Archivio di Maggio 2017


Firma anche tu a questo link
http://ilovexm24.indivia.net/appello/

https://www.facebook.com/events/817704518385036/

Difendere #XM24, per tornare a respirare. Una valanga di firme contro la #Bologna che sgombera e cementifica
http://www.wumingfoundation.com/giap/2017/05/difendere-xm24/

Dal 2013 al 2016 il grande affresco Occupy Mordor, dipinto da Blu sulla parete di XM24, ha messo in scena una battaglia per la città: le truppe del sindaco Sauron – armate di ruspe, mortadelle e sfollagente – si scontravano con un popolo che suonava, ballava, pedalava, leggeva, hackerava, coltivava e lanciava angurie con le catapulte.

Oggi l’affresco non c’è più, ma la battaglia è in pieno svolgimento. Proprio come in quella raffigurazione, la città ufficiale ha la forza dei partner economici per imporsi ai suoi avversari, ha la forza poliziesca per reprimerli, e ha mezzi enormi – infinitamente più grandi di un muro – per mettersi in scena e magnificarsi.

La Bologna ufficiale è una città boriosa, soffocante, sempre più allergica a poveri e marginali. Una città che sogna di sterilizzarsi dai germi del dissenso, e una di queste mattine potrebbe risvegliarsi sterile.

L’altra città è invece fatta di collettivi, spazi autogestiti, associazioni, circoli culturali, sportelli sociali, gruppi di lettura, utenti di biblioteche pubbliche, artisti, gruppi teatrali, italiani e migranti. È la Bologna plurale che si è manifestata il 4 marzo scorso, nella prima iniziativa a sostegno di XM24 e delle realtà autogestite; ed è la stessa che quattro giorni dopo, in occasione dello sciopero mondiale delle donne, ha inondato Bologna di drappi fucsia. Una città che vive soltanto della propria fantasia, grazie alla capacità di organizzarsi, di stare nelle strade, di tessere relazioni, di usare gli spazi urbani con intelligenza.

Per questo, deve fare i conti con una repressione crescente, in nome del «decoro» e della «legalità». Un «decoro» sempre più idealizzato e irrealistico, da salottino con la cera sul pavimento, e una «legalità» altrettanto feticizzata, fuori dal mondo, irraggiungibile.

Dall’alto del decreto Minniti giù fino alle pignole prescrizioni di un presidente di quartiere, è diventato pressoché impossibile organizzare un’iniziativa pubblica senza avere alle spalle soggetti istituzionali o sponsor di peso.

Eppure, tra una manganellata e uno sgombero, la Bologna ufficiale si rende conto che l’altra città è una risorsa. Così alla repressione si alterna la vampirizzazione:

  • – i graffiti illegali vengono staccati dai muri, tolti dallo spazio pubblico e chiusi in una mostra a pagamento;
  • – i percorsi guidati sul ’77 bolognese, pubblicizzati in un volantino dell’Urban Center, sono illustrati con un murale dedicato a Francesco Lorusso (un murale odierno e non autorizzato, dunque parte di quello che le istituzioni chiamano «degrado»);
  • – gli spazi urbani inutilizzati cadono nella tela del mondo Coop/Unipol, attraverso bandi culturali, fondi per l’innovazione e altre retoriche «rigenerative»;
  • – ci si riempie la bocca coi diritti della comunità LGBTQ, e si mantiene viva l’immagine di Bologna isola felice per le persone di tutti gli orientamenti sessuali, ma non ci si è fatti scrupolo a sgomberare il circolo LGBTQ Atlantide. «Non accetto pressioni dalle lobby gay», disse il sindaco in quell’occasione;
  • – la mobilitazione «I XM24» viene scimmiottata dalle istituzioni, che rispondono con «I Bolognina», arruolando l’Estragon – locale rock molto vicino alla città ufficiale – in una campagna che gioca sulla fittizia contrapposizione tra quartiere e spazio autogestito.

È vampirizzazione anche l’appello alla «sussidiarietà», proposta con insistenza dai più avveduti tra gli amministratori. «Sussidiarietà» significa: occupatevi della disperazione sociale prodotta dalle nostre politiche, ma senza criticare queste ultime. La città ufficiale vorrebbe le idee dell’altra città, vorrebbe i suoi progetti, le sue reti di sostegno, ma senza il conflitto, senza quel che le rende scomode.

Ma l’altra città non è inclusiva solo nel mutuo soccorso: lo è anche nelle lotte contro la città ufficiale ed escludente. Nella prassi di ogni giorno, i corsi d’italiano con migranti sono inseparabili dalla muraglia meticcia che si oppone a sfratti e sgomberi.

La Bologna ufficiale pensa la «creatività» solo come un tappabuchi, stucco colorato negli interstizi tra un grande progetto e l’altro.

E ce ne sono tanti, di progetti. Così tanti che addirittura si sovrappongono, occupano gli stessi spazi, si pestano i piedi, perché l’amministrazione, nella sua frenesia cementizia, fa promesse a tutti, anche in contrasto l’una con l’altra. E così la Virtus avrà un nuovo centro sportivo all’Arcoveggio (Progetto Arco Campus)… esattamente dove è previsto l’allargamento della tangenziale. Allo stesso modo, viene annunciato un ampliamento del polo fieristico (Revamping Fiera)… sullo stesso terreno dove Autostrade piazzerà il cantiere per il Passante di mezzo. Evidentemente non basta una sola Bologna, servono universi paralleli per contenere tutte le promesse, tutte le Grandi Opere, i Grandi Eventi e le trasformazioni urbane, tutto nel segno di un rilancio – con soldi dei cittadini – del cemento impastato alla finanza.

La Bolognina, quartiere vivo e popolare, ha la sfortuna di essere il piedistallo per uno di questi progetti. Da almeno un paio d’anni, una martellante campagna giornalistica e politica dipinge il quartiere come degradato ed «esplosivo», per aprire la via a una ristrutturazione che alzerà il costo della vita ed espellerà la parte più debole della popolazione. Gli allarmi eccessivi per la criminalità, la militarizzazione, l’arrivo della «creative class», l’apertura di locali «carini», gli sfratti, la speculazione immobiliare… È un copione già recitato in molte altre città; è un format, una narrazione seriale, fintamente originale come quella delle lavagnette-menu di certi ristorantini. La sola cosa non scritta, in questa storia, è il suo esito.

XM24 è stato definito dal capogruppo del Pd Mazzanti «incompatibile con la realtà» della Bolognina, e invece è perfettamente compatibile con la parte migliore di quel quartiere – la stessa che aveva un altro, straordinario polo nell’ex-Telecom occupata, ora in procinto di diventare un hotel per studenti ricchi.

XM24 resiste, e per questo rovina la messinscena della «rigenerazione». Apertamente schierato con gli esclusi dal banchetto della città del cibo, del turismo e dell’università «meritocratica», XM24 è capace di scompaginare tutti i discorsi. Anche quelli che lo riguardano:

  • lo ha fatto nel 2013 ottenendo una convenzione col Comune, accordo sui generis che non tradiva la sua natura assembleare;
  • lo ha fatto nel 2016 condividendo con Blu la scelta di cancellare Occupy Mordor, l’opera che pure aveva scongiurato il parziale abbattimento dell’edificio;
  • lo sta facendo oggi, nel 2017, coinvolgendo la città su un tema, l’autogestione, che sembrava sprofondato nella palude del legalitarismo e della repressione.

La battaglia per XM24 è la battaglia per la Bolognina, e la battaglia per la Bolognina è la battaglia per la città intera, per la sua capacità di essere inclusiva, solidale, creativa, dunque all’altezza della parte migliore della propria storia.

In ordine di sottoscrizione:

  1. Wu Ming (scrittori)
  2. Wolf Bukowski (scrittore)
  3. Maurizio Bergamaschi (docente Unibo)
  4. Milena Magnani (scrittrice)
  5. Agostino Giordano (educatore)
  6. Monica Dall’Asta (docente Unibo)
  7. Girolamo De Michele (scrittore)
  8. Luca Gavagna (fotografo)
  9. Compagnia Fantasma (gruppo teatrale)
  10. Cristina Chiavari (ricercatrice)
  11. Elena Monicelli (educatrice)
  12. Sergio Rotino (scrittore e critico)
  13. Paolo Vachino (pubblicista)
  14. Enrico Tabellini (operatore museale)
  15. Domenico Perrotta (sociologo)
  16. Edoardo Balletta (docente Unibo)
  17. Alessandro Canella (giornalista)
  18. Kai Zen (scrittori)
  19. Alessandro Peregalli (dottorando Univ. Nacional Autónoma de México)
  20. Michele Lapini (fotografo)
  21. Alberto Lofoco (promoter musicale)
  22. Giuliano Santoro (scrittore e giornalista)
  23. Antonio Schiavulli (dipendente Unibo)
  24. Claudia Grazioli (impiegata)
  25. Lorenzo Alberghini (Comitato No People Mover)
  26. Luigi Bevilacqua (grafico)
  27. Valerio Monteventi (pubblicista e scrittore)
  28. Franco Berardi Bifo (scrittore e saggista)
  29. Claudio Borgatti (Venti Pietre)
    …… etc….

+ 600 firme raccolte in 6 ore al Pratello in cartaceo durante la festa del 25 aprile;
→ Firma anche tu!

http://csakavarna.org/?p=3296

1 – 4 giugno

c.s.a. Kavarna –
Via Corte 11 / Via Maffino Maffi 2A (Cascinetto) – Cremona

Pyramid-Head, SabotaZ Crew, Jungle Riot e CSA Kavarna presentano:

TEK-ART 2017
Underground D.I.Y. Fest

BANCARELLE D’AUTOPRODUZIONI & DISTROS
CONCERTI ALL’APERTO – LIVE & DJ SETS
LIVE PAINTING, INSTALLAZIONI & VISUAL ARTS
PERFORMANCES D’ARTE CIRCENSE & BODY SUSPENSION
TORNEO DI BASKET – CUCINA – FREE CAMPING
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TekaArt è un festival di controcultura che nelle sette passate edizioni ha attraversato spazi sociali differenti con l’obiettivo di creare un’ambito di espressione per artisti provenienti prevalentemente dai mondi sommersi dell’underground.
TekArt è un grosso contenitore all’interno del quale sono ben amalgamate svariate attività il cui scopo primario è l’espressione artistica e ruotano tutte attorno al tema del Do It Yourself. Per D.I.Y. si intende l’autoproduzione intesa come modello di vita alternativo: vivere in modo il più possibile scollegato dalle logiche del capitale e del profitto, ignorando il più possibile le istituzioni che sono estranee al nostro modo di vivere, boicottando la mercificazione delle arti.
In questa edizione del TekArt, di venerdi pomeriggio, verrà anche presentato il libro “Varsavia Brucia? Per una critica ai centri sociali (Edizioni La Teppa):
Smettere di ripiegarsi su se stessi, provare a liberarsi, uscire dalla morsa imposta dal carattere inorganico della struttura del dominio. Preferire la vita. Le gabbie peggiori sono quelle che ci creiamo da soli, convinti di non essere vittime e invece esserlo drammaticamente. Qualsiasi progettualità sovversiva, qualsiasi percorso di liberazione, devono necessariamente passare per la messa in discussione, radicale, dell’esistente. Non si danno mediazioni. Rinchiudersi nel ghetto dei centri sociali è la prova di quanto si possa perdere il senso della rivolta: partendo dai sacrosanti bisogni e da oggettive volontà di cambiamento, si rischia di rifluire nello spettacolo autocompiacente e apologetico del sistema. Uscirne per vivere. Dilagare nelle città e irrompere laddove si viene sistematicamente negati. Mai nessun fuoco ha avuto una più urgente necessità di divampare. Riusciremo a bruciare Varsavia?
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Questo bando è aperto a chiunque abbia piacere di condividere le proprie passioni all’interno del TekArt per le seguenti attività:
– LIVE PAINTING
– BANCARELLE D’AUTOPRODUZIONI & DISTRO
– ESPOSIZIONI/INSTALLAZIONI
– TORNEO DI BASKET
– GIOCOLERIA
Per aderire scrivete a:
tekart012@hotmail.it o csakavarna@canaglie.org
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PROGRAMMA DEL FESTIVAL

Giovedi 1
– h.20:00 Aperitivo con DJ Set rap & funky, a seguire jam session

Venerdi 2
– Mattina… start live painting | colazione a buffet
– h.13:30 Pranzo collettivo
– h.16:00 Presentazione del libro “Varsavia Brucia?”
– h.19:00 Concerto con didgeridoo, pentole e loop station by Kumbanè
– h.20:00 Cena
– h.21:30 Concerti con Machno, Protestango e Dadi Etro
– h.00:00 serata electro-break con Xana (NPK) – Altered Frequency (Freaky Bangerz) – Toy (Modal Nodes) – La Debs (MKN Brigade) – Mark-Yo (Revolution Beat) – Tron-K.O. (Faida System)

Sabato 3
– Mattina… colazione a buffet
– h.13:00 Pranzo collettivo
– h.14:00 Torneo di basket con DJ Set + live freestyle
– h.17:00 concerti rap con Ghare (Ill Germe), Nor, Shiver, Mistura Mortale, Coma & The Cripperz
– h.20:00 Cena
– h.21 Performance circense: tessuto aereo
– h.22:00 Performance di Body Suspension con Bloody Circus
– h.23:00 serata electro-tekno con Orgonauth (Pyramid Head) – SabotaZ Crew – Jungle Riot – Fano (The Slakers) – ETK (Riot Music Sound) – Giordi (Crustek) B2B Dies Irae (Blame Society) – Matrax (Tomahawk/Blame Society)

Domenica 4
– h.13:00 Mangiata collettiva finale
– h.14:00 Incontro sulla storia del loop, dalle avanguardie degli anni ’50 ai giorni nostri by FreakyBoy
– h.15:00 DJ Set Reggae Dub con OndeRootz Family e C.I.M.A
– h.20:00 Proiezione all’aperto di “0 in condotta”
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SUPPORTED BY:
Disegni Matti – Kobachi – Infinite – L.A.B.57 – Lain Steel – OX Crew – Tracciabi.li

 

17a Edizione Million Marijuana March Italia

«ANTIMONOPOLISMO CANNABINICO»
#ROMA, Sab 27 Maggio 2017
▒▒▒▒▒ ORARI & PERCORSO ▒▒▒▒▒

>>  #Partenza da Piazza della Repubblica

➞ Concentramento dalle ORE 14:00

(…e non fate tardi, che ve accannamo
e poi ve tocca raggiungerci in Metro!)

◉ Via delle Terme di Diocleziano,
◉ Via Giovanni Amendola,
◉ Via Cavour,
◉ Piazza dell’Esquilino,
◉ Via Liberiana,
◉ Piazza di S. Maria Maggiore,
◉ Via Merulana,
◉ Viale Manzoni,
◉ Via Emanuele Filiberto,

>> #Arrivo in Piazza San Giovanni

➞ Concentramento fino alle ORE 22:30
_______________________________

ISCRIVITI ALLA PAGINA EVENTO PER
RICEVERE AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE:

www.facebook.com/events/594322327433533

PER MAGGIO INFO:

● WEB: www.millionmarijuanamarch.info
● FB: www.facebook.com/MMMItalia
● EMAIL: giornatamondiale@millionmarijuanamarch.info

COMUNICATO 17A EDIZIONE:

bit.ly/MMM-ITALIA-27-05-2017
_______________________________

Manifestiamo da 17 anni a ROMA ed in migliaia di altre città in tutto il resto del mondo, per reclamare a gran voce 3 PUNTI GLOBALMENTE CONDIVISI:

① Fine di ogni persecuzione (sociale, penale ed amministrativa) nei confronti dei semplici assuntori;

② Accesso incondizionato all’utilizzo terapeutico da parte dei pazienti che intendono sperimentare le indiscutibili proprietà benefiche della cannabis;

③ Riappropriazione del DIRITTO per tutt* di poter legittimamente coltivare una pianta che appartiene al patrimonio genetico dell’umanità.

Foto , video e suoni di diverse edizioni della M.M.M. a Roma
https://youtu.be/MTU3ZpyDZsg

> WEB: www.millionmarijunamarch.info
> FB: www.facebook.com/MMMItalia
> EMAIL: giornatamondiale@millionmarijuanamarch.info

Pur essendo impossibile essere presenti alla Million quest’anno, il Lab57 sostiene la manifestazione e invita tutt@ a partecipare in massa…!!!!!

BOLOGNA ELETTRICA @ Xm24
http://www.ecn.org/xm24/evento/bologna-elettrica/

https://www.facebook.com/events/1976256319275504/
https://www.facebook.com/BolognaElettrica/videos/794983307326219/

Bologna Elettrica è un festival di musica elettronica e sperimentale che ha l’intenzione di connettere le varie realtà dell’underground musicale cittadino. Un’occasione di contatto, di condivisione e di supporto tra etichette, produttori e cultori. Questo nella storica cornice dell’XM24, luogo simbolo di condivisione, interazione, integrazione.
Data l’ordinanza di sgombero prevista per il 30 giugno, l’evento ha anche e soprattutto l’intenzione di intervenire nella discussione su questo tipo di spazio, uno spazio indispensabile e necessario per la città. Un tentativo basato sull’esigenza di creare comunità, un collegamento diretto, unoscambio di informazioni dal basso che consenta di crescere insieme all’interno del contesto collettivo.
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○• PROGRAMMA MAIN STAGE•○

▓ Dalle 14:00

◇ Workshop – Talk

Alessandro Gaffurri di Noctivaga Musica incontra Carlo Mameli Aka BXP. Workshop di sintetizzatori modulari: teoria e tecnica tra moduli e cavi.

▓ Dalle 16:00

• Proiezione del FILM BAR 25 – Tage ausserhalb der Zeit – Giorni fuori dal tempo – In collaborazione con Kinodromo

Il documentario ripercorre i sette anni di vita del Bar 25 di Berlino, con le scene dei party più memorabili fino alla vicenda giudiziaria dello sgombero dettato dalle logiche speculatrici edilizie che hanno portato alla chiusura di un luogo di scambio umano reale autogestito, esempio della concreta possibilità di poter creare modelli urbani alternativi, partecipati e condivisi.

▓ Dalle 18:00

◇ Live

DJ Balli (Sonic Belligeranza)
V0r0N0I (OOH-sounds)
Tullia Benedicta
Stromboli (Maple Death Records)
Paolo Iocca (RA-1)

▓ Dalle 23:00 alle 3:00

◇ Dj Sets

• Fili Balou
• Bennet b2b Wilkins (Habitat)
BXP (RA-1, Random Numbers)

○• PROGRAMMA BUNKER (Ambient Stage) •○

▓ Dalle 14:00

◇ Workshop di Pietro Tirella (Associazione micro_BO)
Sorgenti di controllo – il controller trasforma la macchina in strumento
Retrospettiva sulle principali tecniche di controllo interne ed esterne in ambiente Ableton Live.

▓ Dalle 18:00

◇ Live

• Trigonombretria
• Fra Zedde, Sara Persico & Marcela Lucatelli (Weird Tapes Rekords)
• Vincent Iaju & Ed Williams
halfcastle
• Leonardo Melchionda
• Vincenzo Gentile
Laokoon
• Soft Beast (So Beast/ Time Released Sound limited edition music label/ Time sensitive materials)
Mario Guida
• Valerio Maiolo (ArteTetra)
Davide Bartolomei (Communion, GrottaRecords)
Garage Olimpo (ArteTetra)
52-Hearts Whale
Razgraad (YEREVAN TAPES)

▓ Dalle 01:00 alle 3:00

◇ Dj Sets

• Bartolomeo Sailer (Random Numbers)
• Alberto Randi (Timeless Records)

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◇ Adunata sediziosa HackLabBo: rumore fai-da-te, il suono generato dalla combinazione di silicio, rame ed eccitazione elettronica

◇ Incursioni di IMOK: speakers torture, il noise con niente.

>>> Il Lab57  sarà presente con la postazione chill-out , info point SOStanze, Primo Soccorso,  analisi sostanze…!!!! <<<

◇ Per tutta la giornata sarà presente una “zona labels” con l’expo di:

Maple Death Records
Dancing Like Quagmire
Sonic Belligeranza
Random Numbers
YEREVAN TAPES
Spettro Rec
RA-1
ArteTetra
Communion
Timeless Records
Switch Music Recordings
Turgid Animal Italian Division
MU versatile label
Dusky Adriatic
Skank Bloc Records

◇ Banchetto collettivo serigrafia XM24

◇ Cena benefit per spese legali. Sangria, pane e panelle, pasta con salsa di carciofi.

 

 


https://www.facebook.com/events/395085430861206/

>>> Il Lab57  sarà presente con la postazione chill-out , info point SOStanze, Primo Soccorso, …!!!! <<<

 

Cannabis Legale? Vittime del proibizionismo e speculatori

https://lafinedelmondoproibizionista.wordpress.com/2017/05/15/cannabis-legale-vittime-del-proibizionismo-e-speculatori/

Serve fare chiarezza rispetto a ciò che si sta delineando ultimamente nell’ambito della lotta antiproibizionista. Una lotta che va avanti dal basso da ormai più di 20 anni e che ha sempre rappresentato le istanze di chi usa sostanze, di parte di quel mondo degli operatori che lavorano su prevenzione e riduzione del danno, e più in generale di quella società che si definisce “civile” e che riconosce e ammette il fallimento della guerra alla droga. Le varie reti che negli anni sono nate hanno promosso nei territori eventi contro-culturali di sensibilizzazione, mobilitazioni di piazza e sperimentazioni di modelli e pratiche in grado di superare il dogma proibizionista e i danni che porta con sé. Prendendo spunto da esperienze simili in Europa e nel mondo, si sono affacciate anche da noi le prime coltivazioni no-profit di cannabis condivise, l’analisi delle sostanze nei luoghi di consumo, le stanze dell’uso sicuro e si è parlato di somministrazioni controllate di droghe pesanti. In modo molto simile nel ventennio precedente erano nati i primi drop-in, le unità di strada, i programmi di scambio delle siringhe e l’impiego di farmaci sostitutivi. Pratiche che ancora oggi faticano ad affermarsi o partire veramente (come l’analisi sostanze e le stanze uso-sicuro) e dove funzionano bene e sono implementate nei servizi pubblici e del privato sociale, è stato spesso grazie a gruppi di attivisti/operatori che avviandole in modo auto-organizzato ne hanno poi dimostrato la validità e l’efficacia a livello istituzionale. Tutti questi movimenti fronteggiavano una politica istituzionale fortemente ideologica ed insensibile alle evidenze scientifiche, che negli anni ha veicolato una cultura che ha prodotto le peggiori atrocità, trasformando la già di per sé assurda guerra alla droga in guerra a coloro che ne fanno uso. Restituire dignità a queste persone e alla società intera sembrava ciò che muoveva e motivava questi primi pionieri, a fronte di un’insensibilità generale per il tema.

Oggi i tempi e la cultura sono cambiati , numerosi Paesi stanno collassando a causa di anni di politiche sbagliate sulle droghe, e si guarda ad un cambiamento globale di prospettive che fatica ad arrivare nonostante si stiano muovendo piccoli ma significativi passi. In Italia, nonostante l’abrogazione nel 2014 della legge Fini-Giovanardi, la più vergognosa e repressiva in materia di sostanze, sembra che di fatto poco o nulla sia cambiato e che si sia prodotta una situazione di stallo molto rischiosa, tornando alla vecchia legge 309 del 1990, Le politiche continuano a basarsi principalmente su repressione e controllo sociale del tutto inefficaci, le carceri rimangono sovraffollate, ed i trend dei consumi si diversificano trovando i servizi di cura del tutto impreparati ad accogliere nuove forme di “disagio”. E le mafie fanno soldi gestendo un mercato illegale delle droghe di diversi miliardi di euro annui che le fortifica sempre più.

Di fronte a questo stato di cose, politici vecchi e rampanti si coalizzano uniti solo dalla ricerca di consenso facile e visibilità, così da oltre un anno ristagna in parlamento una proposta di legge solo sulla cannabis, di cui si vorrebbe fare un improbabile monopolio di Stato senza prevedere realmente la coltivazione per uso personale, unico vero antidoto alle NARCOMAFIE. Fin qui poco di cui stupirsi, sappiamo benissimo come funziona da sempre il gioco della politica istituzionale, mossa da interessi ed insensibile ai reali bisogni della popolazione. Ciò che invece stupisce è che queste azioni vengano sostenute non solo da partiti politici che ormai hanno smarrito il senso del loro esistere, ma anche da gruppi, associazioni, finti coordinamenti che affermano di rappresentare parte della società e di chi usa sostanze. Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione peculiare oltre che paradossale. Da un lato un movimento antiproibizionista che rivendica e rappresenta un cambiamento radicale, in grado di riempire le piazze e di mandare avanti dal basso pratiche legate alla promozione della salute. Dall’altro invece speculatori senza arte né parte, sedicenti luminari e super-esperti, scrittori sponsorizzati, etc.., interessati esclusivamente alla legalizzazione della cannabis, magari in un regime di monopolio (?!), organizzando decine di fiere commerciali e dibattiti pilotati con gli unici obiettivi di portare voti e visibilità ai politici che invitano e naturalmente vendere a caro prezzo i prodotti derivati dalla canapa legale. Nessun accenno né preoccupazione minimamente verso i temi realmente importanti che riguardano le decine di migliaia di vittime del proibizionismo: la depenalizzazione completa dell’uso personale e libertà di coltivazione, la revisione di tutto l’apparato amministrativo che sanziona pesantemente e discrimina spesso solo chi usa cannabis alla guida e sul lavoro, l’avvio di sperimentazioni di pratiche efficaci in linea con i dati e le crescenti evidenze scientifiche in materia.

Una recente mobilitazione antiproibizionista di piazza svoltasi a Torino e lanciata da questa rete, la CANNABIS STREET PARADE, cui hanno partecipato diverse migliaia di persone, comunicativa ed in piena sintonia con la città, è stata strumentalizzata per la presenza su uno dei carri allegorici realizzati per l’evento, di due fantocci di poliziotti appesi ironicamente sul cofano un furgone .
Ce lo aspettavamo dai sindacati di polizia, gli stessi che plaudono ai loro colleghi assassini quasi sempre impuniti che ammazzano da decenni chi solo è sospettato di usare “droga”( omicidi Cucchi, Aldrovandi, Bianzino, etc..); ce lo aspettavamo da esponenti del PD che ovunque ormai sono in affari con ogni tipo di mafie e in città come Torino e Bologna hanno realizzato le peggiori “porcate” speculative svendendo interi quartieri a banche e palazzinari amici, al prezzo di sgomberi indiscriminati e nuovi “mostri” edilizi spesso incompiuti. D’altronde si indignano per un carro allegorico il cui intento era unicamente mettere in scena i troppi crimini perpetuati da chi si dovrebbe occupa di tutelare l’ordine pubblico e non certo quello di istigare all’odio, alla violenza gratuita o addirittura al terrorismo come qualcuno ha osato affermare, in modo strumentale certo. Peccato che questi personaggi non hanno mai speso una parola di condanna per gli assassini veri, sottoprodotti di una deriva culturale veicolata da leggi liberticide e politiche fatte di repressione e controllo sociale, fomentatrici di odio, violenza, terrore e tanti troppi suicidi. Gli stessi sindacati di polizia che forti di coperture politiche nel palazzo, rifiutano i numeri identificativi sulle divise e una legge per il reato di TORTURA.
Non ce lo aspettavamo però da quei movimenti per la legalizzazione della cannabis che in questo frangente hanno pensato bene di sparare giudizi e sentenze contro la nostra iniziativa, se non altro per ricordare a se stessi e al mondo che esistono. Addirittura prendendo in certi casi le difese dei tutori dell’ordine, che hanno invitato ad aderire alle loro prossime iniziative, senza che questi sedicenti “attivisti” avessero mai dato segni di indignazione o sgomento di fronte alle continue e ripetute perquisizioni poliziesche con cani nelle scuole(con tragiche conseguenze come a Lavagna) o davanti a concerti o ad eventi musicali per scovare pochi grammi di sostanze. Le forze dell’ordine non sono certo la legge, ma il braccio armato che la fa rispettare, e basta leggere i giornali e guardare i dati per renderci conto della triste e assurda realtà. Siamo uno dei Paesi più corrotti del mondo e reati legati alla corruzione che producono danni sociali enormi passano spesso impuniti, mentre si criminalizzano stili di vita, fragilità e diversità. Sappiamo bene chi sono gli alleati e chi i nemici in questa lotta; indipendentemente dagli obiettivi e dalle modalità scelte, certamente non può esserlo chi mistificando la realtà e probabilmente per interesse infanga perfino i nostri morti, proponendo alleanze con rappresentanti che plaudono ai loro aguzzini. Noi con le autorità non saremo mai complici e nelle piazze denunceremo sempre i loro crimini, come abbiamo sempre fatto e nel modo che più ci piace. Consapevoli sempre di più che ormai le rivendicazioni sono sorde ad una politica istituzionale interessata ad altro, e che il cambiamento dobbiamo rappresentarlo riprendendoci ciò che reputiamo giusto e ciò che ci spetta.

20 Maggio tutt@ a Canapisa!

Rete nazionale “Fine del mondo proibizionista”

>>> Il Lab57  sarà presente con la postazione chill-out , info point SOStanze, Primo Soccorso,  analisi sostanze…!!!! <<<

SABATO 20 MAGGIO – CANAPISA STREETPARADE 2017

https://www.facebook.com/events/424520327885914/
Iscrivetevi all’ evento e condividetelo con tutti i vostri amici e amiche per darci una mano a portare in strada piu’ gente possibile.

Video Promo Canapisa 2017
https://www.facebook.com/osservatorioantiprocanapisa/videos/1226679974097438/

Scendiamo in piazza gioiosamente illegali per dire NO al proibizionismo che massimizza i danni senza dare soluzioni !

Contro leggi liberticide che puniscono e reprimono i comportamenti e le libertà individuali di ognuno di noi. Per riaffermare il diritto di autodeterminazione sui nostri corpi e sui nostri stili di vita.

Contrastiamo la medicalizzazione della società di cui coercizione psichiatrica, trattamenti sanitari obbligatori (T.S.O.) ed elettroshock sono simboli emblematici.

Contro ogni proposta di monopolio statale e per sconfiggere le narcomafie, rilanciamo l’auto produzione come unica soluzione!

Contro la cultura securitaria, la carcerazione di massa, il controllo sociale utile solo a fomentare un’assurda guerra tra poveri funzionale esclusivamente al potere.

Per l’immediata disponibilità e gratuitá dei fiori di cannabis per i pazienti con indicazione terapeutica certificata.

Sosteniamo la campagna #quellerbaèanchemia in difesa e sostegno del csoa Gabrio e di tutti i liberi coltivatori colpiti da solerti tutori del disordine.

Richiediamo che la canapa venga considerato un bene comune dell’umanità.


NO BORDERS, NO COPS, NO WARS, NO MORE SLAVE!!!
RIPRENDIAMOCI LE STRADE!!! COLTIVIAMO IL NOSTRO FUTURO ALLA LUCE DEL SOLE!!!

Music Trucks

– Canapisa Crew

– Offlabel

– DYZ Crew

  – CSA Gabrio Torino

–  CSA TDN – Genova

  – La Cupa Spazio Autogestito

 – Ex Macello

– Urban Truck

– Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud

  – LAB 57 – Riduzione del danno + Analisi sostanze

– EXTREME – Progetto regione Toscana di riduzione del danno

CONCENTRAMENTO ORE 16 IN PIAZZA SANT’ ANTONIO – PISA

Iscrivetevi all’ evento e condividetelo con tutti i vostri amici e amiche per darci una mano a portare in strada piu’ gente possibile.

PER MAGGIORI INFO
www.osservatorioantipro.org

>>> Il Lab57  sarà presente al corteo col suo camper chill-out mobile , info point SOStanze, Primo Soccorso,  analisi sostanze <<<

INFO STREETPARADE 20 MAGGIO 2017

Canapisa è una manifestazione antiproibizionista che lotta per un consumo critico e consapevole delle sostanze e per la diffusione di politiche e pratiche di riduzione del danno. In tal senso chiediamo a tutt* di manifestare gioiosamente e festosamente nel rispetto di alcune regole fondamentali:

– Solo i furgoni concordati in assemblea potranno partecipare alla street ed avranno libero accesso all’area di arrivo, comunicando le targhe

No vetro – no business – no pushers

– L‘acqua sarà distribuita gratuitamente da ogni furgone

– Riduci il danno!…non bere superalcolici ed evita mix rischiosi!!!!!!!!!

SARANNO PRESENTI PER TUTTO IL PERCORSO 3 Camper CON OPERATORI e MEDICI DI RIDUZIONE DEL DANNO ai quali rivolgersi per eventuali malori o info.

– Lasciate i cani a casa… stanno meglio lì……

– Chiediamo a tutt* di manifestare pacificamente e gioiosamente senza causare spiacevoli inconvenienti

– TERMINEREMO ALLE ORE 24 ….. chiediamo di rispettare l’orario concordato e collaborare nel liberare l’area di arrivo.

Si prega di allontanare dalla manifestazione chi non rispetta le regole comuni stabilite e cerca di approfittare dei nostri sforzi di gestione della giornata

STIAMO LOTTANDO CONTRO IL PROIBIZIONISMO E AFFINCHE’ CANAPISA CONTINUI QUESTA BATTAGLIA POLITICA, TI CHIEDIAMO DI MANTENERE UN PROFILO PACIFICO E RISPETTOSO DELLE PERSONE E DEL CONTESTO CIRCOSTANTE!!!!

 

AUTOPRODUZIONE CONTRO MAFIE E NARCOTRAFFICO
———————-

• Autoproduzione per contrastare e sconfiggere mafie e narcotraffico
• Per fare sentire la voce di chi non vuole più subire il ricatto dell’inganno proibizionista
• Contro lo strapotere delle mafie che esistono proprio grazie al narcotraffico
• Per riaffermare il diritto di autodeterminare i nostri corpi e le nostre vite
• Contro leggi liberticide che quotidianamente uccidono, arrestano e controllano
• Per riappropriarci della coltivazione della cannabis, storica pianta nostrana
• Contro politicanti e speculatori che vorrebbero farci un business
• Per una spinta radicale dal basso contro l’indifferenza della politica istituzionale ormai orientata unicamente ai profitti

RI-ORGANIZZIAMOCI ED ALZIAMO LA TESTA!
PARTECIPA, NON DELEGARE CHI NON TI RAPPRESENTA!

 

CANNABIS PARADE E CANAPISA

E’ giunto il momento di scendere nelle nostre strade, nei nostri parchi e nelle nostre piazze per riaffermare quel diritto ad autodeterminare i propri corpi e le proprie vite che leggi liberticide e decreti fascisti limitano sempre di più. Ci vogliono consumatori asserviti al mercato e a speculatori senza scrupoli pronti a farsi in quattro pur di venderci qualcosa, e chi non ha nulla da comprare o non vuole farlo, viene sorvegliato, punito, allontanato perché rovina il decoro urbano. Se diversi quartieri delle nostre città si apprestano a diventare centri commerciali a cielo aperto eliminando quei pochi spazi di socialità che restituiscono dignità a chi li abita, altri sono vittime dello spaccio di droga, organizzato e gestito dalle mafie nostrane che trovano in questa attività il sostentamento economico necessario per la loro sopravvivenza. In questo scenario politiche fallimentari insistono con l’inutile azione repressiva che sperpera denaro pubblico, non ha alcuna efficacia in termini di abbassamento di domanda ed offerta, e finisce per alimentare il gioco del narcotraffico che solo in Italia vale diversi miliardi di euro. Secondo questa insensata logica vengono quotidianamente sguinzagliati poliziotti con cani antidroga nelle scuole alla ricerca di pochi grammi di cannabis, pratica di controllo che nulla ha a che vedere con la prevenzione vera che andrebbe fatta parlando agli studenti di droghe, effetti che producono e dei rischi che si corrono.

E’ ideologico punire senza educare, o peggio dire che si fa educazione punendo, ma tutto questo è tutt’altro che efficace e porta con sé diversi effetti collaterali che pesano sempre di più sulle nostre vite. Serve cambiare registro, e serve farlo in fretta ora che i pionieri del proibizionismo in Italia hanno tolto la maschera e rivelato gli sporchi interessi che c’erano dietro la loro folle ideologia, imposta con l’inganno nonostante i dati e le evidenze scientifiche. La politica istituzionale oggi ci illude con proposte di legge che vorrebbero fare della cannabis un monopolio, non rendendosi conto che una legge sulle droghe obsoleta e dannosa come quella attuale andrebbe cancellata totalmente. Così come non si rende conto che l’uso di sostanze non può essere sanzionato né penalmente né amministrativamente e che non serve riempire carceri di piccoli spacciatori che non incidono minimamente sul mercato nero delle droghe. Siamo consapevoli di essere ancora lontani da una riforma radicale di leggi e politiche in materia di droghe, e per questo sentiamo la necessità di mobilitarci dal basso, non per spingere verso un cambiamento, ma rappresentandolo rifiutando l’inutile delega politica. E lo facciamo riappropriandoci della coltivazione di cannabis per uso personale, pianta che ha sempre fatto parte della nostra cultura ed è adesso illegale nonostante la sua enorme diffusione.

Un primo passo necessario per uscire dal ricatto proibizionista e sperimentare strade alternative: quei Paesi che hanno fatto scelte di questo tipo hanno migliorato le proprie condizioni di vita in poco tempo. E lo hanno fatto depenalizzando realmente il consumo ed implementando pratiche in grado di promuovere il benessere di tutte le persone nelle rispettive comunità, che usino sostanze o meno: dalla diffusione dell’ analisi delle sostanze nei luoghi di consumo, alle stanze del consumo “sicuro”, alle somministrazioni controllate; oppure sperimentando produzione e distribuzione di cannabis come nel modello dei cannabis club, dei dispensari o dei coffe shop. Abbiamo bisogno di essere pragmatici, di mandare avanti ciò che funziona e di rivedere le pratiche inutili, costose e dannose.

In questo ci riconosciamo e rivendichiamo la Carta di Genova https://lafinedelmondoproibizionista.wordpress.com/2014/05/12/carta-dei-diritti-delle-persone-che-usano-sostanze/ , documento che abbiamo sottoscritto 3 anni orsono e che rappresenta le nostre istanze, ciò che dal basso vogliamo raggiungere. Se è pura illusione pensare di educare e responsabilizzare con il controllo e la repressione, lo è ancora di più credere di poter curare esclusivamente con l’approccio farmacologico. Eppure dati recenti ci parlano di un aumento considerevole della somministrazione di neurolettici, antidepressivi e ansiolitici pubblicizzati e/o prescritti ormai con troppa facilità minimizzando i tremendi effetti collaterali che producono.

La psichiatria sembra essere l’unica risorsa di un sistema che ha rinunciato ad investire nella promozione della salute e tende a scaricare sull’individuo il crescente disagio creato dal sistema sociale sempre più disumano e mortificante, inventando nuove “patologie mentali” in cui incasellare le diversità. Aumenta così il controllo sociale e parallelamente l’introito delle industrie del farmaco.
Rileviamo inoltre come i servizi per le tossicodipendenze siano improntati esclusivamente al trattamento dell’uso di sostanze ormai obsolete e fatichino ad intercettare i nuovi stili di policonsumo sempre più sfuggenti. Mentre pratiche come la riduzione del danno, riconosciute dalla comunità scientifica come pilastro delle politiche sulle droghe ed entrate recentemente a pieno titolo nei livelli essenziali di assistenza , fanno sempre più fatica a convivere con la logica del controllo imposta da patti locali per la sicurezza; politiche che producono giudizio, stigma ed isolamento nei confronti di chi usa sostanze, e che non permettono di mettere in relazione un comportamento già di per sé a rischio, causando un sommerso molto pericoloso. L’oscurantismo paternalista che considera istigazione al consumo anche solo parlare di sostanze ai più giovani è qualcosa che va superato al più presto, così come è necessario recuperare quella cultura in grado di proteggere chi ne fa uso senza la quale le droghe diventano merci da vendere al prezzo migliore ed in tutto il mondo: solamente la riappropriazione della coltivazione delle piante psicotrope da cui le droghe si ricavano e dei saperi ad esse legate, e la diffusione massiccia di pratiche come l’analisi delle sostanze, possono rovinare gli sporchi affari delle narcomafie che prosperano grazie al regime proibizionista. Siamo stanchi e siamo stanche di subire tutto questo, non vogliamo più pagare una guerra alla droga che ci sta decimando, e sappiamo bene per l’ennesima volta che dobbiamo lottare e metterci la faccia, per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.

Cannabis Parade- Torino 29 Aprile 2017
Canapisa – Pisa 20 Maggio 2017

Network Nazionale Antiproibizionista- Fine del mondo proibizionista

PER LE BANCHERELLE : contattare canapisa#inventati.org
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Osservatorio Antiproibizionista-Canapisa Crew.

… WORKING PROGRESS , STAY TUNED !

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