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10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…

Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica

Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.

La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.

La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.

A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!

Non solo non si attuano  politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.

Diversamente dalla situazione italiana,  quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.

Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!

Ribellarsi da tutto questo è necessario!

E’ ora di piantarla!

Basta persecuzione!

Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!

Sabato 10 Dicembre 2011

 – ore 15.00 Piazza Nettuno –

partenza  Canna-bicycle Human Motor 2011

– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista

LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna

human-motor.noblogs.org


>>L’aggressione e l’inquietante scritta: Episodio GRAVISSIMO nello studio di un legale di parte civile
>>Audio dell’udienza del 28 settembre: la prossima udienza è fissata per il 18 novembre

Tira un vento nuovo

>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino

Tira un vento nuovo mentre la legge Fini-Giovanardi, in nome della tolleranza meno zero, continua a moltiplicare procedimenti amministrativi e penali, ad arrestare, a riempire le carceri e uccidere chi usa sostanze psicoattive , lasciando arricchire i narcotrafficanti e incentivando i profitti dei “cartelli).

Perugia che stringe Patti sicurezza con Maroni, che apre occhi inquisitori sui consumatori e li chiude di fronte ai casalesi che con i soldi dello spaccio rilevano appalti ed aprono società fittizie con scioltezza. 15 Settembre 2011 a Ponte San Giovanni sono stati sequestrati 300 appartamenti in costruzione, due alberghi, quattro terreni,200 conti correnti,144 macchinoni, due imbarcazioni…Imprenditoria camorrista con base operativa a Perugia!

Tira un vento rispetto al business del proibizionismo che da sempre genera violenza, polvere da sparo e spargimenti di sangue per accaparrarsi i proventi illeciti.

Tira un vento rispetto alla militarizzazione dell’ordine pubblico, al proliferare di leggi repressive, razziali, proibizioniste e securitarie, alle violenze di stato, i pestaggi, le minacce, i ricatti, carceri, ritorsioni e Tso.

Tira un vento che scardina tabù e propone di assumere modelli di legalizzazione e regolamentazione delle droghe al fine di indebolire il potere delle organizzazioni criminali e salvaguardare la salute dei cittadini. Un vento che mobilita e sommuove anche la commissione internazionale per le politiche sulle droghe che alcuni mesi fa ha dichiarato il fallimento della “war on drugs” e denunciato le “devastanti conseguenze” ossia gli effetti collaterali del proibizionismo.

Tira un vento nuovo che sussurra che la memoria è una arma, una risorsa e una pratica politica che ci permette di tenere alta l’attenzione e impedire che storie come quelle di Aldo Bianzino, arrestato e morto di carcere e proibizionismo il 14 ottobre 2007, di” incuria” e condanna all’oblio in tutti questi quattro anni, diventino consuetudine, prassi ordinarie legittimate attraverso la retorica della legalità e della sicurezza.

Tira un vento nuovo che non è solo denuncia, non solo richiesta di erità, ma è fatto di solidarietà concreta, di passaggio di saperi e scambio di buone pratiche di resistenza al proibizionismo.

Mercoledì 28 settembre alle ore 9 presso il Tribunale di Perugia in piazza Matteotti si terrà la terza udienza del processo a carico della guardia carceraria per omissione di soccorso e falsificazione di registro.

Il comitato verità per Aldo Bianzino sarà lì, per non archiviare e non dimendicare: nè Aldo e nè perchè è stato ammazzato !!!

Mercoledì 28 alle 9.00 tutti davanti al tribunale …

VERITÁ PER TUTTE LE VITTIME DI ABUSI AUTORITARI ED ARBITRARI DELLO STATO

Il proibizionismo è un serial killer

Lo stato archivia noi no.

>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino

>>Caso Bianzino, l’ex moglie: «Picchiato». Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile. Rudra ha parlato del suo dolore dovuto alla perdita dei genitori
di Francesca Marruco

«A quest’uomo sono stati inferti dei colpi atti a colpire organi interni, da mani esperte, senza lasciare segni o tracce esterne. Ad Aldo sono stati dati colpi al cervello e all’addome».
Lo ha detto in aula Gioia Toniolo, ex moglie di Aldo Bianzino, morto nel carcere di Capanne il 14 ottobre 2007, riferendo alla corte quanto aveva detto l’allora consulente della famiglia, il medico legale Walter Patumi che, stando a quanto affermato dalla stessa Toniolo, «partecipò all’autopsia fatta con il dottor Lalli». L’ex moglie di Aldo Bianzino, rimasta a combattere per un po’ di giustizia insieme ai figli del suo ex marito, ha anche sostenuto che «dieci giorni prima della sua morte Aldo stava molto bene» e «Patumi in quel momento non mi disse che c’erano contrasti con il dottor Lalli», che poi depositerà una relazione in cui si afferma che la morte di Bianzino era dovuta ad un aneurisma.

Il dolore di Rudra
A riportare umanità e dolore in mezzo ai termini medici e agli agenti che, a vario titolo, hanno avuto contatto con la vicenda di Bianzino e che mercoledì hanno testimoniato in aula, ci ha pensato il figlio Rudra, appena diciottenne. «A me manca la mia famiglia: dopo la morte di mio padre, è venuta a mancare anche mia madre per una malattia che si è molto aggravata per lo stress. Sarete stati tutti adolescenti, immaginatevi la vostra vita a 14 anni senza una famiglia». «In 14 anni – ha detto ancora Rudra, ora parte civile con l’avvocato Massimo Zaganelli – non ho mai visto mio padre star male in nessun modo e volevo sapere perché dopo due giorni in carcere era uscito morto. Non si pensa che possano succedere cose del genere. Con i miei facevo una vita semplice e tranquilla, il giorno dell’arresto vennero 5 persone e fecero una perquisizione. E fuori trovarono le piantine di marijuana». Rudra, su domanda dell’avvocato Fabio Anselmo, già avvocato della famiglia Cucchi e Aldrovandi, qui nominato da Gioia Toniolo, ha provato a dire che dopo l’arresto dei suoi genitori è stato lasciato solo con la nonna 93enne nel casale in campagna in cui viveva per tre giorni. Ma è stato bloccato. Non è pertinente alla presunta tesi dell’accusa, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Petrazzini, di omissione di soccorso dell’imputato della polizia penitenziaria Gianluca Cantoro nei confronti del detenuto Aldo Bianzino.

L’aggressione e l’inquietante scritta
Intanto un fatto che ha quanto meno risvolti inquietanti, si è verificato lunedì mattina nello studio tifernate dell’avvocato Massimo Zaganelli. La sua segretaria è stata aggredita da un uomo che, con il volto coperto, l’ha spintonata dopo essere entrato nello studio del legale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava aspettando l’arrivo di qualcuno che aprisse la porta dello studio, per entrare. E fin qui un’aggressione. La segretaria, oltre alla paura, ne avrà per cinque giorni. Inquietante è poi la scritta trovata sul muro esterno: «Bianzino stop», con due simboli che somigliano a due croci. Volto coperto, nessun indizio. E’ intervenuta la polizia. Mercoledì pomeriggio l’avvocato Zaganelli, rappresentato in questo caso dal collega Fabio Anselmo, ha anche sporto denuncia. Anselmo ha parlato di «episodio gravissimo, inquietante, incomprensibile per il clima in cui si sta celebrando il processo». L’aggressione è avvenuta di prima mattina, in orario di apertura dello studio. Ad essere aggredita è stata la segretaria. Normalmente il primo ad arrivare a studio, però, è l’avvocato Zaganelli.

I medici legali nella prossima udienza
Nell’udienza di mercoledì avrebbero dovuto testimoniare anche i medici legali che hanno individuato nell’aneurisma la causa della morte di Bianzino. Assenti giustificati, verranno sentiti nella prossima udienza del 18 novembre. A ruota verrà fatto l’esame dell’imputato: quel Gianluca Cantoro che, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, si è sempre dichiarato innocente. Come sempre anche mercoledì in aula i microfoni di Radio Radicale da cui è possibile ascoltare tutti gli audio delle precedenti udienze.

LIBERTA’ e SICUREZZA: ma per chi?

Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione,su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.

PROGRAMMA

25 Giugno 2010, ore 17.00
Sala della Vaccara, Piazza 4 Novembre, Perugia

Incontro con i familiari e i comitati delle vittime della violenza di Stato

Partecipano:
i familiari e il Comitato Verità per Aldo Bianzino, i familiari di Stefano Cucchi, Assemblea dei parenti, amici e solidali di Stefano Frapporti, DonAndrea Gallo, Comitato “Amici di Alberto Mercuriali”, Cristina Gambini,
sorella di Luca, morto nel reparto S.P.D.C. di Perugia, Checchino Antonini – Giornalista di Liberazione.

25 Giugno 2010, ore 23.00
Centro Sociale Ex-Mattatoio, Via della Valtiera, Ponte San Giovanni Perugia

Reggae DanceHall con One Love hi Powa & LampaDread

26 Giugno 2010, ore 9.30 alle 17.00
Casa dell’associazionismo Via della Viola n°1, Perugia

Una Giornata di riflessione e approfondimento su carcere, sicurezza, proibizionismo, informazione
ore 9.30 – 11.00
Focus 1: Istituzioni Totali – Carceri – Psichiatria

Partecipano:
Nicola Valentino – editrice Sensibili alle foglie
Stefano Anastasia – Ass. Antigone e Forum Droghe
Operatori del C.A.B.S. (Centro a Bassa Soglia) Perugia
Giuseppe Tarallo – Comitato Verità e Giustizia per Francesco Mastrogiovanni

Coffee Break

ore 11.30 -13.30 Focus 2:
Informazione “dopata” – il ruolo dell’informazione nella creazione dello stigma e dell’insicurezza

Partecipano:
Guido Blumir – Sociologo e presidente Comitato Libertà e Droga
Anna Pizzo – Carta
Comitato “Amici di Alberto”
Alessandro Antonini – Giornalista Corriere dell’Umbria
Luca Cardinalini – Giornalista

Pausa Pranzo

ore 15.00 – 17.00 Focus 3:
Buone pratiche di riduzione dei rischi e di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi
Partecipano:
Max Lorenzani – Livello 57 – Alchemica
Osservatorio Antiproibizionista Pisa
Elia de Caro – Avvocato
Sportello Legale – Roma
Alessandro Mefisto Buccolieri – Million Marijuna March
Alberto Sciolari – Pazienti Impazienti Cannabis

26 Giugno 2010, ore 18 Partenza Piazza Partigiani, Perugia

Manifestazione contro le violenze di Stato

Hanno finora aderito: Familiari e Comitato di Federico Aldrovandi
(Ferrara), Centro Sociale strike spa, sn.info sportello antipro (Roma),
coop.Sensibili alle Foglie, Associazione Antigone, Forum Droghe, Carta,
Comitato Stefano Frapporti (Rovereto), Comitato Mastrogiovanni (Vallo della
Lucania), Osservatorio Antipro (Pisa), Rete delle donne Anti Violenza onlus
(Perugia), Comunita San Benedetto al Porto (Genova), Don Andrea Gallo,
Attac Perugia, Centro di Relazioni Umane (Bologna), Forte Prenestino
(Roma), Maria Grazia Negrini, Daniele Barbieri, Collettivo Femminista
Sommossepg/Associazione Tana Liberetutte (Perugia), Csoa Ex Mattatoio
(Perugia), Onda Perugia, Circolo Arci Island (Perugia), Ass. Cantiere
Sociale (Trestina), InclusoMe o.n.l.u.s. (Perugia) , Ponte Solidale
s.c.s.(Perugia),Associazione di promozione sociale 1 + 1 = 3 (Lisciano
Niccone), Associazione culturale Il Colibrì (Umbertide)

comunicato:

“Ci vuole che la lingua abbia il permesso
La mente a dire
Ciò che il cuore sente”

Libertà: stato di chi è libero, condizione di chi ha la possibilità di
agire senza essere soggetto all’autorità o al dominio altrui.

Sicurezza: condizione di chi o di ciò che è esente da pericoli o protetto
da possibili pericoli.

Il Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino, promuove due giorni di confronto e riflessione,su autoritarismo, proibizionismo, carcere e sicurezza il 25 e il 26 giugno 2010 per essere agenti di memoria collettiva, e praticare forme di solidarietà attiva che disinneschino nuove richieste di archiviazione e mettano in luce tutte le contraddizioni e le distorsioni delle “verità” di Stato, per costruire insieme delle buone pratiche di autodifesa da abusi, repressioni e pestaggi, venduti come atti di legalità.

Ma LIBERTÀ e SICUREZZA di chi?
Dell’occhio vitreo, di quarzo che ci scruta, ci segue, cattura i nostri gesti, li memorizza e li reinterpreta in mille modi senza che noi ce ne accorgiamo. Nei parcheggi, nelle piazze, nelle strade, al lavoro, alla stazione, allo stadio, al supermercato. Telecamere…. puntate sull’effervescenza sociale, su comunità di pratiche, di espressione di dissenso dal controllo sociale di massa, pronte a generare paure allarmiste, fobie reazionarie e intolleranze sociali,
concentrate a stigmatizzare ogni pensiero critico, stili di vita non conformi all’omologazione e alla regia repressiva segregante e discriminatoria che giustifica il proibizionismo omicida.

L’arma della disinformazione di massa, la produzione di studi scientifici ambigui e tendenziosi utilizzati come base per sviluppare panico, la paura indotta, il controllo sistematico sulle nostre vite e sui nostri corpi e le logiche di ordine pubblico e di criminalizzazione dei comportamenti soggettivi sta limitando pesantemente le nostre esistenze.

Anno 2008: 142 morti.
Anno 2009: 175 morti.
Maggio 2010: 76 morti.
Dal 2000 1.674 morti.

No, non sono i dati di una guerra di bande, sono i morti in carcere in Italia.
1674 morti in carcere mentre fuori dal carcere in questi 10 anni la Cultura della “tolleranza zero”, l’ossessione della sicurezza sono diventati i nuovi dogmi del regime assoggettato alle logiche del profitto e alla chiesa internazionale del proibizionismo.

Prima si crea insicurezza alimentando precarietà, discriminazioni, ingiustizie sociali ed economiche, controlli polizieschi sui posti di lavoro e nelle scuole poi si invoca sicurezza, ordine e disciplina tolleranza zero contro chi subisce queste politiche, siano essi giovani,migranti, consumatori/trici di sostanze, casuali passanti.
Si riempiono le carceri e i centri di detenzione, che sono, sempre più, mezzi per controllare e gestire la società.

Perugia è un laboratorio avanzato di queste politiche: il centro storico con sempre meno residenti e senza aggregati di quartiere stabili, luogo di promozione di grandi eventi commerciali e territorio sempre più militarizzato. Luogo di criminalità organizzata, sede di holding del narcotraffico, riciclaggio di denaro. Usura, “affitti rapina”,
sfruttamento dell’immigrazione e della prostituzione.
Perugia è una città che pratica sperimentazioni di tecniche di controllo sociale che negano il nostro desiderio di relazioni umane paritarie e non mercificate.
E’ tempo di abbattere i muri del moralismo bigotto del salotto buono cittadino, mobilitare i territori e connettere i diversi movimenti, comitati, assemblee e praticare resistenza attiva a tutte le pratiche di controllo sociale e alle leggi proibizioniste e libertiicide come la Fini Giovanardi, la Bossi Fini e la Cirrielli.
Perché non ci sentiamo molto “safe” in uno stato dove ogni giorno si è vittime di violenze vigliacche e di abusi polizieschi protetti. Vittime di una informazione “dopata,” faziosa e chirurgica.
Perché non ci sentiamo per niente “safe”con uno stato che dialoga con il business della reclusione e con gli imprenditori del controllo e della “salute mentale”, le comunità lager e le carceri private; in cui è legale la terapia elettroconvulsiva, … la somministrazione forzata di psicofarmaci,e il ricorso alla contenzione, la restrizione de diritti del lavoro e la precarizzazione delle condizioni di vita, i centri di
detenzione, le carceri e guerra. “War on drugs”trasformate in persecuzione infinita ai consumatori di sostanze psicoattive, connivenza con un sistema economico senza scrupoli che determina tipologie, prezzi e distribuzione di sostanze (sempre più convenienti alle narcomafie) a esclusivo profitto delle lobbies dei narcos e delle multinazionali del petrolio e delle droghe legali.
E intanto nelle istituzioni totali italiane dalle carceri ai reparti psichiatrici agli ospedali psichiatrici giudiziari ai centri di identificazione e di espulsione per i migranti, si verificano abusi e violenze, torture e uccisioni. Si applicano codici
non scritti e procedure operative per mortificare la vita dei reclusi. Si muore in circostanze sospette. Si precipita nel silenzio dell’impunità e nella arroganza del potere.
Questo è successo ad Aldo Bianzino. Morto in nome della sicurezza e del proibizionismo, nel carcere di Capanne il 14 ottobre 2007.
Questo è successo a Giuseppe Ales, Federico Aldrovandi, Alberto Mercuriali. Marcello Lonzi, Manuel Eliantonio, Stefano Cucchi, Riccardo Rasmann, Giuseppe Uva, Niki Aprile Gatti, Stefano Frapporti, Francesco Mastrogiovanni, Simone La Penna, Bledar Vukaj.
Nomi diversi, posti diversi, persone diverse, tutti morti in circostanze simili.
Il comitato verità e giustizia per Aldo Bianzino propone due giorni di riflessione e mobilitazione in cui decostruire il dogma proibizionista con la messa in movimento di politiche dal basso, la diffusione di strumenti e di percorsi di criticità e consapevolezza, la sperimentazione di buone pratiche di riduzione dei rischi e dei danni,
raccontando le nostre città ed i nostri Territori.

Perugia,03/06/2010
Comitato Verità e Giustizia per Aldo Bianzino
www.veritaperaldo.noblogs.org
veritaperaldo@autistici.org

VERITA’ PER MARCELLO – aprile 2008
Intervista a Maria Ciuffi, in sciopero della fame da lunedì 7 Aprile alle ore 9 davanti alla Procura di Livorno dopo l’ipotizzata archiviazione dell’ inchiesta sulla morte di suo figlio Marcello Lonzi nel carcere di Livorno nel Luglio 2003.
Per informazioni vedi il Blog di Marcello Lonzi e
la Rete-Invisibili di tutte le vittime della violenza di stato
.

Ascolta l’intervista….

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