Articoli marcati con tag ‘Sostanze’
–> Vai al PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT: 10 – 16 MARZO 2012
OCCUPY UNODC (Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite).
–> Leggi il COMUNICATO di Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
–> Vai al sito di Xm24 per info sull’ evento
Ore 20:00
Aperitivo Antiproibizionista
Presentazione della mobilitazione internazionale
PROGRAMMA di VIENNA 2012 DRUG PEACE SUMMIT
Venerdì 9 Marzo
10 – 12 am, Conferenza stampa
Cafe Landtmann (Dr. Karl Lueger-Ring 4, Vienna)
Intervengono:
1) Frederik Polak – Paesi Bassi,presidente di Encod
2) František Písařík – Repubblica Ceca, Encod
3) Dr. Kurt Blaas – Austria, Encod
4) Enrico Fletzer – Italia, Encod
5) Patrizia Moretti – Italia, madre di Federico Aldrovandi, una vittima della guerra alle droghe italiana
6) Alessandrio Oria – Italia, ROTOTOM – Festival
7) Dennis Lahey – Paesi bassi, Encod
17 – 20 pm: Presentazione di filmati della serie
Fumare spinelli può essere mortale/Kiffen koennte toedlich sein / To smoke cannabis could be deadly, su omicidi di polizia in Italia.
In seguito: discussione generale
Luogo: (Aula) Hörsaal II, Università di Vienna, Universitätsstrasse 7 fermata metro U-Schottentor
Sabato 10 Marzo
14 – 17 pm Manifestazione ’ Risettiamo la politica sulle droghe ’,da Schwedenplatz al Vienna International Centre
Domenica 11 Marzo
Assemblea degli attivisti ed attiviste. Luogo ed orario presto disponibile
per maggiori informazioni: Tel: +316 3018 2408 (Fredrick Polak)
Website: www.drugpeacefestival.com
Email: office@encod.org
–> Proiezione del film “L’ era legale”
di Enrico Caria (2012)
Anno 2020: Napoli è diventata la città più sicura, pulita e moderna del Pianeta. Come è accaduto?
La risposta è in un finto documentario che narra le avventure di Nicolino Amore che, nato poverissimo, diventa Sindaco.
Assistiamo così alla sua buffa ascesa nella Napoli-bene dove all’inizio cerca solo di godersela.
Poi la crisi: Nicolino si rende conto che sta tradendo la sua gente, da sempre vittima di camorra e illegalità.
Però battere la malavita sembra impossibile: i narcos sono troppo ricchi e influenti… ma proprio quando Nicolino sta per arrendersi, una potente “madrina” di camorra, che ha perso l’unico amatissimo figlio per overdose, gli suggerisce la soluzione: legalizzare la droga.Così, distribuendo le droghe gratis e sotto controllo medico, i narcos perdono quell’enorme flusso di denaro con cui compravano tutto, inclusi poliziotti, politici e magistrati. E poco alla volta anche il numero dei drogati, ora trattati non più come criminali ma come dei malati, si riduce…
Detta così sembra una favola… ma siamo o non siamo nel futuro?
Nel mockumentary ci sono poi personaggi veri: autorevoli magistrati antimafia come Pietro Grasso e Vincenzo Macrì, scrittori come Giancarlo De Cataldo e Carlo Lucarelli, giornalisti come Bill Emmott e Marcelle Padovani, il presidente di Lega Ambiente Francesco Ferrante e Tano Grasso di Libera.
Tutti si esprimono sul fallimento delle politiche proibizioniste.
Ore 22:30
Concerto CACTUS TRUCK
JOHN DIKEMAN – sassofono
JASPER STADHOUDERS – chitarra e basso
ONNO GOVAERT – batteria
I Cactus Truck creano una musica sorprendentemente intensa, non solo in termini di volume o velocità, ma attraverso un completo abbandono fisico e psicologico. Nella loro musica è possibile trovare degli accenni al Delta Blues, al primo free jazz, al noise giapponese, alla no wave.
I Cactus Truck risiedono ad Amsterdam e sono stati fondati nel 2010. Si sono già esibiti in molti rinomati locali, tra cui i Bimhuis, SJU Jazzpodium, Worm, ecc. Il musicista John Dikeman è stato recentemente selezionato per il Young VIP Tour 2012 (un premio assegnato a due musicisti ogni anno nei Paesi Bassi). I Cactus Truck, insieme al bassista norvegese Jon Rune Strøm, suoneranno così in tutti i locali jazz più prestigiosi dei Paesi Bassi.
I Cactus Truck hanno lavorato frequentemente con membri degli Ex, inclusi Terrie Ex, Andy Moor, Colin McLean, Ab Baars, Teun Verbruggen, Gerri Jaeger (Knalpot), ed hanno aperto per gli Ex, Thomas Ankersmit, Kevin Drumm, Jackdaw con i Crowbar. Hanno poi collaborato con alcuni dei più eccezionali improvvisatori della scena internazionale (Peter Evans, Joe McPhee, Mike Reed, Wilbert de Joode, Andrew D´Angelo, Noel Redding, ecc.).
http://www.cactustruck.com
Comunicato della rete Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
Sono passati nove anni da quando, nell’Aprile del 2003, andammo in tantissime/i dall’Italia, dal resto d’Europa e del mondo a Vienna in occasione della 40° Conferenza Internazionale dell’Onu sulle droghe. In quei giorni l’ipocrisia proibizionista toccava il culmine: senza crepe e senza nessun ragionevole dubbio nutriva i programmi elettorali delle destre, anche di quelle nostrane.
Mentre noi accerchiavamo il palazzo l’allora ministro degli esteri Gianfranco Fini era presente per annunciare il varo di quell’infame legge che tre anni dopo verrà approvata grazie al sostegno del diversamente intelligente Giovanardi. Con il ricorso al decretamento d’urgenza ci si è opportunamente adoperati per privarla di un doveroso dibattito politico, inserendola tra le norme securitarie in occasione delle olimpiadi invernali di Torino: un paradossale scenario in cui la “neve” necessaria per praticare lo sport ha acquisito, nelle menti distorte dei promotori della legge, il significato dell’espressione gergale che rappresenta.
Quando contrastavamo dal basso l’approvazione della Fini/Giovanardi ciò che ci ripetevamo era che una volta entrata in vigore sarebbero stati gli stessi effetti della famigerata legge a crearne gli anticorpi, a stimolare il dissenso e produrre consapevolezza. Oggi, attraverso vere e proprie pene mascherate con sanzioni amministrative, unite ai controlli su strada e nei posti di lavoro l’ingerenza nelle condotte private delle persone è sotto gli occhi di tutti/e: ne peggiora l’esistenza, aumenta i consumi e non genera sicurezza alcuna.
Anche a livello istituzionale si registrano segnali di un cambiamento di rotta che partono dal Rapporto della Commissione Latino Americana su Droghe e Democrazia di due anni fa per giungere alla più recente Global Commission on Drug Policy; entrambe denunciano senza ombra di dubbio il fallimento delle politiche proibizioniste e la grave violazione dei diritti civili che tali pratiche comportano.
A ottobre 2011 nasce in Italia un nuovo coordinamento antiproibizionista con l’intento di proporre un concetto differente del “problema droga”, che si discosti nettamente dai “dogmi” visionari e farneticanti del Dipartimento Politiche Antidroga di Giovanardi e Serpelloni (quest’ultimo ancora in carica nel governo Monti).
Ai concetti di Potere, Propaganda e Proibizione, attraverso i quali si continua a prospettare una falsa soluzione e si raccolgono reiterati fallimenti, il coordinamento oppone una concezione libera da criminalizzazione e medicalizzazione dei consumi di sostanze accompagnata da reali azioni di riduzione del danno e limitazione dei rischi in una comunità liberata dall’attuale disinformazione proibizionista.
Pensiamo che la depenalizzazione e la conseguente modifica del testo unico in materie di droghe debba essere una priorità immediata. Un atto di rispetto verso chi come Cucchi, Bianzino, Aldrovandi, Ales e tanti altri ha pagato con la vita; un dovere per coloro i quali pagano con il carcere una scelta individuale che merita rispetto e richiede consapevolezza, non la privazione della libertà né l’ingerenza in aspetti privati ed essenziali della propria vita.
La strategia da cui partire per una nuova ed efficace politica sulle droghe deve operare una decostruzione delle retoriche culturali farmacocentriste non solo alla luce del fallimento delle attuali politiche antidroga ma soprattutto a partire dal paradigma sui modelli disciplinari e le forme di controllo, confluite e funzionali alle logiche di un modello globale teso alla permanente ristrutturazione dei cicli di accumulazione, a discapito delle libertà individuali e dei diritti acquisiti.
E’ necessaria la reintroduzione di un approccio alle sostanze basato sulle differenze, non solo delle varie tipologie, ma soprattutto in relazione ai diversi usi che se ne possono fare e ai significati che essi assumono negli individui. La strategia di contrasto ad abusi e dipendenze non può che essere fondata sui pilastri della prevenzione e della riduzione del danno, usando strumenti relazionali e non sanzionatori, ristabilendo un reale principio di non punibilità del consumatore e concependo una normativa tesa al supporto ed alla cura dei consumatori problematici, fuggendo logiche sanitarie istituzionalizzanti nel pieno rispetto delle libertà individuali e dei diritti civili.
Per noi sono inderogabili concetti fondamentali quali il diritto all’autoproduzione, che garantisce la qualità di una merce e rappresenta un reale meccanismo di riappropriazione teso a restituire dignità e libertà di scelta ai consumatori. Contrapponiamo l’uso medico alla medicalizzazione e all’istituzionalizzazione dei consumatori di sostanze: prassi diffusa che evidenzia come oggi l’uso di sostanze sia considerato, tanto in ambito scientifico quanto in quello culturale, come causa o conseguenza di una patologia.
E’ il momento di riunire le forze per tentare di avanzare e Vienna 2012, dove ogni anno si riunisce l’ONU a marzo per discutere le politiche mondiali sulle droghe, è il luogo in cui possiamo incidere.
Potrebbe essere l’inizio della fine del proibizionismo, la conclusione di un ciclo e il ritorno nel luogo del delitto commesso da altri, per esorcizzarlo e denunciare la grave situazione del nostro paese in cui la dialettica con le istituzioni preposte ottiene un’unica e terribile risposta repressiva.
Mercoledì 29 febbraio
ore 18.00
Sala del Silenzio, Vicolo Bolognetti 2, Bologna
Lab57 & Forum Droghe
presentano il volume
Cocaina. Il consumo controllato
A cura di Grazia Zuffa
interverranno:
– Susanna Ronconi, Forum Droghe
– Beatrice Bassini, Psicologa Sert Zola Predosa
– Claudia Bianchi, Responsabile del Servizio 2 piste per la coca
– Massimo Lorenzani, Coordinatore di Lab57 – Alchemica
Sono state invitate ad intervenire:
– Milena Naldi, Presidente del Quartiere San Vitale
Studiare i controlli che i consumatori esercitano sulle “droghe” può sembrare una contraddizione poiché nell’opinione corrente la parola “droga” è associata alla dipendenza. La scienza asseconda questa visione e si concentra sugli assuntori intensivi e sulle proprietà additive delle sostanze.
Eppure, un consistente corpo di ricerche internazionali mostra come molti consumatori sono in grado di dominare le droghe invece che esserne dominati.
Ricerche condotte nel Nord Europa da enti quali l’Università di Ghent (Belgio) e quella di Amsterdam hanno evidenziato come il mondo dei consumatori sia caratterizzato dal consumo occasionale e controllato, sia pur cronico; che la gran parte dei consumatori non percorre un’unica parabola di “ascesa” nel consumo e “discesa” nell’astinenza.
Il percorso è meglio rappresentato da una sinusoide, con picchi di consumo, momenti di astinenza, passaggio ad altre sostanze, o assestamenti sul cosiddetto consumo controllato. Ciò avviene tramite l’apprendimento di regole sociali e personali volte a impedire che il consumo comprometta la “normalità” quotidiana.
Oltre ad offrire una prospettiva teorica alternativa al “farmacocentrismo” dominante, il volume apre una serie di riflessioni su temi di cruciale interesse sia per chi si occupa della programmazione delle politiche [sociali, sanitarie, di organizzazione urbana e sicurezza pubblica] sia per chi lavora nell’ambito del consumo di sostanze psicoattive e delle dipendenze.
Alcune domande scaturiscono dalla lettura di questo volume:
– Chi, nonostante la proibizione, decide comunque di usare droghe, quali opportunità ha di accedere alle conoscenze utili per un uso meno rischioso e più controllato?
– Quali politiche vengono messe in atto per il consumatore di sostanze illegali, oltre alla repressione, alla criminalizzazione e alla reclusione previste dalle attuali politiche proibizioniste?
– Gli attuali servizi esistenti oggi in Italia, per come sono strutturati e per le risorse che hanno a disposizione, sono in grado di affrontare le situazioni legate ai sempre mutevoli scenari del consumo?
Grazia Zuffa, psicologa, svolge attività di formazione e supervisione per operatori del sociale. Ha insegnato Psicologia delle Tossicodipendenze presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Firenze e diretto per oltre dieci anni Fuoriluogo, mensile su droghe e marginalità. È membro del Comitato Nazionale di Bioetica. Tra le sue pubblicazioni, I drogati e gli altri (Sellerio, 2001).
Proprio per cercare di formulare una risposta sensata a questi e ad altri interrogativi, l’Associazione Alchemica – Lab57, in collaborazione con Forum Droghe, ha deciso di organizzare un ciclo di discussioni pubbliche proseguendo il percorso iniziato
il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti umani, con la parata Canna-bicycle Human Motor 2011, continuato poi
il 24 gennaio con la presentazione del volume della fondazione britannica Transform Drug Policy Foundation
”Dopo la guerra alla droga.
Un piano per la regolamentazione legale delle droghe”
Il prossimo appuntamento sarà:
– Mercoledì 7 marzo,
ore 19, Xm24, via Fioravanti 24, Bologna
–> vai al link della presentazione
con la presentazione della rete nazionale Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista,
che dal 10 al 16 marzo si è data appuntamento a Vienna per la mobilitazione internazionale
OCCUPY UNODC (Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite)
Lab57 & Forum Droghe
presentano
Transform Drug Policy Foundation
Dopo la guerra alla droga
Un piano per la regolamentazione legale delle droghe
Con questo appuntamento ci poniamo l’obiettivo di iniziare un percorso pubblico per sollevare in città un confronto laico con gli operatori che lavorano nei servizi, coi consumatori e gli amministratori locali per trovare soluzioni pratiche e realistiche per la cittadinanza fuori dai pregiudizi e le falsità che affollano le pagine dei giornali quando si affronta il tema DROGA, auspicando lo sviluppo di nuove politiche di prossimità e inclusione sociale attivando servizi sociali dove si rivelano necessari, invece di delegare tutto alla repressione indicriminata delle forze dell’ordine.
Attraverso diversi altri incontri, presentazioni e interventi informativi proseguiremo il percorso iniziato il 10 dicembre, giornata mondiale per i diritti umani, con la parata
Canna-bicycle Human Motor 2011, all’ interno della mobilitazione nazionale della rete
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista,
che dal 10 al 16 marzo si è data appuntamento a Vienna con tutti gli altri antiproibizionisti Europei, per
OCCUPARE L’ UNODC
(Ufficio Droghe e Crimine delle Nazioni Unite).
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
50 anni dopo il lancio della Convenzione Unica sulle Sostanze Stupefacenti delle Nazioni Unite nel 1961, la guerra globale alle droghe è fallita, con conseguenze inattese e devastanti a livello mondiale.
E’ aumentato l’uso delle principali droghe proibite, che sono diventate più economiche e più disponibili che mai, ma senza quasi alcun controllo sulla qualità. Una stima prudente delle Nazioni Unite calcola che nel mondo vi siano attualmente 250 milioni di consumatori di droghe.
Le droghe illecite costituiscono attualmente la terza industria più redditizia del mondo, subito dopo quella degli alimentari e dei carburanti, con un valore stimato di 450 miliardi di dollari l’anno, e tutto sotto lo stretto controllo della criminalità.
Combattere la guerra alle droghe costa ogni anno ai contribuenti di tutto il mondo miliardi su miliardi. Si calcolano 10 milioni di persone imprigionate in tutto il mondo per delitti legati alle droghe, per la maggior parte “pesci piccoli” – semplici consumatori e piccoli spacciatori.
La corruzione tra i tutori dell’ordine e i politici, in particolare nei paesi produttori e di transito, si è diffusa in maniera esponenziale, la stabilità, la sicurezza e lo sviluppo sono minacciati dalle conseguenze della guerra alle droghe, come lo sono i diritti umani. Decine di migliaia di persone muoiono nel corso della guerra alle droghe.
In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti, che si è accanita soprattutto sui consumatori, piccoli coltivatori e microcriminalità, mentre ha rafforzato e consolidato il controllo sul territorio delle narcomafie. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 9.298 arresti e 11.905 giorni di reclusione (fonte http://droghe.aduc.it).
Le leggi proibizioniste sono più pericolose delle droghe stesse: uccidono, generano ignoranza e clandestinità, e rendono impossibile qualsiasi controllo sulla qualità delle sostanze in circolazione, con conseguenze gravissime per la salute.
“Quale può essere in concreto un percorso per superare l’ultracentenario regime mondiale di proibizione delle droghe definito dalle Convenzioni delle Nazioni Unite?
Quali sono le opzioni possibili per la regolamentazione legale della produzione, dell’offerta e del consumo di tutte le droghe, illegali e legali? Attraverso quali tappe si deve procedere? Come distinguere fra le varie sostanze?
Il volume di Transform, la fondazione britannica impegnata da anni sul terreno della riforma della politica sulle droghe, ha l’ambizione di rispondere a questi quesiti, offrendo per la prima volta una impalcatura normativa per tutte le sostanze psicoattive ad uso non medico. Con pragmatismo tipicamente anglosassone, gli autori scelgono i mattoni e presentano i plastici di costruzione del nuovo edificio legale che potrebbe sorgere dall’auspicabile «cambio di paradigma». Una riforma ormai inevitabile perché sono molti i segni di crisi della «guerra alla droga»: nonostante l’insistente retorica, imponenti evidenze ne documentano ormai la bancarotta politica, scientifica, etica. Non si tratta di uno scritto di mera testimonianza e neppure, come gli autori amano ribadire, di un testo «radicale ». Al contrario, l’estremismo ideologico è appannaggio dei proibizionisti.
La legalizzazione è un orizzonte possibile, a patto di discuterne con documentazione, discernimento e senza pregiudizi.
Questo libro è un contributo in tal senso.” (tratto dalla presentazione).
Vienna 2012: verso la fine del mondo proibizionista
Lab57
Laboratorio Antiproibizionista Bologna
A distanza di un anno e 2 mesi ci troviamo di nuovo a denunciare la scomparsa di un giovane in seguito a assunzione di sostanze psicoattive a Bologna, un disastro prevedibile e sicuramente evitabile senza i TAGLI TOTALI ai servizi comunali di riduzione dei rischi nel mondo della notte bolognese.
Il ragazzo di 28 anni, marchigiano, è stato trovato accasciato nel parcheggio del Palanord di Via Stalingrado già in arresto cardio-circolatorio dopo una segnalazione pervenuta all’alba del 1 gennaio al medico e ai paramedici in servizio quella notte all’esterno del Palanord.
Dopo 40 minuti di tentativi di rianimazione e l’intervento del 118 si è dovuta constatare la morte del ragazzo per probabile coma etilico, data la quantità di alcool rigurgitata dal giovane, come ci ha raccontato la stessa dottoressa tossicologa, che collabora da tempo col Lab57, che si è trovata a soccorrere per prima il giovane tentando fino all’ultimo di rianimarlo.
Non si esclude l’assunzione di altre sostanze, ma bisogna attendere gli esami tossicologici per notizie più certe, mentre la macchina mediatica si è buttata subito sulla “pista dell’eroina” sulla base delle scarne dichiarazioni di un amico del ragazzo e di segnalazioni per piccoli precedenti per assunzione di stupefacenti, senza ovviamente sottolineare il ruolo determinante dell’ abuso di alcool in questo decesso; guai a toccare il business legale della sostanza di gran lunga più letale della somma di tutte le altre “droghe” illegali, dopo il tabacco ovviamente….
–> Vedi anche articolo su Repubblica 9/1/12
A questo proposito fanno cadere le braccia le dichiarazioni dell’ Estragon, da parte di un locale che tutto l’anno vende tonnellate di alcool forse sarebbe stato più adeguato un rispettoso silenzio:
“In merito alla notizia di un giovane trovato morto questa mattina in zona Parco Nord, si precisa che l’Estragon nulla ha a che fare con l’accaduto. Il giovane non ha trascorso la serata al Party di Capodanno da noi organizzato e il cadavere non è stato trovato all’esterno del nostro locale né nel parcheggio di nostra pertinenza, bensì in una zona pubblica lontana diverse centinaia di metri. Si precisa, peraltro, che sia in via Stalingrado che dentro il Parco Nord erano in svolgimento diverse feste di fine anno, con migliaia di persone presenti”.
Il Lab57 era stato contattato un mese prima dagli organizzatori dell’ evento musicale al Palanord per intervenire con chill-out e operatori esperti, purtroppo la notte del 31 dicembre, noi eravamo già impegnati a prestare servizio ad un grosso free party a Torino, fino al 2 gennaio, quindi già il 12 dicembre abbiamo chiesto durante la riunione mensile del Coordinamento regionale delle Unità di Strada delle Emilia Romagna di predisporre un intervento regionale per un evento così grosso, che quest’anno il Lab57 non poteva coprire, infatti almeno altre 4 volte dal 2006 al 2009 avevamo lavorato a capodanno in questi eventi nel bolognese risolvendo con le nostre professionalità tutte le situazioni critiche senza un centesimo di denaro pubblico.
Quest’ anno in ogni caso, a differenza di tutte le altre istituzioni pubbliche, non ce la siamo sentita di abbandonare a se stesso un evento simile, e abbiamo predisposto l’intervento di un medico esperto, che collabora da tempo col Lab57, in appoggio ai paramedici e volontari in servizio sull’ ambulanza sempre presente durante l’evento, che gli organizzatori dell’evento al Palanord hanno pagato di tasca propria.
La dottoressa ci ha raccontato di molte medicazioni soprattutto per ferite e morsi di cane nel parcheggio e di alcuni interventi per mix e abuso di sostanze eccitanti, ma nessuno grave, tutti interventi eseguiti all’esterno del Palanord, purtroppo però questo lavoro non è bastato a evitare questa tragedia.
Il motivo è evidente, lo ripetiamo inutilmente da anni ormai:
l’assenza di una zona di decompressione, una chill-out, dentro al Palanord come in qualsiasi altro locale, impedisce di fare prevenzione e di offrire uno spazio SICURO dove potersi riposare e riprendere da eventuali esagerazioni nell’ assunzione di sostanze, soprattutto di alcolici, specie la notte di capodanno.
Insomma si poteva evitare anche questo decesso proprio come si poteva evitare la morte del 19enne in un locale in via Mattei a Bologna nell’ottobre del 2010, e altri gravi casi di intossicazione per poco non finiti in tragedia; non ci resta che ribadire quanto denunciato un anno fa.
Vedi –> A Bologna si muore senza Riduzione dei Rischi – presidio Sabato 23 ottobre.
E’ possibile invocare repressione e polizia in borghese dietro ogni angolo o gabinetto dei locali senza fare poi nulla per assistere chi magari ha assunto sostanze in tutta velocità alla cieca per non farsi scoprire?
E’ possibile che chi assume sostanze illegali perda di colpo tutti i suoi diritti, come quello di essere aiutato ed assistito in modo adeguato, prima di essere arrestato?
Vedi anche:
–> Non riapre il drop-in di via P. Fabbri a Bologna: E’ questa la prossimità?
–> Bologna senza vergogna: ragazzo morto di overdose all’ Università
Speriamo davvero che questa amministrazione comunale decida di muoversi finalmente, scegliendo di dare un segno importante di discontinuità con queste dissennate politiche di tagli ai servizi sociali, anche perchè se la costituzione italiana ha ancora qualche valore, resta il sindaco il responsabile istituzionale ultimo della salute dei suoi cittadini.
Lab57
Bologna
10 Dicembre: Giornata Mondiale dei DIRITTI UMANI
IL PROIBIZIONISMO è una VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI
>>Canna-bicycle Human Motor 2011: leggi il nostro comunicato…
Verso Vienna 2012: fino alla fine del mondo proibizionista –> Leggi il comunicato…
>>Vedi le mobilitazioni in tutta Italia
— ROMA: presidio prefettura+Pizzica & Reggae
— GENOVA: sotto la prefettura!!
— PISA: No oil Street band parade Antiproibizionista!!
— PERUGIA: Performance pubblica
Il 10 dicembre 2011 è la giornata mondiale per i diritti umani convocata dall’ONU per denunciare e ricordare le sistematiche violazioni dei diritti che si verificano in tutto il pianeta.
La nostra presenza in piazza oggi ha il fine di connettersi a questa giornata internazionale allo scopo di denunciare con forza la persecuzione degli utilizzatori di sostanze proibite causata dalle politiche antidroga vigenti in tutto il mondo.
In Italia le condizioni di invivibilità che caratterizzano le carceri nostrane sono per lo più dovute al sovraffollamento causato dall’attuazione della legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti: in Italia dal 1991 al 2009 oltre 880.000 persone sono state colpite da provvedimenti penali o amministrativi. Solo nell’ultimo anno ci sono stati 8650 arresti con 11295 giorni di reclusione.
La cannabis resta la sostanza maggiormente criminalizzata: 10 anni fa gli arrestati per canapa rappresentavano il 50% degli arresti per droga, oggi la percentuale è salita in maniera drammatica fino a raggiungere il 90% del totale. Sembra paradossale, ma mentre in Italia si intensifica la persecuzione, in altri paesi del mondo si assiste al proliferare di progetti per regolamentazione della cannabis. Non sono solo gli antiproibizionisti ad affermare ciò, ma a confermare la natura persecutoria di tali politiche esistono ormai anche diverse denunce ufficiali di Amnesty International.
A Bologna ormai da anni la politica si alimenta a partire dalle paure della gente: si parla di degrado, si demonizzano gli immigrati, i tossicodipendenti, i consumatori di sostanze illegali, i senza fissa dimora, gli occupanti di spazi abbandonati: insomma le parole d’ordine sono invariabilmente PULIZIA e POLIZIA!
Non solo non si attuano politiche di interventi informativi e culturali all’interno dei luoghi di aggregazione giovanile e nelle scuole, ma addirittura i servizi sociali chiudono, come il drop in di via Paolo Fabbri ormai chiuso da 1 anno e mezzo, o depotenziati come l’Unità di strada sempre meno Mobile e sempre più nascosta, mentre per le strade si continuano a contare numerosi decessi per overdose.
Diversamente dalla situazione italiana, quest’anno, per la prima volta la guerra alle droghe planetaria viene inclusa ufficialmente tra le cause di violazione dei diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Per questo la giornata mondiale ONU è un momento importante per far sentire la voce di chi inascoltato ed imbavagliato continua a denunciare come nel mondo ci siano milioni di vittime del proibizionismo, milioni di casi che nessuno denuncia, milioni di persone sacrifcate
sull’altare della crociata antidroga.
Per chi vive in strada, ai margini della società, per chi ha problemi di dipendenza, per immigrati senza documenti, le uniche porte che si aprono sono quelle di CARCERE, C.I.E., T.S.O. e FOGLIO DI VIA!
Ribellarsi da tutto questo è necessario!
E’ ora di piantarla!
Basta persecuzione!
Verso Vienna 2012. Fino alla fine del mondo proibizionista!
Sabato 10 Dicembre 2011
– ore 15.00 Piazza Nettuno –
partenza Canna-bicycle Human Motor 2011
– dalle 17.00 Piazza Verdi –
InfoAperitivo Antiproibizionista
LAB57 – Laboratorio Antiproibizionista Bologna
ANTIPROIBIZIONISMO e DINTORNI
Un evento inserito nella rassegna:
LA BELLA ITALIA
Un viaggio tra luci e ombre, restrizioni e resistenze
Venerdì 9 dicembre
h 17 Aperitivo musicale + dj set Reggae
h 18.30 Dibattito VIAGGIARE INFORMATI con Beatrice Bassini (dottoressa SERT), attivisti ed avvocati del Laboratorio Antiproibizionista di Bologna – LAB57 –
h 20.30 VegeTiAmo – Cena sociale a base di vegetali di stagione
h 21.30 Proiezione di “L’ebra proibita – tutto quello che avreste voluto sapere sulla marijuana”
Vag61 Spazio Libero autogestito
Via Paolo Fabbri 110
Bologna
Il 6-7 ottobre il Lab57 ha partecipato ai lavori della
Prima Conferenza Europea sulla riduzione del danno a Marsiglia (EuroHRN – European Harm Reduction Network)
su invito del nostro partner europeo Médecins du Monde – Marsiglia, che ringraziamo sentitamente per averci offerto questa nuova opportunita’, sostenendo le spese di viaggio, come gia’ lo scorso anno quando abbiamo preso parte alla conferenza
3èmes Rencontres Nationales de la Réduction des Risques (14-15 ottobre 2010, Parigi).
A Marsiglia il Lab57 ha portato in questa nuova rete europea la propria esperienza di lavoro sia nazionale che regionale all’interno del Coordinamento regionale delle Unità di Strada Emilia Romagna sottolineando l’ importanza del presenza attiva dei consumatori nel lavoro sulle sostanze, a questo proposito abbiamo aderito con entusiasmo alla neonata INPUD (Rete Internazionale di Consumatori di Sostanze).
Per un parziale bilancio della conferenza di Marsiglia vi consigliamo la lettura di questo articolo pubblicato nella rubrica di Fuoriluogo sul Manifesto del 12 ottobre 2011 da Susanna Ronconi (Forum Droghe), che ha partecipato al meeting.
Droghe, “riformatori” in rete
L’Europa è la culla della riduzione del danno, la strategia che da oltre vent’anni sfida la fallimentare guerra globale alle droghe. E in Europa sta oggi nascendo una rete organizzata tra associazioni, servizi, operatori (EuroHrn) che a Marsiglia (il 6 e il 7 ottobre) ha mosso i primi passi.
Due giorni affollati e appassionati, ma anche estremamente lucidi, perché nella geografia diseguale della riduzione del danno nella UE, vi sono sfide che si sono rivelate urgenti e comuni. Il rapporto con la politica, per esempio, con i governi, con la UE, con le agenzie internazionali. Che si tratti della avanzate situazioni olandese o svizzera, dove la riduzione del danno è politica sociale e di salute pubblica che nessuno si sognerebbe di mettere in discussione, o dell’Italia e della Francia, dove allo sviluppo dei servizi e delle politiche a livello locale fa eco una costante sordità o ostilità governativa, la politica si mostra muta e spesso imbelle: come far entrare nell’agenda della politica il tema della riforma sulle droghe – che sia la depenalizzazione piena o la legalizzazione o la decriminalizzazione, a seconda delle situazioni nazionali – è stato il tema che ha percorso ogni sessione e ogni gruppo di lavoro.
I linguaggi dell’evidenza, ovunque ricchi di fatti, cifre, storie, paiono non scalfire una politica aggrappata alla retorica e alla paura della pubblica opinione e stretta nei vincoli di relazioni internazionali imbalsamate. Ma non è solo lì, la sfida. Si è discusso molto del dominio dell’approccio medico e della patologizzazione dell’uso, di un processo di medicalizzazione che minaccia e indebolisce la stessa riduzione del danno, che non solo è politica sociale ma anche approccio che valorizza le capacità dei consumatori come soggetti di scelta, apprendimento e strategie. Medicalizzare vuol dire molte cose: in Svizzera un eccesso di professionalizzazione che depotenzia contesti e pratiche “naturali”, in Italia la negazione della possibilità stessa di convivere con le droghe con minor rischio e danno, tanto da cancellare il nome stesso di riduzione del danno e passare a una “prevenzione delle patologie e dei comportamenti devianti correlati”, che da sé dice tutto. Medicalizzare l’uso vuol dire rinunciare a “normalizzare” e non è da meno che criminalizzare. La nascente rete europea ne è consapevole e ne fa uno dei suoi punti cruciali. Tanto che consumatori e operatori “pari” erano in gran numero, a Marsiglia, con i loro gruppi, le loro associazioni e la loro partecipazione a servizi e politiche. Tanti, e non solo dal Nord Europa, tradizionalmente vivace sotto questo aspetto, ma anche dal Sud e dall’Est. Tanti perché non c’è riduzione del danno senza il loro protagonismo, ma nemmeno un movimento di riforma delle politiche se loro, i destinatari, non vi prendono parte e parola.
Pochi i consumatori e gli operatori peer italiani, qualcuno da Torino e da Bologna. Una vecchia storia: non ce la facciamo proprio a uscire dal paternalismo di provincia, e a riconoscere diritti e competenze in modo concreto e meno ipocrita. In buon numero, invece gli operatori “professionisti” italiani, ma quasi tutti dell’associazionismo, per gli operatori dei Sert le dita di una mano erano anche troppe. Peccato, avrebbero scambiato idee con un mondo che non pare proprio affascinato dai “cervelli a colori” cari al neobiologismo del nostro Dipartimento antidroga. Ci saranno nuove occasioni, nella prospettiva di una rete italiana.
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“VIAGGIARE” INFORMATI”.. – (prevenzione e informazione antiproibizionista)
Nell’ambito del ciclo di corsi e laboratori gratuiti proposto da Vag61, incontro sulla prevenzione dei rischi e di informazione sull’uso delle sostanze stupefacenti e sull’alcool da un punto di vista antiproibizionista.
Domande, dubbi, ricerche europee sui consumi, servizi per le tossicodipendenze, mercato illegale.
Conduce la dott.ssa Beatrice Bassini (psicologa del SERT):
– comunicazione dell’avvocato Elia De Caro su “Normative sulle droghe, alcool e guida”;
– comunicazione di Massimo Lorenzani (Associazione Lab57-Alchemica) su
“Ma che roba è? Le sostanze: composizioni, effetti, mercato e contesti del divertimento”.
Saranno proiettati filmati e video sui temi della prevenzione e sui luoghi del divertimento. L’incontro è rivolto soprattutto a ragazzi e ragazze delle scuole medie superiori e dei primi anni dell’Università.
Mercoledì 28 settembre, ore 18.00
Vag61, via Paolo Fabbri 110, Bologna
10 droghe da non usare mentre si guida
I TEMI CHE VERRANNO TRATTATI NELL’INCONTRO:
CHE COS’È LA RIDUZIONE DEL DANNO?
– Una pratica sanitaria relativa alle dipendenze, nata negli anni 80 in Inghilterra e diventata un cardine nelle politiche sociali di molti paesi europei, o un concetto divenuto argomento “tabù” per il Dipartimento Antidroga capitanato da Giovanardi che mira a farlo sparire dal vocabolario in Italia, in Europa e nel mondo? L’una e l’altra cosa purtroppo.
10 cose da non fare se vi ferma la polizia
– Le iniziative di Forum Droghe, associazione in difesa dei consumatori di sostanze, sulla riduzione del danno e delle sue articolazioni nei vari contesti: dalla strada ai Servizi, ai luoghi del divertimento.
– La crisi e i tagli al welfare e ai progetti di prossimità, quelli in cui gli operatori agiscono direttamente nei luoghi di consumo creando relazioni possibili e prospettive evolutive risvegliano in molti operatori, attivisti politici e consumatori la necessità di far ripartire riflessioni per ritrovare gli spazi e i modi di rinnovare l’intero panorama dei servizi sulle droghe.
LE INFORMAZIONI UTILI
– Interventi di riduzione dei rischi su sostanze e consumi durante eventi musicali giovanili.
– Interventi di emergenza su uso e abuso di tutte le principali sostanze legali e illegali più usate e i mix più comunemente riscontrabili.
– Nuove strategie comunicative di prevenzione e riduzione dei rischi, possibili solo grazie al Test Rapido, per comunicare in modo veloce ed efficace ai consumatori dosaggi limite, mix pericolosi, tagli velenosi, etc.. nell’ ottica di tentare prevenire sul campo intossicazioni ed overdose prima che il consumo abbia luogo.
IN CASO DI CONTROLLI STRADALI
– Informazioni in caso di controlli stradali: diritto di scelta di essere sottoposto al test del sangue piuttosto che a quello delle urine. La legge italiana sanziona chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e non una precedente assunzione. Solo attraverso le analisi del sangue è possibile stabilire la reale concentrazione dei principi attivi che determinano gli effetti stupefacenti.
Ad esempio nel caso della cannabis i metaboliti passivi residui restano nelle urine fino a un mese e mezzo dall’ultima assunzione, mentre il THC attivo nel sangue resta mediamente fino da 12 a 27 ore, a seconda del dosaggio dell’ ultima assunzione.
– Test dei capelli. Più i capelli sono lunghi più le tracce di sostanze psicoattive sono rinvenibili nel tempo. Con i capelli lunghi 12 cm si può risalire al consumo di un anno prima. Se i capelli non vengono tagliati dall’ultima assunzione, le tracce sono teoricamente sempre presenti.
– Test della saliva. Dal 2007 il test della saliva è effettuato in controlli stradali e permette di individuare le sostanze più utilizzate. Se il test risulta positivo, deve essere confermato da un test del sangue o delle urine. La polizia può effettuare il test se “sospetta” il consumo di stupefacenti (per il test dell’alcol non è necessario avere il sospetto).
LE PENE PER I REATI COSIDDETTI “STRADALI”
– Nei casi di guida in stato di ebbrezza o alterazione quali sanzioni: la multa, il periodo di sospensione della patente, la confisca del veicolo.
– Il lavoro di pubblica utilità che sostituisce la pena per i reati di guida in stato di ebbrezza e di guida in stato di alterazione. Ogni giorno di lavoro di pubblica utilità sostituisce un giorno di arresto oppure sostituisce la pena pecuniaria di 250 euro per ogni giorno di lavoro. Un giorno di lavoro di pubblica utilità equivale a 2 ore di lavoro svolto.
– Dove si può svolgere lavoro di pubblica utilità. Gli enti pubblici e le realtà del privato sociale che stipulano convenzioni con il Tribunale competente territorialmente.
– Chi vigila sullo svolgimento del lavoro di pubblica utilità?
– Quando termina il periodo del lavoro di pubblica utilità, qual è il procedimento per l’estinzione del reato o per la revoca della confisca del veicolo o per la diminuzione del periodo di sospensione della patente?
“Bere una birra in strada non è reato”. “Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena.
Appuntamento in Piazza S. Agostino, Modena , ore 21. Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.Modena come Chicago.
Occhio, stare all’occhio, inventarsi soluzioni creative.
500 euro di multa per girare con una lattina in mano sono tante.
Il Proibizionismo come metodo educativo e per aumentare il controllo sociale, bravo Pighi, bei metodi.
Aumenteranno come prima le code ai negozietti fino alle 20. Ovvio, siamo anche noi contrari a gettare lattine e bicchieri per terra o guidare sotto effetto di sostanze compresi psicofarmaci che elargite copiosamente.
Ma che c’entra questo col bere seduti su di una panchina coi tuoi amici dopo una giornata di lavoro?
Quali invenzioni troveremo per continuare a fare quello che riteniamo giusto e non passare sotto le grinfie del Podestà Pighi?
Intanto facciamo questa camminata in centro, con buona musica e buoni amici, facciamo sentire che non siamo disposti a subire passivamente.
La cassazione ha stabilito che non si può essere repressi e condannati per una piantina di marijuana coltivata sul balcone, e allora regaliamo balconi a chi non li ha.
Facciamoci questo Corteo in allegria e brindiamo alla liberalizzazione contro la mafia che si arricchisce con l’illegalità e contro lo stato che con queste leggi può avere tra le mani altri Cucchi da distruggere.
http://anarchicicarpi.noblogs.org/
http://www.libera-unidea.org/home.htm
Aggiornamenti:
Venerdì 15 luglio
CORTEO notturno Antiproibizionista.“Bere una birra in strada non è reato”.“Birra e Marijuana Za-zà”.
Contro l’ordinanza proibizionista del Comune di Modena. Piazza S. Agostino ore 21.
Spazio Sociale LIBERA Modena, Spazio occupato SOVERTE Carpi, Fassbinder Sassuolo, Anarcotrafficanti Modena.
Si esibirà Dj SambaColbao+Bottigliette Colorate.
Proibire e Ricattare è l’educazionismo degli stupidi.
“Ma vi siete bevuti il cervello? NO al Proibizionismo.
ECCO L’ORDINANZA INCRIMINATA
“Ordinanza in materia di sicurezza urbana per contrastare l’abuso di alcol negli spazi ed aree pubbliche”, “che talvolta si accompagnano a condizioni di potenziale pericolo per i fruitori degli spazi pubblici”, “sono accompagnate a volte da episodi di inciviltà e degrado”, “strategie di prevenzione del fenomeno dell’alcolismo”.
ECCO LA PUNIZIONE
“è fatto altresì divieto su aree pubbliche o soggette a uso pubblico, di consumare o detenere a scopo di consumo ogni genere di bevanda alcolica in contenitori di ogni genere. sono soggette all’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria da € 50,00 ad € 300,00”.
300 EURO SE HAI UNA LATTINA IN TASCA E GIRI PER IL CENTRO.
Bisogna opporsi con determinazione contro queste derive fallimentari, bisogna evitare che queste leggi proibizioniste siano sempre più invasive. Il proibizionismo crea marginalità e aumenta a dismisura il potere e gli affari delle varie mafie.
Materiali per la discussione:
PARERI MILANESI SULL’ORDINANZA CHE VIETA LA VENDITA AI MINORI DI 16 ANNI.
“Ridicola. La nuova ordinanza che vieta il consumo e vendita di alcool ai minorenni a Milano è ridicola. Solo un gruppo di matusalemme che non è mai uscito dall’Italia, o peggio dalla propria città, poteva riproporre un concetto così grossolano che è fallito dappertutto quando è stato applicato. Il proibizionismo degli alcolici esiste già in altri paesi come la Svezia ed è aggirato in modo semplicissimo.“
Di tutta l’erba, un fascio
“Il cosiddetto processo alle intenzioni è partito e si sta dilagando… togliere la possibilità a una persona di bere ritenendo che questa si ubriacherà di sicuro (fatti suoi poi, se non guida…) è un processo alle intenzioni.”
Risalire alla fonte
“Che qualcuno abbia potuto pensare che vietare non solo la vendita (quella è sanzionata dall’art.689 del codice penale da un bel pezzo) ma anche il consumo di alcol agli adolescenti fosse un’iniziativa intelligente è qualcosa che davvero va al di là della mia comprensione. […] allora, dico io, facciamo un altro piccolo sforzo e vietiamo pure il desiderio. Dice, e come fai a impedirlo il desiderio? Ma perché, la detenzione è più facile?”
Prima sfruttati, poi vietati
“Nella cultura conviviale italiana è intessuto e profondamente radicato, il ricorso ludico all’alcool; […] gli adolescenti respirano questo da sempre ed inoltre il proliferare in tutti i posti di locali e localini dove si punta alla grande sui momenti di “sballo” ha fatto delle città enormi macchine da degustazione e relative pisciate pubbliche. […] Quindi si corre ai ripari, vietando, more solito. Il divieto dopo il businnes. Sola logica possibile?“
I DANNI DEL PROIBIZIONISMO
1) Il proibizionismo è la prima causa della criminalità. Il profitto annuo mondiale sul commercio illegale delle droghe è di circa 800.000 miliardi di lire. Questo traffico è l’8% dell’economia mondiale ed è l’80% degli introiti totali della malavita. In USA il proibizionismo ha causato, negli ultimi 10 anni, un incremento annuo dei profitti della criminalità del 500%. In molti paesi, la corruzione relativa al commercio delle droghe è diventata quasi una questione di abitudine e la sicurezza pubblica viene messa in pericolo dalle bande armate che si contendono apertamente questo mercato così profiquo. Nelle città principali l’80% della micro crirminalità è relativa al “mondo delle droghe”.
2) Il danno economico e finanziario è enorme. L’economia viene distorta dall’enorme flusso di denaro “sporco” e alcune nazioni sono diventate altamente dipendenti dal commercio illegale. Gran parte dei soldi versati dai contribuenti vengono sprecati per combattere i crimini che il proibizionismo stesso ha creato. Negli States, l’equivalente di 30.000 miliardi di lire vanno ad alimentare il budget annuale federale per il controllo delle droghe e il costo totale per i danni, per il lavoro delle forze pubbliche e i costi delle incarcerazioni ammonta ad un multiplo di questa cifra.
3) Il proibizionismo causa dei danni sociali e personali su scala mondiale. Un numero enorme di persone messe in galera, famiglie divise, fenomeni di vagabondaggio, prostituzione legata all’eroina, paura di uscire soli e/o di notte, case sigillate per la paura, vita cittadina difficile e molto altro.
4) Il proibizionismo non ha raggiunto nessuno degli scopi prefissati. Mentre la criminalità aumenta, il numero dei consumatori di droghe cresce e la situazione sanitaria peggiora.
5) Gli standard morali sono in declino per colpa del proibizionismo. L’uso e il possesso di droghe fa divenire fuorilegge e criminali la gente comune, causando una mancanza di rispetto per le regole e degli standard morali che la società ha imposto. Viviamo in una società dove l’80% dei crimini sono dovuti al proibizionismo. Se il nostro è realmente un discorso moralista, bisogna eliminare prima di tutto la causa di tutti questi problemi: il proibizionismo.
6) Il “mostro della droga” è un inganno. I problemi sanitari che il proibizionismo si era prefissato di risolvere sono di poco conto rispetto ad altri problemi salutari. Il tabacco causa il 6% della mortalità totale nel mondo. In USA, ogni anno, 400.000 persone muoiono a causa del tabacco, 100.000 per l’alcool e 5.000 per le droghe. In Inghilterra le cifre relative sono: 110.000, 30.000, e 1.000. Generalmente le proporzioni sono: 50 e 10 contro 1.
Droga, la svolta dei grandi del mondo
“E’ il momento di legalizzarla”
Clamoroso cambiamento di strategia nel rapporto della Global Commission on Drug Policy dopo gli anni della repressione che hanno rappresentato un fallimento. “Va trattata come una questione sanitaria”. Nell’organismo Kofi Annan, Paul Volcker, Mario Vargas Llosa, Richard Branson
dal nostro inviato ANGELO AQUARO
NEW YORK – Cinquant’anni di guerra alla droga hanno fallito e all’Onu non resta che prenderne atto. Dicendo basta alla criminalizzazione e trattando l’emergenza mondiale per quello che è: una questione sanitaria. Di più: legalizzando il commercio delle sostanze stupefacenti – a partire magari dalla cannabis. Firmato: l’ex presidente dell’Onu che di questa politica fallimentare è stato uno dei responsabili, cioè Kofi Annan. Ma anche Ferdinando Cardoso, George Schultz, George Papandreu, Paul Volcker, Mario Varga Llosa, Branson. I grandi del mondo della politica, dell’economia e della cultura mondiale – che certo nessuno si sognerebbe mai di associare a un battagliero gruppo di fumati antiproibizionisti.
La clamorosa dichiarazione verrà resa nota oggi a New York in una conferenza stampa: il primo atto di una grande campagna mondiale che raccoglie e rilancia tante idee di buon senso che troppi governi (compresi quelli che loro amministravano) continuano a negare. Lo slogan è efficace: “Trattare i tossicodipendenti come pazienti e non criminali”. E l’obiettivo è più che ambizioso: cambiare radicalmente i mezzi che Stati e organismi internazionali hanno fin qui inutilmente seguito per sradicare la tossicodipendenza. Il traguardo è una petizione da milioni di firme che verrà presentata proprio alle Nazioni Unite per adottare le clamorose conclusioni dei “saggi”: su cui certamente si scatenerà adesso un dibattito internazionale.
“La guerra mondiale alla droga ha fallito con devastanti conseguenze per gli individui e le comunità di tutto il mondo” si legge nel rapporto presentato dalla Global Commission on Drug Policy. “Le politiche di criminalizzazione e le misure repressive – rivolte ai produttori, ai trafficanti e ai consumatori – hanno chiaramente fallito nello sradicarla”. Non basta. “Le apparenti vittorie nell’eliminazione di una fonte di traffico organizzato sono annullate quasi istantaneamente dall’emergenza di altre fonti e trafficanti”. Basta dare un’occhiata alle statistiche raccolte dal rapporto. Nel 1998 il consumo di oppiacei riguardava 12.9 milioni di persone: nel 2008 17.35 milioni – per un incremento del 34.5 per cento. Nel 1998 il consumo di cocaina riguardava 13.4
milioni: dieci anni dopo 17 milioni – 27 per cento in più. Nel 1998 la cannabis era consumata da 147.4 milioni di persone: dieci anni dopo da 160 milioni – l’8.5 per cento in più. Sono i numeri di una disfatta.
A cui si accompagna un’altra debacle. “Le politiche repressive rivolte al consumatore impediscono misure di sanità pubblica per ridurre l’Hiv, le vittime dell’overdose e altre pericolose conseguenze dell’uso della droga”. Da un’emergenza sanitaria a un’altra: un disastro che è anche un tragico spreco. “Le spese dei governi in futili strategie di riduzione dei consumi distraggono da investimenti più efficaci e più efficienti”. L’elenco delle personalità coinvolte è impressionate. Il panel è l’organismo che a più alto livello si sia mai pronunciato sul fenomeno: tutti esponenti della società politica e civile internazionali che prima o poi si sono occupati ciascuno nel proprio campo dell’emergenza. Da Kofi Annan all’ex commissario Ue Javier Solana. Dall’ex segretario di Stato Usa George P. Schultz all’imprenditore miliardario e baronetto Richard Branson. Dal Nobel Vargas Llosa all’ex presidente della Fed Paul Volcker. Ci sono quattro ex presidenti: il messicano Ernesto Zedillo, il brasiliano Fernando Cardoso, il colombiano Cesar Gaviria, la svizzera Ruth Dreifuss. C’è l’ex premier greco George Papandreu. C’è lo scrittore messicano Carlos Fuentes. C’è il banchiere e presidente del Memoriale di Ground Zero John Whitehead. La loro voce sarà rilanciata adesso dall’organizzazione no profit Avaaz che conta già nove milioni di iscritti in tutto il mondo.
Non è solo la denuncia del fallimento della politica internazionale. E’ anche la prima sistematica proposta di una risposta globale. Invitando i governi a sperimentare “forme di regolarizzazione che minino il potere delle organizzazione criminali e salvaguardino la salute e la sicurezza dei cittadini”. Ma anche di quelle persone negli ultimi gradi del sistema criminale: “Coltivatori, corrieri e piccoli rivenditori: spesso vittime loro stessi della violenza e dell’intimidazione – oppure essi stessi tossicodipendenti”. Il rapporto presenta e analizza una serie di “casi critici” dall’Inghilterra agli Usa passando per la Svizzera e i Paesi bassi. Evidenziando quattro principi.
Principio numero uno: le politiche antidroga devono essere “improntate a criteri scientificamente dimostrati” e devono avere come obiettivo “la riduzione del danno”. Principio numero due: le politiche antidroga devono essere “basate sul rispetto dei diritti umani” mettendo fine alla “marginalizzazione della gente che usa droghe” o è coinvolta nei livelli più bassi della “coltivazione, produzione e distribuzione”. Principio numero tre: la lotta alla droga va portata avanti a livello internazionale ma “prendendo in considerazione le diverse realtà politiche, sociali e culturali”. Non sorprende il coinvolgimento di tante personalità dell’America Latina: quell’enorme mercato che finora si è cercato di sradicare soltanto a colpi di criminalizzazione e che è invece – dice proprio l’ex presidente colombiano Gaviria “il risultato di politiche antidroga fallimentari”. Principio numero quattro: la polizia non basta e le politiche antidroga devono coinvolgere dalla famiglia alla scuola. “Le politiche fin qui seguite hanno soltanto riempito le nostre celle – dice Branson, l’inventore del marchio Virgin – costando milioni di dollari ai contribuenti, rafforzando il crimine e facendo migliaia di morti”.
E’ una rivoluzione. Sostanziata dalle raccomandazioni contenute nei principi. Una su tutte: “Sostituire la criminalizzazione e la punizione della gente che usa droga con l’offerta di trattamento sanitario”. Come? “Incoraggiando la sperimentazione di modelli di legalizzazione” a partire dalla cannabis. L’appello è secco. Bisogna “rompere il tabà sul dibattito e sulla riforma” dicono i saggi. Che concludono con uno degli slogan che hanno portato alla Casa Bianca Barack Obama: “The time is now”. Il momento è questo. Non abbiamo già buttato cinquant’anni?
(02 giugno 2011)
>>PROIBIZIONISMO E CONTROLLO SOCIALE: APPELLO CANAPISA 2011
>>Il CANAPISA e’ SOTTO ATTACCO!!!!
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Il Lab57 sarà presente al Canapisa col suo caratteristico camper ed i suoi operatori per sostenere questa manifestazione di libertà.