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Rave e Polizia: quale legalità? 

A Cusago (MI), la polizia sgombera free party con manganelli e lacrimogeni: 50 feriti e 22enne in coma

Dopo un giorno di pausa e di riposo, ci sentiamo in dovere di aggiungere la nostra testimonianza diretta delle ore di violenza insensata quanto gratuita che nostro malgrado abbiamo dovuto subire dalle forze dell’ “ordine” sabato scorso a Cusago, Milano.

– Non eravamo lì per caso. Stavamo tentando di montare la nostra postazione info, chill-out, primo soccorso all’interno di un free party, come facciamo gratuitamente quasi ogni sabato dell’anno da oltre 14 anni a questa parte.
Il Lab57 era stato contattato con largo anticipo mesi prima per questo evento che doveva festeggiare i 10 anni di attività di questa crew, gli Hazard Unitz, che come molti altri gruppi nel nord-centro Italia, responsabilmente si preoccupano della salute e sicurezza di questi eventi auto-organizzati richiedendo l’ intervento di personale preparato a gestire eventi simili.

Purtroppo come è stato brutalmente evidenziato da questa vicenda, l’unica risposta che le istituzioni sono capaci di dare a queste occupazioni temporanee di aree degradate e dismesse, le TAZ, è la repressione proibizionista, poliziesca e violenta, come in questo caso, in quanto ormai da anni le unità di strada istituzionali, hanno progressivamente sospeso ogni intervento nei free party, con rarissime eccezioni.

Per la nuda cronaca di questa nottata di follia vi lasciamo alla lettura del comunicato degli organizzatori, gli Hazard Unitz Crew, appunto, che condividiamo in quanto eravamo presenti prima e dopo la disastrosa irruzione degli agenti antisommossa in un capannone con oltre un migliaio di persone ignare
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1066377/cusago-gli-organizzatori-del-rave-la-polizia-ha-preso-a-calci-una-ragazza-a-terra.shtml

–> ascolta  l’audio della nostra intervista a Radio onda d’urto di Brescia:
http://www.radiondadurto.org/wp-content/uploads/2012/10/max-su-irruzione-rave.mp3

inoltre sottoscriviamo in pieno il comunicato del Collettivo Infoshock di Torino che collabora col Lab57 stabilmente da tanti anni in questi interventi: Una storia di ordinaria follia
Possiamo e dobbiamo aggiungere dei particolari non irrilevanti per la comprensione dei fatti:
– alle 20.00 di sabato, come spesso avviene purtroppo , ci è stato vietato dai carabinieri appostati sulla strada oltre 1 km prima di entrare nel capannone del rave con la nostra auto, anche se ci eravamo identificati come personale addestrato al primo soccorso e abbiamo mostrato una dichiarazione firmata dal referente del Coordinamento regionale Unità di Strada E.Romagna, che motiva e auspica la nostra presenza in questi contesti,
quindi come altre volte , senza demordere, abbiamo portato a mano per quasi 2 km, il nostro materiale fin dentro il capannone, notando appena fuori dal cancello una squadra di pompieri che tagliava la recinzione della fabbrica  “per agevolare, ci è stato riferito, l’ingresso alle 5-6 camoinette della celere” già presenti sul posto con diverse ambulanze, almeno tre, circostanza inedita che dimostra a scanso di equivoci che lì tutta la macchina poliziesca è arrivata non con l’intenzione di tutelare la salute pubblica, ma per sgomberare in modo violento migliaia di persone che fino a prova contraria non stavano nè disturbando il vicinato, nè erano in pericolo alcuno.

La prova della condotta non violenta dei partecipanti all’ evento musicale era già evidente al nostro arrivo alle spalle del sound, dove tra i mezzi degli organizzatori erano riuniti in un capannello ben visibile con casci blu in mano,manganelli e guanti neri, poliziotti e agenti in borghese, che hanno potuto liberamente aggirarsi tra i capannoni e la folla senza essere nè aggrediti nè insultati.

– la gravità e l’insensatezza dell’ azione dell’irruzione della celere sta proprio qui: sono intervenuti a freddo, tranciando cavi, rompendo luci e frantumando stand alimentari e artigianali senza dare il tempo a quasi un migliaio di persone di evitare lo scontro con gli agenti antisommossa.

– a fatica siamo riusciti a uscire dal capannone buio e pieno di gas lacrimogeno!!!! rallentati dal peso del nostro materiale inidispensabile al nostro lavoro, (tra cui etilometro professionale)  e raccogliendo ragazzi contusi  o inciampati, anche una nostra volontaria è caduta riportando una contusione superficiale a un ginocchio, poi abbiamo dovuto assistere in strada a cariche ripetute degli agenti, con lanci di lacrimogeni persino sui pompieri e sulle ambulanze alle loro spalle, segno di poca lucidità e spregio dell’incolumità dei feriti che si stavano facendo medicare dal 118, in quanto da dietro niente minacciava i reparti schierati, solo la furia cieca di disperdere tutti subito.

– gravissima ci è sembrata inoltre la decisione di non fare entrare le ambulanze dentro la fabbrica, costringendo le decine di feriti e intossicati  a percorrere quasi un chilometro  col le loro gambe, rischiando ulteriori botte… anche la 22enne ora in coma ha dovuto faticare molto per arrivare alle ambulanze, di certo non ha migliorato il quadro clinico dell’emoraggia cerebrale contro cui sta lottando in queste ore.
Detto questo, noi ci chiediamo ORA:
– chi pagherà per tutti questi feriti? per questi danni a sound system, luci e attrezzature devastate, per le bibite rubate dalla celere al banchetto di artigianato che avevano appena devastato per niente? si veda la testimonianza video dei due ragazzi del banchetto
Facciamo nostro l’appello degli Hazard Unitz a denunciare danni e violenze subiti attraverso una causa comune presso un avvocato che presterà assistenza legale gratuita,
questa la sua e-mail: barbara.luceri@ordineavvocatilivorno.it
Non crediamo che la inossibabile impunità dello stato verso lo stato possa cedere di fronte a qualche esposto, ma un pò di ruggine e qualche pugno di sabbia nei suoi ingranaggi riteniamo siano doverosi, se non altro per il risalto mediatico che sta avendo questa vicenda, che ha fatto fallire il tentativo di oscuramento totale dei media main-stream, e forse la prossima volta che una questura si troverà a gestire un altro evento simile, ci sarà qualche timore in più prima di ordinare una nuova mattanza, lo dimostra la polemica clamorosa verso la questura di Milano scatenata poche ore dopo l’accaduto dal SIAP, sindacato provinciale di polizia di Torino, che parla di “incompetenza, irresponsabilità, etc..” di chi ha deciso quella sciagurata irruzione
Per altri articoli e molte testimonianze video e audio si veda:
Al di là di questo singolo episodio drammatico, emerge un attacco violento repressivo sproporzionato nei confronti delle TAZ, di eventi auto-organizzati che sottraggono guadagni e “clienti” alle lobby potenti dei locali, dei club, della musica mainstream, etc…
In questo senso oltre alla evidente responsabilità della questura di Milano, non nuova a episodi di violenza quanto meno discutibile,
emerge la diretta responsabilità del Dipartimento Antidroga del governo, che pone il contrasto alla diffusione dei rave party illegali come una priorità per le forze dell’ordine ogni sabato sera!!
adducendo come motivazione pericoli per la salute dei partecipanti per eccessi nel consumo di sostanze illegali, pericoli reali, beninteso, ma che di sicuro non vengono attenuati da campagna terroristiche informative, repressive e violente, se è vero che dati alla mano le vittime per overdose, incidenti stradali per assunzione di droghe,etc,, non avvengono quasi mai nei rave illegali, ma dentro o nei dintorni dei locali LEGALI, dove si vende, si compra e si consumano tonnellate di sostanze nei corridoi, nei bagni, nei parcheggi, nei privèè e nei night club con tanto di macchine blu di onorevoli e parlamentari parcheggiate fuori, come la cronaca scandalistica e/o giudiziaria ci mostra quotidianamente.
La nostra attività più che decennale dimostra altresì che in eventi auto-organizzati assistiti da equipe preparate alla riduzione dei rischi, i ricoveri per traumi o intossicazioni e le vittime sono assenti o trascurabili, e sfidiamo chiunque a provare il contrario, in tutta Europa si interviene per tutelare la salute dei partecipanti, lo fanno a volte persino gli stessi poliziotti!!!!
La macchina repressiva dello Stato in Italia, invece, spende milioni di denaro pubblico ogni anno per sgominare i rave party illegali, per difendere i guadagni di questa falsa legalità ipocrita, di lobby di locali notturni in mano alla malavita organizzata, di mazzette per avere l’agibilità a locali asfittici senza acqua corrente, locali, pub spesso pieni di macchinette per il gioco d’azzardo, altra DROGA DI STATO, come l’ alcool venduto anche a minorenni, istigati a bere fino a morire di coma etilico, locali che se ci scappa il morto, al massimo chiudono 15 giorni, basta poi accordarsi con qualche agente in borghese per fare qualche arresto di consumator, locali infine dove domina la cultura massificata, sessista, acritica e cialtrona dei VIP del GRANDE FRATELLO, del BUNGA BUNGA, delle Veline del presidente, del “Lei non sa chi sono io…!!.insomma la cultura dell’arrivismo spregiudicato dell’impunità del potere.
Basta buttare via qualche secondo per rendersi conto come lavori senza sosta la macchina del fango mediatica attraverso addirittura l’agenzia giornalistica di riferimento per l’informazione in questo paese: l’Ansa, che cita una nullità musicale come DJ Aneto, star delle discoteche e della TV, contro la DROGA E I RAVE.
Lo Stato a Cusago ha usato tutta la sua violenza repressiva per difendere il suo modello di legalità e di cultura della legalità, una legalità inesistente con la casta ma forte e spietata coi più deboli, che fa arrestare 4 ragazzi per essersi difesi da cariche di poliziotti venuti direttamente dallo stadio, a cui nessuno farà mai analisi tossicologiche per sapere se erano in grado di lavorare davvero, la stessa falsa cultura della legalità che infama una ragazza in coma che sta lottando per la vita, perchè è inciampata “ubriaca”, mentre i ragazzi che hanno reagito alle cariche erano “tutti drogati e fuori di testa”, mentre le immagini e i racconti provano esattamente il contrario.
Forse il vento sta cambiando proprio a partire da questi sintomi di reazione venuti da ragazzini abituati ogni sabato ad essere fermati, perquisiti, insultati e denunciati per aver invaso proprietà degradate e dimenticate dal profitto e dai loro proprietari, che se ne ricordano solo per firmare sotto ricatto delle questure ordini di sgombero spesso insensati, forse una reazione si sta auto-organizzando, mentre le multinazionali e le banche aumentano i loro profitti affamando le masse, la polizia reprime qualsiasi forma culturale e sociale di auto-organizzazione alternativa al sistema, forse qualcosa si sta muovendo tra i social networks con decine di chiamate locali e nazionali per manifestazioni a difesa dei diritti di espressione, per sostenere le vittime di un potere ormai privo di legittimità.
Si veda anche l’ottimo articolo dell ‘amico Paolo Sollecito:
“I rave non sono un “atto di guerra”
Lab57 Achemica, Bologna

Segnaliamo questa presentazione – dibattito sul tema del “pregiudizio psichiatrico” del romanzo
–> “Sottovuoto” di Alice Banfi – vedi presentazione di Eugen Galasso

proprio mentre in questi giorni un gruppetto di deputati cerca di annullare la legge 180 (legge Basaglia),  con un progetto di legge che di fatto:
– vuole reintrodurre luoghi in cui le persone malate vengono rinchiuse per essere curate obbligatoriamente
– vuole prolungare il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), dai 7 giorni attuali (rinnovabili) ai 15 (rinnovabili) chiamandolo con un maquillage ipocrita, Trattamento Sanitario Necessario, (è sempre obbligatorio, ma non si dice più).

–>FIRMA L’ APPELLO per fermare l’attacco alla legge Basaglia!

Il CENTRO DI RELAZIONI UMANE, Bologna, presenta:

“Sottovuoto” di Alice Banfi
– Presentazione e dibattito –

con l’autrice, Alice Banfi
e Giorgio Antonucci, Piero Colacicchi, Maria D’Oronzo, Eugen Galasso.

ore 19.00

presso “Osteria di Sana Pianta”, cortile della Cineteca,
via A. Gardino 65, Bologna

A distanza di un anno e 2 mesi ci  troviamo di nuovo a denunciare la scomparsa di un giovane in seguito a assunzione di sostanze psicoattive a Bologna, un disastro prevedibile e sicuramente evitabile senza i TAGLI TOTALI ai servizi comunali di riduzione dei rischi nel mondo della notte bolognese.

Il ragazzo di 28 anni, marchigiano, è stato trovato accasciato nel parcheggio del Palanord di Via Stalingrado già in arresto cardio-circolatorio dopo una segnalazione pervenuta all’alba del 1 gennaio al medico e ai  paramedici in servizio quella notte all’esterno del Palanord.
Dopo 40 minuti di tentativi di rianimazione e l’intervento del 118 si è dovuta constatare la morte del ragazzo per probabile coma etilico, data la quantità di  alcool rigurgitata dal giovane, come ci ha raccontato la stessa dottoressa tossicologa, che collabora da tempo col Lab57, che si è trovata a soccorrere per prima il giovane tentando fino all’ultimo di rianimarlo.

Non si esclude l’assunzione di altre sostanze, ma bisogna attendere gli esami tossicologici per notizie più certe, mentre la macchina mediatica si è buttata subito sulla “pista dell’eroina” sulla base delle scarne dichiarazioni di un amico del ragazzo e di segnalazioni per piccoli precedenti per assunzione di stupefacenti, senza ovviamente sottolineare il ruolo determinante dell’ abuso di alcool in questo decesso; guai a toccare il business legale della sostanza di gran lunga più letale della somma di tutte le altre “droghe” illegali, dopo il tabacco ovviamente….
–> Vedi anche articolo su Repubblica 9/1/12

A questo proposito fanno cadere le braccia le dichiarazioni dell’ Estragon, da parte di un locale che tutto l’anno vende tonnellate di alcool forse sarebbe stato più adeguato un rispettoso silenzio:
“In merito alla notizia di un giovane trovato morto questa mattina in zona Parco Nord, si precisa che l’Estragon nulla ha a che fare con l’accaduto. Il giovane non ha trascorso la serata al Party di Capodanno da noi organizzato e il cadavere non è stato trovato all’esterno del nostro locale né nel parcheggio di nostra pertinenza, bensì in una zona pubblica lontana diverse centinaia di metri.  Si precisa, peraltro, che sia in via Stalingrado che dentro il Parco Nord erano in svolgimento diverse feste di fine anno, con migliaia di persone presenti”.

Il Lab57 era stato contattato un mese prima dagli organizzatori dell’ evento musicale al Palanord per intervenire con chill-out e operatori esperti, purtroppo la notte del 31 dicembre, noi eravamo già impegnati a prestare servizio ad un grosso free party a Torino, fino al 2  gennaio, quindi già il 12 dicembre abbiamo chiesto durante la riunione mensile del Coordinamento regionale delle Unità di Strada delle Emilia Romagna di predisporre un intervento regionale per un evento così grosso, che quest’anno il Lab57 non poteva coprire, infatti  almeno altre 4 volte dal 2006 al 2009 avevamo lavorato a capodanno in questi eventi  nel bolognese risolvendo con le nostre professionalità tutte le situazioni critiche senza un centesimo di denaro pubblico.

Quest’ anno in ogni caso, a differenza di tutte le altre istituzioni pubbliche, non ce la siamo sentita di abbandonare a se stesso un evento simile, e abbiamo predisposto l’intervento di un medico esperto, che collabora da tempo col Lab57, in appoggio ai paramedici e volontari in servizio sull’ ambulanza sempre presente durante l’evento, che gli organizzatori dell’evento al Palanord hanno pagato di tasca propria.
La dottoressa ci ha raccontato di molte medicazioni soprattutto per ferite e morsi di cane nel parcheggio e di alcuni interventi per mix e abuso di sostanze eccitanti, ma nessuno grave, tutti interventi eseguiti all’esterno del Palanord, purtroppo però questo lavoro non è bastato a evitare questa tragedia.
Il motivo è evidente, lo ripetiamo inutilmente da anni ormai:
l’assenza di una zona di decompressione, una chill-out, dentro al Palanord come in qualsiasi altro locale, impedisce di fare prevenzione e di offrire uno spazio SICURO dove potersi riposare e riprendere da eventuali esagerazioni nell’ assunzione di sostanze, soprattutto di alcolici, specie la notte di capodanno.
Insomma si poteva evitare anche questo decesso proprio come si poteva evitare la morte del 19enne in un locale in via Mattei a Bologna nell’ottobre del 2010, e altri gravi casi di intossicazione per poco non finiti in tragedia; non ci resta che ribadire quanto denunciato un anno fa.
Vedi –> A Bologna si muore senza Riduzione dei Rischi – presidio Sabato 23 ottobre.

Le responsabilità istituzionali sono innegabili: il Comune di Bologna in particolare ha ridotto progressivamente gli interventi di riduzione dei rischi nei locali bolognesi, fino a sospenderli definitivamente negli ultimi mesi, coi risultati tragici che tutti vediamo, delegando irresponsabilmente ogni problema di abuso di sostanze alle forze dell’ordine, alla security privata dei locali e in ultima istanza al 118, che a volte arriva però troppo tardi,  come in quest’ultimo caso.

 

E’ possibile continuare a LAVARSENE LE MANI così?
E’ possibile invocare repressione e polizia in borghese dietro ogni angolo o gabinetto dei locali senza fare poi nulla per assistere chi magari ha assunto sostanze in tutta velocità alla cieca per non farsi scoprire?
E’ possibile che chi assume sostanze illegali perda di colpo tutti i suoi diritti, come quello di essere aiutato ed assistito in modo adeguato, prima di essere arrestato?
Poi non ci si deve sorprendere se i consumatori piuttosto che rivolgersi al 118 si lasciano morire in angoli nascosti per paura di essere multati o arrestati!
E’ possibile poi che il Comune di Bologna abbia chiuso da un anno e mezzo il DROP-IN  di via Paolo Fabbri abbandonando in strada a stessi i tossicodipendenti con immediate gravi ricadute sulla vivibilità e la salute pubblica di tutta la cittadinanza?
Vedi anche:
–> Non riapre il drop-in di via P. Fabbri a Bologna: E’ questa la prossimità?
–> Bologna senza vergogna: ragazzo morto di overdose all’ Università
Il Lab57 lavora incessantemente sul campo da anni senza un centesimo di denaro pubblico (si vedano  gli interventi del 2008 , del 2009 , del 2010 e del 2011), sia a Bologna che in tutto il Nord-centro Italia, ma è evidente che non possiamo essere sempre ovunque, soprattutto lavorando quasi esclusivamente su base volontaria!!

Speriamo davvero che questa amministrazione comunale decida di muoversi finalmente, scegliendo di dare un segno importante di discontinuità con queste dissennate politiche di tagli ai servizi sociali, anche perchè se la costituzione italiana ha ancora qualche valore, resta il sindaco il responsabile istituzionale ultimo della salute dei suoi cittadini.

Lab57
Bologna

10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI

>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…

Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica

Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.

La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.

In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.

La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.

A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!

Non solo non si attuano  politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.

Diversamente dalla situazione italiana,  quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.

Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!

Ribellarsi da tutto questo è necessario!

E’ ora di piantarla!

Basta persecuzione!

Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!

Sabato 10 Dicembre 2011

 – ore 15.00 Piazza Nettuno –

partenza  Canna-bicycle Human Motor 2011

– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista

LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna

human-motor.noblogs.org


Venerdì 2 Dicembre
ore 17.00
Aula 1, Dipartimento di Fisica, Università,
Via Alessandro Pascoli
Perugia

>>Per info http://veritaperaldo.noblogs.org/

mercoledì 23 novembre
ore 17.00 – 19.00

Sala del consiglio, Facoltà di Lettere Università di Genova,
Via Balbi 4,
Genova, Italy

Incontro- lezione pubblica:

discuteremo con esperti ed attivisti di tipologie di consumo, repressione e proposte per il futuro.
Acquisiamo informazioni e consapevolezza per andare oltre persecuzione, sfruttamento ed abuso.
Perchè il consumo consapevole è un diritto non un crimine!

INTERVERRANNO:

Alessandra Viazzi, Pazienti Impazienti Cannabis.
Max, LAB57 Bologna,
Gabriella Zanone, SERT Genova
Laura Tartarini, avvocato Genova.

Moderazione: CSOA Terra di Nessuno

VERSO IL 10 DICEMBRE 2011 GIORNATA DEI DIRITTI PER IL DIRITTO AL CONSUMO!
VERSO VIENNA 2012! LA FINE DEL MONDO PROIBIZIONISTA!

PARTECIPATE NUMEROSI! PER SCONFIGGERE IL SISTEMA BISOGNA AVER LA TESTA PIENA!!

COMUNICATO FESTA DEL RACCOLTO CSOA TERRA DI NESSUNO:

Un vento di cambiamento sembra scuotere le politiche repressive e proibizioniste che governano il mondo, una luce di speranza sembra illuminare i tantissimi che da molto tempo lottano contro mafie e poteri forti ad esse collegati per poter esercitare il loro diritto ad un consumo autonomo e consapevole, senza dover patire il controllo repressivo di affaristi e sfruttatori.
Sempre più la cannabis viene tollerata e legalizzata, aprendo nuovi spazi di consumo e discussione.
Dobbiamo però chiederci, come nel caso della crisi economica, chi è incaricato di gestire questa transizione. Ed ecco che la luce di speranza inizia ad affievolirsi, perchè ci accorgiamo che sono gli stessi fautori di proibizionismo e repressione che oggi pretendono di riscrivere le normative sul consumo di sostanze.
E non è difficile immaginare quali logiche queste riforme seguiranno. Saranno ancora una volta le logiche delo sfruttameto, del controllo e della repressione. Perchè se la galera verrà (forse) messa da parte come elemento di deterrenza, saranno sempre più numerose le limitazioni a cui i “malati di consumo” dovranno sottostare. Sì, perchè il nuovo status del consumatore di sostanze sarà quello di malato, invece che di criminale, e questo significa limitazioni nell’accesso alle sostanze, imposizioni dal punto di vista economico, restrizioni nella vita privata e sul lavoro derivanti dalla condizione di “malato”.
Cambieranno quindi le parole, la forma delle prigioni e dei carcerieri, ma rimarranno invariati il controllo, lo sfruttamento economico e la repressione. Si inizierà a morire negli ospedali invece che nelle carceri come succede oggi, si perderà il lavoro per un certificato medico invece che per una denuncia, per non parlare delle ovvie conseguenze relazionali.
Ma c’è un’alternativa a tutto questo, e siamo noi.
Come la risposta alla crisi economica non può essere costruita da chi questa crisi l’ha voluta e realizzata, così la legislazione relativa alle sostanze non può essere affrontata dagli stessi che hanno creato la spaventosa situazione attuale: dominio delle mafie, disinformazione e aumento del consumo senza regole tra i giovani, repressione durissima e conseguenti omicidi per abuso o suicidi in carcere.
Dobbiamo essere noi a formare collettivi antiproibizionisti, parlare, proporre, lottare attivamente per cambiare la situazione secondo le esigenze reali dei consumatori, e non quelle strumentali degli sfruttatori.
Dobbiamo fare rete, sta già accadendo in tutta Italia, e scavare la via verso l’autonomia e la consapevolezza di consumo.
La festa del raccolto è un inizio, un collettivo antiproibizionista è nato al terra di nessuno ed è apeto a tutti, il 10 dicembre in tutta Italia ci sarà un primo forte evento che rilancierà le nostre idee e voglia di lottare. La rivoluzione antiproibizionista si muove, fai una mista e unisciti a noi!

18 NOVEMBRE 2011
ore 9:00
Tribunale Piazza Matteotti, Sala degli Affreschi
Perugia

LA MEMORIA E’ UN INGRANAGGIO COLLETTIVO…

Sono trascorsi ormai 4 anni dalla data in cui Aldo Bianzino viene trovato morto nella sua cella di detenzione nel carcere di capanne, nel quale era stato condotto a seguito dell’arresto (firmato dal PM Petrazzini) avvenuto nel suo casale, due giorni prima, per coltivazione di marijuana.

Il 18/11/2011 avrà luogo la quarta udienza del processo per “Omissione di soccorso e falsificazione di registro” a carico di una della guardie carcerarie, nel corso della quale verranno ascoltati i medici legali che hanno effettuato l’autopsia e le successive perizie sul corpo di Aldo.

MA QUAL È LA VERSIONE DEI FATTI DATA IN QUESTI ANNI DAI MEDICI LEGALI INTERVENUTI FINORA?

16/10/2007
Il Dr. Lalli (nominato dal PM Petrazzini) in presenza del legale Patumi (nominato da alcuni familiari) esegue l’autopsia. Il Dr. Patumi riferisce agli avvocati di parte e ai familiari che sul corpo erano presenti lesioni al fegato, milza e cervello, dichiarando inoltre che le stesse erano state causate da colpi mirati a danneggiare gli organi vitali senza lasciare tracce esterne visibili.

23/10/2007
La Dott.ssa Anna Aprile effettua esami specifici su fegato e cervello

10/11/2007
Il medico legale Fortuni con il dott. Patumi dopo un’ulteriore perizia, cambiano completamente l’esito dell’esame rispetto ai precedenti, Parlano per la prima volta di aneurisma come causa della morte.

31/01/2008
Dalla relazione fatta dai medici legali nominati dal PM Petrazzini, viene confermata come causa della morte l’aneurisma cerebrale.

10/01/2008
Il PM Petrazzini chiede l’archiviazione per l’accusa di omicidio volontario.

16/12/2009
La richiesta di archiviazione viene accettata.

8/02/2011
Viene aperto un nuovo processo per omissione di soccorso e falsificazione di registro a carico di Cantoro, guardia carceraria incaricata della sorveglianza la notte del decesso di Aldo. Durante l’udienza il COMITATO VERITA E GIUSTIZIA PER ALDO viene ammesso al processo come parte civile.

21/03/2011
Il comitato viene escluso poiché costituitosi in data successiva alla morte di Aldo, Rifiutando l’ammission dell’associazione “A buon diritto” (impegnata nella salvaguardia dei diritti sanciti costituzionalmente) come parte civile al processo. L’ Avvocato Anselmo Fabio (lo stesso di Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi) è il nuovo legale di una parte dei familiari e viene chiamato a testimoniare l’ex direttore del carcere.

19/05/2011
Ascoltati i testimoni del PM Petrazzini (l’infermiera e le due dott.sse che hanno eseguito le operazioni di rianimazione e parte degli agenti/assistenti), Dalla ricostruzione dei fatti emerge un disordine routinario delle normali attività di un’istituzione carceraria, oltre ai diversi “vuoti di memoria” manifestati dagli stessi.

28/09/2011
I medici legali convocati per l’udienza non si presentano. Vengono ascoltati Gioia (prima moglie di Aldo) e Rudra (figlio di Aldo) i quali confermano la prima versione comunicatagli dal medico legale Patumi riguardo le cause della morte

18 NOVEMBRE 2011
h.9:00 Tribunale Piazza Matteotti, Sala degli Affreschi
(Perugia)
Tutta la cittadinanza è invitata a PRESIDIARE E PARTECIPARE ALL’UDIENZA

LO STATO ARCHIVIA, NOI NO

il PROIBIZIONISMO E’ UN SERIAL KILLER
Comitato verità per Aldo Bianzino

http://veritaperaldo.noblogs.org/

INCONTRO NAZIONALE ANTIPROIBIZIONISTA

PISA 22 OTTOBRE 2011
Polo Didattico Porta Nuova, via Padre Bruno Fedi 1

Il Lab57 partecipera’ a questa importante assemblea antiproibizionista.
LOsservatorio Antiproibizionista di Pisa, che dal 2001 organizza la streetparade Canapisa, indice un’assemblea nazionale delle realtà che affrontano le tematiche antiproibizioniste, con forme e metodi diversi, ma che siano interessate a un confronto costruttivo.
L’assemblea ha come obbiettivo la socializzazione delle attività portate avanti dai singoli gruppi sia a livello nazionale che locale nonchè l’analisi dell’ emergenza italiana con le varie proposte per affrontarla. Crediamo che sia venuto il tempo di riprendere voce collettivamente e riproporre le ragioni dell’antiproibizionismo in un momento storico in cui la repressione contro le sostanze proibite ha assunto le dimensione di una vera e propria persecuzione di massa (dal 1991 al 2008 più di 880mila persone sono state sottoposte a sanzioni penali e/o ammministrative per la semplice detenzione di sostanze). Per questo proponiamo un incontro nazionale delle realtà che si muovono sulle tematiche antiproibizoniste, anche in vista della Conferenza ONU prevista a Vienna nel 2012 ed in seguito alle dichiarazione della Global Commission on Drugs.
E’ arrivato il momento di connettere e condivedere le esperienze contro l’isolamento proibizionista, è venuto il momento di dire basta alla persecuzione!!!!!!!

Programma della giornata:

Ore 10.30 – Presentazione della giornata e delle varie realtà presenti
Ore 13.00 – Pausa pranzo
Ore 15.00 – Assemblea di discussione sulle tematiche emerse
Ore 22.30 – STOP PERSECUTION PARTY
– area dub roots dancehall : CANAPISA REGGAE ALL STAR
– area electro house : OFFLABEL Crew + Guest

NON MANCARE!!!!!!!!!!!
>>per info: Osservatorio Antiproibizionista di Pisa

>>L’aggressione e l’inquietante scritta: Episodio GRAVISSIMO nello studio di un legale di parte civile
>>Audio dell’udienza del 28 settembre: la prossima udienza è fissata per il 18 novembre

Tira un vento nuovo

>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino

Tira un vento nuovo mentre la legge Fini-Giovanardi, in nome della tolleranza meno zero, continua a moltiplicare procedimenti amministrativi e penali, ad arrestare, a riempire le carceri e uccidere chi usa sostanze psicoattive , lasciando arricchire i narcotrafficanti e incentivando i profitti dei “cartelli).

Perugia che stringe Patti sicurezza con Maroni, che apre occhi inquisitori sui consumatori e li chiude di fronte ai casalesi che con i soldi dello spaccio rilevano appalti ed aprono società fittizie con scioltezza. 15 Settembre 2011 a Ponte San Giovanni sono stati sequestrati 300 appartamenti in costruzione, due alberghi, quattro terreni,200 conti correnti,144 macchinoni, due imbarcazioni…Imprenditoria camorrista con base operativa a Perugia!

Tira un vento rispetto al business del proibizionismo che da sempre genera violenza, polvere da sparo e spargimenti di sangue per accaparrarsi i proventi illeciti.

Tira un vento rispetto alla militarizzazione dell’ordine pubblico, al proliferare di leggi repressive, razziali, proibizioniste e securitarie, alle violenze di stato, i pestaggi, le minacce, i ricatti, carceri, ritorsioni e Tso.

Tira un vento che scardina tabù e propone di assumere modelli di legalizzazione e regolamentazione delle droghe al fine di indebolire il potere delle organizzazioni criminali e salvaguardare la salute dei cittadini. Un vento che mobilita e sommuove anche la commissione internazionale per le politiche sulle droghe che alcuni mesi fa ha dichiarato il fallimento della “war on drugs” e denunciato le “devastanti conseguenze” ossia gli effetti collaterali del proibizionismo.

Tira un vento nuovo che sussurra che la memoria è una arma, una risorsa e una pratica politica che ci permette di tenere alta l’attenzione e impedire che storie come quelle di Aldo Bianzino, arrestato e morto di carcere e proibizionismo il 14 ottobre 2007, di” incuria” e condanna all’oblio in tutti questi quattro anni, diventino consuetudine, prassi ordinarie legittimate attraverso la retorica della legalità e della sicurezza.

Tira un vento nuovo che non è solo denuncia, non solo richiesta di erità, ma è fatto di solidarietà concreta, di passaggio di saperi e scambio di buone pratiche di resistenza al proibizionismo.

Mercoledì 28 settembre alle ore 9 presso il Tribunale di Perugia in piazza Matteotti si terrà la terza udienza del processo a carico della guardia carceraria per omissione di soccorso e falsificazione di registro.

Il comitato verità per Aldo Bianzino sarà lì, per non archiviare e non dimendicare: nè Aldo e nè perchè è stato ammazzato !!!

Mercoledì 28 alle 9.00 tutti davanti al tribunale …

VERITÁ PER TUTTE LE VITTIME DI ABUSI AUTORITARI ED ARBITRARI DELLO STATO

Il proibizionismo è un serial killer

Lo stato archivia noi no.

>>dal Blog del comitato Verità per Aldo Bianzino

>>Caso Bianzino, l’ex moglie: «Picchiato». Episodio inquietante nello studio di un legale di parte civile. Rudra ha parlato del suo dolore dovuto alla perdita dei genitori
di Francesca Marruco

«A quest’uomo sono stati inferti dei colpi atti a colpire organi interni, da mani esperte, senza lasciare segni o tracce esterne. Ad Aldo sono stati dati colpi al cervello e all’addome».
Lo ha detto in aula Gioia Toniolo, ex moglie di Aldo Bianzino, morto nel carcere di Capanne il 14 ottobre 2007, riferendo alla corte quanto aveva detto l’allora consulente della famiglia, il medico legale Walter Patumi che, stando a quanto affermato dalla stessa Toniolo, «partecipò all’autopsia fatta con il dottor Lalli». L’ex moglie di Aldo Bianzino, rimasta a combattere per un po’ di giustizia insieme ai figli del suo ex marito, ha anche sostenuto che «dieci giorni prima della sua morte Aldo stava molto bene» e «Patumi in quel momento non mi disse che c’erano contrasti con il dottor Lalli», che poi depositerà una relazione in cui si afferma che la morte di Bianzino era dovuta ad un aneurisma.

Il dolore di Rudra
A riportare umanità e dolore in mezzo ai termini medici e agli agenti che, a vario titolo, hanno avuto contatto con la vicenda di Bianzino e che mercoledì hanno testimoniato in aula, ci ha pensato il figlio Rudra, appena diciottenne. «A me manca la mia famiglia: dopo la morte di mio padre, è venuta a mancare anche mia madre per una malattia che si è molto aggravata per lo stress. Sarete stati tutti adolescenti, immaginatevi la vostra vita a 14 anni senza una famiglia». «In 14 anni – ha detto ancora Rudra, ora parte civile con l’avvocato Massimo Zaganelli – non ho mai visto mio padre star male in nessun modo e volevo sapere perché dopo due giorni in carcere era uscito morto. Non si pensa che possano succedere cose del genere. Con i miei facevo una vita semplice e tranquilla, il giorno dell’arresto vennero 5 persone e fecero una perquisizione. E fuori trovarono le piantine di marijuana». Rudra, su domanda dell’avvocato Fabio Anselmo, già avvocato della famiglia Cucchi e Aldrovandi, qui nominato da Gioia Toniolo, ha provato a dire che dopo l’arresto dei suoi genitori è stato lasciato solo con la nonna 93enne nel casale in campagna in cui viveva per tre giorni. Ma è stato bloccato. Non è pertinente alla presunta tesi dell’accusa, rappresentata in aula dal pm Giuseppe Petrazzini, di omissione di soccorso dell’imputato della polizia penitenziaria Gianluca Cantoro nei confronti del detenuto Aldo Bianzino.

L’aggressione e l’inquietante scritta
Intanto un fatto che ha quanto meno risvolti inquietanti, si è verificato lunedì mattina nello studio tifernate dell’avvocato Massimo Zaganelli. La sua segretaria è stata aggredita da un uomo che, con il volto coperto, l’ha spintonata dopo essere entrato nello studio del legale. Secondo quanto ricostruito, l’uomo stava aspettando l’arrivo di qualcuno che aprisse la porta dello studio, per entrare. E fin qui un’aggressione. La segretaria, oltre alla paura, ne avrà per cinque giorni. Inquietante è poi la scritta trovata sul muro esterno: «Bianzino stop», con due simboli che somigliano a due croci. Volto coperto, nessun indizio. E’ intervenuta la polizia. Mercoledì pomeriggio l’avvocato Zaganelli, rappresentato in questo caso dal collega Fabio Anselmo, ha anche sporto denuncia. Anselmo ha parlato di «episodio gravissimo, inquietante, incomprensibile per il clima in cui si sta celebrando il processo». L’aggressione è avvenuta di prima mattina, in orario di apertura dello studio. Ad essere aggredita è stata la segretaria. Normalmente il primo ad arrivare a studio, però, è l’avvocato Zaganelli.

I medici legali nella prossima udienza
Nell’udienza di mercoledì avrebbero dovuto testimoniare anche i medici legali che hanno individuato nell’aneurisma la causa della morte di Bianzino. Assenti giustificati, verranno sentiti nella prossima udienza del 18 novembre. A ruota verrà fatto l’esame dell’imputato: quel Gianluca Cantoro che, difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Silvia Egidi, si è sempre dichiarato innocente. Come sempre anche mercoledì in aula i microfoni di Radio Radicale da cui è possibile ascoltare tutti gli audio delle precedenti udienze.


“VIAGGIARE” INFORMATI”.. – (prevenzione e informazione antiproibizionista)
Nell’ambito del ciclo di corsi e laboratori gratuiti proposto da Vag61, incontro sulla prevenzione dei rischi e di informazione sull’uso delle sostanze stupefacenti e sull’alcool da un punto di vista antiproibizionista.
Domande, dubbi, ricerche europee sui consumi, servizi per le tossicodipendenze, mercato illegale.

Conduce la dott.ssa Beatrice Bassini (psicologa del SERT):
– comunicazione dell’avvocato Elia De Caro su Normative sulle droghe, alcool e guida;
– comunicazione di Massimo Lorenzani (Associazione Lab57-Alchemica) su
“Ma che roba è? Le sostanze: composizioni, effetti, mercato e contesti del divertimento”.
Saranno proiettati filmati e video sui temi della prevenzione e sui luoghi del divertimento. L’incontro è rivolto soprattutto a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori e dei primi anni dell’Università.

Mercoledì 28 settembre, ore 18.00
Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna

10 droghe da non usare mentre si guida

I TEMI CHE VERRANNO TRATTATI NELL’INCONTRO:

CHE COS’È LA RIDUZIONE DEL DANNO?

– Una pratica sanitaria relativa alle dipendenze, nata negli anni 80 in Inghilterra e diventata un cardine nelle politiche sociali di molti paesi europei, o un concetto divenuto argomento “tabù” per il Dipartimento Antidroga capitanato da Giovanardi che mira a farlo sparire dal vocabolario in Italia, in Europa e nel mondo? L’una e l’altra cosa purtroppo.

10 cose da non fare se vi ferma la polizia

– Le iniziative di Forum Droghe, associazione in difesa dei consumatori di sostanze, sulla riduzione del danno e delle sue articolazioni nei vari contesti: dalla strada ai Servizi, ai luoghi del divertimento.
– La crisi e i tagli al welfare e ai progetti di prossimità, quelli in cui gli operatori agiscono direttamente nei luoghi di consumo creando relazioni possibili e prospettive evolutive risvegliano in molti operatori, attivisti politici e consumatori la necessità di far ripartire riflessioni per ritrovare gli spazi e i modi di rinnovare l’intero panorama dei servizi sulle droghe.

LE INFORMAZIONI UTILI

– Interventi di riduzione dei rischi su sostanze e consumi durante eventi musicali giovanili.
– Interventi di emergenza su uso e abuso di tutte le principali sostanze legali e illegali più usate e i mix più comunemente riscontrabili.
– Nuove strategie comunicative di prevenzione e riduzione dei rischi, possibili solo grazie al Test Rapido, per comunicare in modo veloce ed efficace ai consumatori dosaggi limite, mix pericolosi, tagli velenosi, etc.. nell’ ottica di tentare prevenire sul campo intossicazioni ed overdose prima che il consumo abbia luogo.

IN CASO DI CONTROLLI STRADALI

Informazioni in caso di controlli stradali: diritto di scelta di essere sottoposto al test del sangue piuttosto che a quello delle urine. La legge italiana sanziona chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e non una precedente assunzione. Solo attraverso le analisi del sangue è possibile stabilire la reale concentrazione dei principi attivi che determinano gli effetti stupefacenti.

Ad esempio nel caso della cannabis i metaboliti passivi residui restano nelle urine fino a un mese e mezzo dall’ultima assunzione, mentre il THC attivo nel sangue resta mediamente fino da 12 a 27 ore, a seconda del dosaggio dell’ ultima assunzione.

Test dei capelli. 
Più i capelli sono lunghi più le tracce di sostanze psicoattive sono rinvenibili nel tempo. Con i capelli lunghi 12 cm si può risalire al consumo di un anno prima. Se i capelli non vengono tagliati dall’ultima assunzione, le tracce sono teoricamente sempre presenti.

Test della saliva. 
Dal 2007 il test della saliva è effettuato in controlli stradali e permette di individuare le sostanze più utilizzate. Se il test risulta positivo, deve essere confermato da un test del sangue o delle urine. La polizia può effettuare il test se “sospetta” il consumo di stupefacenti (per il test dell’alcol non è necessario avere il sospetto).

LE PENE PER I REATI COSIDDETTI “STRADALI”

– Nei casi di guida in stato di ebbrezza o alterazione quali sanzioni: la multa, il periodo di sospensione della patente, la confisca del veicolo.
– Il lavoro di pubblica utilità che sostituisce la pena per i reati di guida in stato di ebbrezza e di guida in stato di alterazione. Ogni giorno di lavoro di pubblica utilità sostituisce un giorno di arresto oppure sostituisce la pena pecuniaria di 250 euro per ogni giorno di lavoro. Un giorno di lavoro di pubblica utilità equivale a 2 ore di lavoro svolto.
– Dove si può svolgere lavoro di pubblica utilità. Gli enti pubblici e le realtà del privato sociale che stipulano convenzioni con il Tribunale competente territorialmente.
– Chi vigila sullo svolgimento del lavoro di pubblica utilità?
– Quando termina il periodo del lavoro di pubblica utilità, qual è il procedimento per l’estinzione del reato o per la revoca della confisca del veicolo o per la diminuzione del periodo di sospensione della patente?

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