Il 28 luglio E’ stata approvata in commissione Agricoltura della Camera la bozza del testo di legge per rilanciare la filiera della canapa italiana. Ora il testo passerà al Senato.
Avrebbe tutta l’aria di una buona notizia, in realtà SE RIUSCISSERO A TRAMUTARE IN LEGGI QUESTI DISEGNI, SAREBBE IL PRIMO ECODISATRO DELLA STORIA PERPETRATO CON LA CANAPA.
Per capire meglio pubblichiamo l’analisi approfondita che potete trovare sul sito BioCannabis – innamorati della Canapa, frutto dell’esperienza sul “campo” riguardo la coltivazione della canapa, fuori da qualsiasi gioco di potere, denaro, arrivismo politico e soprattutto per capire dove si sta spostando la partita dei grandi interessi legati alle CENTRALI A BIOMASSE.
CENTRALI A BIOMASSE?
Siamo allarmati da due pericolosi disegni di legge di modifica della attuale normativa sulla coltivazione della canapa in campo agricolo, per le 52 varietà non psicoattive ammesse e incentivate dalla Comunità Europea.
Sono due progetti di legge, uno peggiore dell’altro, uno della Regione Lazio e l’altro della Commissione Agricoltura della Camera.
Sul nostro sito a questo link è visionabile una analisi approfondita e dettagliata delle due PL messe in relazione alla attuale normativa con il commento su come, da agricoltori, vediamo queste proposte e cosa invece necessiterebbe, secondo noi il settore.
Indicazioni su cosa, al contrario di queste proposte, si dovrebbe e potrebbe fare se veramente si volesse far ripartire la coltivazione della canapa, in maniera etica, secondo un altro modello di sviluppo, capace di creare occupazione nel rispetto della vita e dell’ambiente che la circonda.
Fortunatamente ancora C’E’ CHI DICE NO al profitto ad ogni costo sulla pelle e la salute dei cittadini, ai progetti sostenuti e propagandati da falsi ambientalisti e falsi antiproibizionisti che apparentemente parrebbero sostenere la canapa, individuata in queste proposte come la risorsa per produrre la biomassa necessaria alle centrali alimentate in questo modo per l’ottenimento dell’energia elettrica.
C’è addirittura chi incredibilmente propone di depurare i terreni altamente inquinati con la canapa, per poi bruciarla in quelle centrali a biomassa per ottenere energia elettrica.
Non siamo solo contrari a bruciare la biomassa inquinata della canapa utilizzata per fitodepurare in impianti a biomassa, siamo contrari anche a usare comunque la canapa come biomassa da bruciare in quelle centrali, anche se provenisse da terreni agricoli.
Anche se non usata per depurare i siti super inquinati, la canapa è comunque una pianta fitodepuratrice in grado di assorbire dal terreno molto più di altre piante e già i residui dei prodotti usati legalmente in agricoltura convenzionale ne renderebbero dannoso per la salute pubblica questo utilizzo.
Noi siamo contrari a quegli impianti a biomassa, per via delle alte emissioni di micropolveri PM10 e PM2.5, oltre che di idrocarburi policiclici aromatici (PAH), composti organici volatili, monossido di carbonio, ossidi di azoto e di zolfo, tutte sostanze altamente nocive per la salute, normalmente emesse durante la combustione delle biomasse solide.
Figuriamoci quindi cosa verrebbe immesso nell’aria che respiriamo usando come combustibile le piante usate per depurare terreni inquinati da diossine, nitrati, fosfati, clorati, esaclorocicloesano, DDE, DDT, arsenico, cadmio, piombo, mercurio, altri metalli pesanti pesanti ed anche particelle radioattive, come quelle rintracciate nei pressi delle centrali atomiche non più in uso.
Siamo allarmati da questi pericolosi disegni di legge in campo agricolo, uno della Regione Lazio e l’altro della Commissione Agricoltura della Camera, che intendono incentivare la coltivazione della canapa per la produzione della biomassa necessaria a quelle centrali a biomassa che noi invece riteniamo andrebbero chiuse.
Non siamo contrari a disinquinare i terreni con la canapa a patto che poi quella biomassa venga stoccata in siti protetti e mai più immessa in circolo per nessun uso e di seguito proponiamo alcuni link alle forme di resistenza verso questi crimini contro l’ambiente e l’umanità che abita vicino alle centrali a Biomassa.
NO BIOMASSE
NO BIOGAS
SENZA SE E SENZA MA
La mappa dei comitati no inceneritori, no biomasse in Italia, cliccando su una regione appaiono i link alle pagine dei comitati di quella regione:
Ecco invece, nell’esempio del disastro della Valle del Sacco o Valle Latina, la prova di cosa causano quelle logiche del profitto ad ogni costo senza il rispetto dell’ambiente e della salute di chi ci vive, che privilegiano come valore fondamentale gli investimenti finanziari delle industrie invece che la vita.
Qui trovate gli indirizzi aggiornati (sotto la responsabilità dei singoli comitati che li comunicano) dei Comitati di tutta Italia che si battono contro la proliferazione delle (centrali) biogas e biomasse:
https://sites.google.com/site/coordinamentoterrenostre/home/link-1