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Cannabis Social Club
Un approfondimento indispensabile
Sabato 2 Marzo 2013
dalle ore 11
EX-Colorificio Liberato Rebeldia
Pisa, in via Montelungo 70
Sono invitati tutti , singoli e collettivi, pazienti e impazienti, chiunque sia interessato a dare una svolta dal basso a questa situazione e ad abbracciare il modello dei CSC !
Osservatorio Antiproibizionista Canapisa
Le sostanze psicoattive accompagnano la storia umana fin dall’antichità e i danni di mezzo secolo di proibizionismo planetario sono sotto gli occhi di tutti, nonostante i tentativi di occultamento da parte di chi, dietro a“indiscutibili principi ideologici”, contribuisce alla perpetrazione di gravissime violazioni dei diritti umani nei confronti dei consumatori di qualsiasi sostanza considerata illegale. Questo è ciò che hanno fatto le politiche proibizioniste in tutto il pianeta !
Il fallimento è certo, non solo perché non si è raggiunto l’obiettivo di un mondo libero dalle droghe, in origine sancito in seno alle organizzazioni mondiali, ma soprattutto per le conseguenze delle azioni poste in essere dal proibizionismo. Si è man mano assistito al consolidamento e all’accrescimento nel numero delle organizzazioni dedite al narcotraffico (Ma’NdraCa&Co), all’indebolimento delle comunità attraverso la corruzione, agli aumentati problemi di natura sanitaria conseguenti a politiche errate e ad una sempre maggiore diffusione di sostanze utilizzate in maniera inconsapevole ed irresponsabile. Al contempo, la violazione dei diritti umani perpetrata a più livelli ed in maniera differente nelle comunità – ancor più se povere, con maggior ferocia – generata dalle azioni di intelligence e polizia, ha tradito i principi su cui si fondano le organizzazioni mondiali (ONU) e ha invalidato qualsiasi supposta liceità della Guerra alla droga.
L’idea di adottare il Cannabis Social Club (CSC) quale modello per la produzione ed il consumo delle cosiddette droghe leggere va in direzione opposta al proibizionismo. Il CSC si pone l’obiettivo di sperimentare e sviluppare nuove forme e relazioni sociali,di Genuina Qualità, che si tengano alla larga dal narcotraffico, grazie all’autoproduzione consapevole e pacifica.
All’interno del club non circoleranno soldi, al di fuori di quelli necessari al processo di autoproduzione. L’obiettivo è quello di creare un circolo co-operativo dove i pericoli di uso e abuso vengano neutralizzati da tecniche di produzione biologica e da una distribuzione partecipata e condivisa, fondata sulla effettiva necessità dei soci; quest’azione collettiva mira ad accrescere e consolidare elementi di protezione individuale dai molteplici rischi presenti nel mercato nero e nella cultura consumistica.
Sabato 2 Marzo 2013
ore 11
EX-Colorificio Liberato Rebeldia
Pisa, in via Montelungo 70
FreeXpression
MENTI LIBERE CONTRO LA REPRESSIONE
Manifestazione – Corteo – Evento
22 dicembre – Milano
Il 27 ottobre a Cusago un rave party viene duramente represso con un violento attacco della celere. Il bilancio dell’operazione riporta una ragazza in coma per diversi giorni, un cane ucciso e decine di ragazzi feriti, diversi dei quali gravi, nel sostanziale silenzio dei media, che si sono limitati a riportare il comunicato della questura, si è realizzato uno degli atti di polizia più violenti e insensati degli ultimi anni. L’operazione evidenzia chiare responsabilità della Questura di Milano con l’avallo del DPA (Dipartimento delle Politiche Antidroga del governo), responsabile di una dura politica repressiva e proibizionista. Le violenze di quel giorno, giustificate con motivazioni ipocrite sulla tutela della salute dei partecipanti, hanno avuto il chiaro intento di criminalizzare e reprimere un’esperienza libera ed auto-organizzata.
L’attacco si inquadra in un contesto più ampio di crescita delle azioni repressive, dalle quali si evince chiaramente quale sia la risposta messa in campo dalle istituzioni nella gestione del diffuso clima di conflitto sociale che stiamo respirando in Italia, come in tante altre parti di Europa. In questi mesi si assiste ad un inquietante aumento delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, con cariche a freddo contro persone, siano queste studenti, lavoratori o appartenenti a qualsiasi altro soggetto sociale politicamente attivo, “colpevoli” di manifestare dissenso per le politiche governative o per la difesa dei propri diritti, sgomberi di spazi sociali e di case occupate, perquisizioni, arresti e disparate misure restrittive a carico di attivisti, nel corso di operazioni repressive studiate a tavolino per delegittimare i movimenti di lotta.
Non possiamo accettare questa deriva violenta e autoritaria, in cui lo Stato usa il proprio braccio armato, le forze dell’ordine, ma sempre più spesso anche l’esercito, come in Valsusa, in difesa degli interessi di un sistema economico che ha dimostrato da tempo la propria inadeguatezza.
E’ in questo scenario che quanto accaduto a Cusago non può restare senza risposta: tutti ci sentiamo chiamati in causa per difendere spazi di libertà, temporanei o stabili, nei quali continuare a coltivare la nostra opposizione al sistema vigente, attraverso lo sviluppo di pratiche controculturali vecchie e nuove, pratiche in cui riconosciamo la nostra alterità rispetto alla mercificazione dell’esistenza che contraddistingue il modello sociale in cui stiamo vivendo.
Riteniamo quindi indispensabile riportare all’attenzione collettiva temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e saperi.
Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e liberate.
Sfruttando gli sprechi e l’abbandono ci sottraiamo alle logiche del potere e del profitto, creiamo spazi pubblici di socialità in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra le persone.
In base a questi presupposti si è innescato un percorso di confronto, aperto ed eterogeneo, tra soggetti di tutta Italia che in veste differente hanno a cuore la creazione di nuovi ragionamenti e pratiche comuni: tribe, spazi sociali, singole persone hanno popolato assemblee pubbliche durante le quali si è sancita la necessità di dare una prima forte risposta di piazza a tutte queste esigenze latenti, dando forma anche a interconnessioni tra differenti percorsi politici e sociali.
Il 22 dicembre manifesteremo per rivendicare le nostre azioni e denunciare questo clima di tensione attraverso una presenza consapevole nelle strade e nelle piazze, in grado di spezzare il meccanismo recriminatorio che ci circonda e portare la nostra voce e il nostro pensiero. Nel farlo passeremo da luoghi simbolici come il carcere di S.Vittore, spina nel cuore del tessuto urbano milanese, per portare la nostra solidarietà a tutti coloro che subiscono l’oppressione dello stato e far sentire la nostra presenza attraverso la musica.
Adesioni (in aggiornamento continuo…):
A.B.U. Corp – Pesaro
Art@Hack
Bass Narp – Torino
Blackquirex – Milano
Blame Society rec. – Brescia
Bodeguita Social – Milano
BUS 31-32 – FR
C.S. Le Boje – Mantova
C.S.O. Rebeldia – Pisa
Doggod – Brescia
DustiNN Crew
F.O.A. Boccaccio – Monza
Family Tek – Roma
Fattoria Crew –
IgnorArt Coll3ctive
Illegal Show Builderz
Illegal Tekno Kaos
Infoshock – Torino
Jihad507
Kernel Panik – Roma
Killanation – Milano
Kimo Sound System –
Lab57 – Bologna
Lapardè – Palermo
Lazzaretto Autogestito – Bologna
Mst – FR
Nameless – Napoli
Noize Soldiers Sound System – Aosta
Officina Tsunami – Bologna
Officina Barabana sistema sonoro
Osservatorio Antiproibizionista – Pisa
Otakon – Varese
Piraty Lab (Pirati Italiani) – Roma
Pyramid Head Music
Powaflowa –
SaboTAZ – Cremona
Souljah Rebel – Milano
Spazio sociale Laboje – Mantova
Tiby Tribe
Troublemakers – Bologna
UrbanKaos –
Xm24 – Bologna
–Presidio Aperitivo FreeXpression –
Presentazione della Manifestazione del 22 dicembre
– info – video – Vin brulè –
PRENOTAZIONE PULLAMAN per milano
per prenotare scrivere a lab57@indivia.net
ore 16,00
Piazza Verdi, Bologna
Dopo un percorso assembleare passato per Pisa, Bologna, Milano e Monza nasce un tentativo di coordinamento antirepressivo di realtà autogestite con il nome “Menti Libere”. Prima uscita pubblica del coordinamento sara’ sabato 22 dicembre a Milano, con una manifestazione di denuncia della mattanza di Cusago (in cui una ragazza è finita in coma sotto le cariche delle “forze dell’ ordine”), e di tutti i fatti di repressione successi in questto periodo di particolare tensione sociale.
Sabato 22 Dicembre
Concentramento alle ore 14.30 in Piazzale Cairoli
Arrivo per le 21.30 al carcere S. Vittore
–> vai al percorso della manifestazione
–> Ascolta l’ intervista a Max – Lab 57 Bologna
(Radio Onda d’Urto, Brescia)
FreeXpression [against repression]
Manifestazione contro la repressione
Per le zone autonome e autogestite
Il 27 ottobre a Cusago un rave party viene duramente represso con un violento attacco della celere.
Il bilancio dell’operazione riporta una ragazza in coma per diversi giorni, un cane ucciso e decine di ragazz* feriti, diversi dei quali gravi. Nel sostanziale silenzio dei media, che si sono limitati a riportare il comunicato della questura, si è realizzato uno degli atti di polizia più violenti e insensati degli ultimi anni. L’operazione evidenzia chiare responsabilità da parte della Questura di Milano con l’avallo del DPA (Dipartimento delle Politiche Antidroga), responsabile di una dura politica repressiva e proibizionista. Le violenze di quel giorno, giustificate con motivazioni ipocrite sulla tutela della salute dei partecipanti, hanno avuto il chiaro intento di criminalizzare e reprimere un’esperienza libera ed auto-organizzata.
L’attacco si inquadra in un contesto più ampio di crescita delle azioni repressive, dalle quali si evince chiaramente quale sia la risposta messa in campo dalle istituzioni nella gestione del diffuso clima di conflitto sociale che stiamo respirando in Italia, come in tante altre parti di Europa. In questi mesi si assiste ad un inquietante aumento delle azioni violente da parte delle forze dell’ordine, con cariche a freddo contro persone, siano queste studenti, lavoratori o appartenenti a qualsiasi altro soggetto sociale politicamente attivo, “colpevoli” di manifestare dissenso per le politiche governative o per la difesa dei propri diritti, sgomberi di spazi sociali e di case occupate, perquisizioni, arresti e disparate misure restrittive a carico di attivisti, nel corso di operazioni repressive studiate a tavolino per delegittimare i movimenti di lotta.
Non possiamo accettare questa deriva violenta e autoritaria, in cui lo Stato usa il proprio braccio armato, le forze dell’ordine, ma sempre più spesso anche l’esercito, come in Valsusa, in difesa degli interessi di un sistema economico che ha dimostrato da tempo la propria inadeguatezza.
E’ in questo scenario che quanto accaduto a Cusago non può restare senza risposta: tutt* ci sentiamo chiamati in causa per difendere spazi di libertà, temporanei o stabili, nei quali continuare a coltivare la nostra opposizione al sistema vigente, attraverso lo sviluppo di pratiche controculturali vecchie e nuove, pratiche con cui affermiamo la nostra alterità rispetto alla mercificazione dell’esistenza che contraddistingue il modello sociale in cui stiamo vivendo.
Riteniamo quindi indispensabile riportare all’attenzione collettiva temi fondanti come autogestione e autoproduzione; riaffermiamo con forza la legittimità delle pratiche di riappropriazione di spazi, tempi e saperi. Rivendichiamo l’attualità dell’occupazione come atto in grado di ridare vita, temporaneamente o in maniera stabile, a zone autonome e liberate. Sfruttando gli sprechi e l’abbandono ci sottraiamo alle logiche del potere e del profitto, creiamo spazi pubblici di socialità in grado di autoregolarsi, sperimentiamo nuove modalità di relazione tra le persone.
Su questi presupposti si è costruito un percorso di confronto, aperto ed eterogeneo, tra soggetti di tutta Italia che in veste differente hanno a cuore la creazione di nuovi ragionamenti e pratiche comuni: tribe, spazi sociali, singole persone hanno popolato assemblee pubbliche durante le quali si è sancita la necessità di dare una prima forte risposta di piazza a tutte queste esigenze latenti, dando forma anche a interconnessioni tra differenti percorsi politici e sociali.
Il 22 dicembre manifesteremo per rivendicare le nostre azioni e denunciare questo clima di tensione attraverso una presenza consapevole nelle strade e nelle piazze, in grado di spezzare il meccanismo recriminatorio che ci circonda e portare la nostra voce e il nostro pensiero. Il corteo si concluderà con un presidio davanti al carcere di San Vittore, luogo simbolico e spina nel cuore del tessuto urbano milanese, per portare la nostra solidarietà a tutti coloro che subiscono l’oppressione dello stato e far sentire la nostra presenza attraverso la musica.
Concentramento h 14.30 – Piazzale Cairoli
Per info o adesioni: mentilibere@inventati.org
Adesioni
A.B.U. Corp – Pesaro
Art@Hack
Bass Narp – Torino
Blackquirex – Milano
Blame Society rec. – Brescia
Bodeguita Social – Milano
BUS 31-32 – Marseille (FR)
C.S. 28 Maggio – Brescia
C.S. LaBoje – Mantova
C.S.O. Rebeldia – Pisa
C.S.O.A. Xm24 – Bologna
Doggod – Brescia
DustiNN Crew
F.O.A. Boccaccio – Monza
Family tek – Roma
Fattoria Crew
IgnorArt Coll3ctive
Illegal Show Builderz
Illegal Tekno Kaos
Infoshock – Torino
Jihad507
Kernel panik – Roma
Killanation – Milano
Kimo Sound System
Lab57 – Bologna
Lapardè – Palermo
Lazzaretto Autogestito – Bologna
MKN Brigade – Brescia
Nameless – Napoli
Noize Soldiers Sound System – Aosta
Powaflowa – Varese
Officina Tsunami – Bologna
Officina Barabana sistema sonoro – Bologna
Osservatorio Antiproibizionista – Pisa
Otakon – Varese
Piraty Lab (Pirati Italiani) – Roma
Pyramid Head Music
SaboTAZ – Cremona
Souljah rebel – Brianza
Tiby Tribe – Cosenza
Troublemakers – Bologna
UrbanKaos
Assemblea nazionale Antiproibizionista
Rave e Polizia: quale legalità?
Dopo un giorno di pausa e di riposo, ci sentiamo in dovere di aggiungere la nostra testimonianza diretta delle ore di violenza insensata quanto gratuita che nostro malgrado abbiamo dovuto subire dalle forze dell’ “ordine” sabato scorso a Cusago, Milano.
Purtroppo come è stato brutalmente evidenziato da questa vicenda, l’unica risposta che le istituzioni sono capaci di dare a queste occupazioni temporanee di aree degradate e dismesse, le TAZ, è la repressione proibizionista, poliziesca e violenta, come in questo caso, in quanto ormai da anni le unità di strada istituzionali, hanno progressivamente sospeso ogni intervento nei free party, con rarissime eccezioni.
Per la nuda cronaca di questa nottata di follia vi lasciamo alla lettura del comunicato degli organizzatori, gli Hazard Unitz Crew, appunto, che condividiamo in quanto eravamo presenti prima e dopo la disastrosa irruzione degli agenti antisommossa in un capannone con oltre un migliaio di persone ignare
http://www.tgcom24.mediaset.
Appuntamento il 23 Giugno
ore: 14.00 Piazza Dante , Napoli
Il percorso è lungo 3,0 KM
Si parte da piazza Dante, si passa per P.zza Carità – P.zza Matteotti – P.zza Municipio – P.zza Plebiscito e si arriva sul lungomare in via Nazario Sauro.
–> vedi la mappa del percorso
Porta la tua voce, il tuo corpo e la tua musica….. Attraverseremo la città seminando dissenso!!!
Il Lab57 – Alchemica sarà presente a questo evento col suo inconfondibile camper!!
Adesioni:
c.s.o.a. Officina 99 – Lab- Occ. SKA
Radio di Massa – Collettivo Operatori Sociali (NA)
Infoshock Gabrio Torino – Lab 57 Bologna
Osservatorio Antiproibizionista Pisa – Canapisa Crew
c.s.o.a. Tempo Rosso – Gente Negativa
Quebradeira – Nameless sound system
2Step – Irie Bus – Cane sciolto 73
Weststraat – Sick Enough T
–> Dai la tua adesione politica: LEGGI e FIRMA L’ APPELLO!!
Quanto affermato lo scorso anno dalla Global Commission on Drug Policy con grandi titoli sui giornali era in realtà già chiaro per milioni di consumatori, operatori sociali, semplici cittadini dotati di senso critico!
Ma mentre in alcuni paesi (vedi Spagna e California) si sperimentano con successo i primi passi di un doveroso cambio di rotta legislativo e culturale, in Italia la politica nei confronti delle sostanze rimane quella unicamente repressiva stabilita dalla legge Fini-Giovanardi, che troppe persone hanno già sperimentato con gravi conseguenze sulla propria vita e su quella dei propri cari.
Severe pene detentive ed amministrative, abolizione della distinzione tra droghe “leggere” e “pesanti” ai fini della punibilità, equiparazione dei Ser.T. alle strutture private autorizzate dal Servizio sanitario nazionale, con la conseguente nascita di un “business della disintossicazione” ed una prima forma di carcere privato: sono questi alcuni dei provvedimenti più odiosi di questa legge che si sono abbattuti a pioggia sui consumatori, criminalizzati e spinti ai margini della società attraverso sanzioni che ne limitano le libertà fondamentali. Allo stesso tempo questa legge liberticida fallisce nei suoi obiettivi principali: ovvero nel combattere la criminalità organizzata, che sull’illegalità delle sostanze continua a costruire la propria fortuna, e nel porre un freno al consumo, la cui diffusione è invece in continuo aumento in ogni ambito della società.
Quello che però nessuno dice è che si tratta spesso di un consumo saltuario, a scopo ricreativo e privo di particolari conseguenze negative, la cui esistenza non è tuttavia contemplata in alcun modo all’interno del sistema legislativo vigente, che esclude di fatto anche la semplice possibilità di un modello di consumo virtuoso o quantomeno alternativo a quello strutturato attorno a concetti quali dipendenza, sofferenza, morte.
Il legame con la criminalità organizzata, l’emarginazione sociale, la dipendenza, i danni psicofisici sono tutti frutto di una politica sulle sostanze assolutamente inadeguata ed ideologica, che costringe chi fa uso di sostanze ad aderire ad un modello di consumo che è nei fatti quello imposto dalle narcomafie e regolato unicamente dalla logica del profitto, producendo generazioni di consumatori inconsapevoli che assumono sostanze di dubbia qualità con gravi danni per la salute e finanziando la criminalità organizzata, con le relative conseguenze in termini di costi sociali.
Noi antiproibizionist* pretendiamo:
- L’immediata abolizione delle assurde leggi che vietano l’uso, la coltivazione e la cessione di cannabis, della quale la scienza ha più volte attestato la non tossicità e le diverse possibilità di uso positivo in ambito ricreativo, farmaceutico, industriale ed energetico;
- L’immediata depenalizzazione dell’uso di tutte le sostanze, rifiutando la logica consumatore = tossico = spacciatore che ha prodotto e ancora produce solo emarginazione sociale e affollamento delle carceri;
come primo e doveroso passaggio in vista di un radicale ripensamento della legislazione in materia, che possa considerare la questione delle sostanze da un punto di vista scientifico e culturale anziché ideologico, decretandone la completa legalizzazione sostenuta da una massiccia campagna informativa, allo scopo di ottenere:
- LA FINE DEL NARCOTRAFFICO E DEL COMMERCIO ILLEGALE DI SOSTANZE CHE ARRICCHISCE LE MAFIE
- UNA EFFETTIVA TUTELA DELLA SALUTE DEI CONSUMATORI ATTRAVERSO UN CONTROLLO DELLA FILIERA PRODUTTIVA
- LA FINE DELLA CRIMINALIZZAZIONE / EMARGINAZIONE / ACCOSTAMENTO DEI CONSUMATORI AL MONDO DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA
- UN NOTEVOLE RISPARMIO ECONOMICO DA REINVESTIRE IN SERVIZI SOCIALI PER I CITTADINI
RILANCIAMO LA BATTAGLIA ANTIPROIBIZIONISTA A NAPOLI E IN ITALIA INVITANDO TUTTE LE REALTA’ SOCIALI E DI MOVIMENTO ED I SEMPLICI CITTADINI AD UNA STREET PARADE DANZANTE CHE ATTRAVERSERA’ LA CITTA’ IL GIORNO 23 GIUGNO 2012, PER METTERE A TACERE CON IL RUMORE DELLA NOSTRA ESISTENZA ED IL SUONO DELLA NOSTRA MUSICA LA VOCE DELL’IPOCRISIA PROIBIZIONISTA CHE IN ITALIA SI FA LEGGE!
CONTRO OGNI DIPENDENZA
CONTRO LA REPRESSIONE DEI CONSUMATORI
CONTRO OGNI FORMA DI CARCERE, SIA PUBBLICO CHE PRIVATO
PER LA LEGALIZZAZIONE IMMEDIATA DI CANNABIS E DERIVATI
PER LA DEPENALIZZAZIONE IMMEDIATA DELL’USO DI TUTTE LE SOSTANZE
PER UN CONSUMO CRITICO E CONSAPEVOLE E SVINCOLATO DALLA LOGICA DEL MERCATO E DEL PROFITTO
Il Lab57 – Alchemica sarà presente Domenica 15 aprile all’
ASSEMBLEA NAZIONALE realtà antiproibizioniste al Centro sociale Terra di Nessuno.
E’ ora di piantarla!
In dettaglio gli appuntamenti:
Sabato 14 aprile
– dalle 16 alle 19 presidio antiproibizionista con interventi, musica e live freestyle rap in piazza Matteotti, Genova
– dalle 21 festa della semina al centro con banchetti informativi, concerti di “Vito e le orchestrine”, “Entroterra roots” e a seguire djset con Papa Paul + Rankin’Fabio, Mr Brown + Dj Todd
Centro sociale Terra di Nessuno
Via Bartolomeo Bianco 4, Genova
Domenica 15 aprile
– ore 14.30
ASSEMBLEA NAZIONALE realtà antiproibizioniste
– ore 20.30
presentazione e proiezione del film “L’era legale”
presenti il regista Enrico Caria e il musicista Aldo De Scalzi.
Centro sociale Terra di Nessuno
Via Bartolomeo Bianco 4, Genova
Una pianta come la canapa, utilizzata da millenni e riconosciuta con proprietà terapeutiche persino nel nostro paese. Ribadiremo anche in questa occasione il diritto all’autodeterminazione e a poter coltivare questa pianta, continuando a denunciare le morti, gli arresti e i danni causati quotidianamente dalle narco-mafie e dalla nostra legislazione, a comuni cittadini, magari anche malati, solo perché consumatori e/o autocoltivatori. Come il Csa Terra di Nessuno che da quasi 15 anni, pratichiamo autoproduzione e rivendichiamo il diritto ad un uso ludico e terapeutico! Ben consapevoli che questa cultura sta fuori dai giochi di potere o interessi elettorali che ci hanno impedito di poter realizzare la “Festa della semina 2012” in una piazza cittadina. Avremmo voluto, come 10 anni fa riportare questo evento nel cuore della città. Ma non ci fermeremo, scenderemo comunque in piazza Matteotti sabato 14 aprile dalle 16 alle 19 per rivendicare i nostri diritti e seminare nuove speranze!
Csa Terra di Nessuno & Pazienti Impazienti Cannabis
–> Vai al PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT: 10 – 16 MARZO 2012
OCCUPY UNODC (Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite).
–> Leggi il COMUNICATO di Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
–> Vai al sito di Xm24 per info sull’ evento
Ore 20:00
Aperitivo Antiproibizionista
Presentazione della mobilitazione internazionale
PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT
Venerdì 9 Marzo
10 – 12 am, Conferenza stampa
Cafe Landtmann (Dr. Karl Lueger-Ring 4, Vienna)
Intervengono:
1) Frederik Polak – Paesi Bassi,presidente di Encod
2) František Písařík – Repubblica Ceca, Encod
3) Dr. Kurt Blaas – Austria, Encod
4) Enrico Fletzer – Italia, Encod
5) Patrizia Moretti – Italia, madre di Federico Aldrovandi, una vittima della guerra alle droghe italiana
6) Alessandrio Oria – Italia, ROTOTOM – Festival
7) Dennis Lahey – Paesi bassi, Encod
17 – 20 pm: Presentazione di filmati della serie
Fumare spinelli può essere mortale/Kiffen koennte toedlich sein / To smoke cannabis could be deadly, su omicidi di polizia in Italia.
In seguito: discussione generale
Luogo: (Aula) Hörsaal II, Università di Vienna, Universitätsstrasse 7 fermata metro U-Schottentor
Sabato 10 Marzo
14 – 17 pm Manifestazione ’ Risettiamo la politica sulle droghe ’,da Schwedenplatz al Vienna International Centre
Domenica 11 Marzo
Assemblea degli attivisti ed attiviste. Luogo ed orario presto disponibile
per maggiori informazioni: Tel: +316 3018 2408 (Fredrick Polak)
Website: www.drugpeacefestival.com
Email: office@encod.org
–> Proiezione del film “L’ era legale”
di Enrico Caria (2012)
Anno 2020: Napoli è diventata la città più sicura, pulita e moderna del Pianeta. Come è accaduto?
La risposta è in un finto documentario che narra le avventure di Nicolino Amore che, nato poverissimo, diventa Sindaco.
Assistiamo così alla sua buffa ascesa nella Napoli-bene dove all’inizio cerca solo di godersela.
Poi la crisi: Nicolino si rende conto che sta tradendo la sua gente, da sempre vittima di camorra e illegalità.
Però battere la malavita sembra impossibile: i narcos sono troppo ricchi e influenti… ma proprio quando Nicolino sta per arrendersi, una potente “madrina” di camorra, che ha perso l’unico amatissimo figlio per overdose, gli suggerisce la soluzione: legalizzare la droga.Così, distribuendo le droghe gratis e sotto controllo medico, i narcos perdono quell’enorme flusso di denaro con cui compravano tutto, inclusi poliziotti, politici e magistrati. E poco alla volta anche il numero dei drogati, ora trattati non più come criminali ma come dei malati, si riduce…
Detta così sembra una favola… ma siamo o non siamo nel futuro?
Nel mockumentary ci sono poi personaggi veri: autorevoli magistrati antimafia come Pietro Grasso e Vincenzo Macrì, scrittori come Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli, giornalisti come Bill Emmott e Marcelle Padovani, il presidente di Lega Ambiente Francesco Ferrante e Tano Grasso di Libera.
Tutti si esprimono sul fallimento delle politiche proibizioniste.
Ore 22:30
Concerto CACTUS TRUCK
JOHN DIKEMAN – sassofono
JASPER STADHOUDERS – chitarra e basso
ONNO GOVAERT – batteria
I Cactus Truck creano una musica sorprendentemente intensa, non solo in termini di volume o velocità, ma attraverso un completo abbandono fisico e psicologico. Nella loro musica è possibile trovare degli accenni al Delta Blues, al primo free jazz, al noise giapponese, alla no wave.
I Cactus Truck risiedono ad Amsterdam e sono stati fondati nel 2010. Si sono già esibiti in molti rinomati locali, tra cui i Bimhuis, SJU Jazzpodium, Worm, ecc. Il musicista John Dikeman è stato recentemente selezionato per il Young VIP Tour 2012 (un premio assegnato a due musicisti ogni anno nei Paesi Bassi). I Cactus Truck, insieme al bassista norvegese Jon Rune Strøm, suoneranno così in tutti i locali jazz più prestigiosi dei Paesi Bassi.
I Cactus Truck hanno lavorato frequentemente con membri degli Ex, inclusi Terrie Ex, Andy Moor, Colin McLean, Ab Baars, Teun Verbruggen, Gerri Jaeger (Knalpot), ed hanno aperto per gli Ex, Thomas Ankersmit, Kevin Drumm, Jackdaw con i Crowbar. Hanno poi collaborato con alcuni dei più eccezionali improvvisatori della scena internazionale (Peter Evans, Joe McPhee, Mike Reed, Wilbert de Joode, Andrew D´Angelo, Noel Redding, ecc.).
http://www.cactustruck.com
Comunicato della rete Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
Sono passati nove anni da quando, nell’Aprile del 2003, andammo in tantissime/i dall’Italia, dal resto d’Europa e del mondo a Vienna in occasione della 40° Conferenza Internazionale dell’Onu sulle droghe. In quei giorni l’ipocrisia proibizionista toccava il culmine: senza crepe e senza nessun ragionevole dubbio nutriva i programmi elettorali delle destre, anche di quelle nostrane.
Mentre noi accerchiavamo il palazzo l’allora ministro degli esteri Gianfranco Fini era presente per annunciare il varo di quell’infame legge che tre anni dopo verrà approvata grazie al sostegno del diversamente intelligente Giovanardi. Con il ricorso al decretamento d’urgenza ci si è opportunamente adoperati per privarla di un doveroso dibattito politico, inserendola tra le norme securitarie in occasione delle olimpiadi invernali di Torino: un paradossale scenario in cui la “neve” necessaria per praticare lo sport ha acquisito, nelle menti distorte dei promotori della legge, il significato dell’espressione gergale che rappresenta.
Quando contrastavamo dal basso l’approvazione della Fini/Giovanardi ciò che ci ripetevamo era che una volta entrata in vigore sarebbero stati gli stessi effetti della famigerata legge a crearne gli anticorpi, a stimolare il dissenso e produrre consapevolezza. Oggi, attraverso vere e proprie pene mascherate con sanzioni amministrative, unite ai controlli su strada e nei posti di lavoro l’ingerenza nelle condotte private delle persone è sotto gli occhi di tutti/e: ne peggiora l’esistenza, aumenta i consumi e non genera sicurezza alcuna.
Anche a livello istituzionale si registrano segnali di un cambiamento di rotta che partono dal Rapporto della Commissione Latino Americana su Droghe e Democrazia di due anni fa per giungere alla più recente Global Commission on Drug Policy; entrambe denunciano senza ombra di dubbio il fallimento delle politiche proibizioniste e la grave violazione dei diritti civili che tali pratiche comportano.
A ottobre 2011 nasce in Italia un nuovo coordinamento antiproibizionista con l’intento di proporre un concetto differente del “problema droga”, che si discosti nettamente dai “dogmi” visionari e farneticanti del Dipartimento Politiche Antidroga di Giovanardi e Serpelloni (quest’ultimo ancora in carica nel governo Monti).
Ai concetti di Potere, Propaganda e Proibizione, attraverso i quali si continua a prospettare una falsa soluzione e si raccolgono reiterati fallimenti, il coordinamento oppone una concezione libera da criminalizzazione e medicalizzazione dei consumi di sostanze accompagnata da reali azioni di riduzione del danno e limitazione dei rischi in una comunità liberata dall’attuale disinformazione proibizionista.
Pensiamo che la depenalizzazione e la conseguente modifica del testo unico in materie di droghe debba essere una priorità immediata. Un atto di rispetto verso chi come Cucchi, Bianzino, Aldrovandi, Ales e tanti altri ha pagato con la vita; un dovere per coloro i quali pagano con il carcere una scelta individuale che merita rispetto e richiede consapevolezza, non la privazione della libertà né l’ingerenza in aspetti privati ed essenziali della propria vita.
La strategia da cui partire per una nuova ed efficace politica sulle droghe deve operare una decostruzione delle retoriche culturali farmacocentriste non solo alla luce del fallimento delle attuali politiche antidroga ma soprattutto a partire dal paradigma sui modelli disciplinari e le forme di controllo, confluite e funzionali alle logiche di un modello globale teso alla permanente ristrutturazione dei cicli di accumulazione, a discapito delle libertà individuali e dei diritti acquisiti.
E’ necessaria la reintroduzione di un approccio alle sostanze basato sulle differenze, non solo delle varie tipologie, ma soprattutto in relazione ai diversi usi che se ne possono fare e ai significati che essi assumono negli individui. La strategia di contrasto ad abusi e dipendenze non può che essere fondata sui pilastri della prevenzione e della riduzione del danno, usando strumenti relazionali e non sanzionatori, ristabilendo un reale principio di non punibilità del consumatore e concependo una normativa tesa al supporto ed alla cura dei consumatori problematici, fuggendo logiche sanitarie istituzionalizzanti nel pieno rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili.
Per noi sono inderogabili concetti fondamentali quali il diritto all’autoproduzione, che garantisce la qualità di una merce e rappresenta un reale meccanismo di riappropriazione teso a restituire dignità e libertà di scelta ai consumatori. Contrapponiamo l’uso medico alla medicalizzazione e all’istituzionalizzazione dei consumatori di sostanze: prassi diffusa che evidenzia come oggi l’uso di sostanze sia considerato, tanto in ambito scientifico quanto in quello culturale, come causa o conseguenza di una patologia.
E’ il momento di riunire le forze per tentare di avanzare e Vienna 2012, dove ogni anno si riunisce l’ONU a marzo per discutere le politiche mondiali sulle droghe, è il luogo in cui possiamo incidere.
Potrebbe essere l’inizio della fine del proibizionismo, la conclusione di un ciclo e il ritorno nel luogo del delitto commesso da altri, per esorcizzarlo e denunciare la grave situazione del nostro paese in cui la dialettica con le istituzioni preposte ottiene un’unica e terribile risposta repressiva.
Lab57 & Forum Droghe
presentano
Transform Drug Policy Foundation
Dopo la guerra alla droga
Un piano per la regolamentazione legale delle droghe
Con questo appuntamento ci poniamo l’obiettivo di iniziare un percorso pubblico per sollevare in città un confronto laico con gli operatori che lavorano nei servizi, coi consumatori e gli amministratori locali per trovare soluzioni pratiche e realistiche per la cittadinanza fuori dai pregiudizi e le falsità che affollano le pagine dei giornali quando si affronta il tema DROGA, auspicando lo sviluppo di nuove politiche di prossimità e inclusione sociale attivando servizi sociali dove si rivelano necessari, invece di delegare tutto alla repressione indicriminata delle forze dell’ordine.
Attraverso diversi altri incontri, presentazioni e interventi informativi proseguiremo il percorso iniziato il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti umani, con la parata
Canna-bicycle Human Motor 2011, all’ interno della mobilitazione nazionale della rete
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista,
che dal 10 al 16 marzo si è data appuntamento a Vienna con tutti gli altri antiproibizionisti Europei, per
OCCUPARE L’ UNODC
(Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite).
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
50 anni dopo il lancio della Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti delle Nazioni Unite nel 1961, la guerra globale alle droghe è fallita, con conseguenze inattese e devastanti a livello mondiale.
E’ aumentato l’uso delle principali droghe proibite, che sono diventate più economiche e più disponibili che mai, ma senza quasi alcun controllo sulla qualità. Una stima prudente delle Nazioni Unite calcola che nel mondo vi siano attualmente 250 milioni di consumatori di droghe.
Le droghe illecite costituiscono attualmente la terza industria più redditizia del mondo, subito dopo quella degli alimentari e dei carburanti, con un valore stimato di 450 miliardi di dollari l’anno, e tutto sotto lo stretto controllo della criminalità.
Combattere la guerra alle droghe costa ogni anno ai contribuenti di tutto il mondo miliardi su miliardi. Si calcolano 10 milioni di persone imprigionate in tutto il mondo per delitti legati alle droghe, per la maggior parte “pesci piccoli” – semplici consumatori e piccoli spacciatori.
La corruzione tra i tutori dell’ordine e i politici, in particolare nei paesi produttori e di transito, si è diffusa in maniera esponenziale, la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo sono minacciati dalle conseguenze della guerra alle droghe, come lo sono i diritti umani. Decine di migliaia di persone muoiono nel corso della guerra alle droghe.
In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, che si è accanita soprattutto sui consumatori, piccoli coltivatori e microcriminalità, mentre ha rafforzato e consolidato il controllo sul territorio delle narcomafie. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 9.298 arresti e 11.905 giorni di reclusione (fonte http://droghe.aduc.it).
Le leggi proibizioniste sono più pericolose delle droghe stesse: uccidono, generano ignoranza e clandestinità, e rendono impossibile qualsiasi controllo sulla qualità delle sostanze in circolazione, con conseguenze gravissime per la salute.
“Quale può essere in concreto un percorso per superare l’ultracentenario regime mondiale di proibizione delle droghe definito dalle Convenzioni delle Nazioni Unite?
Quali sono le opzioni possibili per la regolamentazione legale della produzione, dell’offerta e del consumo di tutte le droghe, illegali e legali? Attraverso quali tappe si deve procedere? Come distinguere fra le varie sostanze?
Il volume di Transform, la fondazione britannica impegnata da anni sul terreno della riforma della politica sulle droghe, ha l’ambizione di rispondere a questi quesiti, offrendo per la prima volta una impalcatura normativa per tutte le sostanze psicoattive ad uso non medico. Con pragmatismo tipicamente anglosassone, gli autori scelgono i mattoni e presentano i plastici di costruzione del nuovo edificio legale che potrebbe sorgere dall’auspicabile «cambio di paradigma». Una riforma ormai inevitabile perché sono molti i segni di crisi della «guerra alla droga»: nonostante l’insistente retorica, imponenti evidenze ne documentano ormai la bancarotta politica, scientifica, etica. Non si tratta di uno scritto di mera testimonianza e neppure, come gli autori amano ribadire, di un testo «radicale ». Al contrario, l’estremismo ideologico è appannaggio dei proibizionisti.
La legalizzazione è un orizzonte possibile, a patto di discuterne con documentazione, discernimento e senza pregiudizi.
Questo libro è un contributo in tal senso.” (tratto dalla presentazione).
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
Lab57
Laboratorio Antiproibizionista Bologna
10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…
Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica
Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.
La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.
In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.
La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.
A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!
Non solo non si attuano politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.
Diversamente dalla situazione italiana, quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.
Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!
Ribellarsi da tutto questo è necessario!
E’ ora di piantarla!
Basta persecuzione!
Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!
Sabato 10 Dicembre 2011
– ore 15.00 Piazza Nettuno –
partenza Canna-bicycle Human Motor 2011
– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista
LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna