale di Lugano ha cominciato a girare attorno al Centro sociale, entrando con l’auto nel prato e puntando un faro all’interno dello spazio adibito a zona di ristorazione in cui i frequentatori del centro stavano cenando.
Questa è solo la prima provocazione della serata.
Verso le 3 del mattino, a seguito di una presunta segnalazione, un paio di “eroici” agenti dell’ordine
(sempre della polizia comunale) hanno perquisito alcuni giovani all’entrata del centro sociale senza nessuna (nemmeno apparente) motivazione valida.
Dal momento che qualche individuo ha provato a chiedere spiegazioni di tale situazione le risposte degli agenti sono state dapprima frasi molto amichevoli quali “fatti i cazzi tuoi e tornatene dentro” che sono subito diventate spintoni e aggressioni fisiche nei confronti dei loro interlocutori fino ad
estrarre i famelici manganelli.
Tutto ad un tratto un manipolo di “Rambo” accorre in supporto dei propri colleghi caricando le persone e cercando di fermarle violentemente.
Sul momento, per la sicurezza dei frequentatori dello spazio, era stato scelto di rifugiarsi all’interno del piazzale del centro sociale e di chiudere il cancello cercando di difendersi dall’aggressione ed opponendo della resistenza in modo che nessun’altro venisse malmenato.
A questo punto i poliziotti si sono radunati nei parcheggi adiacenti al centro sociale raggiunti da molti loro colleghi. La situazione di tensione e violenza si è placata ed il cancello del centro sociale è stato riaperto. Uno dei ragazzi fermati e perquisiti precendemente si è recato in direzione dei
poliziotti per richiedere la restituzione del proprio portafoglio e dei propri documenti, come risposta è stato ammanettato e caricato in auto senza che vi fosse alcuna prova di un reato commesso.
I giornali parlano di alcune denunce nei suoi confronti che in realtà sono inesistenti.
Rivendichiamo l’autogestione che abbiamo conquistato in lunghi anni di lotta come ne rivendichiamo la difesa.

IL MOLINO NON SI TOCCA!!!
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https://www.facebook.com/events/1535764020085817/

Infoshock & Lab 57 presentano:

———- BENEFIT PARTY ———
••••• ELECTRONIC NIGHT •••••

 

2 STAGES:

• Saletta Undergound – Tekno from 23 to 05.00 con
Viktor (DDF)
Sici (DDF)
Luka (DDF)
Matte (MFC)
Balez (MFC)
Zagokronik
(Mad Factory)
Mambo Inthemorning

• Salone Concerti – Minimal from 23 to 02.30 con
Andrea Zanardi
Yashin (Resect Club Radio Blackout 105.250)
Nu Feed (Sound Alteration Family)
Dalle 2:30 CHILL-OUT ZONE

 

OPEN @ 22:00
MUSIC STOP @ 5:00
INGRESSO: 5 euro (Benefit Infoshock – Lab57)

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CSOA Gabrio
Via Millio 42
Zona San Paolo Antirazzista
Torino

 

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Da diversi anni alcune realtà antiproibizioniste hanno intrapreso un lavoro attivo di riduzione del danno sull’uso di sostanze in contesti slegati dal business del divertimento notturno.

Alcuni di questi e nello specifico i “free party” hanno rappresentato fin dalle loro origini e per molto tempo un forte movimento politico di rivendicazione: quelle stesse fabbriche oggetto dello sfruttamento del modello capitalistico sui lavoratori, venivano occupate temporaneamente una volta abbandonate o dismesse, allo scopo di far vivere un modo differente di socialità, non verticistico e non soggetto ad alcuna forma di prevaricazione.
Alle “feste” non ci sentivamo consumatori ma protagonisti delle nostre serate e del nostro divertimento, prendendoci la responsabilità degli eventi che organizzavamo e che sostenevamo, individuando l’autogestione come pratica esclusiva e come unico modello organizzativo.
Ai rave la musica non si è mai pagata, così come le forme d’arte e di espressione che creativamente e spontaneamente emergevano; l’uso di sostanze è sempre stato un comportamento diffuso allo scopo di stare meglio insieme, magari più intensamente ma certo non per farci del male.
Che cosa sia rimasto di questo movimento siamo in tanti e in tante a chiedercelo.
Oggi abbiamo l’impressione che il mercato sia riuscito a inglobare anche quegli eventi che nascevano proprio con l’intento di contrastarlo. Da qui la deriva del free party, che perdendo la componente politica che li caratterizzava, fanno sempre più fatica a mantenere coerenza e continuità con il passato. Il nostro lavoro, che nasce per affinità e partecipazione a tali contesti proprio perché ne condividiamo le logiche di base che li sottendono, è infatti oggi per queste ragioni sempre più difficile.
Siamo pochi, non abbiamo ingenti risorse e i servizi istituzionali e finanziati con cui negli anni abbiamo collaborato stanno di fatto scomparendo, perché si preferisce la repressione all’educazione, prevenzione e riduzione del danno.
Da qui nasce l’esigenza di costruire questa serata di autofinanziamento, unica forma di sostentamento che ci permette di essere presenti continuando ad informare, sensibilizzare, prevenire, convinti che quello che facciamo in questo seppur travagliato frangente sia importante e possa un giorno far pervenire ad un cambiamento.
Come CSOA Gabrio per un periodo non abbiamo più proposto serate con musica Tekno proprio per il forte impatto avuto in passato sul quartiere, in un momento per noi delicato che ha coinciso con il trasferimento in Via Millio 42. Lungi dal voler precludere ad alcun tipo di musica, seppur con qualche perplessità, abbiamo fiducia che si possa ballare e che ci si possa divertire, mantenendo il decoro e la dignità e rispettando il territorio ed il quartiere che ci ospita. L’evento di venerdì 12 febbraio non sarà pertanto un free party, che vede le TAZ e non i CSOA come suoi luoghi naturali, ma una serata di autofinanziamento con musica elettronica, che inizierà alle 23.00 e terminerà per esigenze legate alla gestione del centro alle 05.00 del mattino.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare per sostenerci nelle lotte che portiamo avanti nel rispetto dell’autogestione, dell’autoregolazione, del nostro e vostro centro sociale e delle persone che lo attraversano.

CSOA GABRIO
Zona San Paolo – Antifascista Antirazzista Antisessista Antiproibizionista

 

 

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LA PROPOSTA DELL’INTERGRUPPO PARLAMENTARE ” CANNABIS LEGALE “: VERSO IL MONOPOLIO SULLA CANNABIS
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In questi mesi si parla molto di questa proposta di legge, sperando che possa essere  ancora migliorata segnaliamo alcuni gravi problemi e pericoli più o meno evidenti,  per non perdere anche questa OCCASIONE e avere il sostegno di chi lotta da decenni per la COMPLETA DEPENALIZZAZIONE coltivazione per uso PERSONALE di cannabis

Di seguito questo articolo da

Million Marijuana March Italia

che entra nel merito sulla proposta legge parlamentare del senatore Benedetto Della Vedova sostenuta trasversalmente in Parlamento.

 

IL GIOCO DELLE TRE CARTE-
LA PROPOSTA DELL’INTERGRUPPO PER IL MONOPOLIO SULLA CANNABIS

Carta vince, carta perde, ma chi vince è sempre il banco, un altro monopolio che sostituisce il precedente e che produrrà ancora ricchezza per pochi e galera per tanti e tante.

A perderci è quella enorme parte di popolazione che si vedrà ancora rubare il diritto a coltivare una pianta che è parte del patrimonio botanico del pianeta, il diritto naturale di usufruire di un bene comune.

Lo avevamo detto e ripetuto più volte e con largo anticipo che il rischio imminente sarebbe stato quello della spartizione del monopolio del mercato delle sostanze illegali tra le narcomafie (che lo detengono attualmente) e le multinazionali del farmaco e del tabacco, cominciando proprio dalla Cannabis.

Non a caso l’edizione 2014 della M.M.M. (Italia) l’abbiamo intitolata “UMANOPOLIO” e l’edizione 2015 “CANNABIS BENE COMUNE”.

Non ci rassegneremo alla beffa di dover comprare in un regime di monopolio e ai loro prezzi, solo le varietà imposte dalle multinazionali con le loro tecniche di coltivazione, consci che il monopolio è appunto appannaggio degli amici degli amici e solo per loro.

Ossia, chi ne sarà fuori e deciderà per l’autoproduzione, continuerà a finire in galera, com’è sempre accaduto e accade in tutto il mondo laddove le mafie devono difendere i loro interessi.

Le guerre le fanno sempre i governi contro i popoli, tutti i popoli, interni ed esterni, per garantirsi grossi introiti economici: il proibizionismo è il classico esempio di collusione tra governi e mafie.

Se poi questa PL fosse convertita in legge, la collusione sarebbe con le lobby affaristiche che ne gestirebbero il mercato e non ci sorprenderebbe se a giochi fatti, scoprissimo anche alcuni suoi proponenti tra gli investitori.

Del resto ricordiamo gli investimenti economici personali dei ministri del vecchio pentapartito nelle fabbriche di specchietti retrovisori alla vigilia delle leggi che li resero obbligatori, moltiplicando il profitto di quelle aziende.

Siamo allarmati da come la becera propaganda affaristica spacci per prospettiva di legalizzazione la proposta di molti parlamentari di diversi gruppi politici noti come “Intergruppo Parlamentare per la Legalizzazione” e riteniamo sia un grande imbroglio sul quale occorre fare chiarezza.

È dichiarato esplicitamente l’intento del MONOPOLIO di STATO (vedi Art.5 «TITOLO II-BIS MONOPOLIO DELLA CANNABIS “..Art. 63-bis. – (Oggetto del monopolio). – 1. La coltivazione, la lavorazione e la vendita della cannabis e dei suoi derivati sono soggette a monopolio di Stato in tutto il territorio della Repubblica..”).

Risulta evidente la finalità del reperire risorse con la cannabis tramite le concessioni ai rivenditori, con il meccanismo delle licenze descritto all’articolo 63, in negozi a questo esclusivamente dedicati (che sarebbero l’evoluzione degli attuali grow shop) “..Art. 63-sexies. – (Licenza di vendita al dettaglio della cannabis e dei prodotti da essa derivati). – 1. L’Agenzia delle dogane e dei monopoli può autorizzare la vendita al dettaglio della cannabis e dei prodotti da essa derivati a persone maggiorenni, in esercizi commerciali destinati esclusivamente a tale attività.)”.

Siamo assolutamente certi, vista l’impostazione della Proposta di Legge tutto monopolio e business, che le 5 piante della sbandierata e apparentemente consentita auto coltivazione casalinga per uso personale e le 5 piante a testa per gli iscritti ai CSC, siano solo uno specchietto per le allodole.

appello-autoproLa possibilità di auto coltivazione infatti è solo lo zuccherino necessario ad addolcire la pillola e a creare quel consenso popolare necessario alla sua approvazione, molto sostenuta dalla parte commerciale del panorama cannabis, come le ditte di settore e quelle catene che attualmente vendono semi, lampade e concimi che in futuro potrebbero diventare i beneficiari delle concessioni del MONOPOLIO.

Alla prima finanziaria, verrebbe individuata la causa del mancato obiettivo di bilancio, ossia entrate minori degli introiti previsti per lo Stato, nella concorrenza delle coltivazioni casalinghe e nei CSC, che tornerebbero illegali come ora ma con l’aggravante che poi l’autocoltivazione, (essendo in contrasto con gli interessi del monopolio…) diverrebbe contrabbando, punito con pene molto severe e la confisca preventiva dei beni, oltre a salate multe calcolate per ogni grammo del materiale illegale com’è già adesso per i tabacchi.

Se così non fosse, non si capirebbe perché comunicarne anche il luogo della coltivazione al’ufficio di competenza regionale dei monopoli di stato come previsto sia per le 5 piante casalinghe che per i CSC ai seguenti articoli 1-bis e 1-ter della proposta di legge:

« 1-bis. “…Chiunque intenda coltivare cannabis ai sensi del periodo precedente invia, allegando la copia di un documento di identità valido, una comunicazione all’ufficio regionale dei monopoli di Stato territorialmente competente, recante l’indicazione dei propri dati anagrafici e del luogo in cui intende effettuare la coltivazione.

E lo stesso vale per i CSC:

« 1-ter. È consentita la coltivazione di cannabis in forma associata, ai sensi del titolo II del libro primo del codice civile, nei limiti quantitativi di cui al comma 1-bis, in misura proporzionata al numero degli associati. A tale fine il responsabile legale invia una comunicazione all’ufficio regionale dei monopoli di Stato territorialmente competente, ai sensi del citato comma 1-bis..”.

Poi ci domandiamo perché ai Monopoli e non alla Prefettura? E sarebbe comunque bizzarro e anomalo, visto che tutte le leggi della Repubblica stabiliscono cos’è legale e cosa non lo è, oppure oltre quale limite una condotta diventa illegale.

Se fino a cinque piante fosse veramente legale non si dovrebbe comunicare nulla a nessuno: in autostrada è lecito guidare fino ad una velocità di 130 KM orari, ma non risulta fino ad ora che prima di imboccarla si debba inviare comunicazione alla motorizzazione civile nella quale si dichiari luogo di partenza e destinazione, che saranno percorsi senza oltrepassare i limiti consentiti e di non avere bevuto alcolici!

Eventualmente se poi si venisse trovati a guidare con un tasso alcolico oltre lo 0,5% consentito oppure ad una velocità superiore al limite, scatterebbero le sanzioni. Allora perché non scrivere più semplicemente che l’autocoltivazione è legale fino ad un numero tot di piante ed è illegale oltre?

Perché in questo modo le sezioni regionali dei Monopoli di Stato avrebbero già il database con gli indirizzi delle porte alle quali andare a bussare nel caso in cui la prima finanziaria successiva alla trasformazione in legge di questa proposta, rendesse nuovamente illegale l’autocoltivazione.

Noi contrasteremo questa PL che vorrebbe monopolizzare la cannabis perché non vogliamo finire dalla padella nella brace!

Se ora sempre più sentenze interpretano la legge riconducendo all’uso personale le piccolissime coltivazioni di due o tre piante, in questo modo non sarebbe più possibile, poiché con la nuova legge, nessuno negherebbe l’accesso alla cannabis, che sarebbe però acquistabile esclusivamente in regime di monopolio, ai loro prezzi e solo per le qualità da loro commercializzate.

Non a caso pare che alcuni imprenditori stiano già pensando a marchi in franchising, vedi l’intervista a dolcevita del proprietario del marchio “NATIVA”, che inizia così: “L’obiettivo è chiaro: conquistare il multimilionario mercato italiano della cannabis ricreativa..”, vedi link: http://www.dolcevitaonline.it/nativa-il-franchising-italiano-per-la-cannabis-che-punta-sulla-legalizzazione/

Ed è chiaro che le aziende di settore, i grow shop e tutto il lato commerciale del fenomeno, comprese le finte associazioni di imbonitori, svolgono il ruolo che nel sindacalismo dello scorso secolo fu dei “sindacati gialli”, pagati ed organizzati dalle stesse classi patronali per difendere i loro stessi interessi.

Tutto quel mondo imprenditorial-cannabico, molto attivo in rete ma non radicato nel sociale, incapace di riempire le piazze ma al massimo le fiere commerciali di settore, ha ovviamente dalla sua parte in questo business i media nazionali espressione di grandi gruppi imprenditoriali e finanziari, ma non può e non dovrebbe avere il consenso di chi rivendica il diritto a coltivare una pianta per liberarla dalle speculazioni del mercato.

Abbiamo sottoscritto e coprodotto la “Carta dei diritti delle persone che usano sostanze- Genova 2014” (vedi link http://www.millionmarijuanamarch.info/approfondimenti/17-carta-dei-diritti-delle-persone-che-usano-sostanze.html ) in cui agli articoli 12, 13 e 14 è rappresentata la nostra posizione, che non esclude neanche il mercato per chi decidesse di non volerla coltivare in proprio o in associazione, garantendo così la libertà di scelta. Per questi motivi appoggiamo la proposta contenuta nel “Sesto Libro Bianco 2015” di Forum Droghe che mette al centro i diritti delle persone invece che gli interessi economici, vedi link: http://ungass2016.fuoriluogo.it/2015/11/18/seconda-edizione-del-6-libro-bianco-sulla-legge-sulle-droghe/

Diffidate degli imbonitori, presenti solo in rete e nei palazzi del potere legislativo e della finanza, contro i quali ci prepariamo a mobilitarci scendendo nelle nostre piazze per smascherarne l’inganno.

L’abbiamo sempre fatto e lo continueremo a fare non rassegnandoci mai a scambiare i nostri diritti con gli interessi economici degli amici dei soliti furbetti che confondono volutamente la politica con gli interessi privati di pochi.

Million Marijuana March Italia
Nè con le mafie, nè con le multinazionali del farmaco e del tabacco, per l’ ‪#‎Umanopolio‬, ‪#‎CannabisBeneComune‬!

vedi anche:
“E SE FOSSERO LE TABACCHERIE A VENDERE LA CANNABIS?”
http://www.assotabaccai.it/…/uploads/2015/09/tmag_4_2015.pdf

 

 

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CIRKO DELIRIO & PROPRIETA’ PIRATA
presentano

 
dalle 21:00
 
***PIZZATA PRE SERATA***
 
Live Music con
-EH?!- Rock
https://www.facebook.com/ehrockband1/?fref=ts&__mref=message_bubble
 
a seguire
DJ SET:
 
***TRON_K.O. Faida System
***PALA.OB Officina Barabana
 
LIVESET:
***ORGONAUTH Pyramid-Head Music/Brutal Toys Records
https://soundcloud.com/orgonauth
 
***PERFORMANCE DI ARTI CIRCENSI
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-RESPECT THE PLACE
-RESPECT THE PEOPLE AND YOURSELF
-GOOD VIBEZ ARE WELCOME

 

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La GUERRA con la DROGA

Giovedì 28 gennaio

Xm24 – Spazio Pubblico Autogestito
via Fioravanti 24
Bolognina

Ore 19:30
Aperitivo/cena benefit antipro per il Lab57, il Laboratorio Antiproibizionista di Bologna

– Ore 21:00
Presentazione “La guerra con la droga”

Un viaggio fatto di storie, immagini e testimonianze che lega il narcotraffico mondiale ai conflitti vecchi e nuovi. Dai traffici di oppiacei dei militari in Afghanistan a quelli dell’Uck nel Kosovo protetto dalla Nato, dall’anfetamina usata dai Top Gun statunitensi alle droghe sintetiche prodotte dallo Stato Islamico, dai due confitti mondiali alla cosiddetta “eroina di Stato”, il rapporto tra stupefacenti e conflitti è vecchio quasi quanto la guerra stessa.

Spazio anche al sottile filo rosso che collegherebbe l’attività militare Salvatore Parolisi, condannato per l’orrendo assassinio della moglie Melania Rea, che ha sconvolto l’Italia nel 2011, alla camorra, al traffico internazionale di stupefacenti ed alcuni componenti dei contingenti Isaf della Nato schierati in Afghanistan. Una storia raccontata nel libro “Il caso Parolisi: sesso, droga e Afghanistan” scritto da A. De Pascale e A. Parisi (Imprimatur-Rcs 2013).

A cura del reporter di guerra e giornalista Alessandro De Pascale

Il teaser della presentazione è visibile al seguente indirizzo: https://tiny.cc/guerradroga

Alessandro De Pascale è un giornalista d’inchiesta e reporter di guerra.
Autore di diversi libri è da sempre impegnato nel cercare verità che vanno oltre le versioni ufficiali.
Ha lavorato per testate nazionali quali Left, Il Manifesto, La Voce delle Voci, Il Punto, Terra, La Nuova Ecologia

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