13418739_1098872600172790_5521138583664983687_nhttps://www.facebook.com/events/246163462430935/

 

Ci vediamo giovedì 16 giugno

in via Zamboni 38 dove,

dalle 18,

il Collettivo Antipsichiatrico di Bologna

in collaborazione con Lab57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna

presenterà due documentari a tema antipsichiatrico.


Code di Lucertola (ITA – 52 min) di Valentina Giovanardi
Cortoshock (ITA – 11 min) di Daniele Filippetto e Andrea Maiorana

A seguire aperitivo Benefit per il Collettivo Antipsichiatrico, a prezzi popolari!

Contro gli usi e gli abusi della psichiatria, contro le pratiche di esclusione e segregrazione di chi non accetta valori e sistemi della società!
Rompiamo il silenzio!

 

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Code di Lucertola (ITA – 52 min) di Valentina Giovanardi
https://www.youtube.com/watch?v=H9_83ulMbzY

Finalista di HAI VISTO MAI 2008.

SINOSSI: La terra trabocca d’inferni, senza fiamme, senza diavoli, senza forconi.
Esiste ancora il famigerato manicomio? L’istituzione che l’ha sostituito è qualcos’altro o è solo il maquillage della vecchia galera per matti? Ancora oggi è possibile che un individuo venga strappato dalla propria quiete domestica e gettato a marcire, imbottito di farmaci, in qualche cantuccio materiato di disperazione e avulso dalla realtà? Quand’è che una vita non è più vita? “Code di lucertola” è un viaggio. Un viaggio al termine di una notte maledettamente attuale, un viaggio che prende le mosse da questo interrogativi e si dispiega attraverso storie, volti, corpi martoriati e ingabbiati, luoghi, versi scaturiti da quel che grida e dissente in noi, visioni di un abisso radicato nel nostro essere ancora uomini.
La terra trabocca d’inferni che sono limbi, dove l’umano infradicisce, senza tregua, senza requie, senza fine.

 

Cortoshock (ITA – 11 min) di Daniele Filippetto e Andrea Maiorana
https://www.youtube.com/watch?v=7IVvI2o1Nck

Regia di Andrea Maiorana e Daniele Filipetto

“ Cortoshock “ nasce dalla voglia di raccontarsi; è un viaggio, per certi versi onirico, in un universo che non appartiene alla maggior parte di noi. Risponde all’esigenza di conoscere le difficoltà relazionali in cui è, volente o nolente, implicato chi ha seguito un particolare percorso di vita, psichiatrico, ma non solo. Nasce dalla voglia di confrontarsi del protagonista stesso che racconta episodi cardine della sua vita.
A tratti il cortometraggio risponde alla voglia di sfogarsi e vuotare il sacco dei traumi pregressi, quasi potesse essere una nemesi dei mali che lo affliggono.
Sullo sfondo una critica serrata alle istituzioni totalitarie, il carcere come la psichiatria, che emerge da racconti lancinanti di vita vissuta.
Si delinea un quadro in cui l’abbandono, la solitudine, la rabbia fanno da padroni, l’abbandono da parte degli enti che dovrebbero seguire le persone con un tale vissuto, ma la determinazione di chi vuole comunque andare avanti. In tale contesto il quotidiano è scandito dai ritmi della terapia e degli sterili colloqui mensili con gli specialisti. In un rapporto familiaristico con le medicine che si appoggiano ai libri sugli armadi…
E’ una vita violata dall’elettricità quella che ci viene proposta, dopo l’esperienza in ‘Opg e con l’elettroshock.
Non ultimo il rapporto con le sostanze.

 

 

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