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AUTOGESTIONE BENE COMUNE
Mercoledì 11 giugno, alle ore 21,
presso la Sala Biagi del Baraccano, in via Santo Stefano 119, Bologna
il Comitato per la Promozione e la Tutela delle Esperienze Sociali Autogestite
si presenta alla cittadinanza.
Sono invitate a partecipare tutti coloro, singole e singoli, collettivi e gruppi informali, associazioni e spazi che riconoscono nelle Esperienze Sociali Autogestite (ESA) una ricchezza comune e credono che la loro esistenza e riproduzione debba essere garantita, oggi e domani. Il Comitato intende tutelare l’esistenza di queste esperienze, sia difendendo gli spazi dove l’autogestione vive attualmente, sia rivendicando l’assegnazione di nuovi spazi dove autogestione, autoproduzione, autorecupero e autoformazione possano esprimersi e crescere. E’ un diritto che rivendichiamo per noi, per le ESA che ancora devono nascere e per quelle che già esistono ma con cui ancora non siamo in relazione: il Comitato è uno strumento e come tale vorremmo fosse il più possibile inclusivo.
Perchè l’autogestione è un bene comune?
Perché è proprio grazie all’autorganizzazione e all’autogestione che diverse esperienze collettive hanno potuto darsi e dare risposte concrete alla generalizzazione della precarietà, dell’impoverimento e alla negazione dei diritti fondamentali, aggravate dalle politiche di austerity. Lo hanno fatto sia attraverso la riappropriazione e l’autorecupero di spazi abbandonati a scopo abitativo, sia sperimentando forme di aggregazione sociale, culturale e politica non mercificate come, ad esempio, le scuole di italiano con i migranti, i festival culturali, i mercatini biologici, le mense popolari, le banche del tempo, i laboratori di artigianato, le consultorie autogestite, i percorsi di autoformazione, le palestre popolari, le ciclofficine.
Perchè un Comitato?
Il riconoscimento dell’assemblea come unico luogo decisionale, il rifiuto della delega e della rappresentanza sono aspetti irrinunciabili delle ESA che non trovano alcun riscontro nelle forme associative verticalmente strutturate, attualmente previste dall’ordinamento. Il Comitato intende costruire una campagna per il riconoscimento di queste esperienze, anche attraverso un processo di innovazione giuridica: le forme di autorganizzazione dal basso non possono più essere forzosamente ricondotte a una “legalità” fatta di bandi, albi, burocrazia, monetarizzazione e profitto.
Perchè l’autogestione é diversa dalla sussidiarietà?
Le amministrazioni, in particolare nel nostro territorio, se da un lato si mostrano incapaci di valorizzare le ESA, dall’altro tentano continuamente di inglobarle all’interno del sistema del cosiddetto “welfare circolare” o “sussidiarietà”. Un sistema dietro il quale, in realtà, si nasconde lo sfruttamento della cooperazione sociale, per fornire a costo zero quei servizi che le istituzioni non sono più in grado e/o non vogliono più garantire. Le amministrazioni non possono pensare di trattare gli spazi autogestiti alla stregua di erogatori di servizi: luoghi di socialità, sportelli medico legali, occupazioni abitative per il diritto alla casa continueranno sempre a resistere al tentativo di essere regolamentati entro forme che non ne riconoscono la natura: una natura che è e rimarrà innanzitutto conflittuale rispetto a questo sistema. L’obiettivo delle ESA, infatti, non è quello di erogare servizi ma di costruire spazi comuni di autodeterminazione.
In questi ultimi mesi viene minacciato di sgombero un altro storico Spazio pubblico Autogestito bolognese, Atlantide, a cui continueremo a offrire la nostra massima solidarieta’ sostenendo e promuovendo le attivita’ del Comitato ESA come unica soluzione praticabile per proseguire i nostri percorsi di ricchezza, inclusività sociale e autodeterminazione.
>>> Firma la petizione per Atlantide!!!
>>> Il Lab57 – Alchemica sarà presente a questo importante confronto pubblico rivendicando e difendendo fin dalla sua nascita l’esperienza degli Spazi pubblici Autogestiti come il Livello57 e l’ Ex Mercato 24 (Xm24) senza i quali sarebbe stato impossibile sviluppare e condividere i nostri progetti.
A questo proposito ci sembra doveroso informarvi sulla situazione dello Spazio H.U.B. di via Serra in cui il Lab57 svolge parte delle sue attività con diversi altri progetti sociali.
>>>>>>>>> COMUNICATO STAMPA – Spazio H.U.B. 57 <<<<<<<<<<<<<<<
L’Associazione attualmente intestataria della convenzione con Il Comune di Bologna (scaduta il 31.12.2012) di uno spazio in Via L. Serra 2h – Bologna, denominato HUB57, NON rinnova la convenzione, esce dall’albo delle Libere Forme Associative, si scioglie, per riconoscersi nel percorso del Il Comitato per la promozione e la tutela delle Esperienze Sociali Autogestite.
Delle motivazioni ne parleremo insieme alle diverse realtà, esperienze collettive e individualità che stanno incrociando i loro percorsi a partire dal riconoscimento dell’autogestione come metodo condiviso di organizzazione sociale nell’ASSEMBLEA PUBBLICA – MERCOLEDI 28 MAGGIO ORE 21, presso la Sala Biagi del Baraccano (via Santo Stefano 119, Bologna) dove il Comitato per la Promozione e la Tutela delle Esperienze Sociali Autogestite si presenta alla cittadinanza con un’assemblea pubblica.
Che cos’è HUB?
HUB (Hotte Underground Base) nato nel 2008, è uno spazio attraversato da numerosi progetti che propongono un’idea di aggregazione umana diversa dai modelli imposti da una cultura dominante che risponde solo ad esigenze precise di questo sistema economico. Il progetto di questo spazio, è sempre stato quello di fare da piattaforma di lancio e di sperimentazione di realtà sociali e culturali autogestite, senza scopo di lucro e con obiettivi concreti di cambiamento sul territorio. In questi ultimi 4 anni l’HUB ha ospitato sportelli e iniziative che si sono rivelati essere recettori delle reali condizioni di vita delle persone nel quartiere della Bolognina e nella città intera, sensibilizzando la cittadinanza alla partecipazione e al mutuo aiuto .
firmatari:
Lab57 – Laboratorio antiproibizionista, Momo – Banca del Tempo , Comuni Mappe – Libera Comune Università Bolognina.Condividono questo percorso i seguenti Progetti che hanno attraversato e attraversano lo spazio autogestito HUB – Comitato NO PEOPLE MOVER, Ass. Mutuo soccorso per il diritto di espressione, Asia/USB, Si Cobas, Ross@, Comitato Palestina, XM24.
MANIFESTAZIONE NAZIONALE – STREET PARADE ANTIPROIBIZIONISTA
SABATO 31 MAGGIO 2014 ORE 16 – PIAZZA SANT’ANTONIO – PISA
Per adesioni e maggiori informazioni: canapisa@inventati.org – www.osservatorioantipro.org
APPELLO CANAPISA 2014
“NIENTE SU DI NOI SENZA DI NOI”
Con la cancellazione per illegittimità costituzionale della legge Fini-Giovanardi sulle droghe, è rientrata in vigore la precedente normativa del 1990, la Jervolino-Vassali.
Dopo mezzo secolo di escalation proibizionista, la legge Fini-Giovanardi (dal 2006 al 2014) aveva rappresentato un ulteriore inasprimento delle politiche antidroga e la sua cancellazione fa rivivere le politiche architettate per il contesto culturale degli anni 80-90. Ma dagli anni novanta ad oggi la diffusione delle sostanze è aumentata e non riguarda più solo quei soggetti considerati marginali.
Gli unici ad affermare il contrario sono i rappresentanti del Dipartimento Politiche Antidroga (DPA), organismo istituito ad Hoc nel 2006 dalla legge appena dichiarata incostituzionale e che rimane inspiegabilmente ancora in piedi. Quest’apparato politico travestito da istituto scientifico pretende di dettare la verità assoluta sulle droghe e con i suoi poteri straordinari , conferitigli da una delega governativa, rappresenta il maggior nemico alla liberazione della canapa ed ad un approccio pragmatico, sensato e socialmente condiviso delle politiche sulle droghe. Dai suoi annunci traspare con chiarezza l’intenzione di perseverare con la linea ultra proibizionista contro i drogati, fondata su concetti come la deterrenza, la repressione, le cure forzate.
L’attuale programma del DPA considera quella delle droghe una questione esclusivamente medica e criminale e promuove l’uso delle droghe legali, come gli psicofarmaci, per “curare” con la forza i drogati.
Da anni ormai il movimento antiproibizionista denuncia l’inutilità e i danni delle politiche repressive contro le persone che usano sostanze, arrivando a parlare di una vera e propria “questione proibizionismo”, in quanto molti dei problemi provenienti dal fenomeno dell’uso di droghe sono da ricondurre principalmente alle politiche antidroga stesse.
Lottando contro il proibizionismo si va a toccare una delle più importanti economie del pianeta e vengono a galla molti scheletri nascosti dai quali il fragore della guerra ai drogati vuole distogliere l’attenzione.
Il progetto di una società senza droghe ad ogni costo è un’idea cieca e disumana che cela agli sguardi gli interessi di coloro che ci guadagnano effettivamente.
Le conseguenze nefaste della guerra ai drogati sono sotto gli occhi di tutti e i costi sono di gran lunga superiori ai benefici, che tra l’altro non si capisce nemmeno quali siano. Le uniche conseguenze evidenti sono il sovraffollamento delle carceri, con tutto il loro portato di trattamenti disumani e morti, imponenti blitz nelle scuole, nelle stazioni per poi ritrovare qualche spinello, suicidi , perdita del lavoro e della patente, stigmatizzazione. Le leggi sulle droghe sono la principale causa di carcerazione nel pianeta.
Tanta ferocia sta rendendo i consumi sempre più clandestini e nascosti, ne incrementa di conseguenza i rischi, favorisce la diffusione di relazioni false e ipocrite, fa calare il mistero e rafforza l’ignoranza su di una pratica presente nelle culture umane di ogni tempo e territorio.
Si tratta di una persecuzione di massa, di una caccia alle streghe, di una vera e propria crociata che rafforza il mito trasgressivo della droga: le narcomafie e le compagnie farmaceutiche ringraziano , perché sono le sole a guadagnarci.
La lotta per la liberazione della canapa è l’emblema del movimento antiproibizionista che si batte contro questa infame guerra alle persone. Non c’è più tempo da aspettare, è necessario superare queste colossali ed insopportabili ingiustizie perpetrate dal proibizionismo.
Si tollera e si concedono deroghe per l’emissione nell’ambiente di sostanze inquinanti e velenose per gli esseri umani, per gli animali e i vegetali, mentre c’è tolleranza zero e vengono ridotte a malate e criminali le persone che usano sostanze su loro stesse.
Si pratica e si diffonde nuovamente l’elettroshock considerata una terapia di comprovata efficacia nel disagio mentale, mentre l’apparato proibizionista si accanisce con inaudita violenza verso chi usa cannabis per fini ricreativi e ne ostacola la diffusione dell’uso per fini terapeutici.
Le contraddizioni sono sempre più evidenti e pericolose per la libertà e l’incolumità stessa delle persone. Tutto questo è inaccettabile.
Dopo 14 anni di movimento dalla nascita di Canapisa rimangono pressoché intatti i motivi per lottare contro un tale stato di cose.
Come antiproibizionisti crediamo che le persone siano in grado di autoregolare i propri stili di assunzione quando hanno la possibilità di accedere ad un’informazione libera da pregiudizi, luoghi comuni e discriminazioni. La società deve contribuire alla realizzazione di condizioni ambientali che favoriscano l’autonomia e l’autogestione delle persone invece che contrastarle.
Per un avanzamento culturale, politico e sociale:
-Sosteniamo le pratiche e le esperienze di riduzione dei rischi.
– Sosteniamo i cannabis social club (CSC) a fini medici e ricreativi.
– Contrastiamo la cultura securitaria e la carcerazione di massa. Amnistia subito!
– Contrastiamo la medicalizzazione della società di cui psicofarmaci e elettroshock sono simboli emblematici.
– Consideriamo la canapa come una valida alternativa ecologica nell’ambito medico, alimentare e manifatturiero.
Autorganizzazione e Autoproduzione Unica Soluzione
COLTIVIAMO IL FUTURO ALLA LUCE DEL SOLE, NON UN PASSO INDIETRO!!!!
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
STREET PARADE ANTIPROIBIZIONISTA
SABATO 31 MAGGIO 2014
APPUNTAMENTO ORE 16 – PIAZZA SANT’ANTONIO – PISA
Per adesioni e maggiori informazioni: canapisa@inventati.org – www.osservatorioantipro.org
>>>>>>>>> MAPPA UFFICIALE CANAPISA 2014 e BUS <<<<<<<<<<<
*** LINE UP UFFICIALE DELLA STREETPARADE !
(in ordine casuale )
*CANAPISA CREW “OFFICIAL ” truck :
RootsMilitantHiFi – JuniorKinky – DrDubious – TuShungPeng crew – MarkOne – NicoRoyale – Rastadely & guests
*OFFLABEL-RESISTRANCE truck :
Manu – Offlabel – Giagian PB – Alert – Grouge – Enomys – Barah -Garuda – Jungle Ice -120 cel – Terapeutica – Nino Signal – Omicrontauri & more …
*FREE TAZ truck :
Kimo crew & more(work in progress)
*URBAN TRUCK :
Monkeyman – Molesto Dj – Gaviman – Mirkino Dub – Bugh – Oner Rikisan
> live set : Villasound + RedFaida
*LA CUPA truck:
Bubble Organization – La cupa – Elektrorganizm orkestra
*NOCIVITA’ truck: BassSquad – Jak Keta – Krix -TixUp – RedNoize & more guests.
*TDN :
csoa “terra di nessuno” crew – Genova (work in progress)
*LAB 57 :
Laboratorio di riduzione del danno (Bo)
*Extreme :
Operatori di riduzione del danno (Fi)
VADEMECUM PER LA BUONA RIUSCITA DI CANAPISA 2014
Street parade antiproibizionista nazionale
Canapisa lotta per l’affermazione di una cultura critica e consapevole sull’uso di sostanze psicoattive e per la diffusione di politiche e pratiche di riduzione del danno.
Manifestiamo gioiosamente e festosamente nel rispetto di alcune regole
condivise:
.Teniamo PULITO utilizzando i sacchi della spazzatura(sacchi NERI per i rifiuti indifferenziati, sacchi TRASPARENTI per lattine e bottiglie di vetro e di plastiche) e collaborando nelle pulizie.
.No vetro, No business.
.ACQUA distribuita GRATUITAMENTE.
.Non eccedere nell’uso di bevande ALCOLICHE, in particolare se associate ad altre sostanze.
.In caso di BISOGNO rivolgersi agli operatori dei 2 Camper in STREET o chiamarli al 3484987311.
.Se hai un CANE ricordati di averlo.
.Cooperazione, amore e fratellanza.
PERCORSO STREET 2014
PARTENZA DA PIAZZA SANT’ANTONIO
VIALE BONAINI – PIAZZA GUERRAZZI – LUNGARNO – PONTE DELLA FORTEZZA
LUNGARNO – VIA DEL BORGHETTO – VIA LUSCHI – VIA GIOBERTI – VIA GARIBALDI
ARRIVO IN VIA CANAVARI
Durante il percorso FLASH MOB ANTIPSICHIATRICO.
* DIETRO IL CARCERE DON BOSCO
Performance di fuoco, mercatino artigianale, Elfi, informazione.
CONCLUSIONE DELLA MANIFESTAZIONE A MEZZANOTTE.
NON METTERSI AL VOLANTE SE SI E’ STANCHI, OCCHIO ALLA STRADA.
BUONA CANAPISA 2014 A TUTT*
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Carta dei diritti delle persone che usano sostanze
NIENTE SU DI NOI SENZA DI NOI – Genova 2014
>>> Scarica il Pdf della CARTA-DEI-DIRITTI-DELLE-PERSONE-CHE-USANO-SOSTANZE
Siamo persone che usano o hanno usato sostanze; persone prima di tutto, dotate di dignità e del diritto a condurre un’esistenza libera nelle comunità cui apparteniamo e nel mondo intero.
Siamo persone, che usano sostanze perché riteniamo ciò una scelta, possibile e insindacabile nel rispetto del valore della persona umana.
Noi conduciamo un’esistenza fatta di relazioni e affetti, impegnata sotto il profilo professionale e civico, ma minacciata da norme che tendono a punirci come criminali.
Siamo persone che hanno visto e rischiano di vedere calpestata la propria dignità a causa dello stigma e del pregiudizio.
Siamo persone che hanno subito crimini in nome di una “guerra alla droga” il cui fallimento è palese a livello mondiale. Guerra alla droga che in realtà è una guerra alle persone che ne fanno uso.
Vogliamo che nelle università, nelle scuole, nella società tutta siano prese in considerazione ricerche sociali e scientifiche che trattino il fenomeno dell’uso di sostanze in modo diverso da quelle di chiara impronta proibizionista che ostacolano la convivenza civile, alimentano atteggiamenti d’intolleranza per le diversità, distanze reciproche e disuguaglianze.
Vogliamo impegnarci per favorire un percorso di uscita dall’epoca buia del proibizionismo, le cui conseguenze hanno prodotto e producono alienazione, malattia, stigma e violazione dei diritti umani.
Pensiamo che questo cambiamento culturale possa portare a eliminare o ridurre gli aspetti problematici legati all’assunzione di sostanze, come si è constatato laddove si è adottato un approccio meno repressivo e punitivo come ad esempio quello olandese; in ogni caso riconosciamo il valore e l’importanza dei servizi di riduzione del danno e di prevenzione dei rischi, e ne sosteniamo l’implementazione e la diffusione capillare.
Considerati lo stigma, la discriminazione, la sistematica violazione e privazione della libertà personale che siamo costretti a subire nel nome del proibizionismo; e poiché crimine e violenza sono generati proprio dal paradigma proibizionista, che dietro i precetti morali tutela, di fatto, i profitti delle narcomafie e i molteplici interessi apparentemente legittimi e notoriamente intrecciati con quelli criminali.
Riteniamo non più derogabile il pieno riconoscimento della non punibilità e del non sanzionamento delle persone per l’uso di sostanze e per tutte le condotte che non violino o ledano la libertà altrui e che siano riconducibili all’uso personale o di gruppo.
Riteniamo che nuove e comuni politiche sulle droghe, basate sull’evidenza del fallimento del proibizionismo e ispirate ai diritti, siano ormai una necessità globale.
Per tali motivi, nel novembre 2013, a Napoli, nell’ambito del Seminario nazionale dedicato al ruolo delle persone che usano sostanze e degli operatori pari nella strategia e negli interventi di rdd, promosso dalla Rete Italiana per la Riduzione del Danno ITARDD, con il contributo di alcuni rappresentanti delle drug users union europee abbiamo iniziato a ragionare in merito all’esigenza di percorsi diretti a sviluppare l’attività di advocacy.
In seguito abbiamo rilanciato e reso concreto questo concetto al Convegno nazionale “Sulle orme di Don Gallo”, svoltosi a Genova nel febbraio di quest’anno, con l’inizio della stesura di una Carta dei diritti delle persone che usano sostanze. Questi due importanti appuntamenti hanno dato impulso a un lavoro collettivo che ha coinvolto una rete sempre più ampia costituita da persone impegnate a vari livelli nelle istituzioni e nella società civile, e da differenti realtà, gruppi e associazioni, per affermare la libertà di scelta e l’uguaglianza fra tutti gli esseri umani indipendentemente dall’assunzione di qualunque sostanza.
La presentiamo, invitando tutte e tutti a riconoscersi nei suoi punti e diffonderla.
Sostengono e condividono i principi della Carta:
Comitato Spontaneo Utenti Ser.T. Viale Suzzani, 239 – Milano, Associazione I Ragazzi Della Panchina Onlus – Pordenone, Associazione Isola di Arran – Torino, Indifference Busters – Torino, Indifference Busters – Torino, COBS Piemonte – Torino, Associazione Tipsina – Venezia, PIC – Pazienti Impazienti Cannabis.
Csoa Forte Prenestino – Roma, LAB57 Laboratorio Antiproibizionista – Bologna, ENCOD – European Coalition for Just and Effective Drug Policies, Osservatorio Antipro Canapisa – Pisa, Million Marijuana March Italia, Csoa Terra di Nessuno – Genova, Collettivo Infoshock Csoa Gabrio – Torino, Centro sociale Strike – Roma, Sn.info sportello antiproibizionista – Roma.
ITARDD – Rete Italiana di Riduzione del Danno, Forum Droghe, Associazione Antigone – Roma, Lila Onlus – Lega Italiana per la lotta contro l’Aids, Comunità San Benedetto al Porto – Genova, Associazione Insieme Onlus – Firenze, Associazione Psicologi Senza Frontiere ONLUS, Associazione Culturale Le Oasi – Torino, ITACA Società Cooperativa Sociale – Bergamo, Gesco Consorzio Cooperative Sociali – Napoli, Associazione Mastropietro & C. – Cuorgnè (TO), Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione – Sesto San Giovanni (MI), Cooperativa Il Cammino, NPS Italia Onlus, Donneinrete Onlus.
Per contatti e adesioni scrivere a: carta.assuntori@gmail.com.
Carta dei diritti delle persone che usano sostanze
1 – La ricerca di stati modificati di coscienza è una pratica transculturale che caratterizza le società umane di ogni luogo e tempo attraverso una molteplicità di strumenti e tecniche (deprivazione sensoriale, meditazione, musica, danza, trance, assunzione di sostanze psicoattive, ecc…) che esprimono nella loro ricchezza la profonda interazione tra individuo, società e ambiente circostante. L’assunzione volontaria di sostanze psicoattive per modificare e modulare i propri stati di coscienza appartiene alla sfera delle libertà individuali e come tale esige rispetto, pertanto non è perseguibile, sanzionabile, criminalizzabile né può essere motivo di discriminazione e stigmatizzazione sociale e culturale.
2 – La dignità delle persone e i diritti umani fondamentali sono ineliminabili e inviolabili, indipendentemente dai comportamenti e dalle condizioni di vita dei singoli individui. Nessuna norma o trattamento in contrasto con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani può essere applicato nei confronti di una persona a causa dell’uso di sostanze.
3 – Sancito il fallimento della war on drugs, la riduzione del danno si propone come chiave d’interpretazione degli usi di sostanze psicotrope e quale approccio ottimale a quelli problematici tanto nella gestione quanto nella prevenzione degli stessi.
4 – In generale le persone sono in grado di autoregolare i propri stili di assunzione quando hanno la possibilità di accedere a una informazione libera da pregiudizi, stereotipi e discriminazioni. La società deve contribuire alla realizzazione di condizioni ambientali che favoriscano l’autonomia e l’autogestione delle persone, invece di contrastarle come avviene nel contesto punitivo e proibizionista.
5 – La cessione senza scopo di lucro, così come l’acquisto condiviso e l’uso in comune di sostanze tra maggiorenni, non possono in ogni caso configurare ipotesi di reato penale o illecito amministrativo.
6 – I servizi pubblici rivolti alle persone che ritengono di fare un uso problematico delle sostanze devono garantire la libertà terapeutica e la bassa soglia di accesso, la trasparenza delle informazioni sulle prestazioni disponibili, il coinvolgimento attivo e il protagonismo delle stesse persone nelle scelte e negli obiettivi delle azioni, che non potranno avere, in alcun caso, carattere coercitivo, prevedendo l’astensione dall’uso di sostanze solo come uno degli obiettivi possibili.
Si rivendica il rispetto dei due diritti sanciti dalla “Carta Europea dei diritti del malato” ai punti due e cinque, in altre parole il diritto di accesso ai servizi senza discriminazioni di risorse finanziarie, luogo di residenza, possesso di documenti, tipo di malattia e libertà di scelta della cura, ovvero, ogni trattamento sanitario inclusa l’astensione dallo stesso. Nel rivendicare il diritto e la libertà di scelta della cura, rifiutiamo con fermezza il prevalente paradigma biomedico e le conseguenti risposte medicalizzanti spesso conniventi con le lobby del farmaco, in quanto tendenti a riprodurre meccanismi di etichettamento diagnostico, di cronicizzazione istituzionale e a rinforzare i processi di stigmatizzazione sociale.
7 – L’uso di sostanze non deve costituire un limite al diritto alla salute. La distribuzione gratuita di strumenti per l’uso sicuro (programmi distribuzione/scambio siringhe, distribuzione di naloxone) e il sesso sicuro (preservativi maschili e femminili) sono una misura di salute pubblica che va garantita su tutto il territorio nazionale ed estesa anche all’interno delle carceri. Va facilitato e implementato un sistema di accesso ai trattamenti sostitutivi conforme al principio di sussidiarietà, anche attraverso l’azione dei medici di base e nel completo rispetto della privacy.
Le “stanze per l’uso sicuro” e la distribuzione controllata di eroina, date le sperimentazioni avviate da diverso tempo negli altri paesi europei e delle quali sono stati verificati gli esiti positivi, vanno considerate azioni da implementare anche nel nostro Paese senza l’inutile ostacolo di precetti morali.
8 – Il diritto all’abitare è un diritto fondamentale che non può essere negato a nessuna persona per nessuna ragione e l’assunzione o meno di sostanze non può costituire motivo di discriminazione.
9 – Il diritto a un lavoro regolarmente retribuito deve essere garantito anche quando le persone, che in seguito all’uso di sostanze sperimentano delle problematiche, scelgono volontariamente di intraprendere un percorso di cura che preveda lo svolgimento di una mansione lavorativa o di apprendistato.
10 – Le ASL e i servizi di tutela della salute pubblica devono organizzare servizi di analisi delle sostanze accessibili; va inoltre implementata la diffusione di pratiche e strumenti per il controllo della qualità economicamente alla portata di tutti come i kit cromatografici.
Le persone che usano sostanze hanno in ogni caso il diritto di autorganizzarsi riguardo alla limitazione dei rischi, basandosi sulle proprie esperienze e competenze, seguendo una logica e un approccio di peer support e il diritto di intraprendere azioni finalizzate a reperire le sostanze secondo etiche e criteri condivisi.
11 – I controlli atti a rilevare uno stato alterato, in particolari situazioni in cui potrebbe svilupparsi pericolo per sé o per gli altri, devono essere finalizzati a valutare con metodologie convalidate l’effettiva capacità di svolgere un’azione socialmente rilevante e non a individuare una condotta pregressa o criminalizzare stili di vita. Le modalità di accertamento sull’uso di sostanze alla guida o nei luoghi di lavoro devono pertanto essere adeguate e attendibili: la presenza di metaboliti inattivi nel sangue o nei tessuti riscontrata mediante analisi non può in ogni caso essere motivo di sanzione o limitazione di diritti e libertà, di messa in discussione del posto di lavoro o di discriminazione riguardo all’assunzione.
12 – Non dovrebbe essere vietata la coltivazione di nessuna pianta, cactus o fungo contenente principi attivi dotati di azione psicotropa (effetti psichedelici, stimolanti, sedativi o altri). La coltivazione finalizzata all’uso personale, così come la raccolta di quanto cresce spontaneamente in natura, evita il ricorso al mercato illegale clandestino, che non offre alcuna garanzia dal punto di vista della qualità.
13 – La distribuzione della Cannabis e dei suoi derivati e la coltivazione della stessa devono essere regolamentate partendo dal presupposto che la persona che utilizza sostanze deve essere libera di scegliere il metodo di approvvigionamento che ritiene più idoneo. Va riconosciuto come inalienabile il diritto di ognuna/o a coltivare la cannabis per il proprio uso tanto per fini ricreativi quanto terapeutici.
Va prevista la possibilità di creare associazioni (Cannabis Social Club) e un sistema di deleghe in favore di persona/e di fiducia, qualora l’interessato sia impossibilitato alla coltivazione per vari motivi, o preferisca comunque svolgerla altrove, al fine di garantire in ogni caso il diritto di ottenerla secondo la propria preferenza e applicando la tecnica colturale più idonea. Inoltre per tutte le associazioni o aziende che la producono per conto terzi, vanno previsti standard qualitativi nel rispetto dei dettati dell’agricoltura biologica, da verificare con analisi periodiche certificate.
14 – La Cannabis e i suoi derivati sono già riconosciuti un valido costituente per numerose terapie, tanto in merito ai principi attivi quanto alle varie forme vegetali per l’uso terapeutico (infiorescenze, tinture, estratti oleosi ecc.). Per i pazienti, non solo va garantito l’accesso al farmaco nel pieno rispetto della libertà di cura e a un’eventuale produzione statale o regionale, ma anche la scelta del metodo di approvvigionamento, prevedendo la possibilità dell’auto-coltivazione, dell’appartenenza a un’associazione o della delega a persona di fiducia (vedi punto 12). Vanno inoltre condotte campagne d’informazione per il personale medico.
15 – Gli stili di assunzione e gli effetti di tutte le sostanze sono espressione della complessa interazione tra individuo, ambiente, cultura sociale di appartenenza e sostanza. Per una comprensione più ampia e per affrontare le problematicità connesse agli usi, è indispensabile una pluralità di strumenti e forme d’intervento che rispettino la totalità dell’individuo e la sua volontà.
La psichiatrizzazione dell’uso, che considera l’assunzione di sostanze come una patologia, è riduzionistica e fuorviante; spesso si limita a sostituire le sostanze illegali con altre legali, e può essere pericolosa per l’incolumità e la libertà delle persone, quando si concretizza nell’internamento coatto e nella somministrazione forzata di psicofarmaci.
16 – Nel caso esistano condizioni cliniche tali da non rendere compatibile il diritto alla salute della persona con il regime detentivo, deve essere garantita, come previsto dalla normativa vigente, la possibilità di usufruire di misure alternative. Inoltre, deve essere garantita la continuità delle cure in entrata e in uscita dal carcere e nei trasferimenti verso altri Istituti. Tale diritto va garantito anche nei confronti delle persone che si trovano in stato di fermo o di arresto.
17 – La discriminazione, all’interno di strutture sanitarie, di persone affette da svariate patologie e in particolare da malattie assimilabili a patologie correlate all’uso (HIV, epatite, TBC) costituisce una realtà che è testimoniata ogni giorno dalle persone che la subiscono attraverso le Help line delle Associazioni. Si rende pertanto necessaria e urgente la realizzazione di moduli formativi relativi agli aspetti culturali e deontologici rivolti alle differenti professioni sanitarie coinvolte.
18 – In assenza di fatti che comprovino una palese incapacità genitoriale di persone che usano sostanze, non è possibile revocarne la potestà.
19 – Lo status di straniero presente nel territorio nazionale, in regola o meno con le norme di soggiorno non può essere motivo di discriminazione rispetto all’applicazione della legge in materia di droghe, né costituire un limite all’accesso a servizi e trattamenti come previsto dalla Circolare n. 5 del 2000.
20 – Qualunque sia il luogo in cui la persona che usa sostanze si trova, o qualunque sia il suo stato, di fermo, arresto o detenzione, e qualunque ne sia il motivo e la durata, devono essere adottate misure atte a garantire il rispetto del diritto a non essere sottoposta a tortura, né a trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti. Nessuna violazione di tale diritto può essere ammessa.
21 – I saperi e le esperienze delle persone che usano sostanze, o le hanno usate in passato, costituiscono risorse collettive che i Policy Makers e i Servizi devono riconoscere e valorizzare. Le persone che usano sostanze, come già avviene in molti paesi europei, vogliono e devono essere interpellate e coinvolte nella costruzione delle politiche sulle droghe.
Niente su di noi senza di noi
LATITANZ reunion party: The Beat Machine Strikes back
Sabato 24 maggio
ore 23.00
Csoa Terra Di Nessuno, Genova
12 hours nostop tekno powered by original ltz crew and old friendz…INGRESSO : 5 (n)euro (se li hai pagali che supporti una friendly location, se nn li hai dai quello che puoi senza frantumare i maroni all’ingresso che entri lo stesso)
RESPECT THE OTHERS _ RESPECT THE AREA
Alla serata raccoglieremo le adesioni per il pullman da Genova verso
CANAPISA 2014, street parade antiproibizionista! – 31 Maggio –
Richiesto acconto 10euri, quota totale 25euri.
Per info: 3389642401
Alla serata sarà presente una zona chill out con infopoint su riduzione del danno.
Ci teniamo a ribadire che tutti i membri del collettivo non ricevono alcun compenso, l’intero incasso della serata servirà a finanziare le spese del carro del TdN al Canapisa e alla successiva
Street Parade della città di sotto – Genova del 14 Giugno.
La libertà che troverete in questo spazio è frutto della pratica dell’autogestione, rispettate il posto, il collettivo e chi festeggia con voi.
>>>>>>> Il Lab57 – Alchemica sarà presente a questo evento con la postazione chill-out & info point!! <<<<<<<
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