Archivi per la categoria ‘Manifestazioni’
ANTIPROIBIZIONISMO e DINTORNI
Un evento inserito nella rassegna:
LA BELLA ITALIA
Un viaggio tra luci e ombre, restrizioni e resistenze
Venerdì 9 dicembre
h 17 Aperitivo musicale + dj set Reggae
h 18.30 Dibattito VIAGGIARE INFORMATI con Beatrice Bassini (dottoressa SERT), attivisti ed avvocati del Laboratorio Antiproibizionista di Bologna – LAB57 –
h 20.30 VegeTiAmo – Cena sociale a base di vegetali di stagione
h 21.30 Proiezione di “L’ebra proibita – tutto quello che avreste voluto sapere sulla marijuana”
Vag61 Spazio Libero autogestito
Via Paolo Fabbri 110
Bologna
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Il Lab57 supporta attivamente la campagna 2012 della LILA (Lega Italiana per la Lotta contro l’ AIDS), tutti i materiali informativi e profilattici sono gratuitamente in distribuzione presso le nostre sedi e durante i nostri interventi.
La Lila punta ancora una volta ad attivare comportamenti sessuali sicuri e promuove l’uso del profilattico, unico strumento in grado di tutelare chiunque abbia una vita sessuale attiva.
L’infezione da Hiv continua infatti a propagarsi e ha ormai assunto una precisa connotazione sessuale, con il 79% delle nuove infezioni dovute a rapporti sessuali. L’uso del profilattico continua ad essere una delle strategie principali di contrasto all’HIV raccomandate da tutte le agenzie internazionali, che attraverso l’uso dei preservativi maschili e femminili, l’accesso al test e la terapia antiretrovirale, si sono date come obiettivo l’azzeramento dell’infezione come dice l’esplicita headline del World Aids Day 2011 “Getting to Zero”.
>> La declinazione per l’Italia della LILA
>>Dettagli
>>Scheda della campagna
>>Comunicato stampa
>>Brochure InfoAids
>>Vuoi ospitare un banner?
Dati a sostegno
I comportamenti per la prevenzione del rischio di trasmissione del virus Hiv sono ormai noti, ma non per questo sono adottati: il profilattico è poco utilizzato rispetto al resto d’Europa (l’Italia è agli ultimi posti) e il rapporto sessuale non protetto è la prima causa di infezione in Italia.
I casi di diagnosi di infezione da Hiv attribuibili a trasmissione sessuale sono aumentati dal 13,3% del 1998 al 79% del 2009. Anche rispetto alle diagnosi di Aids i casi attribuibili a trasmissione sessuale crescono dal 42,6 % del 1998 al 69,5% nel 2009/10. (Fonte Bollettino COA/ISS nr 24 del 2011, nelle regioni/province in cui è attiva la sorveglianza).
Le donne sono maggiormente a rischio di contrarre l’infezione da hiv rispetto agli uomini per una serie di fattori biologici, sociali e culturali: le infezioni tra le donne sono in crescita.
La proporzione di donne a cui viene diagnosticato l’Hiv è in crescita, nel nostro paese e più in generale nel mondo. Nel 1985 rispetto alle diagnosi di Hiv il rapporto donna/uomo indicava che per ogni donna che scopriva di aver contratto l’Hiv vi erano 3,5 uomini, nel 2009 questo rapporto è sceso a 3,1.
Nella coppia il profilattico è poco usato: molte delle infezioni avvengono all’interno delle coppie eterosessuali.
Rispetto alle diagnosi di Aids, i casi attribuibili a trasmissione eterosessuale crescono dal 25,3% del 1998 al al 45,1% nel 2009/10. Dallo studio ICONA (Italian CohOrt of Naive Antiretroviral patients) emerge che l’80% delle infezioni che le donne hanno contratto per via sessuale è avvenuta attraverso il proprio partner stabile.
Nella popolazione omosessuale, negli ultimi anni si è registrato un incremento delle infezioni sia a livello europeo che per quanto riguarda l’Italia.
Il Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità ci dice che in Italia l’infezione da Hiv dovuta a rapporti omo/bisessuali è salita dal 17,2% del 2001-02 al 24,4% nel 2009/10. In Europa, il sesso tra uomini è la principale modalità di trasmissione per le infezioni del 2009, ovvero il 35% dei nuovi casi (fonte ECDC).
>>Vai al sito nazionale della LILA
>>Vai al sito di MAP-LILA Piacenza con cui il Lab57 collabora stabilmente da alcuni anni
Il Lab57 – Alchemica sarà presente a questo evento con la postazione chill-out & info point-primo soccorso.
dalle ore 22
PRESENTAZIONE DEL FILM DOCUMENTARIO
“TEKNO: IL RESPIRO DEL MOSTRO”
con la partecipazione del regista ANDREA ZAMBELLI
a seguire
HULABULAH FREAKY BREAKBEAT PARTY
in realta’ la musica sara’ un continuo mix di
breakbeat dubstep electro acid techno………..
con hulabulah djs crew (milano)
BLACK D
MNT
ZUMO
SUPPORT THE UNDERGROUND VINYL RESISTANCE !!!!!!!
18 NOVEMBRE 2011
ore 9:00
Tribunale Piazza Matteotti, Sala degli Affreschi
Perugia
LA MEMORIA E’ UN INGRANAGGIO COLLETTIVO…
Sono trascorsi ormai 4 anni dalla data in cui Aldo Bianzino viene trovato morto nella sua cella di detenzione nel carcere di capanne, nel quale era stato condotto a seguito dell’arresto (firmato dal PM Petrazzini) avvenuto nel suo casale, due giorni prima, per coltivazione di marijuana.
Il 18/11/2011 avrà luogo la quarta udienza del processo per “Omissione di soccorso e falsificazione di registro” a carico di una della guardie carcerarie, nel corso della quale verranno ascoltati i medici legali che hanno effettuato l’autopsia e le successive perizie sul corpo di Aldo.
MA QUAL È LA VERSIONE DEI FATTI DATA IN QUESTI ANNI DAI MEDICI LEGALI INTERVENUTI FINORA?
16/10/2007
Il Dr. Lalli (nominato dal PM Petrazzini) in presenza del legale Patumi (nominato da alcuni familiari) esegue l’autopsia. Il Dr. Patumi riferisce agli avvocati di parte e ai familiari che sul corpo erano presenti lesioni al fegato, milza e cervello, dichiarando inoltre che le stesse erano state causate da colpi mirati a danneggiare gli organi vitali senza lasciare tracce esterne visibili.
23/10/2007
La Dott.ssa Anna Aprile effettua esami specifici su fegato e cervello
10/11/2007
Il medico legale Fortuni con il dott. Patumi dopo un’ulteriore perizia, cambiano completamente l’esito dell’esame rispetto ai precedenti, Parlano per la prima volta di aneurisma come causa della morte.
31/01/2008
Dalla relazione fatta dai medici legali nominati dal PM Petrazzini, viene confermata come causa della morte l’aneurisma cerebrale.
10/01/2008
Il PM Petrazzini chiede l’archiviazione per l’accusa di omicidio volontario.
16/12/2009
La richiesta di archiviazione viene accettata.
8/02/2011
Viene aperto un nuovo processo per omissione di soccorso e falsificazione di registro a carico di Cantoro, guardia carceraria incaricata della sorveglianza la notte del decesso di Aldo. Durante l’udienza il COMITATO VERITA E GIUSTIZIA PER ALDO viene ammesso al processo come parte civile.
21/03/2011
Il comitato viene escluso poiché costituitosi in data successiva alla morte di Aldo, Rifiutando l’ammission dell’associazione “A buon diritto” (impegnata nella salvaguardia dei diritti sanciti costituzionalmente) come parte civile al processo. L’ Avvocato Anselmo Fabio (lo stesso di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi) è il nuovo legale di una parte dei familiari e viene chiamato a testimoniare l’ex direttore del carcere.
19/05/2011
Ascoltati i testimoni del PM Petrazzini (l’infermiera e le due dott.sse che hanno eseguito le operazioni di rianimazione e parte degli agenti/assistenti), Dalla ricostruzione dei fatti emerge un disordine routinario delle normali attività di un’istituzione carceraria, oltre ai diversi “vuoti di memoria” manifestati dagli stessi.
28/09/2011
I medici legali convocati per l’udienza non si presentano. Vengono ascoltati Gioia (prima moglie di Aldo) e Rudra (figlio di Aldo) i quali confermano la prima versione comunicatagli dal medico legale Patumi riguardo le cause della morte
18 NOVEMBRE 2011
h.9:00 Tribunale Piazza Matteotti, Sala degli Affreschi
(Perugia)
Tutta la cittadinanza è invitata a PRESIDIARE E PARTECIPARE ALL’UDIENZA
LO STATO ARCHIVIA, NOI NO
il PROIBIZIONISMO E’ UN SERIAL KILLER
Comitato verità per Aldo Bianzino
INCONTRO NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA
PISA 22 OTTOBRE 2011
Polo Didattico Porta Nuova, via Padre Bruno Fedi 1
Il Lab57 partecipera’ a questa importante assemblea antiproibizionista.
L’Osservatorio Antiproibizionista di Pisa, che dal 2001 organizza la streetparade Canapisa, indice un’assemblea nazionale delle realtà che affrontano le tematiche antiproibizioniste, con forme e metodi diversi, ma che siano interessate a un confronto costruttivo.
L’assemblea ha come obbiettivo la socializzazione delle attività portate avanti dai singoli gruppi sia a livello nazionale che locale nonchè l’analisi dell’ emergenza italiana con le varie proposte per affrontarla. Crediamo che sia venuto il tempo di riprendere voce collettivamente e riproporre le ragioni dell’antiproibizionismo in un momento storico in cui la repressione contro le sostanze proibite ha assunto le dimensione di una vera e propria persecuzione di massa (dal 1991 al 2008 più di 880mila persone sono state sottoposte a sanzioni penali e/o ammministrative per la semplice detenzione di sostanze). Per questo proponiamo un incontro nazionale delle realtà che si muovono sulle tematiche antiproibizoniste, anche in vista della Conferenza ONU prevista a Vienna nel 2012 ed in seguito alle dichiarazione della Global Commission on Drugs.
E’ arrivato il momento di connettere e condivedere le esperienze contro l’isolamento proibizionista, è venuto il momento di dire basta alla persecuzione!!!!!!!
Programma della giornata:
Ore 10.30 – Presentazione della giornata e delle varie realtà presenti
Ore 13.00 – Pausa pranzo
Ore 15.00 – Assemblea di discussione sulle tematiche emerse
Ore 22.30 – STOP PERSECUTION PARTY
– area dub roots dancehall : CANAPISA REGGAE ALL STAR
– area electro house : OFFLABEL Crew + Guest
NON MANCARE!!!!!!!!!!!
>>per info: Osservatorio Antiproibizionista di Pisa
Il 6-7 ottobre il Lab57 ha partecipato ai lavori della
Prima Conferenza Europea sulla riduzione del danno a Marsiglia (EuroHRN – European Harm Reduction Network)
su invito del nostro partner europeo Médecins du Monde – Marsiglia, che ringraziamo sentitamente per averci offerto questa nuova opportunita’, sostenendo le spese di viaggio, come gia’ lo scorso anno quando abbiamo preso parte alla conferenza
3èmes Rencontres Nationales de la Réduction des Risques (14-15 ottobre 2010, Parigi).
A Marsiglia il Lab57 ha portato in questa nuova rete europea la propria esperienza di lavoro sia nazionale che regionale all’interno del Coordinamento regionale delle Unità di Strada Emilia Romagna sottolineando l’ importanza del presenza attiva dei consumatori nel lavoro sulle sostanze, a questo proposito abbiamo aderito con entusiasmo alla neonata INPUD (Rete Internazionale di Consumatori di Sostanze).
Per un parziale bilancio della conferenza di Marsiglia vi consigliamo la lettura di questo articolo pubblicato nella rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 12 ottobre 2011 da Susanna Ronconi (Forum Droghe), che ha partecipato al meeting.
Droghe, “riformatori” in rete
L’Europa è la culla della riduzione del danno, la strategia che da oltre vent’anni sfida la fallimentare guerra globale alle droghe. E in Europa sta oggi nascendo una rete organizzata tra associazioni, servizi, operatori (EuroHrn) che a Marsiglia (il 6 e il 7 ottobre) ha mosso i primi passi.
Due giorni affollati e appassionati, ma anche estremamente lucidi, perché nella geografia diseguale della riduzione del danno nella UE, vi sono sfide che si sono rivelate urgenti e comuni. Il rapporto con la politica, per esempio, con i governi, con la UE, con le agenzie internazionali. Che si tratti della avanzate situazioni olandese o svizzera, dove la riduzione del danno è politica sociale e di salute pubblica che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione, o dell’Italia e della Francia, dove allo sviluppo dei servizi e delle politiche a livello locale fa eco una costante sordità o ostilità governativa, la politica si mostra muta e spesso imbelle: come far entrare nell’agenda della politica il tema della riforma sulle droghe – che sia la depenalizzazione piena o la legalizzazione o la decriminalizzazione, a seconda delle situazioni nazionali – è stato il tema che ha percorso ogni sessione e ogni gruppo di lavoro.
I linguaggi dell’evidenza, ovunque ricchi di fatti, cifre, storie, paiono non scalfire una politica aggrappata alla retorica e alla paura della pubblica opinione e stretta nei vincoli di relazioni internazionali imbalsamate. Ma non è solo lì, la sfida. Si è discusso molto del dominio dell’approccio medico e della patologizzazione dell’uso, di un processo di medicalizzazione che minaccia e indebolisce la stessa riduzione del danno, che non solo è politica sociale ma anche approccio che valorizza le capacità dei consumatori come soggetti di scelta, apprendimento e strategie. Medicalizzare vuol dire molte cose: in Svizzera un eccesso di professionalizzazione che depotenzia contesti e pratiche “naturali”, in Italia la negazione della possibilità stessa di convivere con le droghe con minor rischio e danno, tanto da cancellare il nome stesso di riduzione del danno e passare a una “prevenzione delle patologie e dei comportamenti devianti correlati”, che da sé dice tutto. Medicalizzare l’uso vuol dire rinunciare a “normalizzare” e non è da meno che criminalizzare. La nascente rete europea ne è consapevole e ne fa uno dei suoi punti cruciali. Tanto che consumatori e operatori “pari” erano in gran numero, a Marsiglia, con i loro gruppi, le loro associazioni e la loro partecipazione a servizi e politiche. Tanti, e non solo dal Nord Europa, tradizionalmente vivace sotto questo aspetto, ma anche dal Sud e dall’Est. Tanti perché non c’è riduzione del danno senza il loro protagonismo, ma nemmeno un movimento di riforma delle politiche se loro, i destinatari, non vi prendono parte e parola.
Pochi i consumatori e gli operatori peer italiani, qualcuno da Torino e da Bologna. Una vecchia storia: non ce la facciamo proprio a uscire dal paternalismo di provincia, e a riconoscere diritti e competenze in modo concreto e meno ipocrita. In buon numero, invece gli operatori “professionisti” italiani, ma quasi tutti dell’associazionismo, per gli operatori dei Sert le dita di una mano erano anche troppe. Peccato, avrebbero scambiato idee con un mondo che non pare proprio affascinato dai “cervelli a colori” cari al neobiologismo del nostro Dipartimento antidroga. Ci saranno nuove occasioni, nella prospettiva di una rete italiana.
>>Vai al sito della conferenza
>>Vedi tutte le foto…
>>L’aggressione e l’inquietante scritta: Episodio GRAVISSIMO nello studio di un legale di parte civile
>>Audio dell’udienza del 28 settembre: la prossima udienza è fissata per il 18 novembre
Tira un vento nuovo
>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino
Tira un vento nuovo mentre la legge Fini-Giovanardi, in nome della tolleranza meno zero, continua a moltiplicare procedimenti amministrativi e penali, ad arrestare, a riempire le carceri e uccidere chi usa sostanze psicoattive , lasciando arricchire i narcotrafficanti e incentivando i profitti dei “cartelli).
Perugia che stringe Patti sicurezza con Maroni, che apre occhi inquisitori sui consumatori e li chiude di fronte ai casalesi che con i soldi dello spaccio rilevano appalti ed aprono società fittizie con scioltezza. 15 Settembre 2011 a Ponte San Giovanni sono stati sequestrati 300 appartamenti in costruzione, due alberghi, quattro terreni,200 conti correnti,144 macchinoni, due imbarcazioni…Imprenditoria camorrista con base operativa a Perugia!
Tira un vento rispetto al business del proibizionismo che da sempre genera violenza, polvere da sparo e spargimenti di sangue per accaparrarsi i proventi illeciti.
Tira un vento rispetto alla militarizzazione dell’ordine pubblico, al proliferare di leggi repressive, razziali, proibizioniste e securitarie, alle violenze di stato, i pestaggi, le minacce, i ricatti, carceri, ritorsioni e Tso.
Tira un vento che scardina tabù e propone di assumere modelli di legalizzazione e regolamentazione delle droghe al fine di indebolire il potere delle organizzazioni criminali e salvaguardare la salute dei cittadini. Un vento che mobilita e sommuove anche la commissione internazionale per le politiche sulle droghe che alcuni mesi fa ha dichiarato il fallimento della “war on drugs” e denunciato le “devastanti conseguenze” ossia gli effetti collaterali del proibizionismo.
Tira un vento nuovo che sussurra che la memoria è una arma, una risorsa e una pratica politica che ci permette di tenere alta l’attenzione e impedire che storie come quelle di Aldo Bianzino, arrestato e morto di carcere e proibizionismo il 14 ottobre 2007, di” incuria” e condanna all’oblio in tutti questi quattro anni, diventino consuetudine, prassi ordinarie legittimate attraverso la retorica della legalità e della sicurezza.
Tira un vento nuovo che non è solo denuncia, non solo richiesta di erità, ma è fatto di solidarietà concreta, di passaggio di saperi e scambio di buone pratiche di resistenza al proibizionismo.
Mercoledì 28 settembre alle ore 9 presso il Tribunale di Perugia in piazza Matteotti si terrà la terza udienza del processo a carico della guardia carceraria per omissione di soccorso e falsificazione di registro.
Il comitato verità per Aldo Bianzino sarà lì, per non archiviare e non dimendicare: nè Aldo e nè perchè è stato ammazzato !!!
Mercoledì 28 alle 9.00 tutti davanti al tribunale …
VERITÁ PER TUTTE LE VITTIME DI ABUSI AUTORITARI ED ARBITRARI DELLO STATO
Il proibizionismo è un serial killer
Lo stato archivia noi no.
>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino
>>Caso Bianzino, l’ex moglie: «Picchiato». Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile. Rudra ha parlato del suo dolore dovuto alla perdita dei genitori
di Francesca Marruco
«A quest’uomo sono stati inferti dei colpi atti a colpire organi interni, da mani esperte, senza lasciare segni o tracce esterne. Ad Aldo sono stati dati colpi al cervello e all’addome».
Lo ha detto in aula Gioia Toniolo, ex moglie di Aldo Bianzino, morto nel carcere di Capanne il 14 ottobre 2007, riferendo alla corte quanto aveva detto l’allora consulente della famiglia, il medico legale Walter Patumi che, stando a quanto affermato dalla stessa Toniolo, «partecipò all’autopsia fatta con il dottor Lalli». L’ex moglie di Aldo Bianzino, rimasta a combattere per un po’ di giustizia insieme ai figli del suo ex marito, ha anche sostenuto che «dieci giorni prima della sua morte Aldo stava molto bene» e «Patumi in quel momento non mi disse che c’erano contrasti con il dottor Lalli», che poi depositerà una relazione in cui si afferma che la morte di Bianzino era dovuta ad un aneurisma.
Il dolore di Rudra
A riportare umanità e dolore in mezzo ai termini medici e agli agenti che, a vario titolo, hanno avuto contatto con la vicenda di Bianzino e che mercoledì hanno testimoniato in aula, ci ha pensato il figlio Rudra, appena diciottenne. «A me manca la mia famiglia: dopo la morte di mio padre, è venuta a mancare anche mia madre per una malattia che si è molto aggravata per lo stress. Sarete stati tutti adolescenti, immaginatevi la vostra vita a 14 anni senza una famiglia». «In 14 anni – ha detto ancora Rudra, ora parte civile con l’avvocato Massimo Zaganelli – non ho mai visto mio padre star male in nessun modo e volevo sapere perché dopo due giorni in carcere era uscito morto. Non si pensa che possano succedere cose del genere. Con i miei facevo una vita semplice e tranquilla, il giorno dell’arresto vennero 5 persone e fecero una perquisizione. E fuori trovarono le piantine di marijuana». Rudra, su domanda dell’avvocato Fabio Anselmo, già avvocato della famiglia Cucchi e Aldrovandi, qui nominato da Gioia Toniolo, ha provato a dire che dopo l’arresto dei suoi genitori è stato lasciato solo con la nonna 93enne nel casale in campagna in cui viveva per tre giorni. Ma è stato bloccato. Non è pertinente alla presunta tesi dell’accusa, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Petrazzini, di omissione di soccorso dell’imputato della polizia penitenziaria Gianluca Cantoro nei confronti del detenuto Aldo Bianzino.
L’aggressione e l’inquietante scritta
Intanto un fatto che ha quanto meno risvolti inquietanti, si è verificato lunedì mattina nello studio tifernate dell’avvocato Massimo Zaganelli. La sua segretaria è stata aggredita da un uomo che, con il volto coperto, l’ha spintonata dopo essere entrato nello studio del legale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava aspettando l’arrivo di qualcuno che aprisse la porta dello studio, per entrare. E fin qui un’aggressione. La segretaria, oltre alla paura, ne avrà per cinque giorni. Inquietante è poi la scritta trovata sul muro esterno: «Bianzino stop», con due simboli che somigliano a due croci. Volto coperto, nessun indizio. E’ intervenuta la polizia. Mercoledì pomeriggio l’avvocato Zaganelli, rappresentato in questo caso dal collega Fabio Anselmo, ha anche sporto denuncia. Anselmo ha parlato di «episodio gravissimo, inquietante, incomprensibile per il clima in cui si sta celebrando il processo». L’aggressione è avvenuta di prima mattina, in orario di apertura dello studio. Ad essere aggredita è stata la segretaria. Normalmente il primo ad arrivare a studio, però, è l’avvocato Zaganelli.
I medici legali nella prossima udienza
Nell’udienza di mercoledì avrebbero dovuto testimoniare anche i medici legali che hanno individuato nell’aneurisma la causa della morte di Bianzino. Assenti giustificati, verranno sentiti nella prossima udienza del 18 novembre. A ruota verrà fatto l’esame dell’imputato: quel Gianluca Cantoro che, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, si è sempre dichiarato innocente. Come sempre anche mercoledì in aula i microfoni di Radio Radicale da cui è possibile ascoltare tutti gli audio delle precedenti udienze.
“VIAGGIARE” INFORMATI”.. – (prevenzione e informazione antiproibizionista)
Nell’ambito del ciclo di corsi e laboratori gratuiti proposto da Vag61, incontro sulla prevenzione dei rischi e di informazione sull’uso delle sostanze stupefacenti e sull’alcool da un punto di vista antiproibizionista.
Domande, dubbi, ricerche europee sui consumi, servizi per le tossicodipendenze, mercato illegale.
Conduce la dott.ssa Beatrice Bassini (psicologa del SERT):
– comunicazione dell’avvocato Elia De Caro su “Normative sulle droghe, alcool e guida”;
– comunicazione di Massimo Lorenzani (Associazione Lab57-Alchemica) su
“Ma che roba è? Le sostanze: composizioni, effetti, mercato e contesti del divertimento”.
Saranno proiettati filmati e video sui temi della prevenzione e sui luoghi del divertimento. L’incontro è rivolto soprattutto a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori e dei primi anni dell’Università.
Mercoledì 28 settembre, ore 18.00
Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna
10 droghe da non usare mentre si guida
I TEMI CHE VERRANNO TRATTATI NELL’INCONTRO:
CHE COS’È LA RIDUZIONE DEL DANNO?
– Una pratica sanitaria relativa alle dipendenze, nata negli anni 80 in Inghilterra e diventata un cardine nelle politiche sociali di molti paesi europei, o un concetto divenuto argomento “tabù” per il Dipartimento Antidroga capitanato da Giovanardi che mira a farlo sparire dal vocabolario in Italia, in Europa e nel mondo? L’una e l’altra cosa purtroppo.
10 cose da non fare se vi ferma la polizia
– Le iniziative di Forum Droghe, associazione in difesa dei consumatori di sostanze, sulla riduzione del danno e delle sue articolazioni nei vari contesti: dalla strada ai Servizi, ai luoghi del divertimento.
– La crisi e i tagli al welfare e ai progetti di prossimità, quelli in cui gli operatori agiscono direttamente nei luoghi di consumo creando relazioni possibili e prospettive evolutive risvegliano in molti operatori, attivisti politici e consumatori la necessità di far ripartire riflessioni per ritrovare gli spazi e i modi di rinnovare l’intero panorama dei servizi sulle droghe.
LE INFORMAZIONI UTILI
– Interventi di riduzione dei rischi su sostanze e consumi durante eventi musicali giovanili.
– Interventi di emergenza su uso e abuso di tutte le principali sostanze legali e illegali più usate e i mix più comunemente riscontrabili.
– Nuove strategie comunicative di prevenzione e riduzione dei rischi, possibili solo grazie al Test Rapido, per comunicare in modo veloce ed efficace ai consumatori dosaggi limite, mix pericolosi, tagli velenosi, etc.. nell’ ottica di tentare prevenire sul campo intossicazioni ed overdose prima che il consumo abbia luogo.
IN CASO DI CONTROLLI STRADALI
– Informazioni in caso di controlli stradali: diritto di scelta di essere sottoposto al test del sangue piuttosto che a quello delle urine. La legge italiana sanziona chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e non una precedente assunzione. Solo attraverso le analisi del sangue è possibile stabilire la reale concentrazione dei principi attivi che determinano gli effetti stupefacenti.
Ad esempio nel caso della cannabis i metaboliti passivi residui restano nelle urine fino a un mese e mezzo dall’ultima assunzione, mentre il THC attivo nel sangue resta mediamente fino da 12 a 27 ore, a seconda del dosaggio dell’ ultima assunzione.
– Test dei capelli. Più i capelli sono lunghi più le tracce di sostanze psicoattive sono rinvenibili nel tempo. Con i capelli lunghi 12 cm si può risalire al consumo di un anno prima. Se i capelli non vengono tagliati dall’ultima assunzione, le tracce sono teoricamente sempre presenti.
– Test della saliva. Dal 2007 il test della saliva è effettuato in controlli stradali e permette di individuare le sostanze più utilizzate. Se il test risulta positivo, deve essere confermato da un test del sangue o delle urine. La polizia può effettuare il test se “sospetta” il consumo di stupefacenti (per il test dell’alcol non è necessario avere il sospetto).
LE PENE PER I REATI COSIDDETTI “STRADALI”
– Nei casi di guida in stato di ebbrezza o alterazione quali sanzioni: la multa, il periodo di sospensione della patente, la confisca del veicolo.
– Il lavoro di pubblica utilità che sostituisce la pena per i reati di guida in stato di ebbrezza e di guida in stato di alterazione. Ogni giorno di lavoro di pubblica utilità sostituisce un giorno di arresto oppure sostituisce la pena pecuniaria di 250 euro per ogni giorno di lavoro. Un giorno di lavoro di pubblica utilità equivale a 2 ore di lavoro svolto.
– Dove si può svolgere lavoro di pubblica utilità. Gli enti pubblici e le realtà del privato sociale che stipulano convenzioni con il Tribunale competente territorialmente.
– Chi vigila sullo svolgimento del lavoro di pubblica utilità?
– Quando termina il periodo del lavoro di pubblica utilità, qual è il procedimento per l’estinzione del reato o per la revoca della confisca del veicolo o per la diminuzione del periodo di sospensione della patente?
“Bere una birra in strada non è reato”. “Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena.
Appuntamento in Piazza S. Agostino, Modena , ore 21. Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.Modena come Chicago.
Occhio, stare all’occhio, inventarsi soluzioni creative.
500 euro di multa per girare con una lattina in mano sono tante.
Il Proibizionismo come metodo educativo e per aumentare il controllo sociale, bravo Pighi, bei metodi.
Aumenteranno come prima le code ai negozietti fino alle 20. Ovvio, siamo anche noi contrari a gettare lattine e bicchieri per terra o guidare sotto effetto di sostanze compresi psicofarmaci che elargite copiosamente.
Ma che c’entra questo col bere seduti su di una panchina coi tuoi amici dopo una giornata di lavoro?
Quali invenzioni troveremo per continuare a fare quello che riteniamo giusto e non passare sotto le grinfie del Podestà Pighi?
Intanto facciamo questa camminata in centro, con buona musica e buoni amici, facciamo sentire che non siamo disposti a subire passivamente.
La cassazione ha stabilito che non si può essere repressi e condannati per una piantina di marijuana coltivata sul balcone, e allora regaliamo balconi a chi non li ha.
Facciamoci questo Corteo in allegria e brindiamo alla liberalizzazione contro la mafia che si arricchisce con l’illegalità e contro lo stato che con queste leggi può avere tra le mani altri Cucchi da distruggere.
http://anarchicicarpi.noblogs.org/
http://www.libera-unidea.org/home.htm
Aggiornamenti:
Venerdì 15 luglio
CORTEO notturno Antiproibizionista.“Bere una birra in strada non è reato”.“Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena. Piazza S. Agostino ore 21.
Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.
Si esibirà Dj SambaColbao+Bottigliette Colorate.
Proibire e Ricattare è l’educazionismo degli stupidi.
“Ma vi siete bevuti il cervello? NO al Proibizionismo.
ECCO L’ORDINANZA INCRIMINATA
“Ordinanza in materia di sicurezza urbana per contrastare l’abuso di alcol negli spazi ed aree pubbliche”, “che talvolta si accompagnano a condizioni di potenziale pericolo per i fruitori degli spazi pubblici”, “sono accompagnate a volte da episodi di inciviltà e degrado”, “strategie di prevenzione del fenomeno dell’alcolismo”.
ECCO LA PUNIZIONE
“è fatto altresì divieto su aree pubbliche o soggette a uso pubblico, di consumare o detenere a scopo di consumo ogni genere di bevanda alcolica in contenitori di ogni genere. sono soggette all’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da € 50,00 ad € 300,00”.
300 EURO SE HAI UNA LATTINA IN TASCA E GIRI PER IL CENTRO.
Bisogna opporsi con determinazione contro queste derive fallimentari, bisogna evitare che queste leggi proibizioniste siano sempre più invasive. Il proibizionismo crea marginalità e aumenta a dismisura il potere e gli affari delle varie mafie.
Materiali per la discussione:
PARERI MILANESI SULL’ORDINANZA CHE VIETA LA VENDITA AI MINORI DI 16 ANNI.
“Ridicola. La nuova ordinanza che vieta il consumo e vendita di alcool ai minorenni a Milano è ridicola. Solo un gruppo di matusalemme che non è mai uscito dall’Italia, o peggio dalla propria città, poteva riproporre un concetto così grossolano che è fallito dappertutto quando è stato applicato. Il proibizionismo degli alcolici esiste già in altri paesi come la Svezia ed è aggirato in modo semplicissimo.“
Di tutta l’erba, un fascio
“Il cosiddetto processo alle intenzioni è partito e si sta dilagando… togliere la possibilità a una persona di bere ritenendo che questa si ubriacherà di sicuro (fatti suoi poi, se non guida…) è un processo alle intenzioni.”
Risalire alla fonte
“Che qualcuno abbia potuto pensare che vietare non solo la vendita (quella è sanzionata dall’art.689 del codice penale da un bel pezzo) ma anche il consumo di alcol agli adolescenti fosse un’iniziativa intelligente è qualcosa che davvero va al di là della mia comprensione. […] allora, dico io, facciamo un altro piccolo sforzo e vietiamo pure il desiderio. Dice, e come fai a impedirlo il desiderio? Ma perché, la detenzione è più facile?”
Prima sfruttati, poi vietati
“Nella cultura conviviale italiana è intessuto e profondamente radicato, il ricorso ludico all’alcool; […] gli adolescenti respirano questo da sempre ed inoltre il proliferare in tutti i posti di locali e localini dove si punta alla grande sui momenti di “sballo” ha fatto delle città enormi macchine da degustazione e relative pisciate pubbliche. […] Quindi si corre ai ripari, vietando, more solito. Il divieto dopo il businnes. Sola logica possibile?“
I DANNI DEL PROIBIZIONISMO
1) Il proibizionismo è la prima causa della criminalità. Il profitto annuo mondiale sul commercio illegale delle droghe è di circa 800.000 miliardi di lire. Questo traffico è l’8% dell’economia mondiale ed è l’80% degli introiti totali della malavita. In USA il proibizionismo ha causato, negli ultimi 10 anni, un incremento annuo dei profitti della criminalità del 500%. In molti paesi, la corruzione relativa al commercio delle droghe è diventata quasi una questione di abitudine e la sicurezza pubblica viene messa in pericolo dalle bande armate che si contendono apertamente questo mercato così profiquo. Nelle città principali l’80% della micro crirminalità è relativa al “mondo delle droghe”.
2) Il danno economico e finanziario è enorme. L’economia viene distorta dall’enorme flusso di denaro “sporco” e alcune nazioni sono diventate altamente dipendenti dal commercio illegale. Gran parte dei soldi versati dai contribuenti vengono sprecati per combattere i crimini che il proibizionismo stesso ha creato. Negli States, l’equivalente di 30.000 miliardi di lire vanno ad alimentare il budget annuale federale per il controllo delle droghe e il costo totale per i danni, per il lavoro delle forze pubbliche e i costi delle incarcerazioni ammonta ad un multiplo di questa cifra.
3) Il proibizionismo causa dei danni sociali e personali su scala mondiale. Un numero enorme di persone messe in galera, famiglie divise, fenomeni di vagabondaggio, prostituzione legata all’eroina, paura di uscire soli e/o di notte, case sigillate per la paura, vita cittadina difficile e molto altro.
4) Il proibizionismo non ha raggiunto nessuno degli scopi prefissati. Mentre la criminalità aumenta, il numero dei consumatori di droghe cresce e la situazione sanitaria peggiora.
5) Gli standard morali sono in declino per colpa del proibizionismo. L’uso e il possesso di droghe fa divenire fuorilegge e criminali la gente comune, causando una mancanza di rispetto per le regole e degli standard morali che la società ha imposto. Viviamo in una società dove l’80% dei crimini sono dovuti al proibizionismo. Se il nostro è realmente un discorso moralista, bisogna eliminare prima di tutto la causa di tutti questi problemi: il proibizionismo.
6) Il “mostro della droga” è un inganno. I problemi sanitari che il proibizionismo si era prefissato di risolvere sono di poco conto rispetto ad altri problemi salutari. Il tabacco causa il 6% della mortalità totale nel mondo. In USA, ogni anno, 400.000 persone muoiono a causa del tabacco, 100.000 per l’alcool e 5.000 per le droghe. In Inghilterra le cifre relative sono: 110.000, 30.000, e 1.000. Generalmente le proporzioni sono: 50 e 10 contro 1.
Droga, la svolta dei grandi del mondo
“E’ il momento di legalizzarla”
Clamoroso cambiamento di strategia nel rapporto della Global Commission on Drug Policy dopo gli anni della repressione che hanno rappresentato un fallimento. “Va trattata come una questione sanitaria”. Nell’organismo Kofi Annan, Paul Volcker, Mario Vargas Llosa, Richard Branson
dal nostro inviato ANGELO AQUARO
NEW YORK – Cinquant’anni di guerra alla droga hanno fallito e all’Onu non resta che prenderne atto. Dicendo basta alla criminalizzazione e trattando l’emergenza mondiale per quello che è: una questione sanitaria. Di più: legalizzando il commercio delle sostanze stupefacenti – a partire magari dalla cannabis. Firmato: l’ex presidente dell’Onu che di questa politica fallimentare è stato uno dei responsabili, cioè Kofi Annan. Ma anche Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Varga Llosa, Branson. I grandi del mondo della politica, dell’economia e della cultura mondiale – che certo nessuno si sognerebbe mai di associare a un battagliero gruppo di fumati antiproibizionisti.
La clamorosa dichiarazione verrà resa nota oggi a New York in una conferenza stampa: il primo atto di una grande campagna mondiale che raccoglie e rilancia tante idee di buon senso che troppi governi (compresi quelli che loro amministravano) continuano a negare. Lo slogan è efficace: “Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali”. E l’obiettivo è più che ambizioso: cambiare radicalmente i mezzi che Stati e organismi internazionali hanno fin qui inutilmente seguito per sradicare la tossicodipendenza. Il traguardo è una petizione da milioni di firme che verrà presentata proprio alle Nazioni Unite per adottare le clamorose conclusioni dei “saggi”: su cui certamente si scatenerà adesso un dibattito internazionale.
“La guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo” si legge nel rapporto presentato dalla Global Commission on Drug Policy. “Le politiche di criminalizzazione e le misure repressive – rivolte ai produttori, ai trafficanti e ai consumatori – hanno chiaramente fallito nello sradicarla”. Non basta. “Le apparenti vittorie nell’eliminazione di una fonte di traffico organizzato sono annullate quasi istantaneamente dall’emergenza di altre fonti e trafficanti”. Basta dare un’occhiata alle statistiche raccolte dal rapporto. Nel 1998 il consumo di oppiacei riguardava 12.9 milioni di persone: nel 2008 17.35 milioni – per un incremento del 34.5 per cento. Nel 1998 il consumo di cocaina riguardava 13.4
milioni: dieci anni dopo 17 milioni – 27 per cento in più. Nel 1998 la cannabis era consumata da 147.4 milioni di persone: dieci anni dopo da 160 milioni – l’8.5 per cento in più. Sono i numeri di una disfatta.
A cui si accompagna un’altra debacle. “Le politiche repressive rivolte al consumatore impediscono misure di sanità pubblica per ridurre l’Hiv, le vittime dell’overdose e altre pericolose conseguenze dell’uso della droga”. Da un’emergenza sanitaria a un’altra: un disastro che è anche un tragico spreco. “Le spese dei governi in futili strategie di riduzione dei consumi distraggono da investimenti più efficaci e più efficienti”. L’elenco delle personalità coinvolte è impressionate. Il panel è l’organismo che a più alto livello si sia mai pronunciato sul fenomeno: tutti esponenti della società politica e civile internazionali che prima o poi si sono occupati ciascuno nel proprio campo dell’emergenza. Da Kofi Annan all’ex commissario Ue Javier Solana. Dall’ex segretario di Stato Usa George P. Schultz all’imprenditore miliardario e baronetto Richard Branson. Dal Nobel Vargas Llosa all’ex presidente della Fed Paul Volcker. Ci sono quattro ex presidenti: il messicano Ernesto Zedillo, il brasiliano Fernando Cardoso, il colombiano Cesar Gaviria, la svizzera Ruth Dreifuss. C’è l’ex premier greco George Papandreu. C’è lo scrittore messicano Carlos Fuentes. C’è il banchiere e presidente del Memoriale di Ground Zero John Whitehead. La loro voce sarà rilanciata adesso dall’organizzazione no profit Avaaz che conta già nove milioni di iscritti in tutto il mondo.
Non è solo la denuncia del fallimento della politica internazionale. E’ anche la prima sistematica proposta di una risposta globale. Invitando i governi a sperimentare “forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali e salvaguardino la salute e la sicurezza dei cittadini”. Ma anche di quelle persone negli ultimi gradi del sistema criminale: “Coltivatori, corrieri e piccoli rivenditori: spesso vittime loro stessi della violenza e dell’intimidazione – oppure essi stessi tossicodipendenti”. Il rapporto presenta e analizza una serie di “casi critici” dall’Inghilterra agli Usa passando per la Svizzera e i Paesi bassi. Evidenziando quattro principi.
Principio numero uno: le politiche antidroga devono essere “improntate a criteri scientificamente dimostrati” e devono avere come obiettivo “la riduzione del danno”. Principio numero due: le politiche antidroga devono essere “basate sul rispetto dei diritti umani” mettendo fine alla “marginalizzazione della gente che usa droghe” o è coinvolta nei livelli più bassi della “coltivazione, produzione e distribuzione”. Principio numero tre: la lotta alla droga va portata avanti a livello internazionale ma “prendendo in considerazione le diverse realtà politiche, sociali e culturali”. Non sorprende il coinvolgimento di tante personalità dell’America Latina: quell’enorme mercato che finora si è cercato di sradicare soltanto a colpi di criminalizzazione e che è invece – dice proprio l’ex presidente colombiano Gaviria “il risultato di politiche antidroga fallimentari”. Principio numero quattro: la polizia non basta e le politiche antidroga devono coinvolgere dalla famiglia alla scuola. “Le politiche fin qui seguite hanno soltanto riempito le nostre celle – dice Branson, l’inventore del marchio Virgin – costando milioni di dollari ai contribuenti, rafforzando il crimine e facendo migliaia di morti”.
E’ una rivoluzione. Sostanziata dalle raccomandazioni contenute nei principi. Una su tutte: “Sostituire la criminalizzazione e la punizione della gente che usa droga con l’offerta di trattamento sanitario”. Come? “Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione” a partire dalla cannabis. L’appello è secco. Bisogna “rompere il tabà sul dibattito e sulla riforma” dicono i saggi. Che concludono con uno degli slogan che hanno portato alla Casa Bianca Barack Obama: “The time is now”. Il momento è questo. Non abbiamo già buttato cinquant’anni?
(02 giugno 2011)