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Un approfondimento indispensabile

Sabato 2 Marzo 2013
dalle ore 11
EX-Colorificio Liberato Rebeldia
Pisa, in via Montelungo 70

 Sono invitati tutti , singoli e collettivi, pazienti e impazienti, chiunque sia interessato a dare una svolta dal basso a questa situazione e ad abbracciare il modello dei CSC !

Osservatorio Antiproibizionista Canapisa

Le sostanze psicoattive accompagnano la storia umana fin dall’antichità e i danni di mezzo secolo di proibizionismo planetario sono sotto gli occhi di tutti, nonostante i tentativi di occultamento da parte di chi, dietro a“indiscutibili principi ideologici”, contribuisce alla perpetrazione di gravissime violazioni dei diritti umani nei confronti dei consumatori di qualsiasi sostanza considerata illegale. Questo è ciò che hanno fatto le politiche proibizioniste in tutto il pianeta !
Il fallimento è certo, non solo perché non si è raggiunto l’obiettivo di un mondo libero dalle droghe, in origine sancito in seno alle organizzazioni mondiali, ma soprattutto per le conseguenze delle azioni poste in essere dal proibizionismo. Si è man mano assistito al consolidamento e all’accrescimento nel numero delle organizzazioni dedite al narcotraffico (Ma’NdraCa&Co), all’indebolimento delle comunità attraverso la corruzione, agli aumentati problemi di natura sanitaria conseguenti a politiche errate e ad una sempre maggiore diffusione di sostanze utilizzate in maniera inconsapevole ed irresponsabile. Al contempo, la violazione dei diritti umani perpetrata a più livelli ed in maniera differente nelle comunità – ancor più se povere, con maggior ferocia – generata dalle azioni di intelligence e polizia, ha tradito i principi su cui si fondano le organizzazioni mondiali (ONU) e ha invalidato qualsiasi supposta liceità della Guerra alla droga.
L’idea di adottare il Cannabis Social Club (CSC) quale modello per la produzione ed il consumo delle cosiddette droghe leggere va in direzione opposta al proibizionismo. Il CSC si pone l’obiettivo di sperimentare e sviluppare nuove forme e relazioni sociali,di Genuina Qualità, che si tengano alla larga dal narcotraffico, grazie all’autoproduzione consapevole e pacifica.
All’interno del club non circoleranno soldi, al di fuori di quelli necessari al processo di autoproduzione. L’obiettivo è quello di creare un circolo co-operativo dove i pericoli di uso e abuso vengano neutralizzati da tecniche di produzione biologica e da una distribuzione partecipata e condivisa, fondata sulla effettiva necessità dei soci; quest’azione collettiva mira ad accrescere e consolidare elementi di protezione individuale dai molteplici rischi presenti nel mercato nero e nella cultura consumistica.
Sabato 2 Marzo 2013
ore 11
EX-Colorificio Liberato Rebeldia
Pisa, in via Montelungo 70

FreeXpression
MENTI LIBERE CONTRO LA REPRESSIONE
Manifestazione – Corteo – Evento 

22 dicembre – Milano

Il 27 ottobre a Cusago un rave party viene duramente represso con un violento attacco della celere. Il bilancio dell’operazione riporta una ragazza in coma per diversi giorni, un cane ucciso e decine di ragazzi feriti, diversi dei quali gravi, nel sostanziale silenzio dei media, che si sono limitati a riportare il comunicato della questura, si è realizzato uno degli atti di polizia più violenti e insensati degli ultimi anni. L’operazione evidenzia chiare responsabilità della Questura di Milano con l’avallo del DPA (Dipartimento delle Politiche Antidroga del governo), responsabile di una dura politica repressiva e proibizionista. Le violenze di quel giorno, giustificate con motivazioni ipocrite sulla tutela della salute dei partecipanti, hanno avuto il chiaro intento di criminalizzare e reprimere un’esperienza libera ed auto-organizzata.
L’attacco si inquadra in un contesto più ampio di crescita delle azioni repressive, dalle quali si evince chiaramente quale sia la risposta messa in campo dalle istituzioni nella gestione del diffuso clima di conflitto sociale che stiamo respirando in Italia, come in tante altre parti di Europa. In questi mesi si assiste ad un inquietante aumento delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, con cariche a freddo contro persone, siano queste studenti, lavoratori o appartenenti a qualsiasi altro soggetto sociale politicamente attivo, “colpevoli” di manifestare dissenso per le politiche governative o per la difesa dei propri diritti, sgomberi di spazi sociali e di case occupate, perquisizioni, arresti e disparate misure restrittive a carico di attivisti, nel corso di operazioni repressive studiate a tavolino per delegittimare i movimenti di lotta.
Non possiamo accettare questa deriva violenta e autoritaria, in cui lo Stato usa il proprio braccio armato, le forze dell’ordine, ma sempre più spesso anche l’esercito, come in Valsusa, in difesa degli interessi di un sistema  economico che ha dimostrato da tempo la propria inadeguatezza.
E’ in questo scenario che quanto accaduto a Cusago non può restare senza risposta: tutti ci sentiamo chiamati in causa per difendere spazi di libertà, temporanei o stabili, nei quali continuare a coltivare la nostra opposizione al sistema vigente, attraverso lo sviluppo di pratiche controculturali vecchie e nuove, pratiche in cui riconosciamo la nostra alterità rispetto alla mercificazione dell’esistenza che contraddistingue il modello sociale in cui stiamo vivendo.
Riteniamo quindi indispensabile riportare all’attenzione collettiva temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e saperi. 
Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e liberate. 
Sfruttando gli sprechi e l’abbandono ci sottraiamo alle logiche del potere e del profitto, creiamo spazi pubblici di socialità in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra le persone.
In base a questi presupposti si è innescato un percorso di confronto, aperto ed eterogeneo, tra soggetti di tutta Italia che in veste differente hanno a cuore la creazione di nuovi ragionamenti e pratiche comuni: tribe, spazi sociali, singole persone hanno popolato assemblee pubbliche durante le quali si è sancita la necessità di dare una prima forte risposta di piazza a tutte queste esigenze latenti, dando forma anche a interconnessioni tra differenti percorsi politici e sociali.
 
Il 22 dicembre manifesteremo per rivendicare le nostre azioni e denunciare questo clima di tensione attraverso una presenza consapevole nelle strade e nelle piazze, in grado di spezzare il meccanismo recriminatorio che ci circonda e portare la nostra voce e il nostro pensiero. Nel farlo passeremo da luoghi simbolici come il carcere di S.Vittore, spina nel cuore del tessuto urbano milanese, per portare la nostra solidarietà a tutti coloro che subiscono l’oppressione dello stato e far sentire la nostra presenza attraverso la musica.

 

Adesioni (in aggiornamento continuo…):
A.B.U. Corp – Pesaro
Art@Hack
Bass Narp – Torino
Blackquirex – Milano
Blame Society rec. – Brescia
Bodeguita Social – Milano
BUS 31-32 – FR
C.S. Le Boje – Mantova
C.S.O. Rebeldia – Pisa
Doggod – Brescia
DustiNN Crew
F.O.A. Boccaccio – Monza
Family Tek – Roma
Fattoria Crew –
IgnorArt Coll3ctive
Illegal Show Builderz
Illegal Tekno Kaos
Infoshock – Torino
Jihad507
Kernel Panik – Roma
Killanation – Milano
Kimo Sound System –
Lab57 – Bologna
Lapardè – Palermo
Lazzaretto Autogestito – Bologna

Mst – FR
Nameless – Napoli
Noize Soldiers Sound System – Aosta
Officina Tsunami – Bologna
Officina Barabana sistema sonoro
Osservatorio Antiproibizionista – Pisa
Otakon – Varese
Piraty Lab (Pirati Italiani) – Roma
Pyramid Head Music
Powaflowa –
SaboTAZ – Cremona
Souljah Rebel – Milano
Spazio sociale Laboje – Mantova

Tiby Tribe
Troublemakers – Bologna
UrbanKaos –
Xm24 – Bologna

FLYPresidio Aperitivo FreeXpression –
Presentazione della Manifestazione del 22 dicembre
– info – video – Vin brulè – 
PRENOTAZIONE PULLAMAN per milano
per prenotare scrivere a lab57@indivia.net

Mercoledì 19 dicembre
ore 16,00
Piazza Verdi, Bologna

Dopo un percorso assembleare passato per Pisa, Bologna, Milano e Monza nasce un tentativo di coordinamento antirepressivo di realtà autogestite con il nome “Menti Libere”. Prima uscita pubblica del coordinamento sara’ sabato 22 dicembre a Milano, con una manifestazione di denuncia della mattanza di (in cui una ragazza è finita in coma sotto le cariche delle “forze dell’ ordine”), e di tutti i fatti di repressione successi in questto periodo di particolare tensione sociale.

Sabato 22 Dicembre
Concentramento alle ore 14.30 in Piazzale Cairoli
Arrivo  per le 21.30 al carcere S. Vittore

–> vai al percorso della manifestazione

–> Ascolta l’ intervista a Max – Lab 57 Bologna
(Radio Onda d’Urto, Brescia)

FreeXpression [against repression]
Manifestazione contro la repressione
Per le zone autonome e autogestite

Il 27 ottobre a Cusago un rave party viene duramente represso con un violento attacco della celere.
Il bilancio dell’operazione riporta una ragazza in coma per diversi giorni, un cane ucciso e decine di ragazz* feriti, diversi dei quali gravi. Nel sostanziale silenzio dei media, che si sono limitati a riportare il comunicato della questura, si è realizzato uno degli atti di polizia più violenti e insensati degli ultimi anni. L’operazione evidenzia chiare responsabilità da parte della Questura di Milano con l’avallo del DPA (Dipartimento delle Politiche Antidroga), responsabile di una dura politica repressiva e proibizionista. Le violenze di quel giorno, giustificate con motivazioni ipocrite sulla tutela della salute dei partecipanti, hanno avuto il chiaro intento di criminalizzare e reprimere un’esperienza libera ed auto-organizzata.

L’attacco si inquadra in un contesto più ampio di crescita delle azioni repressive, dalle quali si evince chiaramente quale sia la risposta messa in campo dalle istituzioni nella gestione del diffuso clima di conflitto sociale che stiamo respirando in Italia, come in tante altre parti di Europa. In questi mesi si assiste ad un inquietante aumento delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, con cariche a freddo contro persone, siano queste studenti, lavoratori o appartenenti a qualsiasi altro soggetto sociale politicamente attivo, “colpevoli” di manifestare dissenso per le politiche governative o per la difesa dei propri diritti, sgomberi di spazi sociali e di case occupate, perquisizioni, arresti e disparate misure restrittive a carico di attivisti, nel corso di operazioni repressive studiate a tavolino per delegittimare i movimenti di lotta.

Non possiamo accettare questa deriva violenta e autoritaria, in cui lo Stato usa il proprio braccio armato, le forze dell’ordine, ma sempre più spesso anche l’esercito, come in Valsusa, in difesa degli interessi di un sistema economico che ha dimostrato da tempo la propria inadeguatezza.

E’ in questo scenario che quanto accaduto a Cusago non può restare senza risposta: tutt* ci sentiamo chiamati in causa per difendere spazi di libertà, temporanei o stabili, nei quali continuare a coltivare la nostra opposizione al sistema vigente, attraverso lo sviluppo di pratiche controculturali vecchie e nuove, pratiche con cui affermiamo la nostra alterità rispetto alla mercificazione dell’esistenza che contraddistingue il modello sociale in cui stiamo vivendo.

Riteniamo quindi indispensabile riportare all’attenzione collettiva temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e saperi. Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e liberate. Sfruttando gli sprechi e l’abbandono ci sottraiamo alle logiche del potere e del profitto, creiamo spazi pubblici di socialità in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra le persone.

Su questi presupposti si è costruito un percorso di confronto, aperto ed eterogeneo, tra soggetti di tutta Italia che in veste differente hanno a cuore la creazione di nuovi ragionamenti e pratiche comuni: tribe, spazi sociali, singole persone hanno popolato assemblee pubbliche durante le quali si è sancita la necessità di dare una prima forte risposta di piazza a tutte queste esigenze latenti, dando forma anche a interconnessioni tra differenti percorsi politici e sociali.

Il 22 dicembre manifesteremo per rivendicare le nostre azioni e denunciare questo clima di tensione attraverso una presenza consapevole nelle strade e nelle piazze, in grado di spezzare il meccanismo recriminatorio che ci circonda e portare la nostra voce e il nostro pensiero. Il corteo si concluderà con un presidio davanti al carcere di San Vittore, luogo simbolico e spina nel cuore del tessuto urbano milanese, per portare la nostra solidarietà a tutti coloro che subiscono l’oppressione dello stato e far sentire la nostra presenza attraverso la musica.

Concentramento h 14.30 – Piazzale Cairoli
Per info o adesioni: mentilibere@inventati.org

Adesioni

A.B.U. Corp – Pesaro
Art@Hack
Bass Narp – Torino
Blackquirex – Milano
Blame Society rec. – Brescia
Bodeguita Social – Milano
BUS 31-32 – Marseille (FR)
C.S. 28 Maggio – Brescia
C.S. LaBoje – Mantova
C.S.O. Rebeldia – Pisa
C.S.O.A. Xm24 – Bologna
Doggod – Brescia
DustiNN Crew
F.O.A. Boccaccio – Monza
Family tek – Roma
Fattoria Crew
IgnorArt Coll3ctive
Illegal Show Builderz
Illegal Tekno Kaos
Infoshock – Torino
Jihad507
Kernel panik – Roma
Killanation – Milano
Kimo Sound System
Lab57 – Bologna
Lapardè – Palermo
Lazzaretto Autogestito – Bologna
MKN Brigade – Brescia
Nameless – Napoli
Noize Soldiers Sound System – Aosta
Powaflowa – Varese
Officina Tsunami – Bologna
Officina Barabana sistema sonoro – Bologna
Osservatorio Antiproibizionista – Pisa
Otakon – Varese
Piraty Lab (Pirati Italiani) – Roma
Pyramid Head Music
SaboTAZ – Cremona
Souljah rebel – Brianza
Tiby Tribe – Cosenza
Troublemakers – Bologna
UrbanKaos


Assemblea nazionale Antiproibizionista

Sabato 3 novembre 2012
un incontro organizzato da Osservatorioantipro/Canapisacrew
per discutere di antiproibizionismo con varie realta’ esistenti in Italia, un’ occasione di analisi  e confronto su nuove idee e proposte.
**************************************
programma :
ORE 11 ACCOGLIENZA, saluti, presentazioni, valutazioni sull’anno appena trascorso
ORE 13 PRANZO
ORE 15 ASSEMBLEA generale di analisi e progettazione (proposte&idee) per il futuro
ORE 20 CENA
ORE 22 REBEL DUB CLUB djset rootsculture by
Ranking Teo,VibraOne,Brother F,Dziga
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La giornata si svolgerà presso :
EX-COLORIFICIO OCCUPATO “REBELDIA”
via Montelungo, 7 – PISA
I consumatori di sostanze, di fatto, vengono sottoposti a leggi speciali che li rende delle persone di serie B, sono una categoria di persone discriminata la cui vita può valere meno di un cittadino normale, come in un sistema di haparteid.
Di conseguenza gli antiproibizionisti ereditano un grande stigma sociale che discende dalle normative sugli stupefacenti.
Di fatto la questione proibizionismo è totalmente esclusa dallo scenario politico nazionale, lavorare a questo livello è molto difficile, pur ritrovando numerosi politici in parlamento che fanno segretamente uso di droghe.
All’interno degli stessi movimenti sociali al cui interno si consuma più o meno palesemente, spesso non viene presa in considerazione la voce degli antiproibizionisti.
Questa,dove è riuscita ad organizzarsi, ha fatto e fa fatiche enormi nell’abbattimento di pregiudizi sui consumatori di droghe.
Per non parlare di quei pezzi di movimento che, senza ragionare sui mastodontici interessi economici e di potere che ruotano intorno alla vicenda, considera gli antiproibizionisti buoni solo a divertirsi e a fare feste.
Gli attivisti antipro si ritrovano a dover fare di più di altri soggetti al fine di essere considerati credibili politicamente. Come gli ultimi degli ultimi della società, insieme a immigrati e pazzi, si ritrovano a dover lottare più di altri, anche negli ambiti di vita famigliare. È accaduto anche che la questione proibizionista abbia spaccato collettivi, centri sociali e movimenti.
È necessario fare chiarezza.
Gli antiproibizionisti affermano che le responsabilità fondamentali della degenerazione dei contesti dove si usano droghe è dovuto oggi alle politiche proibizioniste con il loro portato di ignoranza, oscurantismo e violenza insensata e sproporzionata, e che l’utilizzo di droghe è un fenomeno storicamente e geograficamente universale, mentre le leggi contro gli stupefacenti sono un’esperienza relativamente recente.
L’avvento della cultura del consumismo, abbinata al proibizionismo planetario made  in USA, ha prodotto pesanti effetti umani, economici e sociali in questo utimo mezzo secolo, favorendo la nascita di modelli di consumo e di stili di vita tendenti all’abuso ed alla dipendenza, in altre parole ad un consumo sfrenato, con il beneplacito ed il profitto delle narcomafie.
Con la censura della libera circolazione delle conoscenze e la repressione del traffico di droghe i governi, d’altro canto, hanno la possibilità di accrescere il loro potere di controllo potendo entrare violentemente nella vita privata di chiunque senza che se ne sappia molto in giro.
In questo quadro non viene lasciato spazio allo sviluppo di una cultura critica e consapevole tra le persone, anzi, con la persecuzione si costringe alla clandestinità o alla marginalità il consumatore di sostanze illegali.
La rete nazionale antiproibizionista deve essere espressione e motore di tale cultura così scomoda e l’assemblea nazionale antiproibizionista un momento di socializzazione e diffusione della cultura antiproibizionista consapevole che dovrà lottare più duramente di altri per vedere affermate nella storia le sue istanze.

 http://osservatorioantipro.org/?page_id=598


Rave e Polizia: quale legalità? 

A Cusago (MI), la polizia sgombera free party con manganelli e lacrimogeni: 50 feriti e 22enne in coma

Dopo un giorno di pausa e di riposo, ci sentiamo in dovere di aggiungere la nostra testimonianza diretta delle ore di violenza insensata quanto gratuita che nostro malgrado abbiamo dovuto subire dalle forze dell’ “ordine” sabato scorso a Cusago, Milano.

– Non eravamo lì per caso. Stavamo tentando di montare la nostra postazione info, chill-out, primo soccorso all’interno di un free party, come facciamo gratuitamente quasi ogni sabato dell’anno da oltre 14 anni a questa parte.
Il Lab57 era stato contattato con largo anticipo mesi prima per questo evento che doveva festeggiare i 10 anni di attività di questa crew, gli Hazard Unitz, che come molti altri gruppi nel nord-centro Italia, responsabilmente si preoccupano della salute e sicurezza di questi eventi auto-organizzati richiedendo l’ intervento di personale preparato a gestire eventi simili.

Purtroppo come è stato brutalmente evidenziato da questa vicenda, l’unica risposta che le istituzioni sono capaci di dare a queste occupazioni temporanee di aree degradate e dismesse, le TAZ, è la repressione proibizionista, poliziesca e violenta, come in questo caso, in quanto ormai da anni le unità di strada istituzionali, hanno progressivamente sospeso ogni intervento nei free party, con rarissime eccezioni.

Per la nuda cronaca di questa nottata di follia vi lasciamo alla lettura del comunicato degli organizzatori, gli Hazard Unitz Crew, appunto, che condividiamo in quanto eravamo presenti prima e dopo la disastrosa irruzione degli agenti antisommossa in un capannone con oltre un migliaio di persone ignare
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1066377/cusago-gli-organizzatori-del-rave-la-polizia-ha-preso-a-calci-una-ragazza-a-terra.shtml

–> ascolta  l’audio della nostra intervista a Radio onda d’urto di Brescia:
http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2012/10/max-su-irruzione-rave.mp3

inoltre sottoscriviamo in pieno il comunicato del Collettivo Infoshock di Torino che collabora col Lab57 stabilmente da tanti anni in questi interventi: Una storia di ordinaria follia
Possiamo e dobbiamo aggiungere dei particolari non irrilevanti per la comprensione dei fatti:
– alle 20.00 di sabato, come spesso avviene purtroppo , ci è stato vietato dai carabinieri appostati sulla strada oltre 1 km prima di entrare nel capannone del rave con la nostra auto, anche se ci eravamo identificati come personale addestrato al primo soccorso e abbiamo mostrato una dichiarazione firmata dal referente del Coordinamento regionale Unità di Strada E.Romagna, che motiva e auspica la nostra presenza in questi contesti,
quindi come altre volte , senza demordere, abbiamo portato a mano per quasi 2 km, il nostro materiale fin dentro il capannone, notando appena fuori dal cancello una squadra di pompieri che tagliava la recinzione della fabbrica  “per agevolare, ci è stato riferito, l’ingresso alle 5-6 camoinette della celere” già presenti sul posto con diverse ambulanze, almeno tre, circostanza inedita che dimostra a scanso di equivoci che lì tutta la macchina poliziesca è arrivata non con l’intenzione di tutelare la salute pubblica, ma per sgomberare in modo violento migliaia di persone che fino a prova contraria non stavano nè disturbando il vicinato, nè erano in pericolo alcuno.

La prova della condotta non violenta dei partecipanti all’ evento musicale era già evidente al nostro arrivo alle spalle del sound, dove tra i mezzi degli organizzatori erano riuniti in un capannello ben visibile con casci blu in mano,manganelli e guanti neri, poliziotti e agenti in borghese, che hanno potuto liberamente aggirarsi tra i capannoni e la folla senza essere nè aggrediti nè insultati.

– la gravità e l’insensatezza dell’ azione dell’irruzione della celere sta proprio qui: sono intervenuti a freddo, tranciando cavi, rompendo luci e frantumando stand alimentari e artigianali senza dare il tempo a quasi un migliaio di persone di evitare lo scontro con gli agenti antisommossa.

– a fatica siamo riusciti a uscire dal capannone buio e pieno di gas lacrimogeno!!!! rallentati dal peso del nostro materiale inidispensabile al nostro lavoro, (tra cui etilometro professionale)  e raccogliendo ragazzi contusi  o inciampati, anche una nostra volontaria è caduta riportando una contusione superficiale a un ginocchio, poi abbiamo dovuto assistere in strada a cariche ripetute degli agenti, con lanci di lacrimogeni persino sui pompieri e sulle ambulanze alle loro spalle, segno di poca lucidità e spregio dell’incolumità dei feriti che si stavano facendo medicare dal 118, in quanto da dietro niente minacciava i reparti schierati, solo la furia cieca di disperdere tutti subito.

– gravissima ci è sembrata inoltre la decisione di non fare entrare le ambulanze dentro la fabbrica, costringendo le decine di feriti e intossicati  a percorrere quasi un chilometro  col le loro gambe, rischiando ulteriori botte… anche la 22enne ora in coma ha dovuto faticare molto per arrivare alle ambulanze, di certo non ha migliorato il quadro clinico dell’emoraggia cerebrale contro cui sta lottando in queste ore.
Detto questo, noi ci chiediamo ORA:
– chi pagherà per tutti questi feriti? per questi danni a sound system, luci e attrezzature devastate, per le bibite rubate dalla celere al banchetto di artigianato che avevano appena devastato per niente? si veda la testimonianza video dei due ragazzi del banchetto
Facciamo nostro l’appello degli Hazard Unitz a denunciare danni e violenze subiti attraverso una causa comune presso un avvocato che presterà assistenza legale gratuita,
questa la sua e-mail: barbara.luceri@ordineavvocatilivorno.it
Non crediamo che la inossibabile impunità dello stato verso lo stato possa cedere di fronte a qualche esposto, ma un pò di ruggine e qualche pugno di sabbia nei suoi ingranaggi riteniamo siano doverosi, se non altro per il risalto mediatico che sta avendo questa vicenda, che ha fatto fallire il tentativo di oscuramento totale dei media main-stream, e forse la prossima volta che una questura si troverà a gestire un altro evento simile, ci sarà qualche timore in più prima di ordinare una nuova mattanza, lo dimostra la polemica clamorosa verso la questura di Milano scatenata poche ore dopo l’accaduto dal SIAP, sindacato provinciale di polizia di Torino, che parla di “incompetenza, irresponsabilità, etc..” di chi ha deciso quella sciagurata irruzione
Per altri articoli e molte testimonianze video e audio si veda:
Al di là di questo singolo episodio drammatico, emerge un attacco violento repressivo sproporzionato nei confronti delle TAZ, di eventi auto-organizzati che sottraggono guadagni e “clienti” alle lobby potenti dei locali, dei club, della musica mainstream, etc…
In questo senso oltre alla evidente responsabilità della questura di Milano, non nuova a episodi di violenza quanto meno discutibile,
emerge la diretta responsabilità del Dipartimento Antidroga del governo, che pone il contrasto alla diffusione dei rave party illegali come una priorità per le forze dell’ordine ogni sabato sera!!
adducendo come motivazione pericoli per la salute dei partecipanti per eccessi nel consumo di sostanze illegali, pericoli reali, beninteso, ma che di sicuro non vengono attenuati da campagna terroristiche informative, repressive e violente, se è vero che dati alla mano le vittime per overdose, incidenti stradali per assunzione di droghe,etc,, non avvengono quasi mai nei rave illegali, ma dentro o nei dintorni dei locali LEGALI, dove si vende, si compra e si consumano tonnellate di sostanze nei corridoi, nei bagni, nei parcheggi, nei privèè e nei night club con tanto di macchine blu di onorevoli e parlamentari parcheggiate fuori, come la cronaca scandalistica e/o giudiziaria ci mostra quotidianamente.
La nostra attività più che decennale dimostra altresì che in eventi auto-organizzati assistiti da equipe preparate alla riduzione dei rischi, i ricoveri per traumi o intossicazioni e le vittime sono assenti o trascurabili, e sfidiamo chiunque a provare il contrario, in tutta Europa si interviene per tutelare la salute dei partecipanti, lo fanno a volte persino gli stessi poliziotti!!!!
La macchina repressiva dello Stato in Italia, invece, spende milioni di denaro pubblico ogni anno per sgominare i rave party illegali, per difendere i guadagni di questa falsa legalità ipocrita, di lobby di locali notturni in mano alla malavita organizzata, di mazzette per avere l’agibilità a locali asfittici senza acqua corrente, locali, pub spesso pieni di macchinette per il gioco d’azzardo, altra DROGA DI STATO, come l’ alcool venduto anche a minorenni, istigati a bere fino a morire di coma etilico, locali che se ci scappa il morto, al massimo chiudono 15 giorni, basta poi accordarsi con qualche agente in borghese per fare qualche arresto di consumator, locali infine dove domina la cultura massificata, sessista, acritica e cialtrona dei VIP del GRANDE FRATELLO, del BUNGA BUNGA, delle Veline del presidente, del “Lei non sa chi sono io…!!.insomma la cultura dell’arrivismo spregiudicato dell’impunità del potere.
Basta buttare via qualche secondo per rendersi conto come lavori senza sosta la macchina del fango mediatica attraverso addirittura l’agenzia giornalistica di riferimento per l’informazione in questo paese: l’Ansa, che cita una nullità musicale come DJ Aneto, star delle discoteche e della TV, contro la DROGA E I RAVE.
Lo Stato a Cusago ha usato tutta la sua violenza repressiva per difendere il suo modello di legalità e di cultura della legalità, una legalità inesistente con la casta ma forte e spietata coi più deboli, che fa arrestare 4 ragazzi per essersi difesi da cariche di poliziotti venuti direttamente dallo stadio, a cui nessuno farà mai analisi tossicologiche per sapere se erano in grado di lavorare davvero, la stessa falsa cultura della legalità che infama una ragazza in coma che sta lottando per la vita, perchè è inciampata “ubriaca”, mentre i ragazzi che hanno reagito alle cariche erano “tutti drogati e fuori di testa”, mentre le immagini e i racconti provano esattamente il contrario.
Forse il vento sta cambiando proprio a partire da questi sintomi di reazione venuti da ragazzini abituati ogni sabato ad essere fermati, perquisiti, insultati e denunciati per aver invaso proprietà degradate e dimenticate dal profitto e dai loro proprietari, che se ne ricordano solo per firmare sotto ricatto delle questure ordini di sgombero spesso insensati, forse una reazione si sta auto-organizzando, mentre le multinazionali e le banche aumentano i loro profitti affamando le masse, la polizia reprime qualsiasi forma culturale e sociale di auto-organizzazione alternativa al sistema, forse qualcosa si sta muovendo tra i social networks con decine di chiamate locali e nazionali per manifestazioni a difesa dei diritti di espressione, per sostenere le vittime di un potere ormai privo di legittimità.
Si veda anche l’ottimo articolo dell ‘amico Paolo Sollecito:
“I rave non sono un “atto di guerra”
Lab57 Achemica, Bologna

Appuntamento il 23 Giugno
ore: 14.00 Piazza Dante , Napoli

Il percorso è lungo 3,0 KM
Si parte da piazza Dante, si passa per P.zza Carità – P.zza Matteotti – P.zza Municipio – P.zza Plebiscito e si arriva sul lungomare in via Nazario Sauro.
–> vedi la mappa del percorso

Porta la tua voce, il tuo corpo e la tua musica….. Attraverseremo la città seminando dissenso!!!

Il Lab57 – Alchemica sarà presente a questo evento col suo inconfondibile camper!!

Adesioni:

c.s.o.a. Officina 99 – Lab- Occ. SKA
Radio di Massa – Collettivo Operatori Sociali (NA)
Infoshock Gabrio Torino – Lab 57 Bologna
Osservatorio Antiproibizionista Pisa – Canapisa Crew
c.s.o.a. Tempo Rosso – Gente Negativa
Quebradeira – Nameless sound system
2Step – Irie Bus – Cane sciolto 73
Weststraat – Sick Enough T

–> Dai la tua adesione politica: LEGGI e FIRMA L’ APPELLO!!

Quanto affermato lo scorso anno dalla Global Commission on Drug Policy con grandi titoli sui giornali era in realtà già chiaro per milioni di consumatori, operatori sociali, semplici cittadini dotati di senso critico!
Ma mentre in alcuni paesi (vedi Spagna e California) si sperimentano con successo i primi passi di un doveroso cambio di rotta legislativo e culturale, in Italia la politica nei confronti delle sostanze rimane quella unicamente repressiva stabilita dalla legge Fini-Giovanardi, che troppe persone hanno già sperimentato con gravi conseguenze sulla propria vita e su quella dei propri cari.

Severe pene detentive ed amministrative, abolizione della distinzione tra droghe “leggere” e “pesanti” ai fini della punibilità, equiparazione dei Ser.T. alle strutture private autorizzate dal Servizio sanitario nazionale, con la conseguente nascita di un “business della disintossicazione” ed una prima forma di carcere privato: sono questi alcuni dei provvedimenti più odiosi di questa legge che si sono abbattuti a pioggia sui consumatori, criminalizzati e spinti ai margini della società attraverso sanzioni che ne limitano le libertà fondamentali. Allo stesso tempo questa legge liberticida fallisce nei suoi obiettivi principali: ovvero nel combattere la criminalità organizzata, che sull’illegalità delle sostanze continua a costruire la propria fortuna, e nel porre un freno al consumo, la cui diffusione è invece in continuo aumento in ogni ambito della società.

Quello che però nessuno dice è che si tratta spesso di un consumo saltuario, a scopo ricreativo e privo di particolari conseguenze negative, la cui esistenza non è tuttavia contemplata in alcun modo all’interno del sistema legislativo vigente, che esclude di fatto anche la semplice possibilità di un modello di consumo virtuoso o quantomeno alternativo a quello strutturato attorno a concetti quali dipendenza, sofferenza, morte.

Il legame con la criminalità organizzata, l’emarginazione sociale, la dipendenza, i danni psicofisici sono tutti frutto di una politica sulle sostanze assolutamente inadeguata ed ideologica, che costringe chi fa uso di sostanze ad aderire ad un modello di consumo che è nei fatti quello imposto dalle narcomafie e regolato unicamente dalla logica del profitto, producendo generazioni di consumatori inconsapevoli che assumono sostanze di dubbia qualità con gravi danni per la salute e finanziando la criminalità organizzata, con le relative conseguenze in termini di costi sociali.

Noi antiproibizionist* pretendiamo:

  • L’immediata abolizione delle assurde leggi che vietano l’uso, la coltivazione e la cessione di cannabis, della quale la scienza ha più volte attestato la non tossicità e le diverse possibilità di uso positivo in ambito ricreativo, farmaceutico, industriale ed energetico;
  • L’immediata depenalizzazione dell’uso di tutte le sostanze, rifiutando la logica consumatore = tossico = spacciatore che ha prodotto e ancora produce solo emarginazione sociale e affollamento delle carceri;

come primo e doveroso passaggio in vista di un radicale ripensamento della legislazione in materia, che possa considerare la questione delle sostanze da un punto di vista scientifico e culturale anziché ideologico, decretandone la completa legalizzazione sostenuta da una massiccia campagna informativa, allo scopo di ottenere:

  • LA FINE DEL NARCOTRAFFICO E DEL COMMERCIO ILLEGALE DI SOSTANZE CHE ARRICCHISCE LE MAFIE
  • UNA EFFETTIVA TUTELA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI ATTRAVERSO UN CONTROLLO DELLA FILIERA PRODUTTIVA
  • LA FINE DELLA CRIMINALIZZAZIONE / EMARGINAZIONE / ACCOSTAMENTO DEI CONSUMATORI AL MONDO DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
  • UN NOTEVOLE RISPARMIO ECONOMICO DA REINVESTIRE IN SERVIZI SOCIALI PER I CITTADINI

RILANCIAMO LA BATTAGLIA ANTIPROIBIZIONISTA A NAPOLI E IN ITALIA INVITANDO TUTTE LE REALTA’ SOCIALI E DI MOVIMENTO ED I SEMPLICI CITTADINI AD UNA STREET PARADE DANZANTE CHE ATTRAVERSERA’ LA CITTA’ IL GIORNO 23 GIUGNO 2012, PER METTERE A TACERE CON IL RUMORE DELLA NOSTRA ESISTENZA ED IL SUONO DELLA NOSTRA MUSICA LA VOCE DELL’IPOCRISIA PROIBIZIONISTA CHE IN ITALIA SI FA LEGGE!

CONTRO OGNI DIPENDENZA
CONTRO LA REPRESSIONE DEI CONSUMATORI
CONTRO OGNI FORMA DI CARCERE, SIA PUBBLICO CHE PRIVATO

PER LA LEGALIZZAZIONE IMMEDIATA DI CANNABIS E DERIVATI
PER LA DEPENALIZZAZIONE IMMEDIATA DELL’USO DI TUTTE LE SOSTANZE

PER UN CONSUMO CRITICO E CONSAPEVOLE E SVINCOLATO DALLA LOGICA DEL MERCATO E DEL PROFITTO

Il Lab57 – Alchemica sarà presente Domenica 15 aprile all’
ASSEMBLEA NAZIONALE realtà antiproibizioniste al Centro sociale Terra di Nessuno.

E’ ora di piantarla!

In dettaglio gli appuntamenti:

Sabato 14 aprile

– dalle 16 alle 19 presidio antiproibizionista con interventi, musica e live freestyle rap in piazza Matteotti, Genova

– dalle 21 festa della semina al centro con banchetti informativi, concerti di “Vito e le orchestrine”, “Entroterra roots” e a seguire djset con Papa Paul + Rankin’Fabio, Mr Brown + Dj Todd
Centro sociale Terra di Nessuno
Via Bartolomeo Bianco 4, Genova

Domenica 15 aprile

– ore 14.30
ASSEMBLEA NAZIONALE realtà antiproibizioniste

– ore 20.30
presentazione e proiezione del film “L’era legale”
presenti il regista Enrico Caria e il musicista Aldo De Scalzi.

Centro sociale Terra di Nessuno
Via Bartolomeo Bianco 4, Genova

Autoproduciamo Cannabis e Cultura!
Sono ormai 14 anni che il Csa Terra di Nessuno propone la Festa della Semina. Un evento che riteniamo dovrebbe essere alla stessa stregua della festa per la mietitura del grano, della vendemmia, festa per un gesto naturale come quello i seminare liberamente una pianta.
Una pianta come la canapa, utilizzata da millenni e riconosciuta con proprietà terapeutiche persino nel nostro paese. Ribadiremo anche in questa occasione il diritto all’autodeterminazione e a poter coltivare questa pianta, continuando a denunciare le morti, gli arresti e i danni causati quotidianamente dalle narco-mafie e dalla nostra legislazione, a comuni cittadini, magari anche malati, solo perché consumatori e/o autocoltivatori. Come il Csa Terra di Nessuno che da quasi 15 anni, pratichiamo autoproduzione e rivendichiamo il diritto ad un uso ludico e terapeutico! Ben consapevoli che questa cultura sta fuori dai giochi di potere o interessi elettorali che ci hanno impedito di poter realizzare la “Festa della semina 2012” in una piazza cittadina. Avremmo voluto, come 10 anni fa riportare questo evento nel cuore della città. Ma non ci fermeremo, scenderemo comunque in piazza Matteotti sabato 14 aprile dalle 16 alle 19 per rivendicare i nostri diritti e seminare nuove speranze!
E’ ora di piantarla!

Csa Terra di Nessuno & Pazienti Impazienti Cannabis

–> Vai al PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT: 10 – 16 MARZO 2012
OCCUPY UNODC (Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite).

–> Leggi il COMUNICATO di Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista

–> Vai al sito di Xm24 per info sull’ evento

Ore 20:00

Aperitivo Antiproibizionista
Presentazione della mobilitazione internazionale

PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT

Venerdì 9 Marzo

10 – 12 am, Conferenza stampa

Cafe Landtmann (Dr. Karl Lueger-Ring 4, Vienna)

Intervengono:

1) Frederik Polak – Paesi Bassi,presidente di Encod

2) František Písařík – Repubblica Ceca, Encod

3) Dr. Kurt Blaas – Austria, Encod

4) Enrico Fletzer – Italia, Encod

5) Patrizia Moretti – Italia, madre di Federico Aldrovandi, una vittima della guerra alle droghe italiana

6) Alessandrio Oria – Italia, ROTOTOM – Festival

7) Dennis Lahey – Paesi bassi, Encod

17 – 20 pm: Presentazione di filmati della serie
Fumare spinelli può essere mortale/Kiffen koennte toedlich sein / To smoke cannabis could be deadly, su omicidi di polizia in Italia.

In seguito: discussione generale

Luogo: (Aula) Hörsaal II, Università di Vienna, Universitätsstrasse 7 fermata metro U-Schottentor

Sabato 10 Marzo

14 – 17 pm Manifestazione ’ Risettiamo la politica sulle droghe ’,da Schwedenplatz al Vienna International Centre

Domenica 11 Marzo

Assemblea degli attivisti ed attiviste. Luogo ed orario presto disponibile

per maggiori informazioni: Tel: +316 3018 2408 (Fredrick Polak)
Website: www.drugpeacefestival.com

Email: office@encod.org

Ore 21:00

–> Proiezione del film “L’ era legale”

di Enrico Caria (2012)

Anno 2020: Napoli è diventata la città più sicura, pulita e moderna del Pianeta. Come è accaduto?
La risposta è in un finto documentario che narra le avventure di Nicolino Amore che, nato poverissimo, diventa Sindaco.
Assistiamo così alla sua buffa ascesa nella Napoli-bene dove all’inizio cerca solo di godersela.
Poi la crisi: Nicolino si rende conto che sta tradendo la sua gente, da sempre vittima di camorra e illegalità.
Però battere la malavita sembra impossibile: i narcos sono troppo ricchi e influenti… ma proprio quando Nicolino sta per arrendersi, una potente “madrina” di camorra, che ha perso l’unico amatissimo figlio per overdose, gli suggerisce la soluzione: legalizzare la droga.Così, distribuendo le droghe gratis e sotto controllo medico, i narcos perdono quell’enorme flusso di denaro con cui compravano tutto, inclusi poliziotti, politici e magistrati. E poco alla volta anche il numero dei drogati, ora trattati non più come criminali ma come dei malati, si riduce…
Detta così sembra una favola… ma siamo o non siamo nel futuro?
Nel mockumentary ci sono poi personaggi veri: autorevoli magistrati antimafia come Pietro Grasso e Vincenzo Macrì, scrittori come Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli, giornalisti come Bill Emmott e Marcelle Padovani, il presidente di Lega Ambiente Francesco Ferrante e Tano Grasso di Libera.
Tutti si esprimono sul fallimento delle politiche proibizioniste.

Ore 22:30

Concerto CACTUS TRUCK

 

JOHN DIKEMAN – sassofono
JASPER STADHOUDERS – chitarra e basso
ONNO GOVAERT – batteria

I Cactus Truck creano una musica sorprendentemente intensa, non solo in termini di volume o velocità, ma attraverso un completo abbandono fisico e psicologico. Nella loro musica è possibile trovare degli accenni al Delta Blues, al primo free jazz, al noise giapponese, alla no wave.
I Cactus Truck risiedono ad Amsterdam e sono stati fondati nel 2010. Si sono già esibiti in molti rinomati locali, tra cui i Bimhuis, SJU Jazzpodium, Worm, ecc. Il musicista John Dikeman è stato recentemente selezionato per il Young VIP Tour 2012 (un premio assegnato a due musicisti ogni anno nei Paesi Bassi). I Cactus Truck, insieme al bassista norvegese Jon Rune Strøm, suoneranno così in tutti i locali jazz più prestigiosi dei Paesi Bassi.
I Cactus Truck hanno lavorato frequentemente con membri degli Ex, inclusi Terrie Ex, Andy Moor, Colin McLean, Ab Baars, Teun Verbruggen, Gerri Jaeger (Knalpot), ed hanno aperto per gli Ex, Thomas Ankersmit, Kevin Drumm, Jackdaw con i Crowbar. Hanno poi collaborato con alcuni dei più eccezionali improvvisatori della scena internazionale (Peter Evans, Joe McPhee, Mike Reed, Wilbert de Joode, Andrew D´Angelo, Noel Redding, ecc.).
http://www.cactustruck.com

 

Comunicato della rete Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista

Sono passati nove anni da quando, nell’Aprile del 2003, andammo in tantissime/i dall’Italia, dal resto d’Europa e del mondo a Vienna in occasione della 40° Conferenza Internazionale dell’Onu sulle droghe. In quei giorni l’ipocrisia proibizionista toccava il culmine: senza crepe e senza nessun ragionevole dubbio nutriva i programmi elettorali delle destre, anche di quelle nostrane.

Mentre noi accerchiavamo il palazzo l’allora ministro degli esteri Gianfranco Fini era presente per annunciare il varo di quell’infame legge che tre anni dopo verrà approvata grazie al sostegno del diversamente intelligente Giovanardi. Con il ricorso al decretamento d’urgenza ci si è opportunamente adoperati per privarla di un doveroso dibattito politico, inserendola tra le norme securitarie in occasione delle olimpiadi invernali di Torino: un paradossale scenario in cui la “neve” necessaria per praticare lo sport ha acquisito, nelle menti distorte dei promotori della legge, il significato dell’espressione gergale che rappresenta.

Quando contrastavamo dal basso l’approvazione della Fini/Giovanardi ciò che ci ripetevamo era che una volta entrata in vigore sarebbero stati gli stessi effetti della famigerata legge a crearne gli anticorpi, a stimolare il dissenso e produrre consapevolezza. Oggi, attraverso vere e proprie pene mascherate con sanzioni amministrative, unite ai controlli su strada e nei posti di lavoro l’ingerenza nelle condotte private delle persone è sotto gli occhi di tutti/e: ne peggiora l’esistenza, aumenta i consumi e non genera sicurezza alcuna.

Anche a livello istituzionale si registrano segnali di un cambiamento di rotta che partono dal Rapporto della Commissione Latino Americana su Droghe e Democrazia di due anni fa per giungere alla più recente Global Commission on Drug Policy; entrambe denunciano senza ombra di dubbio il fallimento delle politiche proibizioniste e la grave violazione dei diritti civili che tali pratiche comportano.

A ottobre 2011 nasce in Italia un nuovo coordinamento antiproibizionista con l’intento di proporre un concetto differente del “problema droga”, che si discosti nettamente dai “dogmi” visionari e farneticanti del Dipartimento Politiche Antidroga di Giovanardi e Serpelloni (quest’ultimo ancora in carica nel governo Monti).

Ai concetti di Potere, Propaganda e Proibizione, attraverso i quali si continua a prospettare una falsa soluzione e si raccolgono reiterati fallimenti, il coordinamento oppone una concezione libera da criminalizzazione e medicalizzazione dei consumi di sostanze accompagnata da reali azioni di riduzione del danno e limitazione dei rischi in una comunità liberata dall’attuale disinformazione proibizionista.

Pensiamo che la depenalizzazione e la conseguente modifica del testo unico in materie di droghe debba essere una priorità immediata. Un atto di rispetto verso chi come Cucchi, Bianzino, Aldrovandi, Ales e tanti altri ha pagato con la vita; un dovere per coloro i quali pagano con il carcere una scelta individuale che merita rispetto e richiede consapevolezza, non la privazione della libertà né l’ingerenza in aspetti privati ed essenziali della propria vita.

La strategia da cui partire per una nuova ed efficace politica sulle droghe deve operare una decostruzione delle retoriche culturali farmacocentriste non solo alla luce del fallimento delle attuali politiche antidroga ma soprattutto a partire dal paradigma sui modelli disciplinari e le forme di controllo, confluite e funzionali alle logiche di un modello globale teso alla permanente ristrutturazione dei cicli di accumulazione, a discapito delle libertà individuali e dei diritti acquisiti.

E’ necessaria la reintroduzione di un approccio alle sostanze basato sulle differenze, non solo delle varie tipologie, ma soprattutto in relazione ai diversi usi che se ne possono fare e ai significati che essi assumono negli individui. La strategia di contrasto ad abusi e dipendenze non può che essere fondata sui pilastri della prevenzione e della riduzione del danno, usando strumenti relazionali e non sanzionatori, ristabilendo un reale principio di non punibilità del consumatore e concependo una normativa tesa al supporto ed alla cura dei consumatori problematici, fuggendo logiche sanitarie istituzionalizzanti nel pieno rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili.

Per noi sono inderogabili concetti fondamentali quali il diritto all’autoproduzione, che garantisce la qualità di una merce e rappresenta un reale meccanismo di riappropriazione teso a restituire dignità e libertà di scelta ai consumatori. Contrapponiamo l’uso medico alla medicalizzazione e all’istituzionalizzazione dei consumatori di sostanze: prassi diffusa che evidenzia come oggi l’uso di sostanze sia considerato, tanto in ambito scientifico quanto in quello culturale, come causa o conseguenza di una patologia.

E’ il momento di riunire le forze per tentare di avanzare e Vienna 2012, dove ogni anno si riunisce l’ONU a marzo per discutere le politiche mondiali sulle droghe, è il luogo in cui possiamo incidere.
Potrebbe essere l’inizio della fine del proibizionismo, la conclusione di un ciclo e il ritorno nel luogo del delitto commesso da altri, per esorcizzarlo e denunciare la grave situazione del nostro paese in cui la dialettica con le istituzioni preposte ottiene un’unica e terribile risposta repressiva.

Lab57   &   Forum Droghe

presentano

Transform Drug Policy Foundation
Dopo la guerra alla droga
Un piano per la regolamentazione legale delle droghe


Con questo appuntamento ci poniamo l’obiettivo di iniziare un percorso pubblico per sollevare in città un confronto laico con gli operatori che lavorano nei servizi, coi consumatori e gli amministratori locali  per trovare soluzioni pratiche e realistiche per la cittadinanza fuori  dai pregiudizi e le falsità  che affollano le pagine dei giornali quando si affronta il tema DROGA, auspicando lo sviluppo di nuove politiche di prossimità e inclusione sociale attivando servizi sociali dove si rivelano necessari, invece di delegare tutto alla repressione indicriminata delle forze dell’ordine.

Attraverso diversi altri incontri, presentazioni e interventi informativi proseguiremo il percorso iniziato il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti umani, con la parata
Canna-bicycle Human Motor 2011
,
all’ interno della mobilitazione nazionale della rete
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista,
che dal 10 al 16 marzo si è data appuntamento a Vienna con tutti gli altri antiproibizionisti Europei, per
OCCUPARE L’ UNODC

(Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite)
.


IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

50 anni dopo il lancio della Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti delle Nazioni Unite nel 1961, la guerra globale alle droghe è fallita, con conseguenze inattese e devastanti a livello mondiale.
E’ aumentato l’uso delle principali droghe proibite,  che sono diventate più economiche e più disponibili che mai, ma  senza quasi alcun controllo sulla qualità. Una stima prudente delle Nazioni Unite calcola che nel mondo vi siano attualmente 250 milioni di consumatori di droghe.
Le droghe illecite costituiscono attualmente la terza industria più redditizia del mondo, subito dopo quella degli alimentari e dei carburanti, con un valore stimato di 450 miliardi di dollari l’anno, e tutto sotto lo stretto controllo della criminalità.
Combattere la guerra alle droghe costa ogni anno ai contribuenti di tutto il mondo miliardi su miliardi. Si calcolano 10 milioni di persone imprigionate in tutto il mondo per delitti legati alle droghe, per la maggior parte “pesci piccoli” – semplici consumatori e piccoli spacciatori.

La corruzione tra i tutori dell’ordine e i politici, in particolare nei paesi produttori e di transito, si è diffusa in maniera esponenziale, la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo sono minacciati dalle conseguenze della guerra alle droghe, come lo sono i diritti umani. Decine di migliaia di persone muoiono nel corso della guerra alle droghe.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, che si è accanita soprattutto sui consumatori, piccoli coltivatori e microcriminalità, mentre ha rafforzato e consolidato il controllo sul territorio delle narcomafie.  Solo nell’ultimo anno ci sono stati 9.298 arresti e 11.905 giorni di reclusione (fonte http://droghe.aduc.it).
Le leggi proibizioniste sono più pericolose delle droghe stesse: uccidono, generano ignoranza e clandestinità, e rendono impossibile qualsiasi controllo sulla qualità delle sostanze in circolazione, con conseguenze gravissime per la salute.

“Quale può essere in concreto un percorso per superare l’ultracentenario regime mondiale di proibizione delle droghe definito dalle Convenzioni delle Nazioni Unite?
Quali sono le opzioni possibili per la regolamentazione legale della produzione, dell’offerta e del consumo di tutte le droghe, illegali e legali? Attraverso quali tappe si deve procedere? Come distinguere fra le varie sostanze?
Il volume di Transform, la fondazione britannica impegnata da anni sul terreno della riforma della politica sulle droghe, ha l’ambizione di rispondere a questi quesiti, offrendo per la prima volta una impalcatura normativa per tutte le sostanze psicoattive ad uso non medico. Con pragmatismo tipicamente anglosassone, gli autori scelgono i mattoni e presentano i plastici di costruzione del nuovo edificio legale che potrebbe sorgere dall’auspicabile «cambio di paradigma». Una riforma ormai inevitabile perché sono molti i segni di crisi della «guerra alla droga»: nonostante l’insistente retorica, imponenti evidenze ne documentano ormai la bancarotta politica, scientifica, etica. Non si tratta di uno scritto di mera testimonianza e neppure, come gli autori amano ribadire, di un testo «radicale ». Al contrario, l’estremismo ideologico è appannaggio dei proibizionisti.
La legalizzazione è un orizzonte possibile, a patto di discuterne con documentazione, discernimento e senza pregiudizi.
Questo libro è un contributo in tal senso.” (tratto dalla presentazione).

Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista

Lab57
Laboratorio Antiproibizionista Bologna

10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…

Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica

Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.

La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.

La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.

A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!

Non solo non si attuano  politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.

Diversamente dalla situazione italiana,  quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.

Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!

Ribellarsi da tutto questo è necessario!

E’ ora di piantarla!

Basta persecuzione!

Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!

Sabato 10 Dicembre 2011

 – ore 15.00 Piazza Nettuno –

partenza  Canna-bicycle Human Motor 2011

– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista

LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna

human-motor.noblogs.org


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