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giovanni_serpelloniGiovanni Serpelloni, arrestato per tentata concussione l’ex capo del Dipartimento antidroga di Palazzo Chigi

da Il Fatto Quotidiano 13/5/16

E’ finito agli arresti domiciliari per tentata concussione e turbativa d’asta Giovanni Serpelloni,  capo del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dal 2008 al 2014, medico vicino a Carlo Giovanardi e noto per le sue posizione proibizioniste e intransigenti in fatto di stupefacenti. I fatti contestati riguardano il suo successivo incarico di direttore del Sert, il servizio tossicodipendenze, di Verona, per episodi accaduti tra il 2012 e il 2014. La Guardia di Finanza ha notificato il provvedimento a lui e ad altri due dirigenti dell’Ulss 20: Maurizio Gomma e Oliviero Bosco. Altre tre persone sono indagate per gli stessi reati. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Verona, riguardano l’appalto del software gestionale utilizzato in Sert (i servizi pubblici per le dipendenze) di tutta Italia.

Di Serpelloni e del caso del software contestato si era occupato nei mesi scorsi anche ilfattoquotidiano.it. Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero preteso illegittimamente dalla società assegnataria dell’assistenza e manutenzione del software prima una percentuale sulle somme incassate e successivamente, a nome dell’Ulss 20 ma all’insaputa della direzione generale, 100mila euro a titolo risarcitorio, minacciando la revoca dell’incarico.  Nel corso delle indagini è emerso che la successiva gara sarebbe risultata essere stata turbata, e assegnata, con collusione e mezzi fraudolenti, a una società compiacente; i soci-amministratori risultano a loro volta indagati nel procedimento.

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Questa in sintesi la cronaca giudiziaria, che speriamo metta fine alla lunga lista di disastri dello Zar Anti-Droga in Italia, compagno, anzi camerata, del Senatore Carlo Giovanardi nella folle e tragica Caccia alle Streghe Proibizionista che negli ultimi 10 anni ha provocato decine di migliaia di arresti, morti e miliardi di soldi pubblici sprecati o rubati, come nel caso dell’ esimio professore.

Non riusciamo a gioire pensando alle vittime di questa guerra, agli insulti alle loro famiglie nel nome di una guerra falsa, corrotta e senza nessuna base scientifica, come sempre abbiamo sostenuto.

Vale la pena di ricordare l’inchiesta profetica di Alessandro De Pascale su il manifesto dell’aprile 2014, su appalti per 3 milioni di euro, affidati senza gara e senza valutare altre offerte, agli “amici” veronesi al posto del Cnr, anche per ridurre i dati sul consumo di sostanze in Italia, a beneficio della “loro” legge Fini-Giovanardi, poi cancellata della Consulta perché incostituzionale:

Antidroga, il business delle relazioni politiche

Ora però ci restano le macerie del Dipartimento Antidroga, bloccato dopo Serpelloni, incapace di diramare allerte nazionali ai servizi su sostanze pericolose o letali, proprio a causa di quel software gestionale oggetto dell’ inchiesta bloccato indebitamente da Serpelloni, mentre in Italia si continua a morire nell’ ignoranza Proibizionista senza nessun segnale dal governo omertoso di Renzi, troppo attento ai sondaggi e ai  tornaconti elettorali per occuparsi di chi è ancora in galera per una legge cancellata, per porre fine alla persecuzione dei consumatori di cannabis, senza nessuna base scientifica, depenalizzando finalmente l’uso e la coltivazione ad uso personale, togliendo così un mercato enorme alle Narcomafie.
Qui sotto trovate una rassegna dei falsi studi scientifici e delle costose campagne mediatiche di Serpelloni, grazie ad un articolo su DolcevitaOnline di Aprile 2014:

In memoria di Serpelloni. Una raccolta dei suoi capolavori

LA SCIENZA DEL DPA (come divulgare ricerche condotte e approvate da sé stessi e farle passare per verità). 
Il metodo sviluppato per i dati sui consumi di droga non è certo un’eccezione per Serpelloni, il quale in questi anni si è fatto notare anche per il suo superattivismo editoriale. In soli quattro anni ha fondato una quantità spropositata di siti internet (nel sito del Dpa ne sono citati 15) con nomi come “Cannabis e danni alla salute” e “La strada per una guida sicura”. Ma non solo perché, come rivelato da una inchesta della Lila, Giovanni Serpelloni è anche colui che firma gli articoli pubblicati dall’Italian Journal of Addiction, diretto da Serpelloni stesso, e pubblicato e finanziato dal Dpa, di cui a capo c’era appunto Giovanni Serpelloni. L’Italian Journal of Addiction è la stessa testata che spesso Serpelloni citava come “autorevole pubblicazione scientifica” quando parlava delle sue teorie più bislacche, tipo quella della cannabis che provoca i buchi nel cervello. Insomma, il Dipartimento Antidroga, fa anche ricerca: se la commissiona, se la finanzia, se la giudica e se la pubblica. Una perfetta garanzia di indipendenza scientifica, non trovate?
….

Della Teoria bufala dei buchi nel cervello della cannabis, a noi restano solo i buchi del bilancio dei finanziamenti pubblici, mentre invitiamo a riflettere ed agire di conseguenza a chi in questo buio decennio tra politici, medici, amministratori di servizi pubblici ha avallato e diffuso queste politiche criminali in molti casi usandole per fare carriera.

Noi non dimentichiamo.

Vedi anche:
Serpelloni, i reati e le responsabilità
Proibizionismo. L’arresto dell’ex zar antidroga fa emergere le forzature ideologiche e politiche

di Il Manifesto del

million-marijuana-march-2016-ciaone-la-repubblicaLa censura Proibizionista però non si è  certo fermata di fronte a questo arresto eccellente, guardate infatti cosa sono riusciti a inventarsi riguardo alla grande manifestazione  antiproibizionista di sabato scorso:
Million Marijuna March @ Manifestazione Nazionale StopTTIP, Sabato 7 Maggio, Roma

Pubblichiamo la smentita dal sito degli organizzatori della manifestazione:

 “La Repubblica” delle cazzate: in Piazza dei Cinquecento, la polizia disperde i partecipanti alla Million Marijuana March

Sabato sera, 7 maggio 2016, è apparsa sui siti ADUC Droghe e Roma.Repubblica.it una notizia falsa e priva di fondamento, anche detta “bufala”, che riguarda la Million Marijuana March (Italia).

Sia ADUC che Repubblica affermano, infatti, che «I MILLE» partecipanti al «MARIJUANA DAY» sarebbero stati dispersi dalla polizia, per via di una presunta «MANIFESTAZIONE NON AUTORIZZATA».
>>> leggi tutto l’articolo…

 

 

1gbe7z1H01qap9uuo1_500_zpsfec3e250Buone notizie sul fronte cannabis terapeutica,
no, non e’ uno scherzo di fine estate:

“Marijuana per uso terapeutico. Via libera alla produzione di Stato, a coltivare la cannabis sarà l’esercito italiano
L’Huffington Post
05/09/2014

A prima vista potrà sembrare un paradosso: lo Stato italiano produrrà marijuana. Di più: a produrla sarà l’esercito italiano, nello stabilimento chimico militare di Firenze. A dare la notizia del via libera, questa mattina, è il quotidiano di Torino La Stampa.

Il via libera è stato dato dai ministri della Difesa e della Salute Roberta Pinotti e Beatrice Lorenzin, dopo varie polemiche e rallentamenti. Come spiega La Stampa:

Pinotti (Pd) aveva dato da tempo il suo ok. Lorenzin (Ncd) è stata più prudente, non solo per un approccio culturale diverso: soprattutto perchè le questioni che il suo ministero deve affrontare sono diverse e molto delicate dal punto di vista tecnico. Era stato istituito un tavolo di lavoro dove la questione è stata esaminata anche con l’istituto farmaceutico militare. Adesso, spiegano al dicastero della Salute, sono in via di stesura i protocolli attuativi. A questo punto, non è escluso che entro il 2015 i farmaci cannabinoidi saranno già disponibili nelle farmacie italiane. ……

>>> Leggi tutto l’articolo…..

A questo proposito condividiamo in pieno la dichiarazione di Maria Stagnitta, Presidente di Forum Droghe:
“L’affidamento all’Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze della produzione italiana di marijuana terapeutica è un’ottima notizia. Era ora che si colmasse un ritardo imbarazzante che ha generato disagi e sofferenze per i malati che sinora hanno dovuto affrontare trafile burocratiche indegne di un paese civile, e costi esorbitanti, per garantirsi il diritto alla cura. Del resto questa era già una richiesta del Parlamento italiano: ora è necessario facilitare l’accesso alle cure a base di canapa naturale attraverso la prescrizione del medico di base evitando inutili e costose visite specialistiche e ricoveri ospedalieri. Rimane aperta, nonostante la Ministra Lorenzin, il tema della legalizzazione della canapa a fini ricreativi, sulla scia delle riforme di Uruguay e Colorado.”

 

– Altra buona notizia arriva dalla recente sentenza di assoluzione della Cassazione sulla coltivazione di canapa per autoconsumo (29 luglio 20141), commentata da Franco Corleone per la rubrica di Fuoriluogo su Il Manifesto del 3 settembre 2014:

Una pianta di canapa non è reato

ovviamente è solo una sentenza non vincolante per il nostro sistema giuridico, ora serve  SUBITO la depenalizzazione completa della coltivazione per uso personale:

Una recente sentenza della Cassazione, la numero 33835 del 29 luglio 2014, ha affermato con nettezza che la coltivazione di poche piante di marijuana in un vaso, destinate ad uso esclusivamente personale non costituisce reato secondo quanto previsto dall’art. 73 della legge sulla droga 309/90.

La VI Sezione Penale (presidente Milo, relatore Di Stefano) ha accolto il ricorso del Procuratore generale della Corte d’Appello di Sassari avverso la condanna confermata dalla stessa Corte d’Appello il 7 febbraio 2013 contro P.A. per aver coltivato due piante di canapa indiana.

 

La decisione assume un particolare rilievo perché viene dopo la sentenza della Corte Costituzionale, la 32/2014 che ha annullato l’unificazione del trattamento sanzionatorio per le diverse droghe previsto dalla Fini-Giovanardi e in qualche modo sollecita il Parlamento ad affrontare finalmente un punto controverso che provoca assurde persecuzioni, soprattutto di giovani che amano prodursi la sostanza senza ricorrere al mercato illegale.
…..
>>>Leggi tutto l’articolo……


Inoltre dalla ricerca medica è arrivata una stupenda notizia per la cura dell’ EPATITE C:

“L’epatite C si cura con la cannabis”, parola dei ricercatori del WIT
01/06/2014

L’epatite C è una patologia che ha colpito milioni di persone e per la quale i ricercatori hanno provato per anni a sviluppare un vaccino ed una cura efficace. Oggi sembra che l’attesa sia finita e i pazienti devono ringraziare le virtù curative della cannabis oltre al lavoro dei ricercatori.

La notizia arriva direttamente da un comunicato stampa scritto dal dottor Matt Stone che è a capo del gruppo di ricerca del Wyoming Institute of Technology che si è occupato dello studio: “Il nostro team è lieto di annunciare che, con l’aiuto dei nostri partner farmaceutici, saremo in grado fornire un vaccino efficace per curare l’epatite C entro i prossimi 14-18 mesi e lo dobbiamo tutti alla cannabis“.

>>> Leggi l’articolo su Infoshock Torino…..

 

Lab57   &   Forum Droghe

presentano

Transform Drug Policy Foundation
Dopo la guerra alla droga
Un piano per la regolamentazione legale delle droghe


Con questo appuntamento ci poniamo l’obiettivo di iniziare un percorso pubblico per sollevare in città un confronto laico con gli operatori che lavorano nei servizi, coi consumatori e gli amministratori locali  per trovare soluzioni pratiche e realistiche per la cittadinanza fuori  dai pregiudizi e le falsità  che affollano le pagine dei giornali quando si affronta il tema DROGA, auspicando lo sviluppo di nuove politiche di prossimità e inclusione sociale attivando servizi sociali dove si rivelano necessari, invece di delegare tutto alla repressione indicriminata delle forze dell’ordine.

Attraverso diversi altri incontri, presentazioni e interventi informativi proseguiremo il percorso iniziato il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti umani, con la parata
Canna-bicycle Human Motor 2011
,
all’ interno della mobilitazione nazionale della rete
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista,
che dal 10 al 16 marzo si è data appuntamento a Vienna con tutti gli altri antiproibizionisti Europei, per
OCCUPARE L’ UNODC

(Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite)
.


IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

50 anni dopo il lancio della Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti delle Nazioni Unite nel 1961, la guerra globale alle droghe è fallita, con conseguenze inattese e devastanti a livello mondiale.
E’ aumentato l’uso delle principali droghe proibite,  che sono diventate più economiche e più disponibili che mai, ma  senza quasi alcun controllo sulla qualità. Una stima prudente delle Nazioni Unite calcola che nel mondo vi siano attualmente 250 milioni di consumatori di droghe.
Le droghe illecite costituiscono attualmente la terza industria più redditizia del mondo, subito dopo quella degli alimentari e dei carburanti, con un valore stimato di 450 miliardi di dollari l’anno, e tutto sotto lo stretto controllo della criminalità.
Combattere la guerra alle droghe costa ogni anno ai contribuenti di tutto il mondo miliardi su miliardi. Si calcolano 10 milioni di persone imprigionate in tutto il mondo per delitti legati alle droghe, per la maggior parte “pesci piccoli” – semplici consumatori e piccoli spacciatori.

La corruzione tra i tutori dell’ordine e i politici, in particolare nei paesi produttori e di transito, si è diffusa in maniera esponenziale, la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo sono minacciati dalle conseguenze della guerra alle droghe, come lo sono i diritti umani. Decine di migliaia di persone muoiono nel corso della guerra alle droghe.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, che si è accanita soprattutto sui consumatori, piccoli coltivatori e microcriminalità, mentre ha rafforzato e consolidato il controllo sul territorio delle narcomafie.  Solo nell’ultimo anno ci sono stati 9.298 arresti e 11.905 giorni di reclusione (fonte http://droghe.aduc.it).
Le leggi proibizioniste sono più pericolose delle droghe stesse: uccidono, generano ignoranza e clandestinità, e rendono impossibile qualsiasi controllo sulla qualità delle sostanze in circolazione, con conseguenze gravissime per la salute.

“Quale può essere in concreto un percorso per superare l’ultracentenario regime mondiale di proibizione delle droghe definito dalle Convenzioni delle Nazioni Unite?
Quali sono le opzioni possibili per la regolamentazione legale della produzione, dell’offerta e del consumo di tutte le droghe, illegali e legali? Attraverso quali tappe si deve procedere? Come distinguere fra le varie sostanze?
Il volume di Transform, la fondazione britannica impegnata da anni sul terreno della riforma della politica sulle droghe, ha l’ambizione di rispondere a questi quesiti, offrendo per la prima volta una impalcatura normativa per tutte le sostanze psicoattive ad uso non medico. Con pragmatismo tipicamente anglosassone, gli autori scelgono i mattoni e presentano i plastici di costruzione del nuovo edificio legale che potrebbe sorgere dall’auspicabile «cambio di paradigma». Una riforma ormai inevitabile perché sono molti i segni di crisi della «guerra alla droga»: nonostante l’insistente retorica, imponenti evidenze ne documentano ormai la bancarotta politica, scientifica, etica. Non si tratta di uno scritto di mera testimonianza e neppure, come gli autori amano ribadire, di un testo «radicale ». Al contrario, l’estremismo ideologico è appannaggio dei proibizionisti.
La legalizzazione è un orizzonte possibile, a patto di discuterne con documentazione, discernimento e senza pregiudizi.
Questo libro è un contributo in tal senso.” (tratto dalla presentazione).

Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista

Lab57
Laboratorio Antiproibizionista Bologna

VALORI NUTRIZIONALI DEI SEMI DI CANAPA SATIVA
Nessun alimento vegetale può essere paragonato ai semi di canapa per quanto riguarda il valore nutritivo”. “Le proteine contenute nei semi di canapa forniscono al corpo tutti gli amminoacidi essenziali necessari per una buona salute e la loro composizione corrisponde esattamente a quello di cui il corpo umano ha bisogno per produrre il plasma sanguigno, l’albumina e la globulina, elementi essenziali che rivestono un ruolo importante nel sistema immunitario.
Da Udo Erasmus – Fats that Heal, Fats that Kill – Alive Books, 1993.

Un solo seme quindi racchiude, in buona proporzione e in forma altamente digeribile, tutti e otto gli aminoacidi principali che sostengono la sintesi proteica e l’azione del sistema immunitario, una combinazione assolutamente unica nel mondo vegetale in grado di soddisfare le necessità nutrizionali dell’essere umano. Questa combinazione è in grado di fornire al nostro corpo la base su cui creare altre proteine come le immunoglobuline: anticorpi che respingono le infezioni prima ancora che arrivino i primi sintomi percepibili.
I semi di canapa sativa contengono naturalmente Omega-6 ed Omega-3 in rapporto 3/1, che in natura è quello più vicino al rapporto ideale per l’uomo. Analogo rapporto si trova soltanto nell’olio di pesce, che però, al di la di considerazioni etiche, deve essere chimicamente trattato per essere estratto.

Queste caratteristiche rendono i semi di canapa sativa un “vaccino nutrizionale”, persino il Ministero della Salute (circolare del 22 maggio 2009) ha riconosciuto il contributo eccezionale dei semi di canapa  sativa e derivati quali olio e farina. Sono infatti altamente indicati per l’organismo umano, in qualsiasi stato di salute esso si trovi, in particolare per:

–  prevenire malattie cardiovascolari,
–  ridurre i livelli di colesterolo LDL,
–  rafforzare il sistema immunitario
e coadiuvare le terapie in diverse patologie.

I SEMI DI CANAPA SATIVA A TAVOLA
Sono ottimi tostati, da soli o insieme ad altri semi, e da utilizzare per insaporire insalate, verdure, primi piatti, interi o schiacciati come si fa col pepe in grani, oppure si possono frullare, sempre da soli o con altri semi, in modo da ottenere un composto pastoso dal sapore delicato, che ricorda il burro, da spalmare o da utilizzare come condimento su bruschette o per insaporire i vostri piatti. Dal seme di canapa si estrae a freddo l’ olio che conserva le straordinarie caratteristiche del seme e si presta insieme all’extravergine di oliva come eccellente integratore in una sana ed equilibrata dieta quotidiana.

A scanso di equivoci e in risposta alla disinformazione ‘volutamente’ diffusa in materia (la canapa fa concorrenza a troppi settori, costa poco e funziona tanto): i semi di canapa sativa non contengono THC, il principio psico-attivo alla base dell’uso della canapa come sostanza stupefacente ricreativa.

CANAPA E AMBIENTE
Coltivata da almeno 3000 anni, non necessita di pesticidi o diserbanti per crescere rigogliosamente. Con le sue radici profonde rigenera il terreno e lo depura da sostanze tossiche e inquinanti, è uno dei migliori foto-convertitori di anidride carbonica in ossigeno.

Trova impiego per circa 50000 utilizzi, tra cui:
– prodotti alimentari ed integratori
– cosmesi ed igiene
personale e detersivi per uso domestico bio-degradabili al 100%
biodiesel naturale (negli anni 30  Henry Ford costruì un prototipo di automobile in cui sia la carrozzeria che gli interni e persino i vetri dei finestrini erano fatti di canapa. Quest’auto pesava 1/3 di meno e il carburante era olio di canapa. Fu la prima auto ecologica, mai più riprodotta per interesse dello stesso Ford, costruttore di auto e petroliere.
carta, cartoni, tele, vele, corde, tessuto (è uno dei tessuti più resistenti, completamente naturale e biodegradabile al 100%), plastica ecologica
medicine (cura la depressione, gli stati d’ansia e l’epilessia, l’artrite reumatoide, il glaucoma, allevia i dolori mestruali, etc…

>>fonte:
Semi di Canapa: Concentrato di Salute e Benessere dalla Natura

>> Vedi il nostro flyer informativo sulla CANNABIS
>> Vedi
tutte le ultime applicazioni terapeutiche, studi e ricerche sulla cannabis

dal sito P.I.C. Pazienti Impazienti Cannabis

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10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…

Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica

Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.

La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.

La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.

A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!

Non solo non si attuano  politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.

Diversamente dalla situazione italiana,  quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.

Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!

Ribellarsi da tutto questo è necessario!

E’ ora di piantarla!

Basta persecuzione!

Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!

Sabato 10 Dicembre 2011

 – ore 15.00 Piazza Nettuno –

partenza  Canna-bicycle Human Motor 2011

– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista

LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna

human-motor.noblogs.org


ANTIPROIBIZIONISMO e DINTORNI

Un evento inserito nella rassegna:
LA BELLA ITALIA
Un viaggio tra luci e ombre, restrizioni e resistenze

Venerdì 9 dicembre

h 17 Aperitivo musicale + dj set Reggae

h 18.30 Dibattito VIAGGIARE INFORMATI con Beatrice Bassini (dottoressa SERT), attivisti ed avvocati del Laboratorio Antiproibizionista di Bologna – LAB57 –

h 20.30 VegeTiAmo – Cena sociale a base di vegetali di stagione

h 21.30 Proiezione di “L’ebra proibita – tutto quello che avreste voluto sapere sulla marijuana”


Vag61 Spazio Libero autogestito

Via Paolo Fabbri 110
Bologna

INCONTRO NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA

PISA 22 OTTOBRE 2011
Polo Didattico Porta Nuova, via Padre Bruno Fedi 1

Il Lab57 partecipera’ a questa importante assemblea antiproibizionista.
LOsservatorio Antiproibizionista di Pisa, che dal 2001 organizza la streetparade Canapisa, indice un’assemblea nazionale delle realtà che affrontano le tematiche antiproibizioniste, con forme e metodi diversi, ma che siano interessate a un confronto costruttivo.
L’assemblea ha come obbiettivo la socializzazione delle attività portate avanti dai singoli gruppi sia a livello nazionale che locale nonchè l’analisi dell’ emergenza italiana con le varie proposte per affrontarla. Crediamo che sia venuto il tempo di riprendere voce collettivamente e riproporre le ragioni dell’antiproibizionismo in un momento storico in cui la repressione contro le sostanze proibite ha assunto le dimensione di una vera e propria persecuzione di massa (dal 1991 al 2008 più di 880mila persone sono state sottoposte a sanzioni penali e/o ammministrative per la semplice detenzione di sostanze). Per questo proponiamo un incontro nazionale delle realtà che si muovono sulle tematiche antiproibizoniste, anche in vista della Conferenza ONU prevista a Vienna nel 2012 ed in seguito alle dichiarazione della Global Commission on Drugs.
E’ arrivato il momento di connettere e condivedere le esperienze contro l’isolamento proibizionista, è venuto il momento di dire basta alla persecuzione!!!!!!!

Programma della giornata:

Ore 10.30 – Presentazione della giornata e delle varie realtà presenti
Ore 13.00 – Pausa pranzo
Ore 15.00 – Assemblea di discussione sulle tematiche emerse
Ore 22.30 – STOP PERSECUTION PARTY
– area dub roots dancehall : CANAPISA REGGAE ALL STAR
– area electro house : OFFLABEL Crew + Guest

NON MANCARE!!!!!!!!!!!
>>per info: Osservatorio Antiproibizionista di Pisa


“VIAGGIARE” INFORMATI”.. – (prevenzione e informazione antiproibizionista)
Nell’ambito del ciclo di corsi e laboratori gratuiti proposto da Vag61, incontro sulla prevenzione dei rischi e di informazione sull’uso delle sostanze stupefacenti e sull’alcool da un punto di vista antiproibizionista.
Domande, dubbi, ricerche europee sui consumi, servizi per le tossicodipendenze, mercato illegale.

Conduce la dott.ssa Beatrice Bassini (psicologa del SERT):
– comunicazione dell’avvocato Elia De Caro su Normative sulle droghe, alcool e guida;
– comunicazione di Massimo Lorenzani (Associazione Lab57-Alchemica) su
“Ma che roba è? Le sostanze: composizioni, effetti, mercato e contesti del divertimento”.
Saranno proiettati filmati e video sui temi della prevenzione e sui luoghi del divertimento. L’incontro è rivolto soprattutto a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori e dei primi anni dell’Università.

Mercoledì 28 settembre, ore 18.00
Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna

10 droghe da non usare mentre si guida

I TEMI CHE VERRANNO TRATTATI NELL’INCONTRO:

CHE COS’È LA RIDUZIONE DEL DANNO?

– Una pratica sanitaria relativa alle dipendenze, nata negli anni 80 in Inghilterra e diventata un cardine nelle politiche sociali di molti paesi europei, o un concetto divenuto argomento “tabù” per il Dipartimento Antidroga capitanato da Giovanardi che mira a farlo sparire dal vocabolario in Italia, in Europa e nel mondo? L’una e l’altra cosa purtroppo.

10 cose da non fare se vi ferma la polizia

– Le iniziative di Forum Droghe, associazione in difesa dei consumatori di sostanze, sulla riduzione del danno e delle sue articolazioni nei vari contesti: dalla strada ai Servizi, ai luoghi del divertimento.
– La crisi e i tagli al welfare e ai progetti di prossimità, quelli in cui gli operatori agiscono direttamente nei luoghi di consumo creando relazioni possibili e prospettive evolutive risvegliano in molti operatori, attivisti politici e consumatori la necessità di far ripartire riflessioni per ritrovare gli spazi e i modi di rinnovare l’intero panorama dei servizi sulle droghe.

LE INFORMAZIONI UTILI

– Interventi di riduzione dei rischi su sostanze e consumi durante eventi musicali giovanili.
– Interventi di emergenza su uso e abuso di tutte le principali sostanze legali e illegali più usate e i mix più comunemente riscontrabili.
– Nuove strategie comunicative di prevenzione e riduzione dei rischi, possibili solo grazie al Test Rapido, per comunicare in modo veloce ed efficace ai consumatori dosaggi limite, mix pericolosi, tagli velenosi, etc.. nell’ ottica di tentare prevenire sul campo intossicazioni ed overdose prima che il consumo abbia luogo.

IN CASO DI CONTROLLI STRADALI

Informazioni in caso di controlli stradali: diritto di scelta di essere sottoposto al test del sangue piuttosto che a quello delle urine. La legge italiana sanziona chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e non una precedente assunzione. Solo attraverso le analisi del sangue è possibile stabilire la reale concentrazione dei principi attivi che determinano gli effetti stupefacenti.

Ad esempio nel caso della cannabis i metaboliti passivi residui restano nelle urine fino a un mese e mezzo dall’ultima assunzione, mentre il THC attivo nel sangue resta mediamente fino da 12 a 27 ore, a seconda del dosaggio dell’ ultima assunzione.

Test dei capelli. 
Più i capelli sono lunghi più le tracce di sostanze psicoattive sono rinvenibili nel tempo. Con i capelli lunghi 12 cm si può risalire al consumo di un anno prima. Se i capelli non vengono tagliati dall’ultima assunzione, le tracce sono teoricamente sempre presenti.

Test della saliva. 
Dal 2007 il test della saliva è effettuato in controlli stradali e permette di individuare le sostanze più utilizzate. Se il test risulta positivo, deve essere confermato da un test del sangue o delle urine. La polizia può effettuare il test se “sospetta” il consumo di stupefacenti (per il test dell’alcol non è necessario avere il sospetto).

LE PENE PER I REATI COSIDDETTI “STRADALI”

– Nei casi di guida in stato di ebbrezza o alterazione quali sanzioni: la multa, il periodo di sospensione della patente, la confisca del veicolo.
– Il lavoro di pubblica utilità che sostituisce la pena per i reati di guida in stato di ebbrezza e di guida in stato di alterazione. Ogni giorno di lavoro di pubblica utilità sostituisce un giorno di arresto oppure sostituisce la pena pecuniaria di 250 euro per ogni giorno di lavoro. Un giorno di lavoro di pubblica utilità equivale a 2 ore di lavoro svolto.
– Dove si può svolgere lavoro di pubblica utilità. Gli enti pubblici e le realtà del privato sociale che stipulano convenzioni con il Tribunale competente territorialmente.
– Chi vigila sullo svolgimento del lavoro di pubblica utilità?
– Quando termina il periodo del lavoro di pubblica utilità, qual è il procedimento per l’estinzione del reato o per la revoca della confisca del veicolo o per la diminuzione del periodo di sospensione della patente?

“Bere una birra in strada non è reato”.  “Birra e Marijuana Za-zà”.

Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena.

Appuntamento in Piazza S. Agostino, Modena , ore 21.
Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.

Modena come Chicago.
Occhio, stare all’occhio, inventarsi soluzioni creative.
500 euro di multa per girare con una lattina in mano sono tante.
Il Proibizionismo come metodo educativo e per aumentare il controllo sociale, bravo Pighi, bei metodi.
Aumenteranno come prima le code ai negozietti fino alle 20. Ovvio, siamo anche noi contrari a gettare lattine e bicchieri per terra o guidare sotto effetto di sostanze compresi psicofarmaci che elargite copiosamente.
Ma che c’entra questo col bere seduti su di una panchina coi tuoi amici dopo una giornata di lavoro?
Quali invenzioni troveremo per continuare a fare quello che riteniamo giusto e non passare sotto le grinfie del Podestà Pighi?
Intanto facciamo questa camminata in centro, con buona musica e buoni amici, facciamo sentire che non siamo disposti a subire passivamente.
La cassazione ha stabilito che non si può essere repressi e condannati per una piantina di marijuana coltivata sul balcone, e allora regaliamo balconi a chi non li ha.
Facciamoci questo Corteo in allegria e brindiamo alla liberalizzazione contro la mafia che si arricchisce con l’illegalità e contro lo stato che con queste leggi può avere tra le mani altri Cucchi da distruggere.

http://anarchicicarpi.noblogs.org/
http://www.libera-unidea.org/home.htm

Aggiornamenti:

Venerdì 15 luglio
CORTEO notturno Antiproibizionista.“Bere una birra in strada non è reato”.“Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena. Piazza S. Agostino ore 21.
Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.
Si esibirà Dj SambaColbao+Bottigliette Colorate.

Proibire e Ricattare è l’educazionismo degli stupidi.

“Ma vi siete bevuti il cervello? NO al Proibizionismo.

ECCO L’ORDINANZA INCRIMINATA
“Ordinanza in materia di sicurezza urbana per contrastare l’abuso di alcol negli spazi ed aree pubbliche”, “che talvolta si accompagnano a condizioni di potenziale pericolo per i fruitori degli spazi pubblici”, “sono accompagnate a volte da episodi di inciviltà e degrado”, “strategie di prevenzione del fenomeno dell’alcolismo”.

ECCO LA PUNIZIONE
“è fatto altresì divieto su aree pubbliche o soggette a uso pubblico, di consumare o detenere a scopo di consumo ogni genere di bevanda alcolica in contenitori di ogni genere. sono soggette all’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da € 50,00 ad € 300,00”.

300 EURO SE HAI UNA LATTINA IN TASCA E GIRI PER IL CENTRO.

Bisogna opporsi con determinazione contro queste derive fallimentari, bisogna evitare che queste leggi proibizioniste siano sempre più invasive. Il proibizionismo crea marginalità e aumenta a dismisura il potere e gli affari delle varie mafie.
Materiali per la discussione:

PARERI MILANESI SULL’ORDINANZA CHE VIETA LA VENDITA AI MINORI DI 16 ANNI.
“Ridicola. La nuova ordinanza che vieta il consumo e vendita di alcool ai minorenni a Milano è ridicola. Solo un gruppo di matusalemme che non è mai uscito dall’Italia, o peggio dalla propria città, poteva riproporre un concetto così grossolano che è fallito dappertutto quando è stato applicato. Il proibizionismo degli alcolici esiste già in altri paesi come la Svezia ed è aggirato in modo semplicissimo.

Di tutta l’erba, un fascio
“Il cosiddetto processo alle intenzioni è partito e si sta dilagando… togliere la possibilità a una persona di bere ritenendo che questa si ubriacherà di sicuro (fatti suoi poi, se non guida…) è un processo alle intenzioni.”

Risalire alla fonte
“Che qualcuno abbia potuto pensare che vietare non solo la vendita (quella è sanzionata dall’art.689 del codice penale da un bel pezzo) ma anche il consumo di alcol agli adolescenti fosse un’iniziativa intelligente è qualcosa che davvero va al di là della mia comprensione. […] allora, dico io, facciamo un altro piccolo sforzo e vietiamo pure il desiderio. Dice, e come fai a impedirlo il desiderio? Ma perché, la detenzione è più facile?”

Prima sfruttati, poi vietati
“Nella cultura conviviale italiana è intessuto e profondamente radicato, il ricorso ludico all’alcool; […] gli adolescenti respirano questo da sempre ed inoltre il proliferare in tutti i posti di locali e localini dove si punta alla grande sui momenti di “sballo” ha fatto delle città enormi macchine da degustazione e relative pisciate pubbliche. […] Quindi si corre ai ripari, vietando, more solito. Il divieto dopo il businnes. Sola logica possibile?

 

I DANNI DEL PROIBIZIONISMO

1) Il proibizionismo è la prima causa della criminalità. Il profitto annuo mondiale sul commercio illegale delle droghe è di circa 800.000 miliardi di lire. Questo traffico è l’8% dell’economia mondiale ed è l’80% degli introiti totali della malavita. In USA il proibizionismo ha causato, negli ultimi 10 anni, un incremento annuo dei profitti della criminalità del 500%. In molti paesi, la corruzione relativa al commercio delle droghe è diventata quasi una questione di abitudine e la sicurezza pubblica viene messa in pericolo dalle bande armate che si contendono apertamente questo mercato così profiquo. Nelle città principali l’80% della micro crirminalità è relativa al “mondo delle droghe”.

2) Il danno economico e finanziario è enorme. L’economia viene distorta dall’enorme flusso di denaro “sporco” e alcune nazioni sono diventate altamente dipendenti dal commercio illegale. Gran parte dei soldi versati dai contribuenti vengono sprecati per combattere i crimini che il proibizionismo stesso ha creato. Negli States, l’equivalente di 30.000 miliardi di lire vanno ad alimentare il budget annuale federale per il controllo delle droghe e il costo totale per i danni, per il lavoro delle forze pubbliche e i costi delle incarcerazioni ammonta ad un multiplo di questa cifra.

3) Il proibizionismo causa dei danni sociali e personali su scala mondiale. Un numero enorme di persone messe in galera, famiglie divise, fenomeni di vagabondaggio, prostituzione legata all’eroina, paura di uscire soli e/o di notte, case sigillate per la paura, vita cittadina difficile e molto altro.

4) Il proibizionismo non ha raggiunto nessuno degli scopi prefissati. Mentre la criminalità aumenta, il numero dei consumatori di droghe cresce e la situazione sanitaria peggiora.

5) Gli standard morali sono in declino per colpa del proibizionismo. L’uso e il possesso di droghe fa divenire fuorilegge e criminali la gente comune, causando una mancanza di rispetto per le regole e degli standard morali che la società ha imposto. Viviamo in una società dove l’80% dei crimini sono dovuti al proibizionismo. Se il nostro è realmente un discorso moralista, bisogna eliminare prima di tutto la causa di tutti questi problemi: il proibizionismo.

6) Il “mostro della droga” è un inganno. I problemi sanitari che il proibizionismo si era prefissato di risolvere sono di poco conto rispetto ad altri problemi salutari. Il tabacco causa il 6% della mortalità totale nel mondo. In USA, ogni anno, 400.000 persone muoiono a causa del tabacco, 100.000 per l’alcool e 5.000 per le droghe. In Inghilterra le cifre relative sono: 110.000, 30.000, e 1.000. Generalmente le proporzioni sono: 50 e 10 contro 1.


Droga, la svolta dei grandi del mondo
“E’ il momento di legalizzarla”

Clamoroso cambiamento di strategia nel rapporto della Global Commission on Drug Policy dopo gli anni della repressione che hanno rappresentato un fallimento. “Va trattata come una questione sanitaria”. Nell’organismo Kofi Annan, Paul Volcker, Mario Vargas Llosa, Richard Branson

dal nostro inviato ANGELO AQUARO
NEW YORK – Cinquant’anni di guerra alla droga hanno fallito e all’Onu non resta che prenderne atto. Dicendo basta alla criminalizzazione e trattando l’emergenza mondiale per quello che è: una questione sanitaria. Di più: legalizzando il commercio delle sostanze stupefacenti – a partire magari dalla cannabis. Firmato: l’ex presidente dell’Onu che di questa politica fallimentare è stato uno dei responsabili, cioè Kofi Annan. Ma anche Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Varga Llosa, Branson. I grandi del mondo della politica, dell’economia e della cultura mondiale – che certo nessuno si sognerebbe mai di associare a un battagliero gruppo di fumati antiproibizionisti.

La clamorosa dichiarazione verrà resa nota oggi a New York in una conferenza stampa: il primo atto di una grande campagna mondiale che raccoglie e rilancia tante idee di buon senso che troppi governi (compresi quelli che loro amministravano) continuano a negare. Lo slogan è efficace: “Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali”. E l’obiettivo è più che ambizioso: cambiare radicalmente i mezzi che Stati e organismi internazionali hanno fin qui inutilmente seguito per sradicare la tossicodipendenza. Il traguardo è una petizione da milioni di firme che verrà presentata proprio alle Nazioni Unite per adottare le clamorose conclusioni dei “saggi”: su cui certamente si scatenerà adesso un dibattito internazionale.

“La guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo” si legge nel rapporto presentato dalla Global Commission on Drug Policy. “Le politiche di criminalizzazione e le misure repressive – rivolte ai produttori, ai trafficanti e ai consumatori – hanno chiaramente fallito nello sradicarla”. Non basta. “Le apparenti vittorie nell’eliminazione di una fonte di traffico organizzato sono annullate quasi istantaneamente dall’emergenza di altre fonti e trafficanti”. Basta dare un’occhiata alle statistiche raccolte dal rapporto. Nel 1998 il consumo di oppiacei riguardava 12.9 milioni di persone: nel 2008 17.35 milioni – per un incremento del 34.5 per cento. Nel 1998 il consumo di cocaina riguardava 13.4
milioni: dieci anni dopo 17 milioni – 27 per cento in più. Nel 1998 la cannabis era consumata da 147.4 milioni di persone: dieci anni dopo da 160 milioni – l’8.5 per cento in più. Sono i numeri di una disfatta.

A cui si accompagna un’altra debacle. “Le politiche repressive rivolte al consumatore impediscono misure di sanità pubblica per ridurre l’Hiv, le vittime dell’overdose e altre pericolose conseguenze dell’uso della droga”. Da un’emergenza sanitaria a un’altra: un disastro che è anche un tragico spreco. “Le spese dei governi in futili strategie di riduzione dei consumi distraggono da investimenti più efficaci e più efficienti”. L’elenco delle personalità coinvolte è impressionate. Il panel è l’organismo che a più alto livello si sia mai pronunciato sul fenomeno: tutti esponenti della società politica e civile internazionali che prima o poi si sono occupati ciascuno nel proprio campo dell’emergenza. Da Kofi Annan all’ex commissario Ue Javier Solana. Dall’ex segretario di Stato Usa George P. Schultz all’imprenditore miliardario e baronetto Richard Branson. Dal Nobel Vargas Llosa all’ex presidente della Fed Paul Volcker. Ci sono quattro ex presidenti: il messicano Ernesto Zedillo, il brasiliano Fernando Cardoso, il colombiano Cesar Gaviria, la svizzera Ruth Dreifuss. C’è l’ex premier greco George Papandreu. C’è lo scrittore messicano Carlos Fuentes. C’è il banchiere e presidente del Memoriale di Ground Zero John Whitehead. La loro voce sarà rilanciata adesso dall’organizzazione no profit Avaaz che conta già nove milioni di iscritti in tutto il mondo.

Non è solo la denuncia del fallimento della politica internazionale. E’ anche la prima sistematica proposta di una risposta globale. Invitando i governi a sperimentare “forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali e salvaguardino la salute e la sicurezza dei cittadini”. Ma anche di quelle persone negli ultimi gradi del sistema criminale: “Coltivatori, corrieri e piccoli rivenditori: spesso vittime loro stessi della violenza e dell’intimidazione – oppure essi stessi tossicodipendenti”. Il rapporto presenta e analizza una serie di “casi critici” dall’Inghilterra agli Usa passando per la Svizzera e i Paesi bassi. Evidenziando quattro principi.

Principio numero uno: le politiche antidroga devono essere “improntate a criteri scientificamente dimostrati” e devono avere come obiettivo “la riduzione del danno”. Principio numero due: le politiche antidroga devono essere “basate sul rispetto dei diritti umani” mettendo fine alla “marginalizzazione della gente che usa droghe” o è coinvolta nei livelli più bassi della “coltivazione, produzione e distribuzione”.  Principio numero tre: la lotta alla droga va portata avanti a livello internazionale ma “prendendo in considerazione le diverse realtà politiche, sociali e culturali”. Non sorprende il coinvolgimento di tante personalità dell’America Latina: quell’enorme mercato che finora si è cercato di sradicare soltanto a colpi di criminalizzazione e che è invece – dice proprio l’ex presidente colombiano Gaviria “il risultato di politiche antidroga fallimentari”. Principio numero quattro: la polizia non basta e le politiche antidroga devono coinvolgere dalla famiglia alla scuola. “Le politiche fin qui seguite hanno soltanto riempito le nostre celle – dice Branson, l’inventore del marchio Virgin – costando milioni di dollari ai contribuenti, rafforzando il crimine e facendo migliaia di morti”.

E’ una rivoluzione. Sostanziata dalle raccomandazioni contenute nei principi. Una su tutte: “Sostituire la criminalizzazione e la punizione della gente che usa droga con l’offerta di trattamento sanitario”. Come? “Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione” a partire dalla cannabis. L’appello è secco. Bisogna “rompere il tabà sul dibattito e sulla riforma” dicono i saggi. Che concludono con uno degli slogan che hanno portato alla Casa Bianca Barack Obama: “The time is now”. Il momento è questo. Non abbiamo già buttato cinquant’anni?

(02 giugno 2011)

http://www.libera-unidea.org/home.htm


>>PROIBIZIONISMO E CONTROLLO SOCIALE: APPELLO CANAPISA 2011

>>Il CANAPISA e’ SOTTO ATTACCO!!!!
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Il Lab57 sarà presente al Canapisa col suo caratteristico camper ed i suoi operatori per sostenere questa manifestazione di libertà.

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