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Diffondiamo e sosteniamo in pieno le posizioni dello spazio autogestito C.S.O.A. Gabrio dopo il vergognoso sequestro poliziesco di metà agosto della cannabis auto-prodotta

Sul blitz del 18 Agosto al Gabrio…

Dopo il blitz del 18 Agosto al Gabrio, che ha portato al sequestro di alcune piante di cannabis e alla denuncia di due compagni al momento presenti all’interno del centro, sono necessarie alcune riflessioni.

L’autoproduzione è un percorso politico che pratichiamo e rivendichiamo da più di 16 anni allo scopo di superare l’ipocrisia del modello proibizionista vigente che da un lato criminalizza le sostanze non facendo educazione e prevenzione, e dall’altro permette a organizzazioni criminali di venderle, contribuendo a far crescere il mostro del narcotraffico. Se oggi siamo uno dei Paesi del mondo dove la percezione di corruzione è tra le più alte, lo dobbiamo anche alla presenza nel nostro territorio di solidi cartelli che dallo spaccio di droghe ricavano quella liquidità a loro necessaria per comprare amministratori e dipendenti pubblici compiacenti.. Quelle stesse mafie che infiltrandosi poi tra appalti e progetti lucrano su disgrazie ed emergenze dirottando nelle proprie casse ingenti quantità di denaro pubblico. Nonostante i cospicui investimenti fatti per contrastare il fenomeno, si parla di circa 1,5 miliardi di euro ogni anno, il mercato nero delle sostanze sembra più florido che mai con sempre più droghe sconosciute e pericolose che inondano le piazze di vendita: i dati esposti nell’ultimo libro bianco sulle droghe  confermano anche quest’anno la tendenza che con l’attuale legislazione ad andare in galera siano di fatto assuntori e piccoli spacciatori, principalmente di cannabis in quanto sostanza il cui uso è prevalente. Ed effettivamente ogni anno appena arriva l’estate scatta l’assurda caccia alle streghe nei confronti di chi si cimenta nella per altro non difficile e ormai diffusa pratica della coltivazione di cannabis. E visto che tale pratica, nei secoli appannaggio dell’umanità, è oggi considerata reato penale in quanto, a detta del legislatore, in grado di aumentare le scorte di sostanze stupefacenti presenti sul territorio, si finisce nella rete proibizionista e senza una valida difesa si rischia una condanna fino a 6 anni di carcere indipendentemente dal fatto che la condotta possa essere finalizzata al lucro piuttosto che all’uso personale. In questo panorama, ed anche in peggiori nel passato in cui la Fini/Giovanardi prevedeva fino a 20 anni di carcere, decidere di coltivare cannabis in condivisione e no profit è stata per noi una provocazione che rappresentava un tentativo di sottrarsi a questo ricatto proibizionista: le feste del raccolto e della semina sono in quartiere momenti liberati, dove al mercato e alle piazze di spaccio si sostituisce la condivisione e l’autoproduzione, modelli che negli anni abbiamo sempre rivendicato come possibili alternative nonostante l’indifferenza di buona parte della politica.

coltiva-no-mafiaOggi siamo noi ad essere accusati dalla Procura di Torino di qualcosa che abbiamo nei nostri ragionamenti e nelle nostre pratiche sempre avversato, e tale assurda contraddizione ci obbliga e ci anima a rispondere con forza e con tutti i mezzi a nostra disposizione a questa irruzione poliziesca di metà Agosto. Non siete venuti a prendere mafiosi o spacciatori, ma avete attaccato un’esperienza reale di condivisione che come tale difenderemo in tutte le sedi opportune, dove tutto il prodotto della coltivazione veniva usato insieme e senza profitto per il narcotraffico; per altro in un momento in città dove l’esordio della nuova sindaca penta stellata in tema di contrasto allo spaccio non sembra certo promettente… la possibilità di denunciare con una App infame il proprio vicino che spaccia o coltiva sembra infatti una di quelle proposte non solo inutili rispetto al contrasto del fenomeno, ma anche potenzialmente dannose!
La politica istituzionale d’altronde, non riesce a partorire di meglio che una proposta di legge sulla cannabis tutta incentrata sul monopolio di stato, ultra tassato e quindi non in grado di essere competitivo rispetto al mercato nero e al contrabbando: il meccanismo della vendita di alcool e tabacco, sostanze decisamente più dannose della cannabis, descrivono molto bene questa dinamica. Lo specchio per allodole della coltivazione personale o associata si sta inoltre sciogliendo alla luce degli emendamenti presentati da membri stessi dell’Intergruppo parlamentare promotore, che hanno fiutato bene il business che rapidamente si sta diffondendo anche da noi. Senza una riforma radicale della 309/90, l’attuale legislazione sulle droghe, e con l’avvento del monopolio sulla cannabis, potremmo trovarci messi peggio di prima, in quanto le coltivazioni ad uso personale non sarebbero solamente illegali, ma anche concorrenti.

Crediamo pertanto che oggi più che mai serva difendere quelle esperienze spesso nascoste di condivisione che tradizionalmente fanno parte della cultura della cannabis e che, lontane dalle logiche del mercato nero, rappresentano l’unico strumento che possediamo per superare il dogma proibizionista con tutti i danni che provoca ed i costi inutili che porta con sé. Ideologie fallimentari e leggi liberticide non potranno impedire a lungo di determinare le nostre vite, dalle sostanze che ci piace usare in modo consapevole alle piante che coltiviamo, e riappropriarci della canapa non è che un primo passo verso la costruzione dal basso di politiche sulle droghe differenti e sensate, in grado di mettere in campo la relazione e non la repressione come strumento privilegiato d’intervento.
Per chi pensa che basti una segnalazione anonima fatta da chi è convinto che una realtà come il Gabrio possa dare fastidio in una città che assurde logiche speculative vorrebbero trasformare in un centro commerciale a cielo aperto e senza spazi di socialità, se qualcuno crede che una perquisizione della Polizia avallata dalla Procura oggi su una pratica che in 20 anni non abbiamo mai nascosto possa farci desistere e abbandonare le lotte che quotidianamente mandiamo avanti si sbaglia alla grande. Siamo motivati più che mai, l’autunno è appena alle porte!

CSOA GABRIO
https://gabrio.noblogs.org/post/2016/09/17/sul-blitz-del-18-agosto-al-gabrio/

 

13901446_1128412533864730_8101061663671805790_nautoproduz soluzRiportiamo questo importante contributo tecnico-politico dal sito Million Marijuana March Italia e condiviso dalla rete nazionale Fine del mondo proibizionista:

Intervista al Giurista Giovanni Russo Spena:
confermati tutti i nostri peggiori timori sull’impianto della legge truffa per il MONOPOLIO TOTALE senza possibilità di autocoltivazioni

Da gennaio 2016 abbiamo individuato molti lati negativi e ingannevoli nella PL dell’intergruppo per la (finta) legalizzazione finalizzata al monopolio, lo abbiamo fatto evidenziando numerose contraddizioni e divulgando documenti autentici che la propaganda pro monopolio avrebbe preferito non venissero diffusi e conosciuti dalle persone interessate.

Lo abbiamo fatto non solo per un generico seppur sacrosanto “diritto di cronaca”, ma perché le persone interessate all’argomento sono persone nate e vissute in regime proibizionista, hanno avuto in larga parte (purtroppo) modo di saggiarne le persecuzioni e sognano di vederne la fine.

Giudichiamo pessime le modalità con le quali è stato fatto passare un messaggio mediatico che ha usato parole chiave nell’immaginario collettivo come “AUTOCOLTIVAZIONE”, facendo leva su un sentimento comune ad una considerevole fascia della popolazione, illudendola e ingannandola per pubblicizzare un progetto che non lo ha mai contemplato e che anzi, è il suo esatto contrario.

In questo surreale esempio di regime mediatico orwelliano da terzo millennio, continuiamo la nostra opera di decodifica della loro propaganda, esorcizzandola con la molto meno appetibile dura realtà, l’incubo non è ancora giunto alla sua fine e quando avverrà, non sarà certo grazie a leggi con questo impianto.

Oggi affrontiamo la PL nel suo testo base, come era fino agli emendamenti presentati a fine luglio (http://www.millionmarijuanamarch.info/2-non-categorizzato/67-emendamenti-cannabis-legale.html ) .
Certamente il testo sarà ulteriormente peggiorato dopo le votazioni per approvare o bocciare ogni singolo emendamento nelle commissioni alla Camera, poi tornerà in aula per la votazione.
Se il testo verrà approvato in aula alla Camera, sarà poi inviato al Senato dove proseguirà il suo iter con inevitabili altri emendamenti, secondo lo stesso copione della Camera e solo alla fine, se anche al Senato verrà approvato nelle commissioni e in aula, tornerà alla Camera per il definitivo varo.
Quello che è certo, è che se questo testo arrivasse alla fine del suo percorso, potrebbe solo peggiorare, grazie anche al suo impianto finalizzato al monopolio.

Non sappiamo quali e quanti di questi emendamenti verranno da settembre approvati nelle commissioni alla Camera e come sarà modificato questo testo ma, quello che sappiamo per certo, è che gli emendamenti presentati entro il termine ultimo utile del 19 luglio, sono nella quasi totalità di molto peggiorativi, quindi in questa intervista, analizzeremo il testo base senza gli emendamenti.
Nessuno, neanche dell’Intergruppo, ha presentato emendamenti per tentare di rimuovere i punti peggiori di questa PL come la comunicazione delle proprie generalità e l’ubicazione delle coltivazioni alle più vicine sedi regionali dei monopoli oppure, le sanzioni amministrative dell’immutato codice della strada oltre ai vari pericoli del monopolio in agguato che sono il tema di questa intervista.

Questi punti dovrebbero rimanere immutati, le comunicazioni alle sedi regionali del monopolio, potrebbero si sparire, ma solo se con gli emendamenti sparissero proprio e fin da ora, anche le 5 piante delle auto coltivazioni private e in CSC.

Abbiamo quindi chiesto a Giovanni Russo Spena, un autorevole parere tecnico da Giurista, frutto della sua lunga esperienza, sia come Docente di Diritto all’Università di Napoli, che come legislatore in precedenti governi.
……
>>> Leggi tutto l’articolo….

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Gli (incredibili) emendamenti dell’Intergruppo Cannabis Legale al DDL “Cannabis Legale”

Fonte: Million Marijuana March (Italia) – 25 luglio 2016

Inizia così, nel peggiore dei modi, l’iter alla Camera della proposta di legge truffa per l’istituzione di un Monopolio sulla cannabis, mascherato da finta “legalizzazione”

A partire da oggi, lunedì 25 luglio 2016, è previsto l’avvio della discussione in Aula alla Camera del DDL “Cannabis Legale” (vedi: http://bit.ly/Atto-Camera-3225), inclusi i 1.555 emendamenti che sono stati presanti lo scorso 19 luglio (vedi: http://bit.ly/Allegato-Bollettino-Camera-679)…

A tal proposito, sebbene non ci si possa affatto meravigliare del fatto che i vari gruppi parlamentari, attraverso gli emendamenti, intendano far valere le proprie posizioni nei confronti di una riforma normativa di tale portata, il numero di modifiche proposte, assolutamente sproporzionato rispetto all’effettiva necessità, ha destato in particolar modo l’attenzione delle agenzie di stampa, sollevando aspre critiche da parte di tutti i sostenitori della “Cannabis Legale”.

Il principale artefice di quello che è stato definito un vero e proprio tentativo di bloccare l’iniziativa dell’Intergruppo Cannabis Legale è Area Popolare (NCD-UCD), che ha presentato ben 1.229 emendamenti per proporre la cancellazione di tutti e 10 gli articoli del suddetto disegno di legge, l’inasprimento dell’attuale impianto proibizionista del DPR 309/90 ed una serie di altre amenità varie che non vale la pena nemmeno menzionare.

Tuttavia, per quanto si voglia giustamente stigmatizzare l’atteggiamento tutt’altro che democratico di Area Popolare, occorre anche precisare che gli altri gruppi parlamentari non sono stati certamente da meno, avendo presentato un numero di emendamenti molto più basso, ma che nel contenuto non si discostano chissà quanto dalle posizioni proibizioniste di NCD e UDC:

  • 170 emendamenti dal Gruppo Misto;
  • 59 emendamenti da Democrazia Solidale – Centro Democratico;
  • 39 emendamenti dal Partito Democratico;
  • 25 emendamenti da Forza Italia – Il Popolo delle Libertà;
  • 18 emendamenti da Fratelli d’Italia;
  • 12 emendamenti da Lega Nord;
  • 2 emendamenti dal Movimento 5 Stelle;
  • 1 emendamento da SEL.

Per quel che ci riguarda, poichè sarebbe inutile analizzarli tutti, dato che la maggior parte di questi emendamenti sono l’uno la copia dell’altro e semplicemente intendono cancellare gli articoli del disegno di legge, ci sembra doveroso entrare nel merito esclusivamente di alcune modifiche proposte dai membri stessi dell’Intergruppo Cannabis Legale, evidenziando la posizione di coloro che si dichiarano “favorevoli alla legalizzazione”, ma come al solito senza specificare IN QUALI TERMINI ed IN CHE MISURA:

  1. Mantenendo illegale la coltivazione personale di cannabis, sia individuale, che in forma associata;
  2. Mantenendo illegale la detenzione di cannabis NON contrassegnata dal bollino del Monopolio di Stato;
  3. Legalizzando la vendita di cannabis, pur mantendo illegale la cessione gratuita;
  4. Istituendo un regime di Monopolio della cannabis senza deroghe per quanto riguarda la coltivazione personale, sia individuale, che in forma associata;
  5. Affidando al CREA la selezione delle varietà di cannabis coltivabili ed allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze la produzione farmaceutica;
  6. Riducendo la durata massima di una prescrizione di cannabis terapeutica da 6 mesi a 3 mesi;
  7. Destinando il 25% (anzichè il 5%) dei proventi della legalizzazione al Fondo nazionale di intervento per la lotta alla droga.

Disposizioni in materia di legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati. C. 3235 Giachetti.

EMENDAMENTI ED ARTICOLI AGGIUNTIVI:
….
>>> Leggi tutto l’articolo: Gli (incredibili) emendamenti dell’Intergruppo Cannabis Legale al DDL “Cannabis Legale” 

>> Vedi anche:
DDL “Cannabis Legale”: 340 emendamenti contro la Coltivazione Personale
Fonte: Associazione FreeWeed

>> Un’ altro approfondimento:
L’unico prodotto agricolo valutato in grammi oltre la cannabis è lo zafferano (e il lattice essiccato delle corolle incise di Papaverum Somniferum)
Fonte: Million Marijuana March (Italia)

 

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Segnaliamo la vergognosa dichiarazione alla Camera di Gianpaolo Grassi, in qualità di “esperto”, povera Italia……

Ringraziamo million marijuanamarch Italia per il prezioso lavoro di documentazione:

«Coltivare la cannabis in famiglia mette a rischio la salute dei più giovani»:
è questo il titolo della rassegna stampa pubblicata lo scorso 22 giugno sul sito istituzionale del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria), per ribadire quanto espresso alla Camera da Gianpaolo Grassi, primo ricercatore dell’ente, durante le audizioni nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul disegno di legge “Cannabis Legale”:

«Il nostro centro è l’unico che è autorizzato da vent’anni, però è in grado di fornire più di 300 varietà e saremmo in grado di fornire in maniera certa e precisa un materiale di cui si sa le origini, la composizione e che cosa potrebbe fare e ci assumeremmo eventualmente, se sono d’accordo ovviamente i responsabili del mio ente, la responsabilità di questi prodotti.»

Audizione GIANPAOLO GRASSI – CREA 20/06/2016 (fonte: http://webtv.camera.it/evento/9646)

Pertanto, considerando che il DDL “Cannabis Legale” prevede non solo il regime di monopolio sulla vendita, ma anche una deroga per quanto riguarda la coltivazione personale fino a 5 piante, individuale ed in forma associata (attraverso il modello dei CSC), non c’è da meravigliarsi di come, con massima risolutezza, il CREA abbia reso un parere nettamente a sfavore proprio di quest’ultimo punto.

Piuttosto, l’inconsistenza e l’arbitrarietà delle argomentazioni espresse da Gianpaolo Grassi per motivare tale posizione non fanno altro che confermare quanto da noi anticipato in una lunga serie di approfondimenti sulla proposta di legge dell’Intergruppo Cannabis Legale e cioè che la previsione di affiancare la coltivazione personale al monopolio costituisca, per alcuni, davvero un grosso problema, forse proprio perché consentirebbe a molti, se non addirittura troppi, di potersi rendere indipendenti da un mercato che promette sì cifre da capogiro, ma che evidentemente pretende anche l’acquisizione del maggior numero di clienti possibile:

«Se consideriamo il costo del prodotto, noi abbiam detto che forse si può arrivare al 75% di accise e 25% di costo dedicato al prodotto, considerate che siano 10 Euro al grammo, noi abbiam fatto un’idea, un stima, che nel nostro istituto abbiamo 60 ettari e solo 10 ettari consentirebbero alla regione Veneto di avere 250 milioni di euro a disposizione.
Perché, il mio punto di vista è che le unità produttive siano concentrate nelle singole regioni e nelle regione autonome a Statuto speciale: ogni regione ha un organismo di ricerca in campo agricolo ed ogni regione sarebbe in grado, attraverso il supporto del Corpo Forestale dello Stato e dei NAS, di tenerli sotto controllo, io penso che fino a 20 ci arriviamo.
Se invece si allarga ad un bacino di utenza come è tutto quello che sarebbe auspicabile che avvenisse per alcuni, sarebbe un caos totale.»

Audizione GIANPAOLO GRASSI – CREA 20/06/2016 (fonte: http://webtv.camera.it/evento/9646)

Se così non fosse, se noi avessimo semplicemente frainteso lo spiccato interessamento di Gianpaolo Grassi ai risvolti economici della questione, resterebbe da capire a che scopo e sulla base di quali evidenze scientifiche il primo ricercatore del CREA abbia voluto rievocare ed avvalorare, attraverso ben note argomentazioni, proprio quelle più ataviche paure su cui ha sempre e disonestamente fatto leva la propaganda proibizionista, con la sola differenza di aver prestato la massima attenzione nel circoscrivere ogni possibile allarmismo sulla cannabis all’esclusivo caso in cui venisse consentito a tutti di praticare la coltivazione personale:

«Mettiamo un caso, cioè se venisse applicata la legge e che venisse ammessa la coltivazione da parte di un capo-famiglia delle 5 piante nel suo orticello e ci fosse in questa famiglia un minore.
Questo sarebbe talmente curioso e tanto attratto da questa cosa, che sarebbe portato a provare, perché dice: lo prova mio padre, lo provo anch’io e potrebbe essere anche portato a farlo provare agli amici. Per cui, noi inneschiamo un meccanismo di, io direi, contaminazione generalizzato per tutto il Paese.»

Audizione GIANPAOLO GRASSI – CREA 20/06/2016 (fonte: http://webtv.camera.it/evento/9646)

… continua a leggere l’articolo: CREA: «Coltivare la cannabis in famiglia mette a rischio la salute dei più giovani»


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Sabato 2 Luglio
Dalle 19.00 in poi

Aperitivo – Pizzata & Trash
A sostegno delle spese legali dopo lo sgombero del Livello 57

Làbas

via Orfeo, 46, 40124 Bologna

 

Pizza a cura de Làbiopizza a Làbas
Musica by Internazionale Trash Ribelle con
Sor Braciola, Bestiaccia, Parentediggei, El Pollo Loco & Sebach

Ci sarà anche la proiezione della partita Italia-Germania degli europei di calcio.

Pizza + Birra -> 10 € a sostegno delle spese legali!
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Il 25 maggio 2006 il Livello57,subisce una perquisizione in grande stile in entrambe le sedi, la storica Via Stalingrado e quella, più recente, in zona Roveri, mettendo in campo 100 carabinieri, svariati cani antidroga e un elicottero in volo costante per oltre 4 ore su entrambe le sedi.
Il 25 luglio 2006 la magistratura pone i sigilli su entrambe le strutture.
Non torneranno più nella gestione del collettivo, la sede di Stalingrado verrà completamente rasa al suolo quasi si volesse purificare il luogo e cancellare anche il ricordo.
Oggi al suo posto non c’è nulla, solo un enorme murales scrostato rimane a testimoniare un centro sociale che tra gli anni 90 e 2000 rappresentò un punto di riferimento in Italia e in Europa nella discussione sui consumi di sostanze stupefacenti e nella lotta antiproibizionista,nella sperimentazione e contaminazione con la cultura rave e, a Bologna, nella riconquista di spazi sociali dalla speculazione.
La motivazione ufficiale della magistratura in quel luglio del 2006 (il famigerato Giovagnoli,per questo poi promosso a Rimini) era la necessità urgente di smantellare “una pericolosa organizzazione che aveva allestito una imponente raffineria di droghe, e che deteneva un archivio di operatori di polizia e carabinieri da colpire con buste esplosive contenenti biglie d’acciaio in occasioni di piazza.”
Per dimostrare questo cumulo di puttanate ,il magistrato Giovagnoli e la procura (con tutta la simpatia dell’allora sindaco Cofferati) decisero di autorizzare oltre un anno e mezzo di indagini, mesi di intercettazioni, appostamenti ,telecamere, auto in borghese, periti, oltre allo show del 25 maggio con carabinieri recuperati da tutta la provincia e un elicottero.
Solo alcuni degli attivisti del collettivo vennero imputati e in
tribunale rivendicarono l’attività del centro sociale per quella che era realmente, compreso il coffeeshop, le streetrave, e l’attività politica.
Il tribunale riconobbe interamente la ricostruzione supportata dagli attivisti, scartando cosi il pessimo lavoro della procura e dei carabinieri.

Quanto costò tutto questo? Lo abbiamo scoperto in questi giorni.
Sono infatti arrivate a quegli stessi attivisti che erano in tribunale, le prime due cartelle di equitalia per riscuotere le spese processuali di quell’indagine, inutile a fini penali, ma molto utile a un azione politica della procura ormai quotidiana.
Sono, al momento 7100 euro + 2400euro.

Per contribuire a non fare cadere questa altra ingiustizia solo su
quegli attivisti che organizziamo questa cena sociale, perché da sempre siamo convinti che le comunità sono più forti di procura e prefettura.

>>> Il Lab57 – Alchemica sarà presente con info point SOStanze e libri per sostenere il percorso che lo ha visto nascere all’ interno del Livello57 a partire dal 1996 <<<
http://lab57.indivia.net/chi-siamo/presentazione-breve-del-progetto/
http://lab57.indivia.net/chi-siamo/la-storia-del-lab57/

13263821_489971444533004_2941235118526256928_nhttps://www.facebook.com/events/993045357481326/

Venerdì 10 giugno
alle ore 20:00

FRIGOTECNICHE

XM24 – via Fioravanti 24, 40129 Bologna


Il lato oscuro della mente è quello buio, quello dove la “razionalità” di cui attualmente siamo capaci non riesce a giungere, quello che l’uomo moderno fatica a comprendere e quindi teme.
La nostra idea di ragione si basa perlopiù su convenzioni sociali, su un’idea di ” normalità” che altro non è che un construtto, un’ ennesima narrazione univoca data dalla volontà di mantenimento di un dato sistema socio-politico e sopratutto economico. Se a questo dato sistema non sei funzionale, se il tuo pensiero, i tuoi desideri o la tua stessa vita ne rappresentano eccezioni..allora sei un pazzo, sei malato, sei un errore, sei da allontanare, ingabbiare, sedare, correggere. Solo dopo averti spezzato,ucciso dentro..solo allora sarai re-inseribile. Ma la verità è che continuerai a far più comodo dentro alle loro strutture ; lo fanno ” per il tuo bene”..e, diciamocelo, sei anche una discreta dose di profitto.
Sul lato oscuro della mente invece, specie quando fuoriesce, è ben più arduo fare profitto ; rappresenta l’ignoto e in quanto tale l’incontrollabilità.. e per alcuni di noi, un possibile spazio di libertà.
Il lato oscuro fa paura, perchè troppo spesso è l’idea della possibilità d’esser liberi a farci tremendamente spavento.
Ciò che vi proponiamo è una serata per superare assieme questa paura, per discuterne, per sublimarla soddisfando il palato, per allontanarla danzando… perchè siamo tutt* folli !
E felici, in ciò che a loro appare come oscurità, noi rideremo della loro ” normalità” …

ore 20 :
CENA vegan BENEFIT per il TELEFONO VIOLA

(linea d’ascolto contro gli abusi della psichiatria e per la liberazione dalla morsa psichiatrica e dalle sue gabbie).
La cena sarà a cura degli attivisti di Frigotecniche, Tel.Viola, Lab.57 e del Collettivo Antipsichiatrico di Bologna, la quale curerà anche l’info point e il materiale presente alla distro che si allestirà durante la serata. Il ricavato andrà in benefit al Collettivo (spese legali e mediche per persone che ritengono di aver subito abusi da parte della psichiatria).

A seguire ( ore 21.30/22.00 ) :
CONCERTO FRIGOTECNICO con :

– AUS TEARS (ex Devai ; electro-wave, dark-wave, minimal electro-post-punk, con un ex membro di N.S.A., Biocidio, ANXTV e altri nomi non-noti della scena A-punx di qualche anno fa.. dalla Finlandia più gelida..)
https://austears.bandcamp.com/

– TOTENWALD ( goth-punx con attitudine A-punk, con voce alla Beki Bondage e una drum-machine che renderebbe felici i CrEss.. dalla Berlino crestata, spillata, notturna e decadente.. )
https://thisistotenwald.bandcamp.com/releases

– BESTRASS ( dream-wave, post-punk.. con un ex membro dei Repulsione, dalla Bologna malinconica e sognante.. )
https://bestrass.bandcamp.com/releases

– INFAMIA ( punk as fuck, danze macabre, schifo restituito alla norma, viziosità e decadenza dalla Modena che muore di noia.. )
https://soundcloud.com/infamia

…dopo il concerto, se verrete in tanti e carichi, ma sopratutto se i tempi e le energie lo permetteranno : selection punk rock, post-punk, goth, new-wave, dark-wave….

il tutto, come nella migliore tradizione frigotecnica :
FOR PASSION, NOT FOR BUSINESS !!!

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vignetta-fideiussione-canapisahttps://www.facebook.com/events/1024506987630418
http://osservatorioantipro.org/?page_id=818

STAI TUNED!!!

vedi anche l’articolo di Alessandro de Pascale:
Le fideiussioni proibizioniste del Comune contro il Canapisa
– Pisa. Per autorizzare la street antipro, chiesti 5 mila euro di cauzione

 

CANAPISA STREETPARADE – 16ma edizione

Manifestazione nazionale antiproibizionista, antipsichiatrica, ambientalista ed ecologista

Partenza h 17:00 in Piazza San Antonio a Pisa.

>>>> Il Lab57 – Alchemica sarà presente col suo ormai mitico camper dipinto da Blu, postazione mobile chill-out , info point SOStanze, Primo Soccorso, etc…!!!! <<<<<

Per una maggiore consapevolezza :

Il proibizionismo planetario ha ormai compiuto 51 anni, tanti sono gli anni passati dalla prima Convenzione ONU del 1965 sugli stupefacenti voluta dagli USA con l’obiettivo dichiarato di reprimerne il traffico e la diffusione nel mondo, ma con il risultato evidente di aver contribuito all’espansione del primo, facendo schizzare alle stelle il valore di mercato della merce droga, e aver favorito la seconda, rendendola clandestina e creando dal nulla l’annichilente mito della droga come scelta di ribellione al sistema.

L’azione e la propaganda proibizionista hanno così sortito l’effetto contrario, acuendo e non superando le problematiche che si proponeva di risolvere.

Oggi, proprio dalla patria stessa di questo dispositivo di governo, tutto l’apparato proibizionista viene messo in discussione! Negli USA infatti sono già 17 gli stati che hanno messo mano alle legislazioni sugli stupefacenti e hanno dato vita a diversi gradi e livelli di legalizzazione della cannabis.

Alcuni Paesi sudamericani propongono i loro modelli di legalizzazione contestando e richiedendo apertamente la modifica, o addirittura lo stralcio, delle Convenzioni ONU sulle droghe.

Il rapporto stesso della Commissione ONU preposta alla valutazione delle politiche antidroga mondiali ha messo in discussione il paradigma repressivo sulle droghe e apre le porte ai discorsi sulla legalizzazione, ispirati ai dettami dell’approccio propri della cosiddetta “Riduzione Del Danno”.

In Italia invece il dibattito sulla legalizzazione sembra congelato, è del tutto assente o lo troviamo nei punti secondari delle agende politiche dei partiti e dei movimenti, non se ne parla apertamente e pubblicamente, la questione è quasi tabù. Anche se, in alcune regioni e negli ambienti degli addetti al lavoro degli operatori di strada c’è molta effervescenza sperimentale.

Dopo mezzo secolo di narcotraffico globale, con tutto il suo portato di lacrime e sangue e fiumi di denaro, che come un’alluvione devastante ha provocato e sta provocando disastri umani, sociali e ambientali, i discorsi attorno alla legalizzazione si stanno concretizzando.

Purtroppo in Italia come in Russia, alcune forze politiche, che fanno della retorica della “Guerra alla Droga” un cavallo di battaglia elettorale centrale, e le organizzazioni dedite al narcotraffico, che hanno accumulato enormi profitti con il mercato nero delle sostanze illecite, rappresentano i principali ostacoli alla legalizzazione e all’affermarsi di politiche ragionevoli sull’argomento.

Più di 50 anni di proibizionismo hanno creato molta ignoranza e falsi miti, paure e cattiveria, hanno distrutto relazioni, deflagrato il tessuto sociale scatenando piccole e grandi guerre. Gli effetti più nefasti e sottili di tali politiche sono l’odio e la paura che rendono quasi impossibile la costituzione e alla diffusione di un pensiero critico e consapevole sul fenomeno droghe e della convivenza delle diversità umane, anzi favoriscono un specie di razzismo contro chi è etichettato come drogato e ne favorisce l’apartheid, con tutto il suo portato di discriminazioni e di mostrificazione delle persone incasellate in schemi e categorie predefinite per la loro provenienza etnica, religiosa o che fanno particolari scelte di stile di vita.

Questa naturalmente è una “Visione del Mondo”, una possibilità, non la sola ed inevitabile realtà che bisogna accettare necessariamente. Purtroppo questa visione spesso negata, alla quale non si da alcun credito o possibilità di espressione, viene così paradossalmente rafforzata.

Quindi è fondamentale per un cambiamento dell’attuale paradigma personale e collettivo sugli stupefacenti, che qui si auspica, partire proprio dal l’accettazione e dal riconoscimento anche di questa “Visione del mondo” come presupposto per il suo superamento.

Questa Visione, in maniera clandestina, viene presa in considerazione e viene sperimentata, valutata, socializzata e verificata ogni giorni, da migliaia di persone nel mondo. Lentamente sta prendendo piede un’ altro paradigma sociale che si diffonde tra quei soggetti e in quegli ambienti e movimenti sinceramente interessati e disinteressatamente sensibili a questioni ambientali, economiche e spirituali.

La “Carta dei Diritti delle Persone che Usano Sostanze” del 2014, alla stesura della quale lo stesso Osservatorio Antipro Canapisa ha lavorato, rappresenta un chiaro esempio per comprendere cosa si muove lontano dalle luci della ribalta mediatica mainstrem.

La situazione appare scottante e pericolosa, ma allo stesso temo viva ed entusiasmante, intorno a questa vicenda si definiscono importanti equilibri di potere personale e collettivo che coinvolgono e riguardano tutti, più o meno direttamente.

Viviamo sulla stessa barca ed è vitale che la rotta non sia quella del proibizionismo che con le sue politiche repressive di concreto ha provocato principalmente militarizzazione, disastri e degenerazione di varia natura, in primis quella di aver rafforzato organizzazioni sociali spietate e senza scrupoli che per mezzo del riciclaggio del denaro sporco hanno potuto investire enormi risorse per il controllo dell’intero sistema economico nel quale ci ritroviamo coinvolti.

“Quando l’Ultimo albero sarà abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce catturato, soltanto allora ci accorgeremo che i soldi non si possono mangiare”
Antica profezia Cree degli Indiani Lakota

Iniziamo ad essere protagonisti della nostra vita nel rispetto degli altri e di noi stessi e della nostra e dell’altrui essenza

Per essere liberi da ogni dipendenza imposta e
non essere strumento inconsapevole di nessuno!

Senza una cultura critica e consapevole della storia delle droghe e del loro uso rituale, si prospetta un futuro non chiaro.

Canapisa vuole essere una luce che renda più chiara la strada da percorrere nel presente e nel futuro.

Canapisa 2016
Piazza sant’antonio
Sabato 28 maggio PISA

Manifestazione nazionale antiproibizionista,antipsichiatrica, ambientalista ed ecologista

 

vedi anche
“La Repubblica” delle cazzate: in Piazza dei Cinquecento, la polizia disperde i partecipanti alla Million Marijuana March

Sabato sera, 7 maggio 2016, è apparsa sui siti ADUC Droghe e Roma.Repubblica.it una notizia falsa e priva di fondamento, anche detta “bufala”, che riguarda la Million Marijuana March (Italia).

Sia ADUC che Repubblica affermano, infatti, che «I MILLE» partecipanti al «MARIJUANA DAY» sarebbero stati dispersi dalla polizia, per via di una presunta «MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA».
>>> leggi tutto l’articolo…

 

 

giovanni_serpelloniGiovanni Serpelloni, arrestato per tentata concussione l’ex capo del Dipartimento antidroga di Palazzo Chigi

da Il Fatto Quotidiano 13/5/16

E’ finito agli arresti domiciliari per tentata concussione e turbativa d’asta Giovanni Serpelloni,  capo del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dal 2008 al 2014, medico vicino a Carlo Giovanardi e noto per le sue posizione proibizioniste e intransigenti in fatto di stupefacenti. I fatti contestati riguardano il suo successivo incarico di direttore del Sert, il servizio tossicodipendenze, di Verona, per episodi accaduti tra il 2012 e il 2014. La Guardia di Finanza ha notificato il provvedimento a lui e ad altri due dirigenti dell’Ulss 20: Maurizio Gomma e Oliviero Bosco. Altre tre persone sono indagate per gli stessi reati. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Verona, riguardano l’appalto del software gestionale utilizzato in Sert (i servizi pubblici per le dipendenze) di tutta Italia.

Di Serpelloni e del caso del software contestato si era occupato nei mesi scorsi anche ilfattoquotidiano.it. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero preteso illegittimamente dalla società assegnataria dell’assistenza e manutenzione del software prima una percentuale sulle somme incassate e successivamente, a nome dell’Ulss 20 ma all’insaputa della direzione generale, 100mila euro a titolo risarcitorio, minacciando la revoca dell’incarico.  Nel corso delle indagini è emerso che la successiva gara sarebbe risultata essere stata turbata, e assegnata, con collusione e mezzi fraudolenti, a una società compiacente; i soci-amministratori risultano a loro volta indagati nel procedimento.

>>> continua a leggere l’articolo
images.duckduckgo.com
Questa in sintesi la cronaca giudiziaria, che speriamo metta fine alla lunga lista di disastri dello Zar Anti-Droga in Italia, compagno, anzi camerata, del Senatore Carlo Giovanardi nella folle e tragica Caccia alle Streghe Proibizionista che negli ultimi 10 anni ha provocato decine di migliaia di arresti, morti e miliardi di soldi pubblici sprecati o rubati, come nel caso dell’ esimio professore.

Non riusciamo a gioire pensando alle vittime di questa guerra, agli insulti alle loro famiglie nel nome di una guerra falsa, corrotta e senza nessuna base scientifica, come sempre abbiamo sostenuto.

Vale la pena di ricordare l’inchiesta profetica di Alessandro De Pascale su il manifesto dell’aprile 2014, su appalti per 3 milioni di euro, affidati senza gara e senza valutare altre offerte, agli “amici” veronesi al posto del Cnr, anche per ridurre i dati sul consumo di sostanze in Italia, a beneficio della “loro” legge Fini-Giovanardi, poi cancellata della Consulta perché incostituzionale:

Antidroga, il business delle relazioni politiche

Ora però ci restano le macerie del Dipartimento Antidroga, bloccato dopo Serpelloni, incapace di diramare allerte nazionali ai servizi su sostanze pericolose o letali, proprio a causa di quel software gestionale oggetto dell’ inchiesta bloccato indebitamente da Serpelloni, mentre in Italia si continua a morire nell’ ignoranza Proibizionista senza nessun segnale dal governo omertoso di Renzi, troppo attento ai sondaggi e ai  tornaconti elettorali per occuparsi di chi è ancora in galera per una legge cancellata, per porre fine alla persecuzione dei consumatori di cannabis, senza nessuna base scientifica, depenalizzando finalmente l’uso e la coltivazione ad uso personale, togliendo così un mercato enorme alle Narcomafie.
Qui sotto trovate una rassegna dei falsi studi scientifici e delle costose campagne mediatiche di Serpelloni, grazie ad un articolo su DolcevitaOnline di Aprile 2014:

In memoria di Serpelloni. Una raccolta dei suoi capolavori

LA SCIENZA DEL DPA (come divulgare ricerche condotte e approvate da sé stessi e farle passare per verità). 
Il metodo sviluppato per i dati sui consumi di droga non è certo un’eccezione per Serpelloni, il quale in questi anni si è fatto notare anche per il suo superattivismo editoriale. In soli quattro anni ha fondato una quantità spropositata di siti internet (nel sito del Dpa ne sono citati 15) con nomi come “Cannabis e danni alla salute” e “La strada per una guida sicura”. Ma non solo perché, come rivelato da una inchesta della Lila, Giovanni Serpelloni è anche colui che firma gli articoli pubblicati dall’Italian Journal of Addiction, diretto da Serpelloni stesso, e pubblicato e finanziato dal Dpa, di cui a capo c’era appunto Giovanni Serpelloni. L’Italian Journal of Addiction è la stessa testata che spesso Serpelloni citava come “autorevole pubblicazione scientifica” quando parlava delle sue teorie più bislacche, tipo quella della cannabis che provoca i buchi nel cervello. Insomma, il Dipartimento Antidroga, fa anche ricerca: se la commissiona, se la finanzia, se la giudica e se la pubblica. Una perfetta garanzia di indipendenza scientifica, non trovate?
….

Della Teoria bufala dei buchi nel cervello della cannabis, a noi restano solo i buchi del bilancio dei finanziamenti pubblici, mentre invitiamo a riflettere ed agire di conseguenza a chi in questo buio decennio tra politici, medici, amministratori di servizi pubblici ha avallato e diffuso queste politiche criminali in molti casi usandole per fare carriera.

Noi non dimentichiamo.

Vedi anche:
Serpelloni, i reati e le responsabilità
Proibizionismo. L’arresto dell’ex zar antidroga fa emergere le forzature ideologiche e politiche

di Il Manifesto del

million-marijuana-march-2016-ciaone-la-repubblicaLa censura Proibizionista però non si è  certo fermata di fronte a questo arresto eccellente, guardate infatti cosa sono riusciti a inventarsi riguardo alla grande manifestazione  antiproibizionista di sabato scorso:
Million Marijuna March @ Manifestazione Nazionale StopTTIP, Sabato 7 Maggio, Roma

Pubblichiamo la smentita dal sito degli organizzatori della manifestazione:

 “La Repubblica” delle cazzate: in Piazza dei Cinquecento, la polizia disperde i partecipanti alla Million Marijuana March

Sabato sera, 7 maggio 2016, è apparsa sui siti ADUC Droghe e Roma.Repubblica.it una notizia falsa e priva di fondamento, anche detta “bufala”, che riguarda la Million Marijuana March (Italia).

Sia ADUC che Repubblica affermano, infatti, che «I MILLE» partecipanti al «MARIJUANA DAY» sarebbero stati dispersi dalla polizia, per via di una presunta «MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA».
>>> leggi tutto l’articolo…

 

 

Si avvicinano le elezioni amministrative in molte città chiave per il governo, e puntualmente riesplode la follia persecutoria proibizionista contro la Cannabis, facile argomento per acchiappare voti capitalizzando l’ignoranza prodotta ad arte nel bel paese da politici senza scrupoli e istituzioni omertose e compiacenti.
Fortunatamente la denuncia e la contro-informazione restano armi potenti e puntuali se condivise e diffuse, grazie anche a professionisti nel campo medico e della ricerca, che non hanno paura di continuare a cercare e condividere le evidenze scientifiche condivise e accertate a livello internazionale.

Iniziamo dalla più recente madornale castroneria prodotta nella capitale dal fresco candidato sindaco del centro-destra che in tv così di presenta:

Alfio-MarchiniMio figlio si svegliò dal coma perché non fuma le canne, il delirio di Marchini su La7

da un puntuale articolo su Dolcevita online del 4 maggio

«Mio figlio purtroppo ebbe un incidente, rimase in coma e fu miracolato. In quella settimana di angoscia, lo dico a tutti i giovani che stanno qua, mi dissero: se suo figlio ha avuto un recupero è solo perché non si è mai fatto delle canne. Perché anche una sola canna causa danni seri al cervello». Parole di Alfio Marchini, candidato a sindaco di Roma appoggiato da Forza Italia e Nuovo Centro Destra, durante un’intervista al programma Piazza Pulita andato in onda su La7.

Marchini entra così sul dibattito sulla legalizzazione che negli ultimi giorni ha caratterizzato il dibattito tra i candidati romani, dopo l’appello per la legalizzazione della candidata dei 5 stelle Virginia Raggi.

Il candidato di Berlusconi e Alfano si lancia anche in una spericolata spiegazione scientifica: «Io ho fatto uno studio approfondito su cosa succede nella testa di un giovane che ha avuto un incidente, sa cosa succede? Si crea una frattura nel cervello e quindi l’input tra una parte e l’altra della testa riesce a trovare un altro sentiero e quindi a riconnettere le parti del cervello che hanno subito un danno». Per Marchini, quindi, questo processo diventerebbe impossibile nei giovani che hanno fumato anche una sola canna.

Gli “studi approfonditi” di Alfio Marchini vanno però, purtroppo per lui, nella direzione opposta a quella della comunità scientifica. A confermarlo a Dolce Vita è il professor Vidmer Scaioli (neurologo all’Istituto Carlo Besta di Milano): «Marchini racconta delle fantasie – afferma – che non so dove abbia raccolto. Non solo la mia esperienza quotidiana ma anche la ricerca scientifica lo smentisce ed anzi va in direzione opposta, visto che si stanno scoprendo sempre più evidenti facoltà neuroprotettive da parte dei cannabinoidi».

«Uno studio condotto dal Los Angeles Biomedical Research Institute su quasi 500 pazienti colpiti da traumi celebrali – continua Scaioli – ha addirittura mostrato che i pazienti che consumano cannabis hanno recuperi nettamente migliori e una minore probabilità di decesso a seguito di incidenti, appunto grazie alle facoltà neuroprotettiva dei cannabinoidi» (una sintesi dello studio in questione è consultabile in questo articolo, ndr).

Insomma, a quanto pare Alfio Marchini è in possesso di studi talmente approfonditi da essere sconosciuti alla letteratura scientifica. A questo punto siamo in attesa di sapere quando li presenterà in qualche convegno di neurologia.

Ora torniamo invece a Bologna, dove appena 15 giorni fa ha perso la vita un 19enne studente di Rimini probabilmente per un tragico e inconsapevole mix fatale di alcool e traquillanti, ma la stampa e la Procura di Bologna, invece,  ha già la sua diagnosi con conseguente anatema, senza attendere i risultati dell’autopsia nè pareri medici più sensati:

“Con nessun tipo di droga si può ormai scherzare, comprese quelle che ancora vengono definite, secondo me non correttamente, droghe leggere”.

Queste dichiarazioni sui media hanno costretto i genitori a fare luce su questa tragedia, nel dolore infinito per la perdita del figlio, trovando la forza per dire la verità, e rifiutare lo stigma e la colpa sulla memoria del figlio:

Morto a 19 anni . “Mio figlio prendeva le medicine per dormire”

«Voglio che la gente non si faccia strane idee in testa: mio figlio non era un drogato – dice Lorenzetti, in lacrime – Piergiorgio non assumeva sostanze, e prendeva regolarmente alcuni medicinali solo perché aveva problemi di sonno».

A questo punto non ci resta che lasciare la parola a un articolo puntuale e documentato del Dottor Salvatore Giancane, professionista accreditato con una lunga storia di interventi sia accademici che sul campo nel nostro territorio:

Sulla presunta overdose da cannabis e farmaci avvenuta a Bologna

da DEDIZIONI – Il Blog della SITD del 30 aprile

….

“Considerando le informazioni fornite dalla stampa, gli unici dati di fatto sono l’assunzione di alcol, benzodiazepine e cannabis prima del ricovero e la morte cerebrale prima del decesso. Non sono state fornite informazioni sulla quantità di sostanze assunte, in particolare per quanto riguarda l’alcol ed i farmaci, sulla scansione temporale e sull’eventuale valore dell’alcolemia. Le benzodiazepine, in genere, hanno una scarsa tossicità e provocano raramente overdose, il più delle volte non fatale. E’ comunque noto che l’assunzione contemporanea di alcol o di altre sostanze con effetto depressivo sul sistema nervoso centrale (come i derivati dell’oppio), specie nei soggetti privi di tolleranza, può condurre nei casi più gravi ad una profonda depressione dei centri del respiro, con conseguente insufficienza respiratoria. Per questa ragione il foglietto illustrativo dei farmaci a base di benzodiazepine sconsiglia sempre l’assunzione contemporanea di alcol (o di altri farmaci e droghe con azione depressiva sul sistema nervoso centrale). Secondo il Substance Abuse and Mental Health Services Administration il 25% delle ammissioni al pronto soccorso degli ospedali americani per overdose è stato dovuto all’assunzione contemporanea di benzodiazepine ed alcol.[1] Per quanto riguarda le sostanze illegali, le interazioni note delle benzodiazepine che possono condurre ad un esito letale, oltre l’alcol, riguardano soprattutto i derivati dell’oppio e non la cannabis.[2],[3]

Il farmaco assunto dal ragazzo, in particolare, sarebbe l’alprazolam. Vi sono numerose evidenze scientifiche che documentano come la tossicità di questo farmaco sia superiore rispetto a quella delle altre benzodiazepine così come maggiore sarebbe la sua capacità di provocare overdose in particolari condizioni o in associazione con altre sostanze.[4],[5][6],[7]  In altri termini, assumendo alcol assieme all’alprazolam, la tossicità di quest’ultimo aumenta esponenzialmente. Negli USA, dove muoiono circa 45.000 persone l’anno per overdose da farmaci e droghe e sono avvenuti parecchi decessi di questo tipo, questa è una consapevolezza diffusa, al punto che basta fare una semplice ricerca in google sui possibili rischi dell’assunzione combinata di alcol ed alprazolam per trovare decine di pagine di risultati in proposito su siti medici, blog di esperti, siti scientifici specializzati eccetera. Ne riportiamo solo tre a titolo di puro esempio.[8], [9], [10]

Sempre secondo quanto riportato dalla stampa, durante il ricovero in rianimazione è stata constatata la morte cerebrale del ragazzo. L’ipotesi più verosimile (e statisticamente probabile) è che questa sia stata provocata da una condizione di prolungata ipossia cerebrale, come esito dell’insufficienza respiratoria provocata dall’effetto combinato di alprazolam ed alcol. La cannabis non ha azione deprimente sul SNC e sui centri del respiro e quindi non provoca insufficienza respiratoria; semmai essa provoca broncodilatazione, che migliora la ventilazione, al punto che in passato è stata utilizzata per la cura dell’asma bronchiale, anche in Italia.[11] Un’altra eventualità, peraltro assai rara, è la possibilità di insorgenza di leucoencefalopatia, ovvero di una sofferenza grave e selettiva della sostanza bianca del cervello, che comunque riconosce una genesi ipossica e dunque ancora una volta legata all’insufficienza respiratoria.[12]

Anche se l’assunzione contemporanea di cannabis non ha migliorato certamente la situazione, va sottolineato che nelle statistiche americane, malgrado i numeri oltremodo drammatici di quel Paese, non sono riportati casi di overdose da cannabis né casi in cui la cannabis abbia avuto un ruolo determinante nel provocare il decesso quando assunta in associazione con altre sostanze. E’ invece assai comune, data la grande diffusione della sostanza, che le vittime di overdose per altre sostanze risultino positive alla cannabis. In ultimo, consultando il sito informativo sulle droghe che il National Institute of Drug Abuse (NIDA) ha messo a punto per gli adolescenti americani si può chiaramente leggere che non esiste un’overdose da cannabis, mentre esistono le reazioni acute avverse da cannabis e fra queste la più diffusa è l’attacco di panico.[13]
…..

L’abuso di farmaci da prescrizione da parte di giovani e giovanissimi sta diventando, anche nel nostro Paese, una triste realtà, così come lo è quello di alcol. Secondo i dati preliminari della survey ESPAD-CNR, diffusa proprio nei giorni scorsi, il 4% degli adolescenti della Toscana e della Basilicata ha già sperimentato l’uso non medico degli analgesici oppioidi. Negli Stati Uniti l’abuso di farmaci uccide più di quello di droghe illegali ed il loro abuso, purtroppo, è sempre più diffuso fra i giovani americani. I farmaci coinvolti sono soprattutto gli analgesici oppioidi, che periodicamente tornano alla ribalta per un decesso che riguarda un personaggio famoso (l’ultimo in ordine di tempo è quello di Prince), seguono le benzodiazepine quando assunte in associazione con alcol, farmaci o droghe con azione depressiva sul sistema nervoso centrale. Altrettanto frequenti sono le overdose accidentali, ovvero non dovute alla ricerca di un effetto psicoattivo, ma provocate da una maldestra automedicazione o dal non rispetto di alcune precauzioni, come proprio evitare l’assunzione contemporanea di benzodiazepine ed alcol.

Non è dato sapere se nel caso prima analizzato l’alprazolam fosse stato regolarmente prescritto o se il ragazzo se lo fosse procurato autonomamente, così come non sono note le dosi assunte. Quello che invece è certo è che si è persa un’occasione preziosa per informare i giovani in maniera autorevole circa i rischi connessi con l’abuso (o con il non rispetto delle prescrizioni) dei farmaci e quello di alcol. Si è preferito invece porre l’accento sulla cannabis e sulla pericolosità delle cosiddette droghe leggere, quando questa rimane l’ipotesi meno verosimile sul piano delle evidenze scientifiche ed epidemiologiche. ”
————

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Per finire ci teniamo a diffondere queste informazioni riguardo la diffusione del Fentanyl, per cui nè il Ministero della salute, nè il Dipartimento Antidroga o altre istituzioni si sono preoccupate fino ad ora di dare nessun tipo di informazione,  per cui ringraziamo nuovamente il Dott. Salvatore Giancane per le precise valutazioni:

fentanyl-heroin colorsAbuso di fentanyl: la stampa segnala i primi casi in Italia

da DEDIZIONI – Il Blog della SITD del 5 maggio 2016

Oggi è stata diffusa la notizia della denuncia di 6 medici di base della Calabria per prescrizione impropria di preparati a base di fentanyl a tossicodipendenti da eroina. Senza entrare nello specifico degli aspetti attualmente oggetto di indagine (i medici si difendono affermando di essere stati minacciati), la parte importante della notizia è che l’abuso di fentanyl è sbarcato fra i tossicodipendenti da eroina italiani e questo, alla luce delle disastrose conseguenze della sua diffusione negli Stati Uniti, è un fatto molto allarmante.  Per questo motivo ritengo opportuno condividere, oltre alla notizia, alcune importanti informazioni per gli addetti ai lavori e per gli stessi eroinomani, anche in un’ottica di riduzione del danno.

Il fentanyl è un potente analgesico oppioide sintetico, appartenente alla classe delle fenilpiperidine. Come antidolorifico oppioide il fentanyl è circa 100 volte più potente della morfina. Per quanto si riferisce in particolare all’attività analgesica, 0.1 milligrammi di Fentanyl equivalgono approssimativamente a 30 mg di morfina pura (o a 15 mg di eroina). Si tratta di un agonista forte del recettore μ, dotato di elevatissima attività oppioide intrinseca. Il farmaco è utilizzato da circa 20 anni soprattutto per le cure palliative oncologiche in forma di cerotti, lecca-lecca, soluzioni oromucosali e spray sublinguali o nasali. Per avere un’idea della potenza del fentanyl, basti pensare che esso ha provocato la morte di due agenti di polizia americani che avevano imprudentemente toccato una grossa partita sequestrata senza utilizzare i guanti: nell’assorbimento transdermico, infatti, la biodisponibilità del fentanyl supera il 95%. Come agonista puro degli oppioidi il fentanyl può provocare molto facilmente overdose ed insufficienza respiratoria nei soggetti privi di tolleranza o con scarsa tolleranza agli oppioidi, anche a dosaggi bassissimi. La potenza e l’emivita del farmaco (7 ore) rendono problematico l’uso del naloxone in caso di overdose e richiedono somministrazioni ripetute dell’antagonista. Il fentanyl è tristemente famoso anche per essere stato diffuso dai russi attraverso l’impianto di condizionamento durante la crisi del Teatro di Dubrovka, provocando la morte di quasi 200 persone: questo, ancora una volta, restituisce l’idea della potenza del farmaco. Tutte queste caratteristiche fanno del fentanyl un farmaco poco maneggevole e molto problematico per il medico stesso. E’ comunque da sottolineare che il fentanyl, come tutti gli altri analgesici oppioidi, utilizzato in pazienti selezionati da parte di medici competenti si dimostra estremamente utile ed efficace nel campo delle cosiddette ‘terapie compassionevoli’ o cure palliative, sempre più rivalutate in quanto in grado di dare sollievo a persone in condizioni di grande sofferenza e che quindi rispondono alla parte più antica e nobile della professione medica. ”

………

>>> leggi tutto l’articolo………
Noi aggiungiamo che grazie ad uno strumento ancora poco diffuso in Italia, cioè

il Test rapido delle sostanze

è possibile identificare la presenza di Fentanyl nell’ eroina da strada,  come potete osservare nella foto a fianco, ovviamente si tratta di uno strumento colorimetrico qualitativo e non quantitativo,  per cui si raccomanda massima cautela  e di segnalare subito ad altri consumatori e alle Unità di Strada effetti avversi e dubbi sulla qualità delle sostanze, come sempre.
Il Lab57 sta cercando di diffondere al massimo sul tutto il territorio nazionale la pratica dell’analisi delle sostanze, nell’ ottica di avere presto un database unico coi dati delle intossicazioni gravi di sostanze , delle analisi dei sequestri polizieschi e delle analisi sul campo, in strada o durante eventi:
è da quasi 20 anni che lo ripetiamo, e non ci stancheremo finchè non succederà davvero, come in buona parte di Europa già esiste da decenni.

 

mortacci... playmo ha messo un plugin per vedere le visite al nostro sito... impressionanti Visitatore Visita Oggi: 83 868 Ieri: 102 4.075 Last 7 Days (Week): 650 16.724 https://www.facebook.com/events/244572949234172/

Il neonato Collettivo Antipsichiatrico bolognese
vi invita a desinare a XM24 in occasione della proiezione del documentario Matti a Cottimo, nato dal progetto torinese sull’orgoglio matto.
Il ricavato della cena andrà in benefit al Collettivo (spese legali e mediche per persone che ritengono di aver subito abusi da parte della psichiatria).

A seguito della presentazione del documentario con due degli autori: dibattito antipsichiatrico.

Matti a cottimo – Strategie di sopravvivenza è sovrabbondante di parole, nessuna inutile, tutte a esprimere un ‘sè’ che non vuole essere ingabbiato ma soprattutto un ‘noi’ che vuole essere riconosciuto al di là degli schemi ristretti della ‘normalità’.
Tante voci ma due in particolare – di Simone Sandretti e Luca Atzori – a raccontare l’esigenza e l’esperienza sorte intorno al Mad Pride, movimento che rivendica l’orgoglio dei malati psichiatrici e un loro ruolo costruttivo nella società.”

Trailer: https://vimeo.com/121786998

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TORINO MAD PRIDE 2016

Sabato 11 giugno 2016

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

ore 14:00 RITROVO

P.zza Carlo Felice (Porta Nuova FS)

ore 15:00 PARTENZA

Percorso del corteo:

C.so Vittorio Emanuele II – Via Nizza – Via Galliari – P.zza Madama Cristina – Via Madama Cristina – C.so Marconi – C.so Massimo D’Azeglio – Parco del Valentino

Quest’anno la manifestazione dell’orgoglio matto si concentra sulla tematica scottante dell’UTENTE ESPERTO. Cos’è l’UTENTE ESPERTO?

Si tratta di un’idea rivoluzionaria e controversa: ovvero che gli utenti della salute mentale possano, così come è successo per gli utenti delle tossicodipendenze, diventare operatori del loro settore e quindi farsi mediatori ta la psichiatria e i matti. L’esperienza del dolore che i matti conoscono, li rende portatori di un bagaglio emotivo irriproducibile.

ANDREBBE FINALMENTE ISTITUITO.

http://madpridesito.jimdo.com/
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