Archivio di Aprile 2017

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La musica finirà alle 17

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In Bolognina come a Tivoli (Kingston) la legalità annienta la giustizia
Benefit a sostegno delle spese legali dei familiari e delle vittime del ‘massacro di Tivoli’, del maggio 2010 a Kingston in Jamaica.
A cura di Radio Cine_Mercato & XM24
https://www.facebook.com/events/705866582949606/

Breve storia dei fatti:
Il quartiere di Tivoli, a Kingston in Giamaica, nasce negli anni ’60 per volere di Edward Seaga, leader storico del Jlp (Jamaica Labour Party) legato ai repubblicani Usa, che ne fa la sua fortezza personale e presidio di controllo elettorale, trasformando una bidonville in una comunità con scuola, clinica e giardini.
Negli stessi anni, Michael Manley, Pnp (People National Party) gli contrappone Trench Town, un’altra bidonville riqualificata. Manley, negli anni ’80 durante il suo governo, stringe un’alleanza con Fidel Castro che gli costa il sabotaggio di Reagan, il fallimento dell’esperimento socialista e la presa di potere di Seaga prima, e dei suoi delfini poi.
Uno di questi, Bruce Golding, premier dal 2007 al 2011, per mantenere il controllo su Tivoli, sempre più popolato e ingovernabile a causa della crisi economica, pone al comando del quartiere il boss narco Dudus Coke.
Nel 2010, sotto minaccia del taglio fondi dell’Fmi, Golding ordina l’arresto di Coke mediante un attacco preordinato delle Forze Speciali noto ai posteri come ‘il massacro di Tivoli’: 74 morti ufficiali, 150 stimati e centinaia di feriti tra cui decine di donne e bambini, e Coke neanche c’era.
Non solo, dei morti ufficiali solo pochi erano schedati come vicini al clan del boss ricercato, nessun affiliato o parente, tutti gli altri non avevano niente a che fare con lui o con il suo clan, e la maggior parte neanche lo conosceva di persona.

Da allora si sono susseguite le richieste di un’inchiesta ufficiale sul massacro. Inchiesta istituita solo grazie alla creazione e pressione del Tivoli Commitee (Comitato per Tivoli). Il processo va avanti considerando caso per caso, quindi infinito, e nel 2015 è stata chiusa la possibilità di presentare nuovi testimoni vanificando il lavoro di indagine degli avvocati delle vittime.

Programmone…

sabato 6 maggio:
+ ore 22 – ingresso…
+ ore 23 – entrée sonoro musicato dalle arpe di Duc
+ ore 00 – console regge dj da definire…
+ ore 01 – dj Arcoxia (reggaeton elettronico)
+ ore 02 – dj Martez (genere da definire)
+ ore 03 – dj Anna Bolena (elettronica di consumo)
+ ore 04 – Radio CineMercato con Nelly, Isa e Fiò (musica di decompressione)
+ ore 05 – COLAZIONE VEGANA AGGRATISE! … con sottofondo sonoro swing ed electroswing
a seguire… ch’ras’ ch’ras’ ogn’e’don a la cas’

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Cannabis parade: migliaia a Torino per l’orgoglio antiproibizionista

Migliaia le persone che hanno sfilato sabato per il centro di Torino chiedendo a gran voce un cambiamento di passo rispetto a leggi liberticide, politiche di controllo sociale e decreti securitari che pesano sulle vite di tutti e tutte. Le diverse realtà e collettivi arrivati da tutta Italia, che hanno sostenuto l’iniziativa, hanno allestito carri allegorici e impianti musicali, invadendo gioiosamente con suoni e danze una città sempre più triste, che sta trasformando in centri commerciali interi quartieri, eliminando quei pochi spazi di socialità ancora esistenti.
Interventi, allestimenti, danze e performance varie hanno rappresentato una realtà differente da quella attuale, dove è contemplata la possibilità di autodeterminare i propri corpi e le proprie vite, dove il controllo sui propri comportamenti sia conseguente ad approcci educativi e preventivi e non legato allo spauracchio della punizione. Abbiamo denunciato e ricordato i milioni di morti di una guerra alla droga tanto costosa quanto inutile e dannosa, che non vogliamo e non possiamo più permetterci di pagare; abbiamo raccontato e messo in campo pratiche e azioni che le evidenze scientifiche ed i dati ci suggeriscono in accordo con l’obiettivo primario che si dovrebbe perseguire, ovvero la promozione della salute.

La nostra proposta passa dall’analisi delle sostanze nei luoghi di consumo, dalle stanze dell’uso sicuro, dalle somministrazioni controllata, dalla depenalizzazione reale dell’uso con l’eliminazione delle sanzioni amministrative che limitano vita e libertà, ma anche da forme di sperimentazioni già attive in Europa e nel mondo che riguardano regolamentazioni di produzione e distribuzione di cannabis, sostanza il cui uso è prevalente di almeno 4 volte tutte le altre sostanze messe insieme, e su cui grava maggiormente l’azione repressiva.
Il lungo serpentone di mezzi, accompagnato da migliaia di persone, ha attraversato luoghi simbolo dello spaccio cittadino e della conseguente azione repressiva che si manifesta sempre più spesso attraverso retate e caccia all’uomo; Murazzi, Parco del Valentino ed il quartiere di San Salvario.
Ma anche il grattacielo di Intesa San Paolo, emblema di una classe finanziaria corrotta, simbolo di una gestione speculativa, affaristica e clientelare della città e della cosa pubblica, che fa un sacco di vittime e che passa spesso impunita, mentre l’uso di sostanze e le condotte dei consumatori rappresentano ancora oggi una delle prime cause di carcerazione.
Dopo essere passati da Piazza Statuto e dalla commerciale Via S. Donato tra lo stupore ed il divertimento dei passanti, il corteo è infine arrivato al Parco della Pellerina dove con balli e banchetti, si è continuato fino al mattino seguente quando, dopo aver ripulito l’area, la prima cannabis parade è terminata dopo oltre 14 ore.

L’intera iniziativa è stata completamente autofinanziata ed autogestita nata dopo il blitz del 18 agosto della polizia al CSOA Gabrio; per questo ringraziamo i collettivi e le varie sound che ne hanno permesso la realizzazione.
Così come ci sentiamo di ringraziare la città che sembra aver risposto con lo spirito giusto, e le migliaia di partecipanti che hanno dimostrato con i loro comportamenti di aver colto il messaggio che intendevamo lanciare.
Già durante la festa è partito il solito squallido circo di chi, da sempre, s’impegna a far odiare gli oppressi ed amare gli oppressori. Pietra dello scandalo uno dei carri della Cannabis Parade che sfoggiava sul cofano 2 manichini della polizia, come se fossero investiti dal camion stesso, una rappresentazione allegorica che tende per sua natura a sovvertire l’esistente, trasformando per un giorno l’oppressore in oppresso, il cacciatore in preda.

I sindacati di polizia, alcuni dei quali, vogliamo ricordarlo, hanno offeso la memoria ed insultato i familiari di alcune delle vittime del proibizionismo, oltre ad aver negato le sistematiche azioni violente della polizia in Val di Susa, hanno definito quella rappresentazione simbolica come “barbarie”, mentre Lo Russo (PD) ha parlato di “una vera porcata”.
Evidentemente lui, ex- assessore all’urbanistica nonché ex-presidente dell’Urban Center Metropolitano, di porcate se ne intende!
A coloro che hanno parlato di istigazione alla violenza, a tutti quelli che sono caduti nel “trappolone dell’indignazione”, vorremmo ricordare che chi pensa che la polizia non sia parte integrante del problema, allora probabilmente non ha mai subito i pestaggi dentro le caserme per avere due canne in tasca, non ha visto la propria vita devastata da leggi che ti rilegano al ruolo di emarginato; come se non fossero poliziotti quelli che si presentano dentro e fuori le scuole a terrorizzare con perquisizioni che provocano risvolti tragici come quelli di Lavagna; come se non fossero le forze dell’ordine parte integrante di quel mostro proibizionista, infimo, che non si “limita” a colpire con leggi liberticide, perquisizioni, denunce ed arresti e carcere, ma che incoraggia dinamiche di paranoia, paura, ansia.

La violenza ideologica è quella di una cultura che legittima la pena di morte per chi usa sostanze, la stessa che ha ucciso Stefano Cucchi, Aldo Bianzino, Federico Aldrovandi, Marcello Lonzi e molti altri ancora.
L’indignazione a comando produce mostri, oltre ad i soliti “in-utili idioti” che travolti dal fallimento delle loro politiche probizioniste, scaricati da certi pezzi di politica istituzionale, provano a cavalcare l’onda per buttare fango e per dimostrare a loro stessi che esistono.
Ci piace chiudere con un commento che abbiamo ricevuto da poco da parte di qualcuno che non conosciamo, ma che restituisce pienamente il senso che hanno quei manichini per noi: “Stanno a significare il popolo che spazza via il proibizionismo e la repressione, stanno a significare che quell’erba era anche mia. Possibile che non siete in grado di comprendere che quei fantocci simbolicamente rappresentano le leggi proibizioniste”

Il nostro serpentone antiproibizionista travolgerà tutt* coloro i quali ancora si oppongono ad un cambiamento ormai necessario.
Sarà una risata che vi seppellirà.

CSOA GABRIO
https://gabrio.noblogs.org/post/2017/05/03/cannabis-parade-migliaia-a-torino-per-lorgoglio-antiproibizionista/
03/05/2017

 

 

https://www.facebook.com/events/1820250584965103/

•••••••••••• CANNABIS PARADE •••••••••••••
STREET ANTIPROIBIZIONISTA NAZIONALE
#quellerbaèanchemia

Sabato 29 Aprile 2017 –
Ore 15 – Piazza Vittorio – Torino


AUTOPRODUZIONE CONTRO MAFIE E NARCOTRAFFICO
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• Autoproduzione per contrastare e sconfiggere mafie e narcotraffico
• Per fare sentire la voce di chi non vuole più subire il ricatto dell’inganno proibizionista
• Contro lo strapotere delle mafie che esistono proprio grazie al narcotraffico
• Per riaffermare il diritto di autodeterminare i nostri corpi e le nostre vite
• Contro leggi liberticide che quotidianamente uccidono, arrestano e controllano
• Per riappropriarci della coltivazione della cannabis, storica pianta nostrana
• Contro politicanti e speculatori che vorrebbero farci un business
• Per una spinta radicale dal basso contro l’indifferenza della politica istituzionale ormai orientata unicamente ai profitti

RI-ORGANIZZIAMOCI ED ALZIAMO LA TESTA!
PARTECIPA, NON DELEGARE CHI NON TI RAPPRESENTA!

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Cannabis Parade – Lista carri e partecipanti

1- CSOA Gabrio Torino- Reggae/ Drumn’Bass con furgone bar e cibo
2- CSOA Terra di Nessuno Genova- Network Nazionale “Fine del mondo Proibizionista- Violenz Crew/ Reggae/Electro/Tekno
3- Radio Blackout Torino- Live e musica varia
4- Double Drop Family Torino e Tek Project Milano/ Tekno & Minimal Techno
5- Mad Family Torino e Funk Rebels Torino/ Tekno più postazione bar
6- Lab 57 Bologna/ Prevenzione e riduzione del danno- Chillout
7- 33 G Torino- Electro/Trash
8- Looney Moon Torino- Goa/Psy trance
9- CSOA Forte Guercio Alessandria- Electro/Break più postazione bar
10- Bolla Scateniamoli Milano- Electro/Tekno
11- Prinz Eugen Torino/ Hip Hop live/ Funky Electro
12- Volontari Cooperativa Alice e Indifference Busters/ Riduzione del danno e primo soccorso
13- Freeweed Board Associazione- Banchetto informativo cannabis
14- MCCS- Punk lirico live Torino
15- Forno della valle- Pizza e cibo
16- Noa- Pasta e cibo

 

Info:
Partenza: Piazza Vittorio Veneto ore 15


Percorso: Po, Castello, Micca, Solferino, Cernaia, 18 dicembre, San Martino, Statuto, San Donato, Appio Claudio, Lecce

Arrivo: Piazzale Parco della Pellerina ore 20


Sound: CSOA Gabrio – CSOA Terra di Nessuno – RADIO BLACKOUT – Violenz Crew – Double Drop Family – Tek Project – Mad Family – Funk Rebels – 33 G – Looney Moon – CSOA Forte Guercio – Bolla Scateniamoli – Prinz Eugen – MCCS

Punto ristoro e bevande: Gabrio crew – Forno della valle – Noa

Punto info riduzione del danno e primo soccorso: Lab 57 – Volontari Cooperativa Alice – Indifference Busters – Freeweed Board

Chill out: Piazzale Parco Pellerina


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CANNABIS PARADE E CANAPISA

E’ giunto il momento di scendere nelle nostre strade, nei nostri parchi e nelle nostre piazze per riaffermare quel diritto ad autodeterminare i propri corpi e le proprie vite che leggi liberticide e decreti fascisti limitano sempre di più. Ci vogliono consumatori asserviti al mercato e a speculatori senza scrupoli pronti a farsi in quattro pur di venderci qualcosa, e chi non ha nulla da comprare o non vuole farlo, viene sorvegliato, punito, allontanato perché rovina il decoro urbano. Se diversi quartieri delle nostre città si apprestano a diventare centri commerciali a cielo aperto eliminando quei pochi spazi di socialità che restituiscono dignità a chi li abita, altri sono vittime dello spaccio di droga, organizzato e gestito dalle mafie nostrane che trovano in questa attività il sostentamento economico necessario per la loro sopravvivenza. In questo scenario politiche fallimentari insistono con l’inutile azione repressiva che sperpera denaro pubblico, non ha alcuna efficacia in termini di abbassamento di domanda ed offerta, e finisce per alimentare il gioco del narcotraffico che solo in Italia vale diversi miliardi di euro. Secondo questa insensata logica vengono quotidianamente sguinzagliati poliziotti con cani antidroga nelle scuole alla ricerca di pochi grammi di cannabis, pratica di controllo che nulla ha a che vedere con la prevenzione vera che andrebbe fatta parlando agli studenti di droghe, effetti che producono e dei rischi che si corrono.

E’ ideologico punire senza educare, o peggio dire che si fa educazione punendo, ma tutto questo è tutt’altro che efficace e porta con sé diversi effetti collaterali che pesano sempre di più sulle nostre vite. Serve cambiare registro, e serve farlo in fretta ora che i pionieri del proibizionismo in Italia hanno tolto la maschera e rivelato gli sporchi interessi che c’erano dietro la loro folle ideologia, imposta con l’inganno nonostante i dati e le evidenze scientifiche. La politica istituzionale oggi ci illude con proposte di legge che vorrebbero fare della cannabis un monopolio, non rendendosi conto che una legge sulle droghe obsoleta e dannosa come quella attuale andrebbe cancellata totalmente. Così come non si rende conto che l’uso di sostanze non può essere sanzionato né penalmente né amministrativamente e che non serve riempire carceri di piccoli spacciatori che non incidono minimamente sul mercato nero delle droghe. Siamo consapevoli di essere ancora lontani da una riforma radicale di leggi e politiche in materia di droghe, e per questo sentiamo la necessità di mobilitarci dal basso, non per spingere verso un cambiamento, ma rappresentandolo rifiutando l’inutile delega politica. E lo facciamo riappropriandoci della coltivazione di cannabis per uso personale, pianta che ha sempre fatto parte della nostra cultura ed è adesso illegale nonostante la sua enorme diffusione.

Un primo passo necessario per uscire dal ricatto proibizionista e sperimentare strade alternative: quei Paesi che hanno fatto scelte di questo tipo hanno migliorato le proprie condizioni di vita in poco tempo. E lo hanno fatto depenalizzando realmente il consumo ed implementando pratiche in grado di promuovere il benessere di tutte le persone nelle rispettive comunità, che usino sostanze o meno: dalla diffusione dell’ analisi delle sostanze nei luoghi di consumo, alle stanze del consumo “sicuro”, alle somministrazioni controllate; oppure sperimentando produzione e distribuzione di cannabis come nel modello dei cannabis club, dei dispensari o dei coffe shop. Abbiamo bisogno di essere pragmatici, di mandare avanti ciò che funziona e di rivedere le pratiche inutili, costose e dannose.

In questo ci riconosciamo e rivendichiamo la Carta di Genova https://lafinedelmondoproibizionista.wordpress.com/2014/05/12/carta-dei-diritti-delle-persone-che-usano-sostanze/ , documento che abbiamo sottoscritto 3 anni orsono e che rappresenta le nostre istanze, ciò che dal basso vogliamo raggiungere. Se è pura illusione pensare di educare e responsabilizzare con il controllo e la repressione, lo è ancora di più credere di poter curare esclusivamente con l’approccio farmacologico. Eppure dati recenti ci parlano di un aumento considerevole della somministrazione di neurolettici, antidepressivi e ansiolitici pubblicizzati e/o prescritti ormai con troppa facilità minimizzando i tremendi effetti collaterali che producono.

La psichiatria sembra essere l’unica risorsa di un sistema che ha rinunciato ad investire nella promozione della salute e tende a scaricare sull’individuo il crescente disagio creato dal sistema sociale sempre più disumano e mortificante, inventando nuove “patologie mentali” in cui incasellare le diversità. Aumenta così il controllo sociale e parallelamente l’introito delle industrie del farmaco.
Rileviamo inoltre come i servizi per le tossicodipendenze siano improntati esclusivamente al trattamento dell’uso di sostanze ormai obsolete e fatichino ad intercettare i nuovi stili di policonsumo sempre più sfuggenti. Mentre pratiche come la riduzione del danno, riconosciute dalla comunità scientifica come pilastro delle politiche sulle droghe ed entrate recentemente a pieno titolo nei livelli essenziali di assistenza , fanno sempre più fatica a convivere con la logica del controllo imposta da patti locali per la sicurezza; politiche che producono giudizio, stigma ed isolamento nei confronti di chi usa sostanze, e che non permettono di mettere in relazione un comportamento già di per sé a rischio, causando un sommerso molto pericoloso. L’oscurantismo paternalista che considera istigazione al consumo anche solo parlare di sostanze ai più giovani è qualcosa che va superato al più presto, così come è necessario recuperare quella cultura in grado di proteggere chi ne fa uso senza la quale le droghe diventano merci da vendere al prezzo migliore ed in tutto il mondo: solamente la riappropriazione della coltivazione delle piante psicotrope da cui le droghe si ricavano e dei saperi ad esse legate, e la diffusione massiccia di pratiche come l’analisi delle sostanze, possono rovinare gli sporchi affari delle narcomafie che prosperano grazie al regime proibizionista. Siamo stanchi e siamo stanche di subire tutto questo, non vogliamo più pagare una guerra alla droga che ci sta decimando, e sappiamo bene per l’ennesima volta che dobbiamo lottare e metterci la faccia, per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.

Cannabis Parade- Torino 29 Aprile 2017
Canapisa – Pisa 20 Maggio 2017

Network Nazionale Antiproibizionista- Fine del mondo proibizionista

>>> Il Lab57  sarà presente al corteo col suo camper chill-out mobile , info point SOStanze, Primo Soccorso,  analisi sostanze <<<

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Cannabis Parade: la strada per uscire dal proibizionismo

Analisi sostanze by Lab57 e Infoshock(TO) per Drop-in Collegno(TO).

Tabella Colorimetrica di Dancesafe.org (U.S.A.)

Dal numero di Aprile di PiazzaGrande, giornale di strada bolognese

Riapriamo il tema sofferto di politiche e interventi di riduzione dei rischi in materia di “droghe”, confrontando pratiche e servizi sociali delle due città italiane tristemente ai vertici per Decessi per droga, a Bologna i numeri più alti d’Italia,ben 22 nel 2015 davanti a Torino con 21.

Certamente non aiuta il calo costante  generalizzato delle risorse pubbliche destinati a interventi cosiddetti di Prossimità  per ridurre i danni da abuso di sostanze: distribuzione e raccolta siringhe, trattamenti sostitutivi (metadone, etc..), apertura drop-in e centri  a bassa soglia di ingresso per fornire assistenza medica e sociale evitando un peggiore impatto sulla salute pubblica in termini di diffusione di malattie trasmissibili, malattie croniche, analisi delle sostanze in circolazione, etc…
In ogni caso, è su base locale e cittadina che in Italia si decidono le poliche di tutela della salute pubblica, di cui il primo responsabile per legge è il Sindaco, giova ricordarlo sempre, e in seconda istanza le Aziense Sanitarie Locali su base Regionale, da dove arrivano molte delle risorse disponibili.
In materia di Riduzione del Danno, un amministratore DAVVERO responsabile, dovrebbe valutare i rischi/benefici di tutta la comunità cui deve rendere conto, non solo di una minoranza, quindi dovrebbe potenziare al massimo i servizi sociali nel suo territorio, per risparmiare nel medio-lungo periodo ingenti spese sanitarie, oltre che salvare non poche vite umane.

Torino, a fronte di un’area metropolitana enorme, è riuscita a contenere il numero di morti per overdose rispetto a Bologna, che però ha poco più di un terzo dei suoi abitanti, com’è possibile?

Un possibile spunto per capire meglio potrebbe venire dalla lettura di questo interessante articolo uscito pochi giorni da su ViceNews:

Perché a Torino sta circolando eroina sempre più pura e letale

dove gli operatori parlano coraggiosamente della necessità di mettere SUBITO in pratica interventi SALVAVITA come le stanze del consume controllato e l’analisi delle sostanze.

“…

A rendersi conto per primi della piega presa dal mercato torinese sembra siano stati alcuni operatori del drop-in di Collegno, una struttura “a bassa soglia” a una decina di km dal capoluogo—dove, a dispetto di fondi sempre più scarsi, stanno nascendo iniziative all’avanguardia nel campo della riduzione del danno.

“Siamo stati i primi—e probabilmente gli unici—in Italia ad aver approntato una stanza per i consumi,” ci ha spiegato Wally Coppola, operatore del centro, mostrandoci uno stanzone adiacente all’ingresso arredato con un tavolaccio di metallo, un contenitore per siringhe usate e un altro ricolmo di fiale di Narcan, un farmaco salvavita da utilizzare nei casi di overdose.

“Qui dentro l’uso di eroina è tollerato a due condizioni: la prima è che nessuno venga a spacciare. La seconda è che si entri a consumare almeno in due alla volta, in modo che, se uno dei due va in overdose, l’altro possa iniettargli il Narcan e chiamare subito i soccorsi. Ormai inizio a perdere il conto degli utenti che abbiamo salvato in questo modo.”

Lo scorso luglio, a Collegno, è partita una sperimentazione sulla pratica del drug checking, l’analisi tossicologica degli stupefacenti effettuata su campioni forniti spontaneamente dagli utenti, che in questo modo possono avere un’idea delle percentuali di taglio e principio attivo contenute nelle sostanze che assumono.

“Generalmente—ha spiegato Coppola a VICE News—partiamo utilizzando dei reagenti colorimetrici, in grado di fornirci un quadro approssimativo del livello di purezza della sostanza. Quando il risultato ci sembra anomalo, però, inviamo i campioni in laboratorio per delle analisi più approfondite; ed è così che, alla fine di ottobre, ci siamo resi conto che a Torino stava circolando questa eroina molto più pura del solito.”

L’ analisi colorimetrica (vedi immagine in alto) è fondamentale per capire la qualità delle sostanze in circolazione e in caso di risultati allarmanti, a torino c’è la possibilità di inviarli in laboratorio per un’analisi più accurata Gas-cromatografica e diramare un allerta nel territorio.
Vale la pena di ricordare che il kit di analisi colorimetrica e il relativo Protocollo tecnico usati dal Drop-in di Collegno, sono il frutto di una formazione professionale fornita dal Lab57 di Bologna in collaborazione col progetto Infoshock di Torino.

E a Bologna che succede?
Nel 2015, l’anno del record di morti a Bologna, Il Narcan è sparito dalle farmacie di Bologna e non si sa il perché , (il narcan – naloxone è il farmaco salvavita anti-overdose), una situazione durata mesi e mesi, senza che nessuno abbia mai pagato per questo disservizio gravissimo, abbiamo assistito solo al solito vergognoso scarica-barile all’italiana, nonostante il Lab57 abbia sollevato il problema per mesi nella sede del Coordinamento regionale delle Unità di strada, mentre resta solo la conta dei cadaveri quasi 2 anni dopo e nessun responsabile.
Inoltre come denunciamo anche nella nostra recente intervista su Piazza Grande, giornale di strada bolognese (vedi foto),  la chiusura del Drop-in da parte del Comune di Bologna da ormai 10 anni, rappresenta un atto grave e irresponsabile che porta a raccogliere questi tragici risultati sul campo, soprattutto dopo le recenti dichiarazioni dell’ Assessore al Welfare del Comune di Bologna: Rizzo Nervo: “Non riapriremo il drop-in” ,
>> 
Prezzi stracciati, “fabbrica” del buco, record di morti: la droga a Bologna
vedi anche: Bologna è la città che uccide di più per droga. Giancane: “Mancano servizi di prossimità”

Non resta che sperare nel senso di responsabilità della cosiddetta società civile per fare pressione sui suoi amministratori per investire meno risorse su interventi  securitari, l’aumento di operazioni poliziesche non ha fatto altro che peggiorare la situazione ad esempio in zona universitaria, con tossicodipendenti che si nascondono sempre di più nelle vie più strette, con pericolo evidente di diffusione di malattie infettive,  invece di essere semplicemente accolti in un Drop-in come a Collegno.
Le segnalazioni sono continue nelle ultime settimane:
>> Via San Sigismondo, si inietta la droga in pieno giorno

Invece che organizzare costosi eventi-vetrina promozionali il comune di Bologna dovrebbe  potenziare e realizzare VERI INTERVENTI DI PROSSIMITÀ, riapertura Drop-in a bassa soglia, analisi sostanze e distribuzione DIFFUSA di naloxone, per evitare che continui questa strage silenziosa di overdose, interventi che ovunque hanno dimostrato tutta la loro efficacia, come a Torino ad esempio.
Inoltre va ricordata la situazione paradossale degli interventi di riduzione dei rischi nel mondo notte bolognese: Il Lab57 su 76 interventi in eventi su base nazionale(vai all’elenco)  , ha effettuato ben 42 uscite nel 2015 in regione( quasi tutti nell’aera vasta bolognese senza nessun sostegno da parte del comune), quasi il quadruplo degli altri progetti istituzionali pagati con risorse pubbliche, ebbene di fronte a questa situazione il Comune rifiuta da 10 anni di sedersi a un tavolo per programmare un minimo di interventi nel mondo della notte, un tavolo richiesto più volte anche dal Coordinamento regionale delle Unità di strada, senza magari aspettare altri ulteriori decessi.

Per info su analisi sostanze vedi: Test rapido delle sostanze

 

https://www.facebook.com/events/204824526685856/

 

Sabato 22 aprile
dalle ore 21:00 alle ore 3:00

Spazio Pubblico Autogestito Xm24
Via Fioravanti 24, 40129 Bologna

 

Lab 57, Frigotechiche e Collettivo Sala Provole di XM24

presentano:

▲ ore 21 Presentazione del libro:
L’ Edificio Occupato – lecentoventi giornate
( Ed. AgeNte pRovocAtore – by Adriano Bk Bostik Casale )

a seguire

▲ Electro Live Set
Tribalismi Industriali – a cura di Bk Bostik [303-305 GB]

A seguire dalle ore 23:

[Sala Glande]
Dj set electro-break by SCS CREW con Tinoz e Axid

[Osteria]
concerti live con
– Il Germe (rap hardcore)
– Your Noisy Neighborhood (tekno-punk/drum’n bass)
– Sect Mark (hardcore/raw punk )
– So Beast (experimental post-tutto)

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Adriano Casale (Bk Bostik), musicista, regista, scrittore , anarco animatore culturale. Fondatore nel 1985 dei Contropotere\CPo1, collettivo che si occupa di musica, happening, video e produzioni indipendenti. Ideatore e organizzatore di “Kibernetica.It” festival di musica elettronica dal vivo. Indefesso animatore della scena teknoraver per oltre 20 anni tra napoli e Berlino
Regista di oltre 15 film , videistallazioni, documentari.
-La storia la fa chi la racconta, ma appartiene a chi l’ha fatta-
Dice BrAin

Quella del Tienament è una storia realmente accaduta a Napoli alla fine degli anni ottanta. Narra le gesta di un gruppo di ragazzi che occupando un edificio abbandonato danno vita a un luogo dove vivere all’insegna dell’autogestione e della condivisione. E’ una storia essenzialmente umana, lontano da pretese saggistiche o indicazioni politiche, parla di perdenti, orfani di uno stato delegittimato dalla lotta armata e dagli occulti poteri politici.
Una generazione senza speranza e senza paura, che sogna oltre e altro dalla realtà offerta, alla continua ricerca di nuovi spazi di sopravvivenza. Il leit motiv è la lotta per la conquista di un edificio abbandonato. Una spietata guerra che, aldilà delle regole costituite, vede gli occupanti combattere contemporaneamente contro due temibili avversari, lo stato e la camorra. I ragazzi che difendono lo spazio “liberato” e gli altri che vogliono sgombrarli. L’Edifico Occupato \ Sgombrato è l’oggetto della contesa dove si sfidano la determinata follia degli occupanti e il potere dell’istituzione politica e dell’organizzazione criminale. Tre personaggi guidano il racconto, offrendo tre diverse soggettive agli avvenimenti. La Ji0, giovane punk, agguerrita e estrema, che senza filtri e mediazioni, è per lo scontro diretto. BrAin, libertario e razionale, aperto al dialogo, è determinato a rivendicare i diritti negati. Ed infine il PoetA che, aldilà di ogni riconoscibile stereotipo, agisce guidato da una singolare anima situazionista. Attorno a loro si muove, poi, un policromo coro fatto di personaggi caratteristici delle varie forme controculturali di quegli anni. Tra conflitti interni e attacchi esterni la storia dell’occupazione morirà giovane così come il Giovane Cinese, della piazza di Pechino, che sfida la lunga fila di Carri armati in marcia contro gli studenti. È proprio il Giovane cinese con la sua piccola cronistoria, raccontata a latere degli avvenimenti, che guida metaforicamente la vita dell’Edificio Occupato. Due storie, quella del Tienanmen, la piazza di Pechino, e quella del Tienament, l’Edificio Occupato, così geograficamente lontane ma cosi idealmente vicine che, uniti da un’affinità, non solo linguistica, si accompagnano verso il comune e inevitabile epilogo.
TIEN’a’MENT

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Mentre a causa di leggi liberticide in Italia decine di migliaia di persone finiscono in carcere, subiscono pesanti sanzioni amministrative o semplicemente non reggono alla pressione proibizionista e si tolgono la vita per pochi grammi di cannabis, come lo scorso febbraio è successo a Lavagna, 
dobbiamo assistere all’ ennesima scena della vergognosa farsa proibizionista.

Giovanardi e Serpelloni: l’ingloriosa fine degli zar del proibizionismo all’italiana

fonte: Dolcevitaonline 13 Aprile

Carlo Giovanardi indagato dall’antimafia per rivelazione di segreti e minacce, Giovanni Serpelloni per concussione e turbativa d’asta. Rischiano una fine politica fragorosa i due zar del proibizionismo che per una decina d’anni erano riusciti ad accentrare tra le loro mani la politica sulle droghe in Italia, rendendola la più conservatrice d’Europa.

IL BRACCIO E LA MENTE DEL PROIBIZIONISMO. Il politico amante delle crociate più reazionarie e il medico organizzatore di eventi, riviste e siti internet utilizzati per dare credito scientifico alle idee più bislacche del parlamentare emiliano. Una bufala dietro l’altra: la supercannabis che è come l’eroina, quella geneticamente modificata, la teoria dei buchi nel cervello, le statistiche con i mirabolanti dati (smentiti da ogni altro ente di ricerca indipendente) su come la repressione avesse contribuito a diminuire i consumi di droga in Italia.

NOVE ANNI SULLA BRECCIA. Da nove anni le carriere di Giovanardi e Serpelloni sono intrecciate. Il primo da il proprio nome alle legge sulle droghe del 2006 (la Fini-Giovanardi) e in qualità di sottosegretario ottiene nel 2008 la delega alle politiche sulle droghe da Silvio Berlusconi, crea il Dipartimento politiche antidroga (Dpa) a capo del quale pone il medico veronese Giovanni Serpelloni. Tutto a gonfie vele per anni, convegni e bufale una dietro l’altra, fino all’inizio del 2014. Il 12 febbraio di quell’anno la Corte Costizionale dichiara illegittima la legge Fini-Giovanardi, passano due mesi e il 14 aprile Serpelloni viene dimissionato da capo del Dpa. I due si trovano così senza legge e senza posto di potere. E inizia la caduta.

LE ACCUSE A CARLO GIOVANARDI. Le accuse formulate in questi giorni a Carlo Giovanardi sono molto pesanti, si parla di favori a imprenditori legati alla ‘ndrangheta. Secondo quanto rivelato da L’Espresso, il senatore modenese avrebbe sfruttato il proprio ruolo di membro della Commissione antimafia per rivelare informazioni riservate a un’azienda modenese collusa con la ‘ndrangheta emiliana. Giovanardi, in pratica, avrebbe utilizzato notizie riservate e fatto pressioni indebite per salvare dall’interdittiva antimafia del prefetto una società di costruzioni modenese, esclusa dai lavori pubblici perché condizionata dalle cosche. È inoltre accusato anche di minacce per aver cercato in tutti i modi di consizionare l’attività della Prefettura e convincerla a ritirare l’interdittiva verso l’azienda in questione.

GIOVANNI SERPELLONI: SEMPRE PIÙ IN BASSO. Al buon Serpelloni è invece da un paio d’anni che non ne va una dritta. Dopo le dimissioni forzate da capo del Dpa il medico è tornato al suo precedente impiego di direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl di Verona. Da dove è stato però licenziato in tronco a inizio 2015 per un contenzioso che aveva visto Serpelloni citare in giudizio l’Asl per rivendicare i diritti intellettuali su un software per la gestione dei dati sui consumi di stupefacenti. Sempre lo stesso software, denominato Sistema Mfp, porta all’arresto di Serpelloni, il 13 maggio 2016. È di pochi giorni fa la notizia della chiusura delle indagini sull’ex braccio destro di Giovanardi: andrà a processo con l’accusa di concussione e turbativa d’asta per aver intascato fondi illeciti e per avere, quando era a capo del Dpa, aver pilotato alcuni bandi di concorso.

 

 


BERGAMO PIÙ VERDE

Anche quest’anno è tempo di seminare.
C’è chi semina odio e repressione, entrando nelle scuole con dei cani, tirando fuori minorenni dalle classi scegliendo i nomi da liste compilate in precedenza.
C’è chi per racimolare qualche voto, scrive proposte di legge pro legalizzazione con una forte impostazione capitalistica.
Noi preferiamo seminare amore, libertà e erba buona!
Siamo convinti che la repressione, in atto nella penisola contro chi consuma marijuana, non faccia che rafforzare le narco-mafie, che per loro natura lucrano sul commercio di qualsiasi cosa sia illegale.
Nella tipica ipocrisia bergamasca, vediamo ingrandirsi indisturbata la malavita italiana (più visibilmente a zingonia e in maniera più sottile in centro città), mentre le forze del disordine collezionano sequestri ridicoli, quantomeno rispetto alle risorse utilizzate, o effettua blocchi stradali a tutto spiano per battere cassa.
E il sert? Si riempie soprattutto di ragazzi il cui unico problema è essere stati beccati, con due canne, il sabato pomeriggio.
Quindi è solo riappropriandoci di alcune pratiche antiproibizioniste che possiamo realmente cambiare le cose:
vogliamo una bergamo più libera, VOGLIAMO UNA BERGAMO PIÙ VERDE!

AUTOPRODUZIONE COME UNICA SOLUZIONE

C.I.F.A.B.
csa Pacì Paciana

http://www.pacipaciana.org/2017/04/11/5555/

Ti aspettiamo alla festa della semina, prenotati per la cena a ‘cenaspaziale@anche.no’
Dal pomeriggio Gianna Urban Game!

Festa della Semina 2017: cena spaziale & gianna urban game

GIANNA URBAN GAME

Quando?
Sabato 15 aprile dalle 15
Dove?
In centro a Bergamo!
La partenza sarà in Piazza Dante per la prima tappa del gioco, vi verranno consegnate una cartina e le regole del gioco.
In premio ingressi per Festa della Semina 2017: Prince Healer & Lion Warriah, biscotti spaziali e tanto ancora!
Vi aspettiamo ma non fate gli sfattoni, arrivate puntuali se no ci saremo già spostati!!!

CENA VERDE:
E alla sera, dalle ore 20.30 presso Osteria Strozzapreti cena spaziale!

Menù (euro 15):
– gnocchi al burro
– rotoloni di spinaci e ricotta con contorno di patate e carote
– muffing con yogurt, gocce di cioccolato e panna

ULTIMI POSTI PER LA CENA VERDE!!!!
Prenotati il prima possibile all’indirizzo cenaspaziale@anche.no
*Per chi volesse rimanere sulla terra, ci sarà anche un menù non spaziale con gli ottimi kebab del Comitato Lotta Casa BG.

 

Dalle 23

Prince Healer, in collaborazione con il CSA Pacì Paciana
sono lieti di invitarvi alla:

!Wisdom Weed Dub Session!

Roots Reggae & DUBwise muzik

amplificata dai 24kW di
Prince Healer Soud System

attraverso il quale inneggerà alla legalizzazione
e canterà poesie contro il sistema l’Mc
LION WARRIAH
Bring your weed and come in peace and upfull behaviour!

LION WARRIAH: https://www.facebook.com/lionwarriahmusic/?fref=ts
PRINCE HEALER: https://www.facebook.com/Prince-Healer-Sound-System-283912669940/

La serata sarà anche Benefit Rete Nazionale Antiproibizionista
Canapisa Streetparade Antiproibizionista 2017
e Cannabis Parade – Street Antiproibizionista Nazionale
Saranno presenti dopo la cena
infoshock, Osservatorio Antiproibizionista-Canapisa Crew., e InfoJoint Zena

Rispetta il luogo in cui ti trovi e le persone che lo frequentano.
#NOPUSHER #MACHOFREEZONE #ZONANTIFA

 

 


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